martedì 22 ottobre 2013

Funerali in America

Ciao a tutti, e' da un po che non scrivo. Una decina di giorni fa ho avuto un lutto in famiglia qui negli Stati Uniti. E' morta una mia cara zia, piuttosto giovane, che da due anni lottava contro il cancro e sabato sono stati i funerali. Era una persona molto speciale, intelligente, curiosa e colta, con la quale era sempre un piacere dialogare o scambiarsi delle email.
In questi giorni ho ascoltato in continuazione questa canzone che vorrei far ascoltare anche a tutti coloro che hanno perso una persona cara. Le parole sono per me molto significative.
The spirit carries on dei Dream Theater:


Mi rendo conto che l'argomento non e' dei piu' allegri ma magari vi chiederete: come e' un funerale Americano? Per mia fortuna finora sono stato a pochi funerali sia in Italia che in Usa ma ho notato alcune differenze. Innanzitutto il corpo non viene portato in casa ma al Funeral Home, un edificio in cui viene esposto per l'ultima volta nella bara aperta. La celebrazione e la messa puo' avvenire al Funeral Home, e in tal caso credo che non sia necessario andare in una chiesa vera e dopo il Funeral Home si puo' andare quindi direttamente al cimitero. L'atmosfera del Funeral Home e' particolare perche' ci sono piu' stanze e una volta ricordo di essere stato a un Funeral Home in cui allo stesso orario c'erano due funeral in due stanze diverse. Sembrava di essere in un'ospedale o in una scuola in cui i genitori entrano ed escono dalle aule dopo aver parlato con i Professori. Gli addetti del Funeral Home si occupano di tutti gli aspetti: vanno in ospedale a prendere la salma, la vestono e la "truccano", si occupano degli aspetti burocratici e prendono i contatti con il cimitero per organizzare la sepoltura secondo i desideri dei familiari.
In chiesa ho notato un po' di spettacolarizzazione con cori molto suggestive e canzoni con delle voci soliste. Poi  c'e' sempre un amico e/o un familiare che fa un breve discorso ricordando il caro estinto anche con aneddoti divertenti. Un'altra differenza e' che dopo il cimitero i familiari possono decidere di andare in un ristorante per mangiare qualcosa, ma piu' che per mangiare si usa il ristorante per chiecchierare spiluccando qualcosa, magari qualche tartina servita dai camerieri, o un bicchiere di vino al bancone del bar. Nella sala in cui sono stato sabato avevano allestito uno schermo collegato a un lettore dvd che mostrava molte foto di mia zia e della famiglia ed e' stato un momento particolare perche' tutti guardando le foto si ricordavano di questo o quell'episodio ed e' stato un modo sereno di ricordare mia zia con leggerezza, senza farsi prendere dalla tristezza.
Ripeto che in vita mia sono stato a pochissimi funerali ma queste sono le differenze che ho potuto constatare. Qualcuno di voi che e' stato a funeali italiani e americani ne ha notate delle altre?

sabato 12 ottobre 2013

NyQuil

Chi di voi conosce il NyQuil? È una medicina venduta senza prescrizione che combatte tosse, febbre, mal di gola e sintomi influenzali. Mia nonna che ha vissuto per molti anni in Usa e poi è tornata a vivere in Italia, ogni volta che qualcuno andava in America per vacanza, chiedeva di farsi portare una paio di bottigliette di questa medicina portentosa. L'anno scorso, quando ero qui in Usa per i vari colloqui di lavoro, un giorno non mi sentivo bene e ho provato NyQuil per la prima volta. Una pastiglietta verde e nel giro di un'ora mi sono sentito meglio e mi è venuto sonno. Ho dormito come un bambino e ho anche fatto dei sogni molto belli. Mai dormito così bene negli ultimi anni. Probabilmente sorridevo mentre dormivo, chissa'. Cosi' il giorno seguente per curiosità ho googlato "Nyquil" e ho scoperto che contiene una sostanza particolare e addirittura ho letto che ci sono dei ragazzi che per "sballarsi" ne prendono più delle quantità consigliate. Se già prendere la quantità consigliata provoca un certo benessere, ci credo che esagerare diventa quasi come farsi un trip! Non ho capito però se mescolano il NyQuill a qualche altra sostanza. Oggi, poiché si avvicinano i mesi freddi, sono andato da CVS e tra le varie cose ho comprato una confezione di NyQuil. Dopo aver pagato ho notato che sullo scontrino, sotto al totale, era anche scritto:
Preventing Teen Cough Medicine Abuse. You must be 18 years of age or older to purchase medicine containing dextromethorphan.
Insomma la prossima volta che avrò sintomi influenzali, prenderò una compressa di NyQuil e magicamente un sorriso si stamperà sulla mia faccia? Che trip st'influenza fratè.

domenica 6 ottobre 2013

Gli Italiani all'estero odiano l'Italia?

Sono trascorsi quasi 10 anni da quando ho deciso di lasciare l'Italia per cercare la mia strada all'estero. Ho trascorso sette anni Usa, poi ho deciso di tornare in Italia dove in pochi mesi ho capito di aver fatto un errore, poi sono andato otto mesi a Londra, poi sono ritornato in Italia per fare un'ultima prova e ho realizzato chedal punto di vita lavorativo non avrei avuto un futuro. E quindi sono tornato a vivere in Usa pochi mesi fa
In questi anni ho conosciuto tanti Italiani all'estero, ho letto molti forum, blog, post e sono sempre stato in contatto con amici e conoscenti che sono rimasti in Italia un po' per scelta, un po' perche' non avevano la fortuna o le possibilita' di emigrare.
Ho letto giorni fa questo post molto interessante di una ragazza italiana che e' stufa di tutti quegli Italiani che vanno all'estero e criticano troppo aspramente l'Italia e gli Italiani.
Concordo su alcune cose che ha scritto. Sin dai miei primi mesi in America anche io non ho potuto sopportare certi discorsi che fanno gli Italo-Americani sull'Italia e gli Italiani.
Molti di loro descrivono l'Italia come una terra di ladri, corrotti, mafiosi. E fin qui non hanno tutti i torti ma poi secondo me vanno oltre descrivendo tutti gli Italiani come degli inetti che non sanno fare niente e che non hanno voglia di lavorare. In particolare sono molto critici, se non offensive, verso i giovani che "sono tutti mammoni e preferiscono stare in casa fino a 30 anni perche' e' comodo avere sempre il piatto di pasta asciutta in tavola e i vestiti stirati dalla mamma".
Amano immaginare l'Italia come ferma al dopo Guerra e fanno considerazioni o domande di questo spessore:
-Ma e' vero che in Italia la gente non ha la lavastoviglie e se ce l'ha non la usa per non consumare l'acqua?
-In Italia la gente puzza perche' si fa poche docce per non consumare troppa acqua.
-I frigoriferi in Italia sono sempre vuoti.
-In Italia e' facile vivere perche' non si spende tanto. Nei paesini non c'e' neanche bisogno di usare la macchina e poi tutti hanno l'orto, fanno il proprio vino, l'olio, il pane.
Questi italo-americani hanno letteralmente perso il contatto con l'Italia di oggi. Ma non sono solo loro a parlare male dell'Italia. Ci sono anche i ragazzi della mia generazione che sono emigrati da pochi anni. Sono generalmente piu' istruiti di chi emigro' tanti anni fa ma condividono la stessa acidita' verso la madre patria. Anche io sono spesso critico verso l'Italia e gli Italiani ma diversamente da loro penso anche che noi emigrati non abbiamo costruito l'UK, gli USA o l'Australia quindi possiamo essere solo orgogliosi della nostra non facile decisione di emigrare ma dobbiamo ringraziare chi prima di noi ha contribuito a creare le condizioni per cui in questi Paesi per molti aspetti (non tutti) si vive meglio che in Italia. E allo stesso modo non possiamo sentirci totalmente distaccati dall'Italia. Non possiamo criticarla ora solo perche' ora ci troviamo a qualche migliaia di Km di distanza. Perche' a rendere l'Italia come e' oggi abbiamo contribuito anche noi che fino a ieri vivevamo li'.
Detto questo perche' gli Italiani sono generalmente acidi verso l'Italia?
Secondo me il sentiment nasce dall'amore per l'Italia. Parlando con gli emigrati ognuno potra' raccontare storie in cui e' stato sfruttato dal datore di lavoro cafone e arrogante o ha avuto problemi con la burocrazia e le tasse che l'hanno stritolato e alcuni hanno addirittura dovuto chiudere la propria attivita' mentre il proprio vicino di casa dichiara pochissimo, evade migliaia di euro e va in giro in Ferrari. Ognuno potra' raccontare episodi di malasanita' o di burocrazia ai limiti del ridicolo o dello scarso senso civico sulle strade. Per non parlare dei nostri politici, ma qui il discorso sarebbe lungo, anche perche' siamo noi ad averli eletti, i politici italiani sono appunto Italiani e ci rappresentano bene.
La rabbia degli Italiani all'estero nasce proprio il giorno in cui si realizza che all'estero tutto e piu' facile. Si riesce a trovare un lavoro in poco tempo. Le leggi vengono fatte rispettare e chi sbaglia paga, dal primo all'ultimo cittadino. Il senso civico delle persone e' maggiore di noi Italiani. La burocrazia e' snella e veloce. I politici che sbagliano se ne vanno a casa da soli o vengono mandati a casa alle elezioni successive.
E' proprio quando si realizza di vivere una vita serena che ci si chiede: ma era proprio cosi' difficile?
Perche' in Italia non e' possibile?
Perche' per vivere un po' meglio ho dovuto lasciare la mia famiglia, gli amici di una vita, i luoghi in cui sono cresciuto e che ho sempre amato?
La rabbia nasce proprio da queste domande.
Ma un giorno questa rabbia svanira'. E' naturale. Che piaccia o meno, dopo molti anni all'estero per molti emigrati la rabbia si trasforma in distacco, l'acidita' diventa indifferenza. Ma forse e' meglio cosi'.



sabato 5 ottobre 2013

Il panino di Subway

Ciao a tutti qui la vita procede serena, tra lavoro, casa e qualche uscita con dei nuovi amici.
L'episodio di oggi è Il panino di Subway.
Spesso quando torno a casa di sera neanche scendo dalla macchina che già F mi viene incontro mi invita a mangiare con lui e suo padre.
Sono molto gentili ma...cucinano troppo piccante! E la loro cucina e' ormai nota anche ai loro amici e infatti pochi giorni fa uno di loro era andato a fargli una breve visita e alla richiesta di restare lì per prenzo' perchè la pasta era quasi pronta, se l'e' furbamente svignata con un "devo andare via, ho un impegno, magari un'altra volta". Ma io che scusa posso trovare? Vivo li' a due metri e quando nella loro tana dei lupi calabresi non so cosa dire al loro "mangia, mangia, e pensa a stare bene!" Se accenno a un timido "Grazie ma se e' troppo piccante proprio non riesco a mangiarlo" sono già pronti con "Ne abbiamo messo pochissimo".
E quindi per gentilezza mi tocca mangiare. Gia' dopo la prima forchettata una gocciolina di sudore scende dalla mia fronte ma per per fortuna a tavola c'e' sempre una bottiglia di vino di Mr M, ne va molto fiero del suo vino. Cosi' mi riempio il bicchiere e dò una bella sorsata per spegnere l'incendio che divampa dentro di me ma dimentico che si tratta del famoso vino "ad aceto", imbevibile per me, ottimo per loro.
"Bevi che e' buono, lo ho fatto io. Ti piace? Ora te ne verso un altro".
"Si buono, però  lo diluisco con un po' d'acqua che non reggo molto il vino".
Ecco dopo queste premesse... l'altra sera F, viene a casa e mi dice che ha comprato due panini da Subway, uno per lui e uno per me e mi invita a mangiarli da lui.
Un panino da Subway -penso- sta volta non c'e' pericolo. Tra l'altro ho proprio una fame stasera. Agguanto il panino e...
- Primo morso. Molto buono.
- Secondo morso. Eh, un po piccantino. Ah ecco vedo delle cose verdi, saranno peperoncini messicani, forse jalapeno.
- Terzo morso. Ammazza quanto e' piccante.
- Quarto morso. Ma li mortacci di Subway, dei Messicani e del Jalapeno! Ma non si puo' mangiare!
Poche ore dopo a casa, un bruciore di stomaco!
Pure il panino da Subway lo hanno ordinato super piccante.
Ovviamente accetto sempre gli inviti di Mr. M e il figlio F e cerco sempre di sdebitarmi appena possibile portando in giro F a vedere un film al cinema o a mangiare una pizza fuori. Ma, vi prego, se avete consigli da darmi, fatemi sapere. Come spegnere questi incendi ed evitare questi inviti "piccanti"?