mercoledì 23 aprile 2014

Il sistema sanitario americano

Negli anni passati sono andato dal dottore solo un paio di volte quando ho avuto l'influenza. Recentemente, invece, nel giro di pochi mesi sono andato dal dottore due volte, per un lieve dolore allo stomaco andato via dopo qualche giorno e per un physical check-up, e una volta dal dentista. Quindi sto iniziando a capire un po' piu' da vicino come funziona il sistema sanitario americano.
Tutto si basa sull'assicurazione medica. Quasi tutte le compagnie includono l'assicurazione medica come benefit per gli impiegati che lavorano full time (anche se so di alcune compagnie, solitamente i negozi, che invece di assumere una persona full time, preferiscono assumerne due part time cosi' possono non includere l'assicurazione come benefit). Chi lavora in proprio deve provvedere da se' e pagare di tasca propria. Ci sono anche ospedali pubblici per chi e' in condizioni economiche svantaggiate, magari non ha un lavoro o non puo' permettersi un'assicurazione ma non so se ce ne siano tanti e soprattutto non so se siano davvero efficienti come quelli privati. Molti Americani mi dicono di no.
Una volta che si ha l'assicurazione medica si puo' scegliere un dottore ma bisogna tenere conto di un aspetto un po' antipatico: il dottore potrebbe non accettare la vostra assicurazione. Magari volete andare da lui perche' ne avete sentito parlare molto bene ma se accetta altre assicurazione c'e' poco da fare perche' non e' in-network ma out of network ovvero non fa parte dei dottori che lavorano con la vostra assicurazione.Teoricamente potete comunque andare da quel dottore ma poiche' il dottore non e' nel network della vostra assicurazione dovrete pagare molto di piu' per le vostre visite. Tanto vale scegliere un dottore in-network dalla lista che ogni assicurazione ha online, sul proprio sito.
Ogni assicurazione ha piani differenti e ogni datore di lavoro decide quale offrire ai propri dipendenti anche in base al budget che la compagnia puo' permettersi. E una volta scelto il piano ogni compagnia puo' decidere se pagarla totalmente per l'impiegato o solo in parte. Ricordo che la mia compagnia precedente offriva un plan in cui pagava il 70% delle spese assicurative mentre faceva pagare a me, detraendolo dallo stipendio, il rimanente 30%. La mia compagnia attuale invece offre un piano in cui paga il 100%. Ovviamente bisogna sempre vedere cosa e' coperto magari la compagnia puo' anche pagare il 100% delle spese assicurative ma il piano prevede pochi benefit. Per fortuna la mia sembra offrire molti benefit e copre molto. Alcune compagnie offrono anche l'assicurazione dentistica e anche qui possono esserci delle differenze su cosa e' coperto al 100% e cosa e ' coperto in parte dall'assicurazione. Ad esempio ricordo che il piano dell'assicurazione dentistica della mia compagnia precedente includeva una pulizia gratis all'anno mentre quello della mia compagnia attuale ne offre una gratis ogni sei mesi.  Un'altra cosa importante e' il copay. Per ogni visita medica il paziente deve sempre pagare una cifra minima che varia in base al piano assicurativo, che puo' essere $10, $20 o piu'. Forse questo e' per evitare che i pazienti vadano dal dottore per ogni minimo dolorino. Quando bisogna pagare qualche dollora ci si pensa due volte prima di andare dal dottore.
Non voglio dilungarmi sui dettagli del sistema sanitario anche perche' non ne so ancora molto.
Ho capito il funzionamento base solo da poco e consiste in questo: dopo una visita, lo studio del dottore (dentista, oculista etc) invia al paziente la fattura all'assicurazione medica che provvedera' a pagare in base al vostro piano assicurativo, a volte paghera' totalmente e a volte solo in parte. E quando paghera' in parte, l'altra parte e' a carico del paziente. Cio che mi piace poco del sistema e' appunto questo stato di incertezza del paziente dopo ogni visita perche' fino a che lo studio del dottore non inviera' il conto con tutti i dettagli della visita all'assicurazione, non si sa mai quanto e se bisognera' pagare qualcosa.
In teoria prima della visita si puo' avere gia' un'idea piu' o meno precisa dei costi perche' tutti i dettagli su cosa e quanto e' coperto dall'assicurazione sono reperibili online, dopo aver creato un account sul sito dell'assicurazione, ma si tratta di pagine e pagine di pdf difficili e poi molti paragrafi e molte clausole sono scritte (volutamente?) in modo poco chiaro.
Quindi bisogna sempre fare molte domande prima di una visita per non vedersi arrivare per posta un conto inaspettato dopo qualche settimana.
Ad esempio, vi ricordate quando qualche settimana fa vi ho parlato del mio check up annuale?
Ho chiesto al dottore se sarebbe stato tutto coperto dall'assicurazione e mi ha detto di si. Ho chiesto (su consiglio di un'amica americana) se le analisi sarebbero state analizzate all' interno delll'ospedale in cui lavora il dottore o sarebbero state analizzate fuori e il dottore mi ha detto di non preoccuparmi perche' sarebbero state analizzate internamente. Mi ha anche detto di rivolgermi a lui se avessi ricevuto un conto da pagare.
Bene dopo tutte queste assicurazioni pochi giorni fa mi e' arrivata una lettera con una fattura in cui c'e' scritto che per le analisi del sangue l'assicurazione ha pagato $50 e io devo pagare i rimanenti $30. Sembra infatti che per ogni tipo di analisi l'assicurazione ha pagato solo una percentuale, mi pare circa il 65%. Perche'? Le analisi contrariamente a quanto detto dal dottore sono stata analizzate da laboratori esterni e quindi l'assicurazione ha pagato solo in parte? C'e' qualche clausola che mi e' sfuggita? Si sono sbagliati? Ci provano? A chi posso chiedere chiarimenti, al mio dottore, all'assicurazione o al laboratorio che mi ha mandato il conto? Che stress...vi faro' sapere tra qualche giorno. In effetti alcune persone mi hanno detto che ospedali e assicurazioni spesso fanno confusione o provano a fregarti; altre volte credo che possa accadre che i dottori mandano un conto cosi' alto all'assicurazione che alla fine l'assicurazione cerchera' di pagare solo una parte mandando il conto per il resto all'assicurato. Infatti la cosa per me piu' assurda non e' tanto lo stato di incertezza fino a che arriva il conto ma le cifre esorbiranti che, assicurazione e/o paziente devono pagare.
Ad esempio, poche settimane fa il mio padrone di casa, Mr M,  e' andato in ospedale per un mal di pancia. L'hanno tenuto li' meno di un'ora, credo che gli abbiano anche fatto una lieve anestesia e poi l'hanno mandato a casa. Niente di grave. Pochi giorni fa gli e' arrivato il conto: SEIMILAEOTTOCENTO DOLLARI! La sua assicurazione ha pagato seimila dollari e Mr M ora deve pagare 800 dollari, come fosse niente. Altri esempi. Una mia amica anni fa ando' al pronto soccorso perche' perdeva sangue dal naso. Conto: Duemila dollari!
Un mio parente si e' operato ai calcoli renali...conto: 20mila dollari.
E non parliamo delle storie di quelle persone che per poter continuare a pagare le spese per curarsi un tumore hanno dovuto vendersi la casa! Ne sto sentendo tante di storiedel genere.
Insomma io sono fortunato perche' ho un'ottima assicurazione ma il sistema sanitario americano, visto da fuori, ha molti aspetti che propio non riesco ad accettare. Sembra che qui anche la salute bisogna meritarsela, se sei una persona in gamba, che ha studiato e ha un'ottima posizione lavorativa allora probabilmente avrai come benefit anche un'ottima assicurazione medica. Altrimenti, peggio per te. A proposito di meritocrazia e salute mi ha colpito favorevolmente un benefit della mia assicurazione medica. Ovviamente per l'assicurazione piu' sei in salute, meno volte avrai bisogno di cure e meno costerai. Per questo se vai regolarmente in palestra meriti un premio...la mia assicurazione invia un assegno di $200 come premio se vai in palestra per almeno 50 volte in sei mesi. Detto fatto...sto aspettando l'assegno in questi giorni.
Nonostanto tutto ho capito che una cosa intelligente e' mettere da parte dei soldi per le emergenze mediche...oppure in alternativa si puo' trovare casa vicino ad un aeroporto e buttarsi sul primo aereo per l'Italia in caso di emergenza. Come sapete amo gli Stati Uniti per moltissimi aspetti ma sul sistema sanitario credo proprio che abbiano tanto da imparare da noi europei.
Qualcuno di voi lettori ha avuto esperienze con il sistema sanitario americano?

domenica 13 aprile 2014

Il Peruviano e' andato via...e ora che succedera'?

Dunque vi raccontavo in passato di questo ragazzo peruviano che viveva in uno dei due appartamenti costruiti all'interno della casa di Mr M. e il figlio F. Mr M e il figlio F vivono al piano di sopra mentre al piano terra ci sono due appartamenti, in uno vivo io e nell'altro viveva fino a pochi giorni fa il Peruviano. Questo ragazzo ne ha combinate di tutti i colori, approfittandosi spesso di F che e' leggermente handicappato. Dopo tante richieste in modo gentile di lasciare l'appartamento, Mr M e' ricorso ad un avvocato che a sua volta e' ricorso ad un Marshall che ha fatto trovare sulla porta dell'appartamento del peruviano una notifica di lasciare l'appartamento entro 30 giorni. Dopo 30 giorni il Peruviano era ancora li'. L'avvocato ha ricontattato il Marshall che ha fatto trovare un'altra notifica, probabilmente piu' severa, sulla porta dell'appartamento del Peruviano. A quel punto poiche' se fosse rimasto oltre avrebbe rischiato di andare in Corte con tutto quello che ne sarebbe conseguito per la sua reputazione (lavora in banca), il Peruviano ha finalmente abbassato la cresta ed e' andato da Mr M chiedendo umilmente se poteva restare fino a fine mese. E finalmente pochi giorni fa e' andato via. E' stato molto gentile anche con me, ci siamo salutati cordialmente e siamo rimasti in buoni rapporti...anche se poi Mr M ha scoperto che il tubo del lavandino della cucina era otturato e ha impiegato alcune ore per risolvere il problema: un ultimo regalino del Peruviano quando aveva gia' ricevuto indietro il suo deposit da Mr M.
Comunque ora finalmente e' andato via. Il suo appartamento e' un po' piu' grande del mio e come vi dicevo lo conosco bene perche' in passato ho vissuto per alcuni anni proprio in quell'appartamento. Anche se non sto per niente male ora, non mi dispiacerebbe piacere passare in quell'appartamento. Ma...ho saputo che...vi ricordate quando vi dicevo che Mr M stava cercando una moglie per il figlio F? E la cercava tramite uno zio sposato con una colombiana la quale conosce alcune ragazze disposte a trasferirsi dalla Colombia agli Usa? Bene per alcuni mesi non ne ho piu' sentito parlare e pensavo che fosse una storia sfumata ma un paio di giorni fa F mi ha detto che lui, suo padre, suo zio e la moglie colombiana stanno per andare in Colombia per alcuni giorni per conoscere una ragazza che poi potrebbe tornare con loro e vivere con Mr M e il figlio F, o meglio diciamo che potrebbe diventare la compagna o la moglie (?) di F. Sinceramente dubito che una cosa cosi' accadra' realmente anche se F ci spera molto ed e' un suo sogno avere una compagna. Gli ho chiesto: ma se viene davvero vivra' con voi al piano di sopra? E lui mi ha detto che magari andra' nell'ex appartamento del Peruviano, perche' lui vorrebbe la sua privacy. E io: ah allora non lo date piu' a me se lo volessi? E lui: no, non so, magari puoi andare tu li, e io e lei nell'appartamento in cui vivi ora. Insomma non so cosa succedera' ma di sicuro queste sono storie surreali, da film. Mr M vuole trovare una donna che possa magari accudire suo figlio quando lui non ci sara' piu' e cercano di attirare qualche ragazza povera con il miraggio dell'American Dream. Lo so che sono brave persone, di cuore, ma se davvero dovessero proseguire per questa strada sarebbero davvero ingenui. Una bella ragazza colombiana, probabilmente povera, una volta che Mr M non ci sarebbe piu' potrebbe prosciugare tutti loro risparmi, poi chiedere il divorzio e mandarlo il povero F sotto ai ponti. Comunque non posso farci niente ma non credo che davvero potra accadere. Anche se a volte la realta' supera la fantasia. Per quanto mi riguarda tornando al discorso appartamenti, visto che per la situazione green card ora sono un po' piu' tranquillo, e so che probabilmente riuscirei a restare in Usa oltre la scadenza del mio visto, dovrei iniziare a pensare a comprare un piccolo appartamentino. Cosa ne pensate?
I'll keep you posted.

giovedì 10 aprile 2014

Il sogno puo' andare avanti

Ieri e' stata una giornata decisiva per il mio futuro negli Usa.
Pochi giorni fa anche grazie a uno di voi lettori che mi ha segnalato che ora l'immigration sta valutando le domande per la carta verde molto piu' velocemente, mi sono deciso, ho preso coraggio e ho mandato un'email al mio capo che era in viaggio di lavoro.
Gli ho scritto che avrei voluto parlargliene piu' in la' ma poiche' ho saputo che sembra che stiano velocizzando le pratiche di assegnazione delle green card e temo che stiano per cambiare la legge sull'immigrazione dopodiche' potrebbero diventare piu' severi, mi piacerebbe sapere se la compagnia e' disposta a sponsorizzarmi per la carta verde, dando da parte mia la disponibilita' a pagare in parte o completamente per tutte le spese burocratiche. Il capo mi ha risposto che ne avremmo parlato. Ieri e' tornato in ufficio e abbiamo iniziato a parlare di lavoro, io, lui e il manager (braccio destro del capo e mio supervisor). Poi il capo ha chiesto al manager in modo scherzoso: allora come va il ragazzo? Lo teniamo o lo mandiamo via? Gliela facciamo questa green card? Il manager ha risposto che finora ho lavorato bene e che lui me la farebbe. Il capo mi ha fatto qualche altra domanda sui costi e poi, come se niente fosse, mi ha detto di procedere perche' la compagnia mi sponsorizza per la green card!!! Insomma sono riuscito nell'impresa, ho guadagnato la loro fiducia e ora posso guardare oltre alla scadenza del visto, tra due anni, il sogno americano potra' spingersi oltre. Forse la compagnia non mi fara' neanche pagare le spese per queste pratiche, oltre 10 mila dollari, ma se anche chiedessero a me di pagare non sarebbe un problema, insomma chiedero' dei prestiti, mettero' dei soldi da parte e in qualche modo faro'. L'importante e' che ora posso seriamente iniziare a pensare ad un futuro. Ovviamente la trafila sara' lunga e costosa ma sono ottimista ora che lo scoglio piu' importante e' passato e sara' solo una questione di tempo.
Poi sempre in tono scherzoso il capo mi ha anche detto che ora pero' devo impegnarmi a restare in questa azienda almeno per qualche anno. Io ho risposto che per me resterei anche a vita! E lui: non esageriamo ora, qualche anno va gia bene. Ma dove la trovo una compagnia cosi? Dopo questa conversazione ho ringraziato e sono tornato alla mia scrivania e per una mezzora mi sono sentito quasi...commosso. Ho ripensato a quei momenti brevi ma intensi in cui i responsabili delle aziende italiane mi trattarono dall'alto in basso come l'ultimo degli inutili, uno tra i tanti, quasi un pacco senza valore da mettere ora qua e ora la, e a tutte le umiliazioni e situazioni ridicole alle quali ho dovuto assistere. E poi, che succede? Arrivo in Usa, nel giro di pochi mesi e pochi colloqui varie compagnie vogliono assumermi, scelgo la migliore, li' credono in me, mi assumono, pagano tutte le spese per il visto, mi danno uno stipendio che in Italia avrei solo potuto sognare, mi stimano, mi valorizzano, investono su di me, in pochi mesi decidono che possono sponsorizzarmi per la green card e forse pagheranno anche per queste spese! E chiedono loro a me di impegnarmi a restare con l'azienda almeno per un certo numero di anni. Da non credere!
A volte mi chiedo il perche' il mio Paese non e' riuscito a darmi queste semplici gioie ma non riesco a trovare risposta. Ma forse e' meglio cosi'. Le soddisfazioni me le sta dando un altro Paese, quello che mi ha riaccolto a braccia aperte dopo averlo "tradito" per essere tornato in Italia.
Ma ora basta con questi discorsi "epici". Bisogna solo brindare. Grazie America per un'altra giornata importante che mi hai regalato. Lo sapevo che avrei fatto bene a ritornare da te.

martedì 1 aprile 2014

Addio amico

Oggi ho saputo che un mio caro amico ieri si e' tolto la vita. Era un ragazzo poco piu' grande di me dal quale ho preso lezione di chitarra ai tempi dell'universita'. Suo padre si suicido' anni fa impiccandosi e da allora la depressione lo ha sempre accompagnato. In realta' spesso era anche molto solare ed allegro ma la depressione e il male di vivere tornava sempre a perseguitarlo. Riversava tutta la sua passione sulla musica. Era davvero un genio, probabilmente uno dei piu' bravi chitarristi in Italia ma a causa dei suoi demoni e di un ambiente che non e' mai riuscito a far emergere i veri artisti e' rimasto sempre nell'ombra a suonare nella sua piccola casa dopo un periodo in cui aveva suonato con un paio di band locali che poi si sono sciolte. Ma a lui andava bene cosi'. E chi conosceva il suo talento amava ascoltare le sue composizioni. L'ho perso di vista per qualche anno. Qualcuno mi ha detto che ha passato degli anni bui ma proprio ultimamente si stava riprendendo ed era tornato a suonare. E invece poi ieri ha deciso di mollare, probabilmente in un momento di disperazione dope essere stato tormentato nuovamente dalla depressione. Ha preso una corda e si e' impiccato.
La notizia mi ha molto sconvolto. Per me era una di quelle persone vere, umili e geniali che poche volte si incontrano nella vita. Ricordo ancora quando andammo a comprare assieme la mia chitarra elettrica o quando mi insegno' a suonare La Stangata e poi mentre la suonavo telefono' ad un suo amico per dirgli: senti il mio allievo come ha imparato! Un'altra volta gli dissi che se avesse suonato il solo di Crushing Day di Satriani io l'avrei seguito ovunque al mondo e subito scoppiammo a ridere per la frase che poteva francamente sembrare un po' ambigua o comunque da adepto di un santone di una setta religiosa.
Forse il ricordo piu' bello e' quando mi insegno' a suonare questa canzone, che gli dedico stasera, ovunque lui sia. Sailing Ships dei Whitesnake: