lunedì 25 marzo 2013

L'Italia vista dagli Americani

Cari lettori, so che mi seguite perche' siete molto interessati alle differenze tra Italia e Stati Uniti e in effetti il blog e' nato anche e soprattutto per raccontarvele. A tale proposito credo che possa essere molto interessante ascoltare voci di americani che abbiano viaggiato e magari studiato e lavorato in Italia per qualche tempo.
Girando per Youtube ho trovato una serie di video intitolati "The Italian World" in cui sono stati intervistati studenti provenienti da diverse nazionalita'. Ecco l'intervista a Beth, studentessa americana:


Cosa ne pensate?
Inserisco qui anche il link all'intervista di qualche mese fa a un mio amico americano Marty.

giovedì 21 marzo 2013

Missione (quasi) compiuta

Ciao a tutti, vi starete chiedendo a che punto e' la mia mission impossible: riusciro' a tornare a vivere negli Stati Uniti? Chi mi segue da qualche mese si ricordera' che ora sono in Italia e sto aspettando notizie dalla compagnia italiana con sede a NY. La prima ottima notizia e' che i proprietari italiani hanno approvato il budget per la sede americana che include la voce della mia assunzione.
Attendevo con ansia questa notizia.  Quindi pochi giorni fa sono stato contattato dagli avvocati di fiducia della sede americana che mi faranno le pratiche per un Visto lavorativo.
Mi sarebbe piaciuto ottenere il Visa E ma realisticamente, come immaginavo, mi hanno spiegato che questo tipo di visto e' un po' "rischioso" perche' in base ai miei titoli di studio, alle esperienze lavorative passate e alla descrizione dei compiti e responsabilita' che avro' in azienda, questo tipo di Visa potrebbe essere non approvato perche' viene concesso a chi lavora in posizioni manageriali o esecutive e l'azienda dovrebbe "colorare" troppo la posizione lavorativa dichiarando cose non totalmente corrette e inoltre se l'azienda dichiara che andro' a lavorare come manager con funzioni e responsabilita' specifiche poi dovrebbe anche darmi uno stipendio adeguato a quella posizione, altrimenti il dipartimento del lavoro americano potrebbe creare seri problemi all'azienda. Quindi e' meglio fare tutto correttamente e alla luce del sole e procederemo con le pratiche per un Visto H1B della durata di tre anni. Questo tipo di visto e' rinnovabile per altri tre anni ma poiche' gia' in passato ne ho ottenuto uno con un'altra compagnia, questo sarebbe il secondo e ultimo H1B. Il capo della sede Usa ha detto che l'importante per ora e' riuscirmi a portare li' a lavorare per loro, poi nei tre anni cercheremo di estendere la mia permanenza per altre vie, magari cercando di passare ad un altro tipo di Visa. Potrei chiedere all'azienda se puo' sponsorizzarmi per la green card ma questo lo potro' fare solo dopo aver conquistato la loro fiducia, non ora. Certo che te la fanno proprio sudare una permanenza in Usa che sia diversa dai soliti tre mesi per turismo. Figuriamoci l'odissea che sara' la green card, ne so gia' qualcosa perche' iniziai le pratiche per la green card con l'azienda per cui lavorai in passato ma poi le interruppi per tornare a vivere in Italia. E' davvero un traguardo difficilissimo, molto lungo, dispendioso e quasi impossibile da raggiungere. Ma per ora mi va benissimo cosi'. Step by step.
Vi tengo aggiornati. Stay tuned!

Ospedali italiani e rituali scaramantici

Ciao a tutti, sono ancora in Italia o meglio con un piede in Italia e uno negli Stati Uniti. 
Nel frattempo trascorro le giornate qui nel ridente Sud Italia e mi diverto ad assistere alle scene che mi offre la quotidianita'. Ospedale. Il chirurgo che pochi giorni fa aveva operato e poi dimesso mio padre, gli da appuntamento per un controllo al suo studio in ospedale per le 8 e 30. In sala ci sono un'altra decina di persone alle quali il dottore ha dato appuntamento allo stesso orario. Qualcuno di noi, forse quelli che sono stati in ospedali piu' efficienti, si chiede perche' mai non abbia dato appuntamenti con orari diversi. Ma siamo in Italia, non bisogna farsi troppe domande.
Si fanno le 8 e 40,  le 8 e 50 e del dottore non c'e' traccia. In sala d'attesa si inizia a mormorare e c'e' chi si lamenta ma sottovoce, per non farsi sentire da medici e infermieri che entrano ed escono dai reparti...le 9, le 9 e 15, le 9 e 30. E tutti aspettano ancora con pazienza. Un signore a un certo punto, combattendo contro i suoi sensi di colpa per cui e' sempre meglio non disturbare, si fa coraggio ferma un'infermiera e le chiede quasi con il capo chino:
- Mi scusi, c'e' il dottore oggi? Mi ha dato appuntamento per le 8 e 30.
E l'infermiera spazientita:
- E e va bene se ha dato un appuntamento per oggi vuol dire che viene!
E va via. 

Un'altra persona entra ed esce dalla sala d'attesa. Va al bar e torna, poi di nuovo al bar e torna. A un certo punto spiega a tutti gli altri che aspettano:
- Io faccio sempre cosi', perche' ogni volta che mi allontano dalla sala d'attesa, poi arriva il dottore.
Insomma ognuno ha i propri gesti scaramantici per far apparire il dottore, che infatti arriva...alle 10. E' piu' facile vincere al super enalotto che far materializzare un dottore puntuale.


P.S. Potrebbe divertirvi anche un'altro mio post a riguardo, per la serie inefficienza e furbizie italiane: Numerini