venerdì 29 giugno 2012

Auf Wiedersehen Deutschland!

Alla vigilia di ogni Italia-Germania i simpatici Tedeschi tirano fuori dal cilindro il meglio dei luoghi comuni sull'Italia. Non possono mancare pizza, spaghetti, mafia e mandolini. Ci descrivono come un popolo di fighetti viziati, quasi dei papponi buoni a nulla. Vi ricordate la simpatica canzone piena di livore che ci dedicarono dopo aver perso la sfida contro di noi ai modiali del 2006?
Eccola:Nur Italien Nicht!
Il nostro Dado rispose con un video molto ironico e sicuramente piu' divertente:
Risposta italiana a "Nur Italien Nicht!"
Ieri si e' riproposta la sfida agli Europei e anche in questa occasione sui giornali tedeschi prima della partita sono apparse le solite frasi e i soliti luoghi comuni su pizza, spaghetti, mafia e mandolini.

Cosa dire amici?
Semplicemente: Auf Wiedersehen Deutschland!


sabato 23 giugno 2012

Wassup Cuz!


Ciao amici, vorrei segnalarvi questi 10 brevi video sugli USA.
Sono video molto divertenti e anche informativi. Non capita spesso di trovare dei video fatti cosi' bene sullo stile di vita e i modi di dire americani soprattutto se vengono vissuti con gli occhi sognanti e un po' ingenui del tipico simpatico ragazzo italiano appena sbarcato negli Usa. Enjoy! 
http://vimeo.com/channels/wassupcuz/11616200

martedì 19 giugno 2012

Europei di calcio e DNA italiano

E ora che abbiamo battuto l'Irlanda:
Speriamo di incontrare la squadra piu' debole che si potrebbe trovare sul nostro percorso per caso.
Speriamo di non dover affrontare una squadra forte.
Speriamo che le squadre forti si eliminino tra di loro e di arrivare in finale grazie alla fortuna o all'aiuto del buon Dio che ci guida da lassu'.
Speriamo di portare a casa la coppa facendo poco o niente per meritarcelo e sperando che la fatica la facciano altri.
In poche parole discorsi e mentalita' da Italiani...
Anche gli Europei di calcio possono rivelare bene il nostro DNA.

Ecco gli "Azzurri":


mercoledì 13 giugno 2012

Intervista a MirkoJax

Ho iniziato da poco a collaborare con il sito VivereinUsa.com, un sito fatto davvero bene e pieno zeppo di notizie sugli States. Vi consiglio vivamente di andarlo a visitare soprattutto se siete in partenza per gli Stati Uniti, se avete intenzione di provare a trasferirvi li' o semplicemente se siete affamati di tutte quelle piccole curiosita' americane che difficilmente troverete su altri siti. Quella che segue e' un'intervista che ho fatto a un ragazzo italiano che "ce l'ha fatta" e che vive in USA da vari anni: MirkoJax.


MirkoJax e’ un personaggio molto noto alla comunita’ di YouTube, in particolare a chi segue le esperienze degli Italiani negli Stati Uniti.  
Centinaia di YouTubers ogni giorno attendono i suoi video che possono essere i classici “cose di oggi” dalla macchina, gli “unboxing” negli svariati fast food della Florida, le sue ricette in cucina o qualsiasi altra cosa gli venga in mente di mostrarci e raccontarci della sua vita americana.
Mirko e’ un ragazzo come tanti che ad un certo punto ha deciso di lasciare l’Italia per andare a vivere all’estero. E a quanto pare si e’ ambietato bene e non e’ intenzionato a tornare, almeno per ora.
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Ciao Mirko, dove vivi e da quanto tempo sei in Usa?
Vivo a Jacksonville, Florida dal 1999.
Quanti anni avevi quando sei partito dall’Italia?
26.
Cosa facevi in Italia?
Lavoravo al giornale “Il Corriere di Rimini”.
C’e’ stato qualche motivo in particolare che ti ha fatto venire il desiderio di trasferirti in Usa?
Volevo cambiare vita e avere un’ auto americana da 4000cc.
Conoscevi qualche persona quando sei arrivato negli Stati Uniti? Hai avuto qualche appoggio iniziale o anche solo qualche consiglio su come muoverti da parte di amici o parenti che vivevano li’?
Mio fratello era a Pensacola per un corso come pilota militare per la marina italiana. Un po’ mi ha aiutato, perché altrimenti sarebbe stato quasi impossibile affittare un appartamento. Io ero in Usa con visto turistico quindi non potevo fare quasi niente.
Quindi, per chi vorrà venire, l’ unica speranza e’ qualcuno che vi possa aiutare o venire come studente, perche’ col visto da studente si può affittare una casa, aprire un conto in banca, ma non lavorare. Bisogna avere un po’ di soldi da parte.
Hai studiato all’universita’ in Usa?
Si.
Quali particolarita’ credi che abbia rispetto all’universita’ italiana?
Piu’ facile, non c’e’ la tesi, i professori sono gentili e amici, le aule sono piu piccole e con pochi studenti. Almeno era cosi’ dove sono stato io: University of North Florida.
L’unica cosa e’ che costa 20 volte di piu’ rispetto a quella italiana.
Di cosa ti occupi?
Graphic Design.
E’ stato facile trovare lavoro?
Si, ma il visto no. E negli Usa non danno visti per cose che qualsiasi americano puo’ fare: ad esempio il cameriere. Devi sapere fare qualcosadi particolare o specializzato.
Come e’ l’ambiente lavorativo americano?
Dipende dove lavori, nel mio e’ tranquillo e si sta bene… E non c’e’ puzza di fumo. Si, lo so anche in Italia le cose sono cambiate, ma quando lavoravo io c’era la nebbia per il fumo.
Molti ragazzi italiani sognano di trasferirsi in Usa, ma pochi sanno che non e’ facilissimo. Puoi confermarlo? Che consiglio daresti a chi ha il sogno di andare a vivere in Usa?
Si confermo. Se non sapete fare qualcosa o non avete molta esperienza lavorativa o non siete laureati, non venite. Non vi faranno mai un visto, a meno che non vi sposiate.
Quale e’ il tuo “TV Show” americano preferito?
Mythbuster.
I tuoi video “unboxing” in cui vai in vari fast food e ci fai vedere l’atmosfera del locale e i cibi piu’ disparati sono sempre molto seguiti dagli utenti di Youtube. Quale e’ il tuo fast food preferito?
Tijuana Flats.
A proposito di cibo, hai cambiato totalmente abitudini alimentari? Cosa ti piace in particolare del cibo americano? Siamo curiosi, come e’ la tua colazione tipica, e’ all’ ”americana”?
Non ho cambiato molto le mie abitudini, l’unica cosa e’ che vado molto spesso al ristorante quando sono al lavoro, ma poi quando sono a casa cucino cose italiane tipo pasta, aglio olio peperoncino, o minestra, o bistecca ma senza tutte quelle salse che gli Americani ci mettono: mi piace semplice con olio e rosmarino. La colazione americana non la faccio mai: prendo un caffè col latte, ma lungo mezzo litro, che mi porto in auto e mi dura un’ora.  Il caffè italiano (l’espresso) finisce subito, non lo bevo mai. A volte vado ai buffet all you can eat e mangio un sacco di granchi e sushi: qui in Florida sono molto popolari.
Vivi solo? Hai una casa tua  o vivi in affitto? 
Vivo da solo, ho comprato la casa 3 anni fa.
Torni spesso in Italia? 
No, una volta ogni 3-4 anni.
Dai tuoi video sembra che tu abbia volutamente deciso di frequentare poco gli Italiani e di immergerti totalmente nella cultura americana prediligendo amicizie e conoscenze americane. E’ una strategia voluta che consiglieresti a chi vuole trasferirsi a vita negli States?
Inizialmente si, perché’ altrimenti ho pensato che non avrei mai imparato niente della cultura americana. Pero’ così non ho potuto avere molti aiuti e soprattutto all’inizio e’ stato difficile, perche’ in genere all’estero gli Italiani si aiutano tra di loro.
Comunque alla fine nella mia città non ci sono Italiani, ma parlo continuamente in italiano su Facebook o Youtube.
Ci sono delle cose alle quali non sei piu’ abituato quando torni in Italia? 
Gli spazi piccoli, e’ tutto piccolo, pure la carta igienica e’ piu’ stretta (l’ho notato l’ultima volta).
Cosa ti manca dell’Italia?
Parlare in italiano e i film italiani, anche se ho tutti i DVD. E fare battute con citazioni dei film di Pozzetto.
Ci sono delle cose che ti mancano degli Usa quando vai temporaneamente in Italia?
L’ultima volta che son venuto, a Dicembre, sicuramente il clima. Faceva freddissimo in Italia, pure dentro casa.
Gli Americani cosa pensano degli Italiani? Hanno qualche luogo comune?
Il cibo e’ buono, ci sono i monumenti, mafia… Le solite cose.
E c’e’ qualcosa che pensavi degli Americani prima di partire e che poi si e’ rivelato un luogo comune?
Che in Usa non potrai mangiare bene come in Italia. E non e’ vero, ovviamente le tentazioni di mangiare male sono sempre dietro l’angolo, ma se uno vuole puo’ cucinare roba italiana, e puo’ farlo benissimo dato che si trova piu’ o meno tutto.
Hai intenzione di restare in Usa a vita o torneresti un giorno in Italia?
Per ora restero’ qua, soprattutto visto che in Italia le cose non vanno tanto bene. E se ritornassi ci sarebbe pure il rischio di non trovare lavoro, ormai per l’Italia sono troppo vecchio.
E forse guadagneresti un pochino meno in Italia…
Eh si, qua si guadagna molto di più che in Italia. Basta dire che dopo 3 anni di lavoro, ho potuto fare il mutuo della casa e ora ho la mia casa bella stile americano. In Italia c’e’ gente che ancora non riesce a prendere casa e i ragazzi vivono ancora coi genitori a 30 anni. Pero’ ci sono anche più spese, e le tasse bisogna pagarle tutte. Poi l’assicurazione medica continua sempre ad aumentare anche se non vai mai dal dottore…perché’ si basa sull’eta’. Quando sei vecchio finisci che devi pagare anche  $ 1000 al mese e comunque non c’e’ sicurezza che se succede qualcosa, l’assicurazione pagherà tutto.
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Grazie Mirko per aver accettato la nostra intervista e in bocca al lupo per il futuro…sempre piu’ a stelle e strisce.
Ecco dove trovare il suo YouTube Channel, in  caso siate interessati a guardare i suoi video, decisamente “originali”.

lunedì 11 giugno 2012

Vocabolario Italo-Americano


Cari amici, oggi vi porto a lezione di...italo-americano.
Ecco una serie di vocaboli che gli Italo-Americani usano quando si trovano a dover tradurre e comunicare alcune parole inglesi a degli Italiani come me.
Le ultime due sono mitiche!

Vogliono dire Mobili che in Inglese si dice Cabinets ma dicono... Gabinetti

Vogliono dire Clienti che si dice Customers ma dicono...Costumi

Vogliono dire Parcheggiare che si dice Park ma dicono... Apparcare

Vogliono dire Automobile che si dice Car ma dicono... Carro

Vogliono dire Benzina che si dice Gasoline ma dicono... Gasolina

Vogliono dire Tedeschi che si dice Germans ma dicono... Germanesi

Vogliono dire Provare che si dice Try ma dicono... Attraiare

Vogliono dire Busta che si dice Bag ma dicono... Bega

Vogliono dire Torta che si dice Cake ma dicono... Checca

Vogliono dire Tubi che si dice Pipes ma dicono... Pippe

venerdì 8 giugno 2012

Io e la giustizia americana

In questo periodo sono in tema di autostrade, senso civico, posti di blocco e multe e oggi vorrei raccontarvi cosa mi e’ capitato qualche tempo fa quando ho avuto modo di conoscere bene, da vicino, la giustizia americana. La storia (vera purtroppo) e' ambientata per le strade del Connecticut. Enjoy...quanti ricordi!


Una domenica mattina stavo accompagnando in macchina una amica alla stazione. Stava per perdere il treno e quindi correvo un po’, 60mph dove il limite era 40mph.
Con la coda dell'occhio vedo una macchina della polizia appostata al lato della strada ma non faccio in tempo a rallentare. Luci e sirene accese, ci viene dietro e ci fa subito accostare.
A parte il limite di velocita’ abbondandemente superato, non avevo con me la registrazione della macchina e l’assicurazione. Che sfortuna, anzi il solito distratto che sono, li avevo dimenticati a casa. Dico al poliziotto che li ho a casa ma non gli interessa perche’ devo comunque averli in macchina e poi ho anche superato i limiti di velocita’ e quindi chiama imperturbabile il carro attrezzi e mi da’ un ticket in cui ci sono elencate le tre infrazioni commesse ma non c'e' una cifra precisa da pagare. C’e’ solo una data in cui devo comparire in Court a Stamford perche’ ho commesso troppe infrazioni. La data e’ l’11 Aprile.
Avrei preferito pagare subito la multa ma non si puo’. Sara’ una formalita’ mi dico. Sicuramente dovro’ solo andare un attimo in Corte, paghero’ la multa a uno sportello pagamenti ed e’ fatta.
Pero’ l’11 Aprile ho il biglietto aereo per l’Italia. Devo assolutamente partecipare, per lavoro, al Salone del Mobile di Milano. Il poliziotto mi dice che posso tranquillamente posporre di qualche settimana telefonando alla Corte di Stamford.
Nel frattempo arriva ll carro attrezzi che riporta me, Anna e la mia macchina a casa (e pago150 dollari in contanti all’autista del carro attrezzi per aver trasportato la mia macchina fino casa, per un tragitto di un paio di miglia).
Un’ora dopo vado alla stazione di polizia di Stamford e dimostro di avere registrazione e assicurazione e mi dicono che posso guidare la macchina ma comunque non posso pagare la multa li’ perche’ e’ tutto fissato e devo proprio andare alla Corte.
Telefono alla Corte di Stamford per posporre e un'impiegata molto gentile mi dice che posso andare il 25 aprile. Ok, va bene. Quel giorno saro’ ritornato dall’Italia.
Partecipo al Salone del Mobile a Milano e torno in USA.
Il 25 Aprile inizia l’odissea in Corte per questo pericoloso criminale che ha preso una semplice multa.

GIORNO 1:
Mi presento all’ufficio della Corte il 25 Aprile per pagare la multa (ancora non so se devo pagare a uno sportello o se devo parlare due minuti con un giudice in un suo ufficio e poi pagare la multa) ma mi dicono che ho sbagliato giorno e dovevo essere presente il giorno precedente, il 24! Ma come e' possibile? Per telefono mi hanno detto il 25, sono sicurissimo. Ma non ho nessuna prova scritta, la parola mia contro la loro e quindi e' inutile spiegare, e’ ovvio: loro che rappresentano la legge hanno sempre ragione, io ho torto. Cosa devo fare allora, posso pagare lo stesso la multa oggi?
Magari fosse cosi’ facile…
Mi dicono che ora devo compilare una “Motion to Vacate Rearrest” ma non sanno spiegarmi benissimo cosa vuol dire, o non hanno tempo e voglia. In pratica capisco solo che il giorno precedente il giudice, poiche’ non mi sono presentato in Corte, ha dato disposizione di “rearrest” me! Ancora non ho capito bene se per rearrest intendono arrestare me o “arrestare”, fermare di nuovo, la mia macchina. Credo, anzi spero la seconda. Ora devo compilare questa mozione-richiesta per evitare il riarresto in cui in pratica spiego il perche’ di questa azione gravissima di non essermi presentato alla Corte davanti al giudice il 24 Aprile. L’ufficio che mi puo’ dare questo modulo e’ chiuso. C’e’ un cartello che dice di rivolgersi ad altri uffici ma nessun altro ufficio sa aiutarmi, non hanno quel modulo. Sembrano degli idioti, pigri e menefreghisti in giacca e cravatta, nessuno sa niente. Finalmente dopo aver chiesto in vari uffici, un impiegato mi dice che posso solo tornare il giorno dopo perche’ l’unico l’ufficio che puo’ aiutarmi sara’ aperto. Uff, volevo semplicemente pagare questa benedetta multa e farla finita invece per un loro errore devo ritornare. Va bene.

GIORNO 2:
Il giorno seguente mi dirigo verso l’unico ufficio che puo’ darmi il famoso modulo da compilare. Ho chiesto un permesso al mio capo, che e’ molto paziente (e questo e’ il secondo giorno che mi assento qualche ora dal lavoro per risolvere una questione di una semplice multa).
L’ufficio apre alle 9 ma solo alle 11 si presenta un impiegato che mi consegna il fatidico modulo che compilo e in cui spiego che: mi spiace se ho capito male, ma per telefono mi avevano detto di venire in Corte il 25 Aprile non il 24. Questa e’ la semplice ragione per cui non mi sono presentato il 24. Scrivo anche che ammetto di essere colpevole per le tre infrazioni e voglio solo pagare la multa al piu’ presto.
Mi fanno consegnare questo modulo in un paio di uffici. E’ ora?? Posso dire al giudice o a chi per lui che sono colpevole e mi fate pagare la multa? Dove si trova, posso parlargli? Non e’ cosi’ facile. Mi dicono che mi faranno sapere quando potro’ andare dal giudice.
Vado al lavoro e dopo un’ora mi chiamano dalla Corte. Dicono che hanno gia’ fissato la data. Tra una settimana devo comparire di fronte al giudice alle 9. Ok.
Per una settimana vivo un po’ agitato. Non so cosa succedera’. E’ davvero cosi’ grave non essersi presentato il giorno prefissato? Mi hanno quindi perdonato e mi faranno semplicemente pagare sta benedetta multa? Inizio a sentirmi come il protagonista de Il Processo di Kafka in cui un uomo e’ accusato e arrestato ma non gli spiegano mai le ragioni. E lo tengono in ansia per giorni e giorni, proprio come stanno facendo con me.

GIORNO 3:
Al lavoro mi concedono l’ennesimo permesso per andare alla Corte. Cosa possono fare?
Temo che il mio capo inizi a pensare: tre giorni in Corte per una multa? Non e’ che Luca ci sta mentendo e invece che andare alla Corte magari va a fare colloqui di lavoro per altre compagnie? Questo mio pensiero aumenta l'agitazione.
Finalmente entro nell’aula di Corte, grande, luminosa. Ricorda un po’ una chiesa. Siamo una sessantina di imputati seduti su delle file di panche in legno. Di fronte a noi l’area degli avvocati difensori, impiegati di corte e, sopraelevato come un’altare, il grosso tavolo munito di microfono, al quale siedera’ il giudice. Dietro alla scrivania del giudice imponenti stemmi americani, aquile, bandiere e frasi che inneggiano alla giustizia uguale per tutti.
Ricorda vagamente l’aula della trasmissione televisiva Forum ma e’ molto piu’ grande e l’atmosfera e’ piu’ seria e solenne. Entra il giudice. Ci fanno alzare in piedi in segno di rispetto, ci fanno sedere e  iniziano le discussioni dei vari casi. Pochi minuti l’uno. Il giudice ha il microfono. Una impiegata di Corte (forse dovrei chiamarla pubblica accusatrice) chiama al banco gli imputati per nome e cognome. Spiega brevemente al giudice di cosa e’ accusato l’imputato e la pena per il tipo di accusa. Il giudice fa qualche domanda all’imputato o al suo avvocato difensore e poi decide velocemente. 200 dollari a uno. 4 ore di corsi per diventare migliori guidatori a un altro etc. Anche gli imputati hanno il microfono e quindi tutta l’aula ascolta in silenzio i casi degli altri. Molti ispanici che non parlano una parola di Inglese si fanno difendere da avvocati di ufficio i quali hanno brevemente letto le accuse, credo, il giorno precedente. Gli ispanici hanno anche la facolta’ di avvalersi di un interprete di ufficio. Continuano ad essere chiamati al banco gli imputati, uno dopo l’altro. C’e’ chi ha rubato una macchina. Chi ha guidato senza avere mai preso la patente. Chi e’ stato sorpreso in macchina con una busta di marijuana. Chi ha picchiato la ragazza. Alcuni entrano addirittura in manette accompagnati da poliziotti e dopo il verdetto del giudice (tipo: devi fare altri 2 mesi di carcere) vengono riaccompagnati fuori dall’aula e riportati in carcere.
Passano le ore, il giudice fa fare un paio di pause. Il mio turno non arriva mai. L’aula inizia a svuotarsi. L’attesa e’ snervante.
Inoltre inizio anche a preoccuparmi perche’ praticamente tutti finora hanno avuto un avvocato d’ufficio che li ha difesi e ha parlato per loro. Forse e’ obbligatorio avere un avvocato difensore? Chiedo un po’ in giro e mi dicono che in teoria posso difendermi anche da solo. Pero’ se magari non so difendermi bene? Ma che cavolo, devo solo dire che sono colpevole per l'eccesso di velocita’ e mostrare che non avevo i documenti in macchina ma che comuque li avevo solo a casa e li ho portati li' con me oggi. Mi dichiarero’ colpevole e paghero’ la multa. Si, non ho bisogno di un avvocato difensore.
Finalmente alle 3 pm arriva il mio turno. Chiamano il mio nome. Vado al banco degli imputati e osservo meglio il giudice, e' un tipo anziano mezzo calvo, con pochi capelli bianchi e gli occhiali. E’ bello grassottello, pare un bonaccione ma e’ molto deciso e severo e ha un’aria solenne… li’ sul suo “altare” sembra un Papa.
La accusatrice legge le mie infrazioni e dice anche che pende ancora su di me un richiesta di rearrest. Anzi pare che le infrazioni siano in secondo piano oggi. Il giudice legge sottovoce il modulo che mi hanno fatto compilare giorni prima, per evitare il riarresto, e dice che capisce che c’e’ stato un misunderstanding e approva la mia giustificazione e annulla, per fortuna, il rearrest. Sinceramente credevo che questa cosa del rearrest fosse gia’ superata dopo aver consegnato il modulo "di scuse". Credevo che si dovesse parlare solo della multa e pagarla. Invece oggi mi hanno semplicemente ufficialmente “perdonato” per non essere andato in Corte il 24 Aprile. Ok bene ma adesso fatemi pagare sta multa. Il Giudice-Papa al quale non puoi rispondere o fare troppe domande mi dice che devo tornare tra una settimana. Un’avvocato d’ufficio li’ presente mi dice “Ora segnatela bene questa data. Per ora sei stato fortunato, ma se di nuovo non ti presenti il giorno stabilito, la tua situazione diventa grave.” Le volevo dare una gomitata in bocca! Tutto questo e’ nato proprio per un errore della Corte che mi ha assegnato al telefono un giorno sbagliato. E ora devo tornare per la quarta volta e spiegare al mio capo che oggi ho trascorso un’intera giornata senza risolvere niente e che devo ritornare la settimana prossima. Che angoscia! Che stress!

GIORNO 4:
Finalmente arriva il giorno in cui dovrebbero decidere della mia sorte. Mi daranno l’ergastolo, la pena di morte? Potro scegliere io se preferisco l’iniezione letale o la sedia elettrica? Mi sembra tutta una storia assurda, per una semplice multa che volevo pagare sin dall’inizio, quando il poliziotto ha compilato il ticket.
Forse fanno tutto questo di proposito, per snervarti, stancarti ed educarti a stare davvero attento in futuro a non commettere piu’ anche la minima infrazione.
Di sicuro questa mattina non ci sono errori da parte della Corte perche’ il mio nome e’ sulla bacheca delle persone che devono essere presenti in Corte oggi.
Prima ci fanno entrare tutti in un ufficio dove io mostro a un’impiegata che ho assicurazione e registrazione. Li guarda per bene e mi dice che poiche’ e’ la prima multa dovro' pagare solo $75. Benissimo penso. Pero’, dice, devi andare ugualmente davanti al giudice tra un’ora per dichiararti guilty or not guilty.
Inizio finalmente a intravedere la luce oltre il tunnel. Un’ora dopo in aula arriva il giudice e il mio turno arriva subito. Il giudice (lo stesso che mi ha graziato una settimana prima) legge le accuse e mi chiede se mi ritengo guilty or not guilty? Mai avevo aspettato una domanda con tanta ansia e per cosi’ tanti, lunghi giorni. Quasi sorridendo per la gioia dico al microfono: guilty! Poi continua “E’ stato deciso che devi pagare $75. Puoi pagare oggi in contanti all’ufficio al primo piano?” “Sure” dico malcelando una gioia ormai incontenibile ed esco dall’aula mentre chiamano il prossimo imputato. Vado a pagare la multa e sono felice. Niente pende piu’ sopra di me. Nessun riarresto, ergastoli o pene di morte. Di certo, penso, non auguro questo stress neanche al mio peggior nemico e da ora in poi staro’ attentissimo ai limiti di velocita’ e portero’ sempre con me tutti i documenti in macchina. Ma ora bisogna festeggiare, e’ come se avessi riacquistato il diritto alla liberta’! Sono di nuovo un uomo libero!!!

martedì 5 giugno 2012

Viaggiare e' un lusso...in Italia.

E' possibile pagare 41 euro per fare il tratto autostradale Parma-Foggia? Dico, non 7 o 8 o 9 euro...41 euro! E durante questo tragitto cosa c'era? Corsie a tre che diventano due, corsie a due che diventano una, una corsia che diventa una stradina brecciata di campagna e porta ad un burrone (non mi sarei meravigliato di vedere quest'ultima immagine da Confini della Realta'). E poi il traffico che aumenta e si intasa tutto, a causa di perenni lavori in corso. Ok, lavori in corso ma dove sono i "lavoranti in corso"? Non ne ho visto uno, solo cartelli, birilli rossi e bianchi e le corsie chiuse. Con i soldi che diamo alle autostrade ogni giorno, le strade dovrebbero essere perfette, a 5 corsie e lastricate di diamanti. Non ricordo negli States come funzionano le autostrade. Ricordo che si pagava qualche dollaro se bisognava passare su un ponte ma ricordo anche che una volta viaggiai per 8 ore in macchina tra il Connecticut e il Maine e non ho pagato un dollaro! Lettori italiani che vivete e viaggiate in macchina in USA, illuminatemi!

domenica 3 giugno 2012

Riflessioni dopo un posto di blocco

Pochi giorni fa sono stato fermato dai carabinieri ad un posto di blocco. Ne fanno molti dalle mie parti e sempre in punti strategici magari sotto casa dove e’ piu’ facile che ti trovino senza cintura o in rettilinei in cui e’ impossibile andare sotto il limite di 50Km/h.
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Mentre mi facevano cenno di accostare, pensavo: con tante macchine che ci sono in giro, proprio a me dovevano fermare? Che fortuna! E ho iniziato a fare gli scongiuri. In realta’ avevo la cintura allacciata e tutti i documenti in regola ma si sa’ che, se vogliono, qualcosa che non va te la trovano sempre, magari una freccia che lampeggia male, o un faro diffettoso, o un pneumatico troppo liscio. Per fortuna questa volta e’ andata bene, mi hanno controllato patente e libretto e mi hanno lasciato andare. E hanno continuato a fermare altre macchine, a campione. E cosi’ e’ partita la mia deformazione mentale di pensare a cosa accade negli Stati Uniti.
Negli States non mi hanno mai fermato ad un posto di blocco, anzi, non avendone mai visto uno, credo che non esistano. In effetti, gli Americani sono molto pragmatici e quindi perche’ mai dovrebbero sprecare tempo e risorse a fare degli stupidi controlli a campione? L’atteggiamento culturale e’ differente: il cittadino e’ visto come potenzialmente onesto, quindi controllare patente, registrazione, assicurazione e’ quasi una mancanza di rispetto.
Certamente le forze dell’ordine sono severe e inflessibili e se solo passi con il rosso e’ probabile che tempo due secondi comparira’ sul tuo specchietto retrovisore un’auto della polizia che a sirene spiegate ti fara’ accostare all’istante. Ma e’ questa la differenza: le forze dell’ordine si attivano DOPO che hai commesso un’ infrazione, e sei considerato un onesto cittadino finche’ non provi il contrario.
In Italia ho invece l’impressione che il poliziotto voglia intervenire PRIMA, perche' il cittadino e' considerato come potenzialmente disonesto e quindi perche’ non fare un posto di blocco? Qualcuno che non e’ in regola lo troviamo di certo. Questa e' la loro l'idea.
Forse e’ anche per questo che ora riesco a spiegarmi la scena a cui ho assistito qualche anno fa. Era il 4 Luglio e con alcuni amici andai in una  spiaggia del Connecticut a guardare i fuochi d'artificio.
I poliziotti vigilavano discretamente sul buon esito della serata, quasi nascosti e in lontantanza. C'era una bella atmosfera: centinaia di persone sedute sulle loro asciugamani e sedioline pieghevoli, birre e hot dog a volonta', buona musica, amabili conversazioni e poi i fireworks davvero spettacolari. A fine serata tutti soddisfatti ci avviavamo ai parcheggi per tornare a casa. E qui ho assistito alla scena che aveva per me dell’incredibile. Molte persone andavano dai poliziotti per dirgli Thank you, Happy 4th of July e per stringergli la mano. Erano riconoscenti perche’ avevano vigilato bene e consentito che un’altra serata si fosse svolta senza problemi.
Altro che i posti di blocco minacciosi dei poliziotti italici con i loro mitra e la paletta rossa. Altro che sanpietrini italici lanciati ai poliziotti durante qualsiasi manifestazione di protesta. Altro Paese, altre scene.

venerdì 1 giugno 2012

Resume e job interviews...fingers crossed!

Amici la ricerca di un lavoro a stelle e strisce continua. In questi giorni avro' inviato il Resume a circa 200 compagnie tra New York, Boston, Miami, Los Angeles e San Francisco e devo dire che molte hanno risposto e cio' mi fa molto piacere...almeno rispondono! Alcune hanno risposto che al momento non hanno posizioni aperte ma che terranno il mio Resume nei loro archivi. Altre mi hanno chiesto se sono gia' in regola con i documenti, se ho cittadinanza americana o green card o un Work Visa. Purtoppo non ho un Work Visa al momento e quindi rispondo che per lavorare in Usa serve che la compagnia mi sponsorizzi. Alcune aziende si sono tirate indietro e il cerchio si restringe. Al momento cinque aziende sono disposte a farmi un colloquio e eventualmente a valutare se possono sponsorizzarmi per un Work Visa. Quasi tutte mi sembrano medio-piccole,  e mi danno poco affidamento in termini di Work Visa. L'unica al momento che potrebbe fare al caso mio e' un'azienda toscana con sede in Florida che mi ha fissato un appuntamento per un colloquio Lunedi'. Fingers crossed!