venerdì 5 giugno 2020

Le altre tappe nel Maine: Portland e Bangor

L'esperienza nei boschi del Maine è stata la parte centrale del viaggio, preceduta da un giorno a Portland e seguita da un giorno a Bangor.
Portland è una cittadina di mare che non mi ha entusiasmato. E' vero che l'ho visitata in un pomeriggio uggioso e c'era poca gente in giro ma a parte una stradina con i sanpietrini immortalata in tante cartoline non c'era molto altro da vedere. E per un italiano una stradina con i sanpietrini è cosa normale ma posso capire che per loro possa dare una sensazione di storico contrapposto al moderno. Poco fuori Portland però c'è un luogo che volevo visitare da tempo, un simbolo del Maine ma anche di tutto il New England e che probabilmente avrete visto spesso in foto o in qualche film.
E' il il faro più famoso di tutti: il Portland Head Light di Cape Elizabeth.


Dopo aver visitato il faro sono andato nei boschi del Maine, come raccontato nei tre post precedenti.
Dopo i boschi di The Forks sono andato a Bangor, a 4 ore di macchina. Bangor è una piccola cittadina come tante in cui normalmente si capiterebbe solo di passaggio e non per turismo. Ma ha una caratteristica particolare: è il paese in cui vive Stephen King ed è proprio lì che ci sono molti luoghi dei suoi romanzi e dei film tratti dai suoi romanzi, come ad esempio quelli di IT.

La mia adolescenza è stata accompagnata da scrittori come Poe, Lovecraft e soprattutto King.
Misery, IT, Stand by Me, Ossessione, Carrie mi hanno portato nella provincia americana che ho sempre amato, forse più delle metropoli come Los Angeles, San Francisco e New York. Va beh, diciamo a pari merito con New York.
Quindi girare per i luoghi che avevo solo immaginato è stato speciale.

La prima tappa è stata la statua del boscaiolo simbolo del folklore americano: Paul Bunyan. Chi ha visto IT 2 sa che questa statua prende vita...



Nel pomeriggio ho fatto lo Stephen King Tour. Un piccolo autobus ha portato me e una decina di fan di King in giro per i luoghi del re dell'horror. La guida ci ha mostrato luoghi "kinghiani" e ci ha raccontato aneddoti interessanti.

Il cimitero in cui hanno girato una scena di Pet Semetery e in cui King era solito passeggiare anche per prendere spunto per i nomi dei suoi personaggi. Queste lapidi gli diedero lo spunto per i nomi di George di IT e Carrie del romanzo omonimo.






Il luogo che ha dato ispirazione alla scena del lancio nel lago dei ragazzini di IT e la Rock Station fondata da Stephen King:


Il retro e l'interno del piccolo bus dello Stephen King Tour.
Il tombino a pochi passi dalla casa di King che ha dato ispirazione alla scena iniziale di Georgie con il clown Pennywise.





L'acquedotto di molti racconti e film e la panchina a pochi passi da esso in cui King da giovane era solito trascorrere molte ore con un block notes per buttare giù appunti per qualche nuovo racconto o romanzo.


Purtroppo la guida ha fatto passare solo una foto perché quel giorno non era possibile visitalo: il prefabbricato in cui King da giovane visse in estrema povertà con sua moglie. Qui abbozzò la storia di Carrie ma non soddisfatto gettò il manoscritto nel cestino. La moglie lo recuperò e gli disse di lavoraci su perché era molto buono. King lo fece, il romanzo venne pubblicato (con un compenso stratosferico per un primo romanzo, 400mila dollari) e diede inizio alla sua carriera. Poco dopo lasciò il prefabbricato per trasferirsi in un appartamento più comodo.


E infine davanti casa del  re dell'Horror con tanto di cancello dark ma anche ironico, con ragni e pipistrelli:





Il giorno seguente sono tornato in Connecticut contento di questa mia prima vacanza da solo. "Solo traveling" lo chiamano, e se a molti può sembrare strano, devo dire che è un modo interessante di viaggiare e che forse ripeterò.


giovedì 16 aprile 2020

La mia esperienza nei boschi del Maine - Parte 3 -

Il terzo giorno è stato il più particolare.
Mi sono svegliato presto, ho fatto colazione e sono andato al lago Moxie a quasi un'ora dal resort.  



Poi sono andato a una mezz'ora di macchina a fare un percorso a piedi lungo il fiume Kennebec.





Dopo di che ho controllato l'orologio ed erano appena le 10am! Poiché non c'era molto altro da fare in zona ho comprato un panino in una stazione di servizio, isolata nel nulla, sono tornato al resort e ho deciso di trascorrere il resto della giornata nella mia cabin. In onore a Stephen King la cui cittadina, Bangor, avrei visitato il giorno seguente, mi sono messo a leggere "Ossessione" che avevo iniziato prima di partire e che tra parentesi è difficile reperire in commercio perché venne messo fuori produzione per volere dello stesso scrittore a seguito di alcune stragi nelle scuole americane. Io lo ho acquistato su Ebay. Dopo una paio d'ore l'avevo finito! Incredibile quanto si riesce a leggere senza distrazioni.

Ho guardato l'orologio ed era ancora l'1pm. Avevo davanti a me un'intera giornata. Mi sono messo a dormire. Mi sono svegliato alle 2Pm. 
Avevo ancora una montagna di tempo davanti a me. Una sensazione stranissima come un dono prezioso che non sai come usare. Erano anni che non avevo così tanto tempo libero tra le mani e l'assenza di internet lo rendeva ancora più esteso. Ho acceso il portatile e mi sono messo a scrivere. Ho scritto qualcosa per il blog, ho abbozzato racconti e ho scritto, a mò di diario, alcuni episodi del passato. Mi piace molto scrivere e il sogno nel cassetto è pubblicare racconti o romanzi, un giorno chissà. Quel pomeriggio continuavo a scrivere senza fermarmi. Forse una quindicina di pagine nel giro di tre ore. Mai stato così produttivo. In altri temi avrei avuto la distrazione di Fb, Instagram, Whatsapp, Messenger e quelle pagine le avrei scritte in due settimane. Quell'infinità di tempo è stata un'esperienza preziosa quasi un'esperienza mistica. Allora è così facile riconquistare il tempo! Basta isolarsi un pò lontano da internet e il tempo torna nelle tue mani. 

Era circa le 5 pm e non sapevo che fare. Il libro lo avevo finito, avevo scritto tanto e se avessi avuto la chitarra mi sarei messo a suonare per ore. Ma ero pienamente soddisfatto così ho acceso la TV e stranamente non mi sono sentito "in colpa", il digital detox poteva considerarsi compiuto e per curiosità ho iniziato a fare zapping. Ricordo ancora cosa passava in Tv quel pomeriggio.

Su un canale raccontavano la storia di una ragazza il cui account di Facebook era stato hackerato e l'hacker ha iniziato a offendere a suo nome tutti i suoi amici. La ragazza hackerata ha perso molti amici ma ha iniziato a indagare con l'aiuto dei conduttori della trasmissione simile a Le Iene. Dopo varie ricerche hanno scoperto che l'hacker era una ragazzina e sono andati a casa sua. La tizia era una ragazzina viziata e con problemi mentali che ha continuato ad offendere la ragazza hackerata dicendo che lo aveva fatto per divertimento e non provava rimorsi. Alla fine l'hanno fatta ragionare e chiesto scusa ma si capiva che in realtà non aveva capito di aver rovinato per mesi la vita della sua coetanea.

Ho cambiato canale: Jerry Springer. Due donne erano pronte a picchiarsi. Il ring era una grande piscina di gomma che bisognava riempire. Le opzioni erano su una ruota della fortuna. Il conduttore ha girato la ruota che si è fermata su Jelly. La piscina è stata riempita di un liquido giallastro melmoso ed è iniziata la lotta. Le due donne si picchiavano tirandosi per i capelli e scivolando più volte. 

Ho cambiato canale. Un tizio spiegava le meraviglie del Power Smokeless Grill a una signora. Solo $39.95 ed è una griglia che puoi usare in casa perché ha un sistema di aspirazione interna del fumo. La signora incredula. Se non si preme il bottone il fumo si diffonde per casa, ma va bene, c'è a chi piace l'odore d'arrosto  ma se si preme il bottone il fumo viene risucchiato nel grill come un'aspirapolvere, o meglio un aspirafumo. Amazing! Amazing! Tutto era incredibile ed amazing. Erano davvero bravi nel loro mestiere.  E' questa l'essenza del marketing americano.
Poi ho spento.

Mi avevano fatto venire fame e così ho fatto un giro in un altro supermercato a un'ora di macchina percorrendo la strada "scenica" lungo il Kennebec. Ho comprato del cibo e sono tornato alla cabin. Erano arrivate le 8 pm. Che giornata interessante. Il giorno dopo sarei partito per Bangor. 

martedì 14 aprile 2020

La mia esperienza nei boschi del Maine - Parte 2 -

Il giorno dopo, di prima mattina, sono andato a fare colazione al resort: orange juice and french toasts. Tra parentesi il resort è l'unico luogo nel raggio di molte miglia con il wi-fi e quindi, lo ammetto, ne ho approfittato per controllare email, social e qualche notizia tramite iPhone. La disintossicazione da internet non è facile. Uscito dal ristorante-pub del resort ho notato che alcune persone erano sedute in macchina parcheggiate nei pressi dell'entrata a scroccare il wi-fi. Siamo tutti assuefatti, non è facile uscirne...

Dopo colazione sono andato alle Moxie Falls, il percorso tra i boschi che porta a delle piccole cascate, dove non ero riuscito ad andare il giorno prima. Era una bella giornata e il percorso mi è piaciuto molto sentieri ben curati, con molte scalette e terrazzini in legno, che mi hanno portato agevolmente alle cascate, dopo un'oretta di cammino.



















Insomma una passeggiata davvero rilassante all'aria pura e una sensazione di benessere e serenità che non provavo da anni. Poi ho comprato qualcosa da mangiare in uno di quelle gas station con negozietto annesso, sperduto nel nulla. Non so perché ma spesso mi affascina di più un luogo del genere di un grattacielo di New York. Amo la Big Apple ma questi luoghi isolati mi danno la sensazione di vera America rurale. In quei giorni mi sono chiesto: ma come fa a vivere la gente in questa zona in cui la distanza tra case è di varie miglia e per andare in un centro commerciale più vicino, di quattro negozi, per fare la spesa ci possono impiegare anche un'ora? Probabilmente in una zona del genere anche un piccolo pub o una chiesetta rivestono una funzione importante e sono luogo di incontro per gli abitanti di tutta la zona. Sicuramente si conoscono tutti.

Sono tornato alla cabin, ho mangiato e nel pomeriggio sono andato a fare un altro giro, un trail lungo il fiume Kennebec. L'entrata del percorso era a pochi metro dal resort. E' stato un altro giro rilassante. Mi hanno sempre affascinato i fiumi e il Kennebec in alcuni tratti diventa spettacolare soprattutto se si percorre in macchina la scenic drive che lo affianca. Queste foto invece le ho fatte durante il percorso a piedi. Poi sono andato in macchina e questa volta mi sono diretto in un negozio un pochino più grande, tanto per fare un giro in macchina. Non c'è altro in questa zona, solo gas station, un ristorante ogni 30 miglia e piccoli negozi di alimentari sparsi qua e la e poi e tanti tir che trasportano legna per strada. Poi sono tornato alla mia cabin, ho mangiato e mi sono messo a leggere un libro. E poi citando C'era una volta in America...sono andato a letto presto. Una meravigliosa giornata a contatto con la natura, nel mondo reale, lontano da internet, annessi e connessi. 









Continua al prossimo post...

(Comunicazione di servizio: qualcuno ha lasciato un commento al post precedente ma lo ho cancellato per errore. Chi lo ha lasciato, può commentare di nuovo e starò attento...)

domenica 12 aprile 2020

La mia esperienza nei boschi del Maine

Ciao a tutti, come procede la quarantena? E' da un pò di tempo che vorrei raccontarvi un'esperienza di qualche mese fa che ha in qualche modo a che fare con la quarantena o meglio con un periodo di isolamento volontario: i miei 3 giorni nei boschi del Maine.

Da qualche anno la mia vita è sempre più frenetica: sveglia presto al mattino, un'ora e mezza tra treno, metro e a camminata a piedi per arrivare in ufficio, 8 ore di lavoro e poi ritorno a casa, cena, film e letto. E il giorno dopo si ricomincia. Recentemente sto anche studiando per ottenere un certificato importante nel mio settore. In tutto questo ho notato che Facebook, Instagram, Messenger, Whatsapp sono sono sempre più presenti nella mia vita e il tempo sprecato tra questi schermi e schermetti contribuiscono ad aumentare lo stress o comunque mi allontanano dai miei hobby e dalle mie passioni. Spesso penso a quanto sia difficile oggi staccarsi per un solo giorno da questi mezzi. Ce la fareste a stare un giorno senza social? Ok dai social forse è facile ma dal cellulare? E da internet e tutti i mezzi di distrazione legati ad esso? E ritornare al mondo di circa venti anni fa? Come sarebbe un ritorno al passato? Un digital detox?

E così, ai primi di settembre, ho deciso di fare una prova e andare per qualche giorno in Maine. Ma non nel Maine della costa, quello più turistico, no, nel Maine più isolato dei boschi del Nord, tra fiumi, laghi e atmosfere Twin Peaks. Per questa esperienza ho scelto The Forks, una zona poco conosciuta e isolata in mezzo a scenari naturalistici stupendi. (The Forks è stata in realtà una tappa intermedia tra Portland e Bangor, il paese di Stephen King, ma di questo ne parlerò in un altro post). 

Il percorso in macchina da Portland a The Forks è stato suggestivo, quello che cercavo, perché più salivo a nord e più i paesaggi diventavano rarefatti, incontaminati, con distanza crescente tra una casa e l'altra, i boschi più fitti e verdi, gli alberi più alti. Incrociavo meno macchine e più camion che trasportavano quasi tutti grossi tronchi d'albero. E poi le chiesette abbandonate, le stazioni di servizio al centro del nulla con i cartelloni dei prezzi di benzina arrugginiti...tutto contribuiva a farmi sentire in un mondo diverso, lontano anni luce dal caos che mi ero lasciato alle spalle.

Quando sono arrivato a The Forks mi sono diretto all'accettazione del Northern Outdoors e ho preso le chiavi della mia cabin, una casetta fatta con tronchi di legno che ho affittato per tre notti. Le loro casette si trovano in un bosco a distanza una dall'altra e non lontane da un lago e dal fiume Kennebec. Il resort, che ha anche un risto-pub all'interno, organizza rafting, snowmobile e altre attività, ma come molti altri provenienti da New York e altre città, la mia intenzione era solo qualche giorno di relax e detox: staccare la spina e godermi la natura. 





Ecco alcune foto della mia cabin e del resort:











Quando sono arrivato era ancora pomeriggio e quindi ne ho approfittato per andare a fare un giro in uno dei luoghi naturalistici consigliati dalla guida che il resort mi ha fatto trovare in casa: Moxie Falls, un percorso di 1 ora tra i boschi che porta alle cascate Moxie. Era a 20 minuti dal resort. Ho parcheggiato la macchina nel piccolo spiazzale brecciato all'entrata del percorso, che qui chiamano trail, e mi sono inoltrato nel bosco. La mia era l’unica macchina al parcheggio, ero l'unica persona che stava iniziando il percorso in quel momento. Il cielo si è annuvolato e la luce del pomeriggio ha velocemente dato spazio alla sera. A un certo punto ho sentito un rumore tra i cespugli e ho pensato: ecco qua, italiano morto nei boschi del Maine sbranato da un orso. Era uno scoiattolo. Ma stava arrivando la sera e il percorso da li alle cascate era di un'ora. Sono tornato al resort e ho ordinato una birra e un crab cake sandwich al pub, loro specialità, e dopo una mezz'ora me ne sono andato nella mia cabin silenziosa e priva di internet. Alle Moxie Falls sarei tornato il giorno seguente. Senza stress. 

Continua al prossimo post... 



venerdì 28 febbraio 2020

Io odio il sistema sanitario americano - Parte 8

Cari lettori, questa altra sulla sanità americana ve la devo raccontare. Forse è la più divertente di tutte. Risale a qualche settimana fa quando andai dal dentista per una semplice pulizia ai denti. La mia assicurazione ne copre ogni anno due, al 100%.Ed ecco cosa è successo. Il giorno dopo la pulizia, come di consueto, il dentista manda il conto all'assicurazione. Dopo qualche giorno, per curiosità vado sul sito della mia assicurazione, faccio il login per accedere ai miei dati e vedo che l'assicurazione ha coperto, come pensavo, la pulizia al 100% o meglio il dentista ha chiesto $175 ma è la cifra standard che farebbero pagare a chi non ha l'assicurazione. La mia assicurazione ha pagato $65 perchè quella è la cifra per la pulizia e io non devo niente. Perfetto. 

Vedo però un'altra riga. Una riga a sorpresa. Il dentista ha chiesto anche $75 per "Oral Hygiene Instructions". E che diavolo sarebbe? Mi informo un attimo e capisco che il dentista vuole $75 dall'assicurazione perchè l'igienista mi avrebbe dato istruzioni su come pulire i denti. Istruzioni non richieste ma che tra l'altro si sono svolte così.
Igienista: How often do you floss?
Io: Once a day.
Fine. Queste sarebbero le istruzioni.

Ma se anche mi avesse dato istruzioni su come pulire i denti (eh che, c'è bisogno di istruzioni?) si possono chiedere $75 per Oral Hygiene Instructions? La mia assicurazione ha scritto che non paga questi $75 e sono quindi a carico del paziente. 

Così contatto il dentista e gli spiego che questa cosa è ridicola, che io non ho mai chiesto "istruzioni" e comunque una domanda di un secondo "How often do you floss?" non può costare $75! 
Mi ha detto che va bene se non pago anche se è loro compito spiegare sempre al cliente queste cose.

Mi sono poi informato su Nextdoor.com il social dei vicini di casa e decine e decine di americani mi hanno detto che si tratta di una cosa assurda anche se un paio di dentisti mi hanno detto che è un nuovo modo poco etico che usano alcuni dentisti per cercare di spillare più soldi all'assicurazione che poi gira il conto al paziente.

La cosa interessante è che tutti su Nextdoor mi hanno chiesto il nome di quel dentista e io glielo ho dato in privato. Oltre 150 persone che cercheranno di evitare quel dentista e che lo diranno a tutti i loro conoscenti.
E io nel frattempo ho deciso di cambiare di nuovo dentista.
Quando vado dal prossimo dirò: per favore non parlate. Oppure va bene, parlatemi pure ma sappiate che se voi mi fate pagare per le Oral Hygiene Instrucions anche io mi faccio pagare per dirvi Good Morning. Fanno $50 a parola.

Ma cose da pazzi. Only in America:

I am not responsible!

A volte possono capitarti dei piccoli episodi quotidiani che ti rivelano l'America.
Qualche sera fa torno dal lavoro, entro nell'atrio ascensore e prima che possa premere il pulsante dall'ascensore esce fuori una signora che trascina una grossa scatola di cartone.

"Do you need help?" - chiedo, mentre le apro la porta dell'atrio che dà fuori.
"No thank you I got it, I got it." (Non grazie, ce la faccio, tutto sotto controllo).
Ma la vedo in difficoltà e quindi per gentilezza continuo a tenerle la porta aperta così può uscire più agevolmente. La scatola è molto lunga e teme che mi possa sfiorare.
"Watch you head!" mi dice, e poi aggiunge "I am not responsible!"
Riesce ad uscire fuori, chiudo la porta e prendo l'ascensore.

Poi però ci ripenso. Ha detto davvero I am not responsible?
Ma che voleva dire?

Una frase detta in modo così deciso, come un riflesso incondizionato.

E ho pensato: cosa sarebbe accaduto nella stessa situazione in Italia?
Opzione 1 - La signora avrebbe detto: Grazie, sei veramente gentile.
Opzione 2 -  La signora avrebbe detto: Grazie, sei molto gentile. Stai attento alla testa.

L'opzione (guarda che se ti fai male) non sono responsabile non sarebbe mai avvenuta. Quel I am not responsible vuol dire che qui esiste gente che ti aiuta di sua iniziativa ma se si fa del male non esita ad accusare la persona che ha deciso di aiutare.

In Italia può anche capitare che chi aiuta una persona in difficoltà si faccia male ma in mente sua non esiste il processo mentale per cui possa prendersela con la persona aiutata. Scivolo? Quindi nessuna persona che riceve aiuto direbbe I am not responsible.
Quale è la paura? Non lo so ma forse ho capito...la paura che chi si fa male debba andare al pronto soccorso o peggio ancora in ospedale il che in Usa vuol dire migliaia di dollari. E quindi a scanso di equivoci, va bene sei gentile ma è meglio che non mi aiuti, ce la faccio da solo, I got it, I got it...bada bene, sei tu che ti sei offerto di aiutarmi, se ti fai male e vai in ospedale, non mi chiederai di pagarti le spese, vero? A scanso di equivoci te lo dico subito, non ho bisogno di aiuto ma se proprio vuoi aiutarmi, qualsiasi cosa ti possa accadere...I am not responsible. 
Indirettamente il sistema sanitario condiziona anche la disponibilità delle persone. Ma come tutte, anche questa è solo una mia ipotesi.

L'acquisto del mio condo americano (4): Closing e nuova vita

E cosi', una volta approvato il mutuo, il mio avvocato ha fissato l'appuntamento per il closing. L'aspetto particolare è che neanche in occasione della giornata più importante ho visto il volto del proprietario. Praticamente non ho idea di chi mi ha venduto l'appartamento. Quasi come se non volesse essere visto. Forse qui si usa così.

In Italia, se non erro, proprietario ed acquirente si incontrano più di una volta durante le trattative o comunque per le firme finali dal notaio. Nel mio caso invece il mio avvocato ha incontrato prima me e poi il proprietario con il suo avvocato e, credo, il suo agente.

Dall'avvocato ho firmato una ventina di documenti. Mentre leggevo è arrivato anche Max, il mio agente immobiliare. E dopo alcune battute tra noi, l'avvocato ha pronunciato la fatidica frase: Congratulations you are now a homeowner! Il mio agente mi ha stretto la mano, mi ha dato le cavi di casa e anche un regalo: una bottiglia di vino bianco californiano e una bottiglia di Prosecco. Ora sono davvero proprietario di una casa in America, ho pensato. Non ci posso credere ma è così.

Come è il palazzo e come sono i vicini?

Il palazzo ha 5 piani e 8 appartamenti per piano. I vicini, ne conosco qualcuno di vista. C'è da dire che dei 40 appartamenti, una quindicina sono in affitto e quindi ci sono inquilini che vanno e vengono. Gli altri sono proprietari. Al 5 piano ci sono alcune vecchiette in pensione. Negli altri piani la composizione è più varia. Diciamo che ci si conosce sopratutto per piani.

La mia vicina di casa, Keyla, ha un cagnolino che mi abbaia sempre contro, ma a quanto ho notato lo fa con tutti. Il primo giorno Keyla si è scusata tantissimo e un giorno mi ha anche lasciato un bigliettino di scuse sotto la porta. Io sono andato a bussare alla sua porta per dire di non preoccuparsi ma poiché non era in casa le ho lasciato un bigliettino a mia volta. Ogni tanto la vedo ma torna a casa tardi. Credo che faccia la babysitter durante il weekend perché si sentono sempre voci di bambini.

Poi c'e' una coppia di giapponesi di in pensione. Sempre sorridenti e simpatici. Li incontro spesso in ascensore. Poi ci sono un ragazzo e una ragazza con un cagnolone simpatico,  e questo per fortuna non mi abbaia contro anzi si fa accarezzare volentieri.

Poi, c'è qualche personaggio misterioso.
Una madre anziana che vive con il figlio che avrà sui 50 anni. Quasi ogni sera si sentono urla dal loro appartamento. Il figlio litiga con la madre e la tratta a male parole. Credo che il figlio si senta un fallito e credo che abbia il vizio del bere. Spesso urla alla madre: What do you want me to do? Ok, maybe I am loser but you are stupid, you are fucking stupid! Ma la madre sopporta e a volte risponde a tono lei risponde a tono. Voglio immaginare che sia un modo per tenersi compagnia perchè ogni sera sembra che recitino lo stesso copione ma per fortuna prima delle 10pm, l'orario in cui è richiesto di abbassare il volume i litigi finiscono all'improvviso.

Poi c'è un tizio che non ho mai visto ed è proprio quello che abita accanto al mio appartamento. E  credo che la sua camera da letto sia dall'altro lato della mia, divise da un muro. E' molto silenzioso infatti non sento mai TV, e non lo sento mai parlare, quindi vivrà da solo. Lo sento solo qualche volta di notte che fa qualche colpo di tosse. Un giorno forse lo vedrò.

I primi giorni ero in realtà tentato dal presentarmi ai vicini ma alcuni amici americani mi hanno detto che sarei sembrato strano e invadente e quindi non lo ho fatto.

Comunque in definitiva questo acquisto è stato un grande passo avanti con delle buone comodità come il posto macchina al coperto e la vicinanza alla stazione. E' letteralmente a 5 minuti a piedi. Quindi non uso più la macchina, non devo più pagare per parcheggiare e andare a lavorare a New York non mi pesa poi tanto. In 5 minuti sono in treno e in 50 minuti sono a Grand Central. Not bad, we are making progress.

lunedì 20 gennaio 2020

L'acquisto del mio condo americano (3): Il mutuo

E arriviamo al mutuo che in USA chiamano "mortgage". Io e il proprietario firmiamo il Sales Agreement in cui il ruolo più importante è probabilmente proprio l'approvazione. In poche parole se il mutuo non viene approvato nel giro di 3 settimane il proprietario può ritenersi libero di abbandonare le trattative e far vedere l'appartamento ad altri potenziali acquirenti. Se viene approvato, invece, possiamo procedere con il closing ovvero l'atto di vendita vero e proprio e la consegna delle chiavi. E inizia una corsa contro il tempo.  

Ma facciamo un passo indietro. Come ho trovato la banca/istituto di credito per il mutuo? Molto semplice, ho iniziato a fare ricerche online e ho contattato alcune banche per delle quotazioni. Facendo ricerca ho letto che c'è una legge statale per cui chi acquista la sua prima casa in Connecticut può usufruire di un mutuo a tasso agevolato. Così ho contattato una delle banche collegate con lo stato per questi tipi di mutuo. Tra parentesi, come dico sempre, l'informazione è potere. Nessuno ti dirà mai queste cose. Sono informazioni, scorciatoie, che devi sempre scoprire da solo se vuoi risparmiare qualche soldo.

Un signore di questa banca, Penn, mi ha quindi fatto un colloquio telefonico facendomi molte molte domande sul mio lavoro e sul mio stipendio, mi ha chiesto se ho debiti per la macchina o il college, e poi mi ha inviato una quotazione per il mutuo in base alle mie richieste. 

E torniamo alla corsa contro il tempo. Prima di approvare il mutuo c'è l'ispezione. Un collega di questo Penn è andato con il mio agente a fare una valutazione dell'appartamento. Ha reputato il prezzo per cui mi stavo accordando con il proprietario un giusto prezzo, né underestimated, né overestimated.

E così le pratiche per il mutuo possono andare avanti. In quei giorni mi chiedono la dichiarazione dei redditi degli ultimi anni, fanno una richiesta alla mia compagnia per avere una conferma che lavoro da loro da 6 anni. Mi chiedono gli statements degli ultimi mesi de mio conto bancario. Non contenti, selezionano tra le varie voci, le tre cifre dei trasferimenti in entrata più alti e me ne chiedono la provenienza. Devo spiegare/dimostrare/convincere che alcuni soldi provengono da un conto italiano, e  altri provengono da un conto di azioni che avevo aperto un anno prima per giocare un pò in borsa. Sembra un interrogatorio a tratti un pò snervante in cui tu che sei innocente, e non ha niente da nascondere, ti senti quasi colpevole, un uomo sotto accusa che deve mostrate la sua trasparenza. Ma è la prassi, immagino, perché comunque devono prestarti una cifra non indifferente.

A un certo punto a pochi giorni dalla scadenza delle 3 settimane mi dicono però che non riusciranno ad approvare il mutuo nei tempi e quindi chiediamo una proroga di 10 giorni al proprietario, tramite il mio avvocato. Per fortuna accetta. E vorrei ben vedere, ci ha fatto  perdere un sacco di giorni con quella storia del 14 e del 41 del posto macchina...

Il mutuo viene approvato, o meglio, quasi, manca un ultimo step. Devo seguire un corso online, richiesto dallo stato, e superare un esame. Niente di impossibile, è anche molto interessante e tratta della compravendita di una casa, i termini e le procedure, l, i diversi tipi di mutuo, ma è un corso al quale devo dedicare una ventina di ore e lo faccio, stanchissimo,  di sera quando torno dal lavoro. E per fortuna supero il test online. Il mutuo è quindi completamente approvato. 

E fissiamo la data per il giorno più importante, il giorno del Closing. 

domenica 12 gennaio 2020

L'acquisto del mio condo americano (2): Il 14 e il 41

Il giorno dell'ispezione al condo non avevo ancora visto il posto macchina. L'annuncio diceva "posto macchina coperto". Prima di arrivare al condo il mio agente mi scrive un messaggio: Quando arrivi puoi puoi parcheggiare al posto macchina associato al condo, il 14. Perfetto, entro nel parcheggio, cerco il 14 ma...è un posto macchina all'aperto.

Salgo al condo dove mi aspettano agente e ispettore al quale dò un assegno di $400 come pattuito il giorno prima. Mentre l'ispettore controlla impianti elettrici ed impianti idraulici, muri, finestre, elettrodomestici, impianti del riscaldamento e dell'aria condizionata, io chiedo al mio agente: Scusa Max, ho parcheggiato al 14 come mi avevi detto ma non è un posto al coperto. Sull'annuncio è scritto "covered parking". Come mai? Max fa una telefonata all'agente del proprietario. Io sono deluso e anche se il condo è davvero carino, penso, un parcheggio all'aperto non mi piace. Il posto macchina è importante, e quel 14 avrebbe significato neve e ghiaccio da togliere in inverno. Mando tutto all'aria per un parcheggio o me lo faccio andare bene? Però sull'annuncio era scritto covered parking spot.

Il mio agente dice che anche l'agente del proprietario sa che il posto è il 14. Forse c'è un errore e ha bisogno di un pò di tempo per controllare.
L'ispezione nel frattempo va bene e c'è solo un vetro di una finestra e l'unità AC da cambiare ma senza fretta, anche nel giro di un paio di anni.

Il prossimo passo è la firma del sales agreement ma io  prima di firmare voglio capire la storia del posto macchina e quando leggo i dati tecnici del condo, quelli registrati al comune, noto che il posto macchina è il 41. Non 14...41!
Allora una mattina faccio un veloce giro in macchina ed entro nel parcheggio del condominio (non ci sono sbarre o cancelli). Trovo il 41 ed è effettivamente al coperto. Quindi telefono al mio agente: Max, il posto che mi spetta è il 41 ed è al coperto. Lo ho appena letto sui dati del condo. C'è stato un errore?
Bene chiamo l'avvocato, dice.

L'avvocato che avevo scelto qualche giorno prima su suo consiglio tra parentesi è una ragazza molto giovane, ha solo 25 anni, e come tanti ragazzi americani è già in carriera e con qualche anno di esperienza alle spalle. Siamo in America e anche una ragazzina se è in gamba è normale che guadagni molto, anche a tre, quattro anni dalla laurea. Infatti mi raccontava che aveva da poco comprato casa anche lei.

Contatta l'agente del proprietario per capire bene questa situazione e scopre che non era un errore vero e proprio. Il proprietario aveva dato in affitto il 41 a un altra persona e lui aveva chiesto agli amministratori del condominio di prendere temporaneamente il 14, all'aperto.

E me lo volete dire? In tutto questo il proprietario mi sembra assente e poco collaborativo ma se sugli atti c'è scritto che al mio condo è associato il 41, l'avvocato dice che posso stare tranquillo. Bene ma voglio essere sicuro di non dovermi trovare a litigare il primo giorno che vado a parcheggiare al mio posto macchina e magari ne trovo un'altra parcheggiata lì. Se non mi date certezze non proseguo. Mi ritelefona il giorno dopo e mi assicura che è tutto risolto, il 41 è mio per gli atti, posso stare tranquillo, il condominio è al corrente e il proprietario dirà in questi giorni al suo amico di lasciarlo libero perché sta finalizzando la vendita.
Ok, bene allora. Possiamo proseguire.
Ed ora entra in scena il mutuo.