mercoledì 30 novembre 2016

To do what?

Virginia Raggi, sindaco di Roma, è stata intervistata dalla CBS. Mi ha colpito un brevissimo scambio tra lei e l'intervistatore. Si parlava del Referendum e di Renzi. Non entro nel merito delle ragioni per votare Si o votare No. Ho già votato dall'estero e per fortuna, ma con un pò di dispiacere, non ho ancora ricevuto la letterina di Renzi agli Italiani all'estero. Sarebbe stato bello tenerla da parte e tirarla fuori per farmi due risate in qualche momento di tristezza.
La mia è un'osservazione generale sulla differenza tra culture.
Quando la Raggi dice che con questo Referendum si rischia di dare ancora più potere a Renzi, l'intervistatore, da pragmatico americano, chiede con genuina curiosità: To do what?
Per noi Italiani potere è sinonimo di sciagura e più potere nelle mani di un Premier è sinonimo di più sciagure. E' comprensibile anche ricordando le dittature fasciste, naziste e comuniste che hanno insanguinato il nostro continente ma gli Americani più candidi e pragmatici pensano: ok, più potere per il Premier. Mi spiega perché è una cosa negativa? Se ha più potere, lo fa per fare alcune leggi e in teoria ha in mente cose buone, non leggi per rendere legale uccidere cani e gatti. Perchè dovete vedere sempre negatività nelle persone?
Se solo l'intervistatore conoscesse meglio i nostri politici...dal DNA italico...
In effetti se mi consentite uno dei miei soliti giri mentali io penso che la fondamentale differenza tra la cultura americana e quella italiana sia questa: per l'americano le persone sono fondamentalmente positive, buone, oneste. Per l'italiano le persone sono fondamentalmente negative, cattive, disoneste. E' una semplificazione, lo so, ma come si spiega ad esempio il concetto di posto di blocco in Italia? Ne parlai tempo fa anche in questo post.
In Italia il posto di blocco a campione è pratica diffusa e il poliziotto pensa: io lo fermo, qualcosa che non va glielo trovo di certo. Il cittadino è fondamentalmente disonesto fino a prova contraria.
In Usa in oltre 10 anni di guida non sono mai stato fermato a un posto di blocco. Anzi non ne ho mai visto uno e faccio 100 Km ogni giorno. Le persone qui sono oneste fino a a prova contraria e i poliziotti non ti fermano a campione ma solo dopo che hai commesso l'infrazione. Quando ti fermano, non sono molto buoni ma lo fanno dopo un'infrazione, non prima.
Insomma curiose differenze tra culture.
Sospettosa e negativa l'italiana, pragmatica e curiosa l'americana.
Ecco il breve scambio tra la Raggi e l'intervistatore della CBS:


giovedì 24 novembre 2016

Brevi dialoghi con Americani: sanità e assicurazioni

Dico spesso, ultimamente, che dell'Italia mi piacciono 60-70 cose su 10 e degli Stati Uniti 80-90 ma non per questo devo esimermi dal parlare degli aspetti americani che non apprezzo o che ancora proprio non riesco a digerire. Freedom of Speech.
Una di queste, come sapete, e' il sistema sanitario americano.
Anche quando parlano di riformarlo qui parlano solo di modifiche del sistema esistente, non mettono mai in dubbio il sistema in sé che tra dottori che gonfiano i costi,  le assicurazioni che cercano di pagare il meno possibile appigliandosi a dei cavilli, i costi non pagati delle assicurazioni che ricadono alla fine sui pazienti, tutto si riassume in un grande, lucroso business.
Giorni fa parlavo con una collega americana del fatto che ancora non riesco a capire il sitema sanitario. E dicevo che se vai dal dentista per un'emergenza (come ho raccontato sul blog tempo fa) non sai mai esattamente quanto dovrai pagare. Se chiedi il costo al dentista spesso ti dà un'idea generica e dice: mando la richiesta all'assicurazione. Se chiedi: si ma quanto dovro' pagare esattamente? risponde che questo dovrebbero pagarlo, questo anche, quest'altro non so ma noi insisteremo etc. etc.
Ecco il nostro breve dialogo.
Io: In italia non esistono assicurazioni. Quando vai da un medico o da un dentista sai esattamente quanto dovrai pagare. Qui è vero solo in alcuni casi, quando chiedi una pre determination ma quando hai un'emergenza, sei all'oscuro di tutto. E devi aspettare con ansia la conferma di quanto esattamente è stato coperto dall'assicurazione.
Collega americana: Davvero non ci sono le assicurazioni in Italia? E come fate a curarvi?
Io: In realtà i costi della sanità sono coperti dalle tasse molto alte di tutti noi ma quando andiamo dal dottore i costi sono bassissimi e le cure e le operazioni, anche quelle più difficili, non sono costose come qui. Tutti riescono a curarsi e sono coperti in tutto, senza troppi problemi. 
Collega: Ah, ma allora avete un sistema sanitario socialista! Qui questo sistema non funzionerebbe mai. Gli Americani non lo accetterebbero facilmente.
Ho imparato in questi anni che la parola socialista che noi Italiani può istintivamente e erroneamente portarci a pensare ad un partito moderato come quello di Craxi, qui ha per molti una connotazione molto negativa, contrapposto ai valori che ha da sempre contraddistinto l'America, la sua cultura e la sua economia. Il altre parole, comunista.
Un'altra collega ascoltava con interesse si è inserita nel discorso con un argomento interessante:
Purtroppo un sistema così potrebbe essere rischioso perché ad esempio in America ci sono molte persone che non si curano. Guarda ad esempio quanti obesi ci sono qui, che mangiano male, ingrassano a dismisura senza fermarsi. E' un grosso problema che ha un costo e tutto questo ricade sui costi della sanità. 
Non avevo mai considerato questo punto e mi ha fatto riflettere.
In sostanza voleva dire che molti Americani (forse tutti) non sono disposti a pagare per le malattie degli altri, specialmente se non si curano. Preferiscono rischiare, curarsi e cercare di non ammalarsi. E se si ammalano pazienza, si cureranno con i loro mezzi, le loro assicurazioni e i loro risparmi. Ma non vogliono pagare per le cure degli altri.
Tra l'altro ho sentito molti Americani lamentarsi delle spese mediche degli immigrati illegali. Sono milioni e si curano nei nostri ospedali. Se non hanno assicurazione, chi paga per loro? Noi, con le tasse che aumentano sempre più per mantenerli.
Insomma, discussioni interessanti che fanno capire il punto di vista americano legato a concetti di individualismo e meritocrazia anche per quanto riguarda la salute. Ad esempio la mia assicurazione medica mi da 200 dollari ogni sei mesi se dimostro di essere stato in palestra per almeno 50 volte.
Sono 400 dollari l'anno. Se mi mantengo in forma, teoricamente avrò meno problemi, e se ho meno problemi sarò un costo o un rischio minore per le assicurazioni.
La conversazione con le colleghe è finita lì. Ho capito meglio il punto di vista di molti Americani e lo rispetto ma è anche vero che non tutte le malattie vengono perché le persone non badano alla propria salute. E il giorno in cui arriva un cancro o un tumore e l'assicurazione cerca di smettere di pagare per le cure costose e devi vendere anche la casa per continuare la chemioterapia, beh, sicuramente, questo non è giusto. Neanche in un Paese così individualista e meritocratico come gli Stati Uniti.

From Bello to Beautiful

Ciao a tutti, rimango sempre stupito, o meglio sconvolto, quando torno in Italia dopo un'assenza di uno o due anni e ascolto parole inglesi che ora vengono usate in sostituzione di quelle italiane. Forestierismi inutili. In realtà avevo già capito pochi anni fa durante un colloquio di lavoro in Italia con una ragazzina molto fashion, che stavamo andando verso un inesorabile allontanamento dalla nostra lingua italiana in favore di  ridicole e superflue espressioni inglesi. Andai ad un colloquio per una posizione di commerciale estero ma la ragazza fashion della job agency, molto disonestamente, come succede solo in Italia, mi propose un classico lavoro di agente porta a porta. Quando le dissi "Io veramente sono venuto qui per un altra posizione lavorativa, commerciale estero e ho fatto domanda sul sito solo per quella posizione." Lei rispose "Ma il commerciale estero è una posizione per ragazzini, io ho preferito FORWARDARLA verso un'altra posizione". Ovviamente andai via indignato e rattristato dalla solita Italia disonesta e furbetta del mondo del lavoro ma a parte questo pensai e ripensa a quell'orripilante Forwardarla che è tornata spesso nei miei peggiori incubi.
In questi anni mi hanno anche sorridere molte altre espressioni come Jobs Act o Tobin Tax. Per quest'ultima l'obiettivo è evidente: addolcire le tasse nascondendone il significato e agghindandole con espressioni inglesi molto cool.
Non so perché in Italia abbiamo fatto nostra questa abitudine di adoperare parole inglesi in sostituzione di quelle italiane. Qui in Usa molti Americani, anche e soprattutto ragazze, mi hanno detto spesso che quando ascoltano parlare noi italiani alla loro orecchie sembra quasi che stiamo cantando. Ne sono incantante e cercano, sorridendo, di ripetere le nostre parole ed espressioni. E il suono della nostra lingua.
L'abuso di parole inglesi mi fa venire in mente le interviste alle serate dei Telegatti ai grandi divi hollywoodiani quando intervistatore e pubblico si ponevano chiaramente in uno stato adorante e di inferiorità culturale verso la star americana e quando riusciva a sbiascicare un incomprensibile Sciao Italia, grazi, tutti andavano in estasi e tributavano al divo una lunghissima standing ovattino. Applausi a scena aperta.
La star internazionale conosce una o più parole della nostra lingua italiana! Così pensano.
Sono commosso, le avrà addirittura studiate, avrà fatto anche le prove allo specchio per pronunciarle così bene. Che carino! Da domani compro tutti i Dvd e i dischi di questo artista! 

Vorrei segnalarvi una interessante e divertente conferenza di Annamaria Testa, esperta di pubblicità, marketing e comunicazione. Parla proprio di questo. From Bello to Beautiful:


sabato 19 novembre 2016

Il patriottismo americano che NON mi piace

Ho sempre ammirato il patriottismo americano, le bandiere a stelle e strisce sulle porte delle case, i barbecue in spiaggia il 4 luglio, gli adesivi Proud to be an American sulle macchine.
E' un sentimento patriottico che purtroppo noi Italiani non abbiamo. Credo che il motivo sia che il patriottismo viene da noi spesso associato al fascismo e poi siamo sempre stati divisi, fascisti e comunisti, destra e sinistra, tifosi da stadio sempre pronti a parteggiare per una causa, un movimento, un'idea, solo per il gusto di andare contro. Caso più recente, il referendum costituzionale del 4 dicembre, due tifoserie, due fazioni, due eserciti un contro l'altro armati e nessuna possibilità di sentirsi uniti. Apprezzo quindi e ammiro il patriottismo americano quando è sano, ma mi sono spesso trovato di fronte a un patriottismo malato, estremo, che definirei "acido" che non mi piace per niente. Vi racconto un paio di episodi che mi sono accaduti recentemente.

Pochi giorni fa chiacchieravo con un'amica americana di un mio parente. Si parlava del jury duty. Qui in Usa, come credo anche in Italia, chi riceve la lettera (inviata a sorteggio) per far parte di una giuria popolare non può esimersi, deve andare senza troppe scuse. Mi raccontava che anni fa fu selezionata e poiché la causa era molto lunga, e si protrasse per circa 50 giorni, perse molti soldi perché la sua compagnia non pagò lo stipendio per quella lunga assenza o, se ho capito bene, le diede una paga giornaliera molto più bassa.  Mi diceva insomma che se il caso è molto lungo è una vera sfortuna. Io le ho detto la mia ovvero che non mi sembra giusto e che mi pareva di aver letto in passato che la compagnia è tenuta a pagare per questa assenza, come se l'impiegato fosse effettivamente in ufficio al lavoro. Lei mi ha risposto che è tutto a discrezione della compagnia che in teoria può anche decidere di non pagarti un dollaro. Perché dovrebbe pagarti, diceva, se in quei giorni non lavori? Curiosamente io volevo difendere lei e lei dava ragione al sistema americano criticando la mia idea. Al che ho risposto che se la compagnia non vuol pagare, dovrebbe intervenire lo Stato costringendo l'azienda a pagare o intervenendo direttamente con fondi statali. Ma forse questi sono discorsi troppo "socialisti" come direbbero qui (ovvero comunisti) e infatti lei mi ha risposto che era giusto così e quando un caso è troppo lungo, pazienza, è solo sfortuna. Io ho ripetuto che non mi sembrava giusto e forse si doveva considerare di modificare la legge o in caso estremo abolire le giurie popolari. Lo ho detto in modo sereno, pacato, molto civile, come un'esagerazione ma lei a quel punto ha cambiato improvvisamente tono:
Questa è l'America, e qui si vuol sapere l'opinione della gente! 
Io: Sono d'accordo però non è giusto non pagare o pagare pochissimo una persona se ha la sfortuna di incappare in una causa di oltre 50 giorni.
E lei, ancora più agitata: Don't try to change things! 
E mi guardava con occhi infuocati, una signora così garbata fino a poco prima!
E ha poi aggiunto: Io ho sempre problemi con gli stranieri che vengono qui e vogliono cambiare le cose. Questo è offensivo! A queste persone io dico sempre: non venite qui a voler cambiare le cose. Se non vi piace, quella è la porta! 
Non mi aspettavo questa reazione. Insomma la mia era solo un'opinione e anche se sono davvero pochissime le cose che non amo di questo Paese, penso di avere tutto il diritto di dire cosa penso di quelle poche cose che non reputo giuste. Io non mi sarei mai offeso se un americano mi avesse fatto notare alcuni aspetti poco giusti di una legge italiana. Ma io ai suoi occhi sono ero solo un immigrato e quindi non avrei dovuto neanche permettermi di esprimere un'opinione negativa sugli Stati Uniti...altrimenti...la porta è li...puoi tornare da dove sei venuto. Non ho voluto gettare benzina sul fuoco per non creare imbarazzi al mio parente e dopo attimi di freddezza abbiamo parlato d'altro e dopo una mezz'ora ho salutato e sono andato via come se niente fosse accaduto. Certo lei si era detta offesa ma dire, indirettamente, a un immigrato (che tuttavia questo Paese ha accettato come permanent resident approvandogli la green card) che la porta è li, beh ripensandoci questo è offensivo. Molto  più della mia opinione su una piccola stortura del sistema del jury duty.

Altro episodio,  questo a lavoro. Il giorno dopo le elezioni parlavamo della vittoria di Trump e una collega americana era visibilmente distrutta, provata, disperata. Io sostenevo che nonostante non mi avesse entusiasmato né la Clinton né Trump, con Trump i rischi di nuove guerre saranno minori  perché sembra un isolazionista poco propenso a fare guerre. E parlando di guerre, sostenevo che gli Americani, nonostante abbiano aiutato noi Italiani a liberarci dal nazi-fascismo, in molte occasioni sono intervenuti in guerre che non li riguardavano e ne hanno iniziate altre che potevano sicuramente risparmiarsi.
Al che la collega democratica (ma il patriottismo qui è trasversale, non solo repubblicano) mi fa:
Gli Stati Uniti sono il cane da guardia del mondo.
Io: Cosa? Ma perché devono sempre fare guerre e intromettersi in faccende che non li riguardano?
E lei: Ma perché è così. E' normale, è sempre stato così. It's a given (va da se che deve essere così). Noi siamo il poliziotto del mondo, e poi se non interveniamo noi chi lo fa? Non c'è nessun altro pronto a farlo.
Io: No, no. Questa idea è piuttosto arrogante da parte degli Americani.
Lei: Eh perché? Noi dobbiamo agire come il buon samaritano. Lo ripeto, se non interveniamo noi chi lo fa?
E io: Ogni popolo dovrebbe cercare di liberarsi dei propri dittatori senza troppe influenze esterne. Cosa diresti tu se un altro Paese invadesse gli Stati Uniti per cercare di risolvere i vostri problemi?
Lei con uno sguardo incredulo come a dire: Eh, ma cosa dici? Non sono gli altri a dover intervenire da noi in Usa, noi siamo i buoni e giusti, il cane da guardia, il poliziotto del mondo, il buon samaritano. Siamo noi a dover intervenire nel mondo. 
Al che un mio collega, italiano, che ascoltava la conversazione si è inserito rivolgendosi a lei con un paio di punti che non avevo ancora considerato: Si ok ma non dimenticare anche i danni che a volte avete provocato nel mondo, come in Vietnam e vogliamo parlare delle bombe atomiche di Hiroshima e Nagasaki?
Io: Giusto! Milioni di morti innocenti. Altroché.
Lei, un pò spiazzata e in difficoltà: Ehm si però era una bomba tedesca...
Ed è rimasta in silenzio, non sapendo più cosa dire.
Io e il mio collega non abbiamo voluto infierire, non va bene creare polemiche inutili su questi temi, in ufficio. Si rischia facilmente di offendersi a vicenda. E quindi l'abbiamo finita lì. Dopo abbiamo parlato di altre cose, con cordialità e gentilezza, come sempre, però ho riflettuto che è questo il patriottismo americano che non mi piace.
Io penso che  venga inculcato agli Americani sin da bambini, un pò come inculcano le idee dell'islam radicale ai bambini del medio oriente. Non è un caso che all'inizio di tutte le lezioni a scuola facciano recitare il giuramento alla bandiera...da noi in Italia la cosa sarebbe considerata molto strana, nessuno lo farebbe, o comunque pochi lo farebbero con convinzione. Non dimentichiamoci che l'inno italiano lo cantiamo solo durante le partite della nazionale di calcio. Il nostro patriottismo si rivela solo nella cucina italiana, che reputiamo la migliore del mondo. Guai se uno straniero ci dice il contrario!
Gli Americani sono convinti di essere il miglior popolo al mondo, ma vanno accettati così. Loro amano gli altri Paesi e alcuni popoli in particolari e noi Italiani per fortuna siamo tra questi ma guai a mettere in discussione che non possono dare lezioni su tutto, anzi spesso potrebbero addirittura prenderne. E contraddirli sul patriottismo è una cosa che a loro non piace proprio...se pensi così puoi anche tornartene da dove sei venuto perché loro amano tutti e sono aperti alla diversità ma tu sei sempre un immigrato, un non americano e quindi per loro sarai sempre un gradino al di sotto della Greatest country in the world, della migliore democrazia del mondo. Certo si potrebbe ricordargli che in ben due occasioni recenti il candidato presidente che ha preso più voti popolari poi non è stato quello ad andare alla Casa Bianca (Al Gore e la Clinton) ma non vorrei essere lapidato, impiccato e poi bruciato in piazza, a Times Square. E quindi questo non glielo dirò mai, insomma...forse.

giovedì 10 novembre 2016

Trump è il nuovo Presidente degli Stati Uniti d'America


Alla fine è successo. Donald Trump è il 45esimo Presidente degli Stati Uniti d'America. Due giorni fa nessuno riusciva a credere a ciò stava trasmettendo la TV. L'America sotto shock. Donald Trump conquistava stato dopo stato,
tenendo il mondo col fiato sospeso. La Florida, l'Ohio, la Pennsylvania, continuava a conquistare gli stati e gli electoral votes fino al raggiungimento del traguardo impossibile: oltrepassare quota 270, quando ce l'ha fatta il mondo ha avuto la certezza che Hillary non ce l'aveva fatta, è Trump il nuovo Presidente degli  Stati Uniti. Nessuno aveva potuto immaginare un simile epilogo che ha portato metà degli Americani nella disperazione e l'altra metà nell'estasi più completa. Bisogna dirlo, Trump ha vinto contro tutto e tutti. Contro tv e quotidiani che gli erano ostili e hanno dato un endorsement palese ad Hillary. Contro i sondaggi che davano alla Clinton l'85% di possibilità di vittoria e ben 12 punti di vantaggio. Contro le accuse di sessismo tramite dichiarazioni di donne e video controversi risalenti a oltre 10 anni fa...certo frasi disgustose e sessiste ma perché sono uscite fuori solo ora e non ne hanno parlato prima? Contro attori di Hollywood che, come De Niro lo hanno definito un cane e un porco che andrebbe preso a pugni in faccia. Contro cantanti come Bruce Springsteen, Beyoncé, Lady Gaga e Madonna, che incitavano a votare per la Clinton. Contro parte degli stessi repubblicani, preoccupati, a ragione, dai toni aggressivi e volgari del proprio candidato a tal punto che lo avrebbero sostituito volentieri con un altro candidato a poche settimane dal voto; certi anche loro che Trump non avrebbe vinto, avevano come unico obiettivo quello di toglierlo di mezzo al più presto per il buon nome e il futuro del partito.  E poi invece, cosa è successo? Come mai ha vinto nonostante avesse tutti contro? Beh forse sembrava che avesse tutti contro.
Devo dire che già seguendo i dibattiti presidenziali sulla CNN c'era qualcosa che non mi tornava. Li ho guardati con spirito critico e neutrale anche perché non mi convinceva né l'uno, né l'altra.
Notavo però che durante i dibattiti nonostante le frasi aggressive, volgari e sicuramente controproducenti, Trump diceva anche cose interessanti che sicuramente avranno colpito favorevolmente l'immaginario e i cuori di molti Americani.
In campagna elettorale si fanno tante promesse, lo sappiamo, ma l'intenzione di riportare le fabbriche in America, la severità contro l'immigrazione clandestina, il maggiore controllo verso gli immigrati provenienti da Paesi islamici legati al terrorismo, sono punti sicuramente cari a molti Americani.
A fine dibattito però si ripeteva stranamente sempre lo stesso copione: i commentatori della CNN sostenevano che la Clinton aveva stravinto il confronto, e aveva messo Trump KO e si concentravano solo su quelle due, tre frasi controverse del repubblicano. E di li a poco il sondaggio del canale lo avrebbe confermato: oltre il 60% degli spettatori sostenevano che era la democratica la vincitrice indiscussa del confronto....sondaggi che tra parentesi vedevo riportati pari pari il giorno seguente su tutti i quotidiani italiani, facendomi sorridere per la piccolezza dei media nostrani che prendono per oro colato idee, opinioni e sondaggi dei più importanti (ma faziosi) media americani.
Insomma TV, stampa, attori di Hollywood, cantanti,  sondaggisti...tutti certi: vince la Clinton, non c'è neanche partita. Avremo il primo presidente donna della storia americana.
Perchè tanta sicurezza?
Ho due idee.
La prima, più complottista, è che lo abbiano fatto di proposito. Dare per certa la vittoria di Clinton avrebbe scoraggiato i sostenitori di Trump e magari li avrebbe persuasi a non recarsi alle urne.
La seconda e forse più plausibile è che ormai il mondo è cambiato e  giornalisti, conduttori tv, intellettuali, attori, cantanti fanno parte di quell'establishment che vive in una torre d'avorio e ha perso il contatto con la realtà, non conosce più le esigenze dell'America profonda e forse non le ha mai conosciute. Mostrano la vita nelle grandi città come New York o Los Angeles dimenticando l'America dei redneck delle zone centrali e più isolate d'America.
Gli Americani non si sono fatti condizionare dai vecchi media legati alla vecchia politica. Non si sono fatti dire per chi votare. Hanno deciso secondo altri criteri, secondo le loro paure e preoccupazioni seguendo criteri molto più personali e paradossalmente hanno trovato in un controverso milionario il loro rappresentante che ha dato voce alla loro rabbia e frustrazione.
Dal mio punto di vista italiano per devo dire che ancora non riesco a decifrare da cosa nasca questa rabbia di cui tutti parlano. E' la rabbia degli emarginati contro la corruzione, la vecchia politica, l'establishment, così dicono. Un italiano che vive in America però pensa: qui la disoccupazione è bassissima in confronto all'Italia. Tutti bene o male hanno un lavoro e non sono trattati da schiavi come in Italia. I salari sono a volte 5-10 volte più alti di quelli da fame che offrono di questi tempi nel caro Bel Paese. Tutti chi più chi meno riescono a vivere con serenità, anche i redneck dell'America centrale. E poi di politici corrotti non se ne sente quasi mai parlare. Non come in Italia. Dove sono tutti questi politici corrotti? Da noi in Italia la corruzione è radicata dal più piccolo comune fino a deputati e senatori con i loro stretti contatti con la mafia e la criminalità organizzata. In confronto all'Italia l'America è un Paradiso. Certo è un Paese con tanti problemi e contraddizioni ma tutto funziona bene, la corruzione è praticamente inesistente, la disoccupazione è a livelli bassissimi. Chiunque riesce a condurre un'esistenza più che dignitosa. Da dove nasce quindi questo scontento, questa insoddisfazione, questa rabbia? Ancora devo capirlo bene, e non è facile perché vivo in una zona fortemente democratica e quindi se c'è qualche lettore che vive nelle zone che hanno sostenuto con forza Trump, mi faccia sapere. L'idea basilare è che probabilmente negli anni le condizioni economiche degli Americani sono peggiorate e se da una ipotetica scala del benessere da 1 a 10 in Italia siamo passati in breve tempo da 7 a 4, in America sono passati da 10 a 7. Sempre un ottimo voto, 7, ma se prima erano a 10...
Comunque ora Trump è il Presidente e piaccia o no bisogna accettarlo. Sono preoccupato? Non so, è presto per dirlo anche se su alcuni punti mi dà stranamente più fiducia lui della Clinton. Soprattutto in politica estera. Trump sembra più isolazionista e meno interventista della Clinton e forse è un bene. Ad essere  sincero non penso che abbia l'esperienza adatta a un ruolo così importante e sembra quasi che neanche lui si aspettava di essere eletto. Ora deve imparare in fretta e attorniarsi di validi collaboratori (come Giuliani ad esempio, che non mi dispiacerebbe affatto). Nel frattempo montano le proteste nelle città ma  dopo lo shock e la rabbia, i democratici dovrebbero accettare il risultato. Sono le regole della democrazia e non accettarle vorrebbe dire offendere la volontà di altri 59 milioni di Americani che sicuramente non sono tutti pazzi, volgari o razzisti.  Se lo hanno votato in massa ci devono essere delle ragioni.  La presidenza di Trump è sicuramente un evento epocale che cambierà l'America e il mondo intero. Saranno anni interessanti e ci sarà da divertirsi.



domenica 23 ottobre 2016

Black Mirror

In questi giorni ho fatto un binge watching di una serie tv che è diventata subito una delle mie preferite: Black Mirror.
E' una serie britannica che va in onda su Netflix ed è composta per ora da tre stagioni: 3 episodi nella prima, 3 nella seconda e 6 nella terza. Ogni episodio è auto-conclusivo ed è legato agli altri per il tema del nostro rapporto con la tecnologia in un prossimo futuro.
E' una serie  molto cinica che fa riflettere. Siamo prossimi ad un futuro in cui diventeremo, per nostra volontà, sempre più schiavi di internet, dei selfie, dei likes, degli smartphones, dei social media, dei videogame e della realtà virtuale? Pare proprio di si.
Gli episodi estremizzano alcuni comportamenti e manie di oggi che e a come potrebbero renderci nel giro di pochi anni, in un prossimo futuro. Guardare alcuni episodi ci fa quasi vergognare di essere quasi arrivati a questo grado di freddezza, insensibilità, superficialità e disumanità.
In un episodio viene raccontata la storia del rapimento della principesse inglese e ila richiesta del rapitore tramite un video su YouTube: il primo ministro deve avere un rapporto sessuale in diretta tv con un maiale entro le 4 pm. Se non lo farà, la principessa verrà uccisa. A niente serve alle autorità vicine al Premier eliminare il video su Youtube dopo pochissimi minuti perché il video è gia diventato virale ed è passato già su altri social media e canali televisivi. Il premier deve decidere cosa fare, sotto la spinta dei media.
In una altro episodio c'è un mondo in cui ognuno di noi può dare un voto con il cellulare alle altre persone, anche quelle sconosciute, che passano per strada e che magari sono gentili o scortesi con noi. Il voto è da 0 a 5 stelle e chi ha raggiunto una media alta, oltre il 4, ha accesso a molti vantaggi.
Chi ha una media bassa, viene prontamente emarginato. Ma anche chi ha una media può  perdere punto e scendere velocemente verso l'abisso sociale.
C'è poi l'episodio in cui un personaggio animato, Waldo, critica aspramente e con toni volgari e aggressivi un politico candidato alle elezioni locali. Waldo diventa popolare grazie alla voce e ai discorsi del ragazzo che sta dietro di lui e diventa incredibilmente uno dei candidati delle elezioni. E' un simbolo dell'antipolitica e appoggiato dal suo staff televisivo. A un certo punto uno di questi sostiene che in futuro non ci sarà più il tramite dei politici, basterà solo un accesso internet e si potrà si potrà votare direttamente da casa. Democrazia diretta, insomma. Ricorda qualcosa?
C'è poi l'episodio di una ragazza che non riesce a superare la morte del suo ragazzo e ricorre a un programma molto avanzato che  ricrea la sua personalità e la sua voce dopo aver analizzato e rielaborato tutto ciò il ragazzo ha pubblicato in rete e dopo aver ascoltato molte sue registrazioni in video. La sua ragazza ritrova la felicità parlando per ore con il suo ragazzo (virtuale) prima al telefono, poi... E in un altro episodio alcune persone vengono riprese a loro insaputa tramite le telecamere accese dei loro portatili mentre si masturbano o hanno rapporti con una prostituta e vengono poi ricattati tramite text messages a compiere azioni illegali.
Non voglio spoilerarvi gli episodi. E' una serie che vi consiglio vivamente. E' stata definita "Twilight Zone for the digital age" e sta conquistando consensi di molti critici specializzati e milioni di spettatori. Se amate le storie distopiche in cui la tecnologia potrebbe renderci sempre più schiavi e meno umani e se volete dare uno sguardo a questo futuro, questa serie fa sicuramente per voi. Parafrasando il sottotitolo, ironico, della serie The future is NOT bright.

Terzo dibattito presidenziale: Trump vs Clinton

E veniamo al terzo e ultimo dibattito presidenziale, di pochi giorni fa. Inutile fare un riassunto o descrivere le differenze e i punti discussi dai due candidati, sapete già tutto, i media americani e quelli italiani hanno seguito questo dibattito con molta attenzione. Mi concentrerò su una singola frase detta da Trump.  Alla domanda se accetterà l'esito delle elezioni,  il magnate ha risposto: "I'll tell you at the time. I'll keep you in suspense". E quando l'intervistatore gli ha ricordato che uno dei valori della democrazia americana è accettare un'eventuale sconfitta, deporre le armi e unirsi attorno al vincitore, il nuovo Presidente, per il ben del Paese, Trump non ha fatto marcia indietro, e ha riposto ancora: "I'll keep you in suspense".
Ecco il video:




Avrebbe potuto dire un semplice: Certamente accetterò l'esito del voto e se Hillary vincerà le farò i miei auguri sperando che possa risolvere i problemi del Paese. E invece no. Ha risposto come un bambino viziato,  in sostanza: se vinco io va bene, se vince lei probabilmente sarà a causa di irregolarità e brogli. Ovviamente anche se aveva detto alcune cose sensate a inizio dibattito, i media si sono concentrati su questa frase, CNN in primis. Qualcuno ha anche provato a dire, a fine dibattito, non a torto, che anche i democratici in un certo senso contestarono l'esito delle elezioni quando Bush strappò la Florida per poche centinaia di voti e divenne Presidente grazie ai voti elettorali di quello stato. I democratici richiesero un ricontaggio, è vero, ma Al Gore non disse prima delle elezioni che se avesse perso sarebbe stato a causa di elezioni probabilmente truccate.
Gli Americani sono molto sensibili su questo tema, non si possono mettere in dubbio le istituzioni cardine della loro democrazia, è come una religione, non si scherza sulla democrazia e non si può dubitare che le elezioni possano venire truccate come in qualsiasi paese dittatoriale. Se anche ci fosse un fondo di verità, o un sospetto più che fondato, bisogna tenerselo per se a meno che non ci siano prove evidenti. Trump non avrebbe dovuto giocare così con la sensibilità degli Americani e credo che le sue ultime speranze siano finite in quell'istante.

I tre dibattiti presidenziali sono stati molto "Italian style" con i candidati che alzavano la voce uno sull'altro, con attacchi personali che lasciavano poco spazio alla descrizione dettagliata dei programmi, le ingiurie, le minacce e i toni molto accesi se non aggressivi ed esasperati. Tutto a svantaggio degli Americani.
I media, è evidente, hanno parteggiato per Hillary in alcuni casi anche troppo spudoratamente.
E le donne che hanno dichiarato di essere state molestate anni fa da Trump mi hanno fatto pensare che qualcosa che c'è qualcosa che non va anche nella grande democrazia americana.  Perché sono uscite allo scoperto solo ora e non lo hanno denunciato prima? Perché a poche settimane dalle elezioni? Accuse di molestie ad orologeria?
Comunque Trump non è presentabile anche perché è ormai evidente che se anche riesce ad essere pacato e sereno e a dire cose sensate nella prima mezz'ora di dialogo,  prima o poi esce fuori la sua vera natura e allora sono problemi. Ve lo immaginate a colloquio con un importante capo di Stato? Prima o poi se ne esce fuori con una delle sue frasi e crea un crisi diplomatica.
Hillary è sicuramente tra i due la più presentabile anche se non scalda i cuori e potrebbe rivelarsi più pericolosa di Trump. In effetti non è che abbia mostrato molta trasparenza in passato.

L'8 novembre è alle porte e se non ci sono sorprese avremo il primo presidente donna della storia Stati Uniti donna. Sarà molto interessante. Dovremmo stringerci attorno a lei e augurare il meglio per questo Paese. Speriamo bene.


lunedì 10 ottobre 2016

Secondo dibattito presidenziale: Trump vs Clinton

Ieri ho visto in diretta sulla CNN l'attesissimo secondo dibattito tra Trump e Clinton.
Premetto che non mi convince né Trump né Clinton. E premetto che Trump secondo me ha detto delle cose disgustose nel famoso video di cui tutti stanno parlando e che ha probabilmente messo fine alle sue speranze di diventare Presidente. Trump è per me un candidato pericoloso, arrogante, ignorante, con poca esperienza e inadatto al ruolo di Presidente. Non mi piace, ma non mi piace neanche Hillary.
Ma vorrei fare due o tre considerazioni, controcorrente.
Il video in cui Trump si vanta di poter trattare le donne come gli piace con parole disgustose  risale al 2005, ben 11 anni fa. Perché è uscito fuori solo ora, a poche settimane dalle elezioni, con questo tempismo perfetto? Forse i media intervengono solo quando si candida un personaggio che a loro non piace? Altrimenti quei video possono restare nascosti per sempre? Forse i media vogliono influenzare le elezioni? Ovvio.

Veniamo ad dibattito. In realtà a poche ore prima dell'inizio pensavo che Trump si sarebbe fatto da parte. Troppo difficile riuscire a riconquistare la fiducia del partito e di tanti Americani che lo hanno comprensibilmente abbandonato. Invece si è presentato al dibattito.
Ora Hillary e gli intervistatori lo massacrano, pensavo. E invece Trump è partito col piede giusto, scusandosi a suo modo (avrebbe potuto fare di meglio) e poi passando al contrattacco. Non so, forse è perché mi aspettavo di vederlo al tappeto dopo pochi minuti ma mi è sembrato prendere confidenza minuto dopo minuto e ha infatti messo più volte Hillary in difficoltà.
Poi è arrivato il momento dello scandalo delle email e uno scambio verbale che molti hanno commentato ma che pochi hanno davvero ascoltato in diretta. Ascoltate bene:


In sostanza Trump ha detto che se diventasse presidente farebbe indagare sullo scandalo delle email di Hillary e Hillary ha risposto che è contenta che Trump non si occupi della legge di questo Paese. E Trump ha chiuso lo scambio con una battuta, ripeto una battuta: Perché altrimenti saresti in carcere.
Approvazione da parte del pubblico e Anderson Cooper che chiede di stare in silenzio.
Torno dopo su questo scambio.
Poi si è discusso di tante altre cose e nessuno ha prevalso o convinto con argomentazioni concrete ma non è facile parlare di programmi quando il dibattito è un vero e proprio scontro personale senza esclusione di colpi.
Alla fine però c'è stata una domanda particolare, spiazzante per entrambi: cosa rispetti del tuo avversario? E anche in questa occasione paradossalmente mi è sembrato migliore Trump.


Hillary ha risposto che rispetta i suoi figli. Un pò come a dire, non riesco a trovare niente in lui che meriti rispetto, se proprio devo scegliere qualcosa dico quindi i suoi figli.
Trump, invece, a sorpresa e più elegantemente, ha risposto dicendo che ciò che rispetta di Hillary è che non si arrende mai ed è una lottatrice.
A fine dibattito ho ascoltato per una mezz'ora i commenti dei giornalisti della CNN.
Due cose mi hanno colpito.
La battuta di Trump, Altrimenti saresti in galera, è stata totalmente travisata. Forse di proposito.
Secondo i commentatori Trump avrebbe minacciato la Clinton. La battuta Altrimenti saresti in galera (condizionale) è stata traslata ad arte usando il presente e il futuro.
Se Trump diventa presidente vuole mettere/metterà Clinton in carcere. Trump minaccia Clinton. Trump come quei dittatori che vincono le elezioni e mettono in carcere l'avversario politico.
E hanno scomodato anche Hitler con dei parallelismi assurdi.
Really? Avete dedotto tutto questo da una semplice battuta? I media...
Poi è arrivato il momento del sondaggio della CNN: chi ha vinto il dibattito? Pensavo, beh dai, è chiaro, ha vinto Trump. Non me lo aspettavo, spero non diventi presidente, però questo secondo dibattito lo ha vinto lui. Ha messo spesso Hillary in difficoltà.
Ma arrivano i risultati del sondaggio e...Hillary batte Trump: 57% a 34%. Really? Ma dove li avete presi i votanti? Posso anche concepire un 50% a 50% ma questo risultato così schiacciante mi puzza di faziosità. Il dibattito l'ho visto tutto in diretta e in inglese, non mediato dai commenti dei giornalisti e tutta questa prevalenza di Hillary onestamente non l'ho percepita.
La cosa interessante è che poi anche i vari quotidiani italiani online hanno ripreso il sondaggio della CNN e quindi ora anche per tutta Italia Hillary ha vinto il secondo dibattito....57% a 34%.
Sarà, forse ho visto il dibattito in un'altra dimensione, quella in cui i media non sono di parte.
Se ha vinto Trump o Clinton non saprei dirlo, ho una mia idea ma saranno gli Americani a giudicare. Più facile è capire chi ha perso. I media, un'altra volta.

domenica 2 ottobre 2016

La pizza è servita!

Prima o poi sarebbe arrivata: la pizza ATM. La pizza che può essere ordinata tramite touchscreen senza pizzaioli e senza cassieri. Si striscia la credit card, si scelgono gli ingredienti, e per pochi dollari in  soli tre minuti si può portare a casa una bella pizza croccante e genuina. Lo so che vi sta già venendo l'acquolina in bocca, amici italiani.
E' la prima pizza ATM degli Stati Uniti è stata installata poche settimane fa alla Xavier University di Cincinnati, in Ohio. E' attiva 7 giorni su 7, 24 ore su 24, 364 giorni all'anno perché un giorno anche la pizza machine deve riposare. Gli studenti del campus sono contenti perché ora possono ordinare la pizza a qualsiasi ora del giorno e della notte. Finora avevo visto ATM per acquistare i prodotti più disparati: classiche bevande, barrette di cioccolato e snacks, ai DVD, i videogiochi, sacchetti di ghiaccio e persino prodotti Apple ma si tratta sempre di prodotti finiti. La pizza ATM è il primo prodotto che viene preparato al momento.
Stavo concludendo il post con poche righe per far risaltare ancora una volta una differenza tra gli Americani di bocca buona e gli italiani maniaci del cibo genuino ma poi cercando un video da inserire alla fine ho scoperto che in realtà...la pizza ATM è gia attiva anche in Europa...e da ben 14 anni! Per una volta siamo noi ad aver introdotto una bestemmia culinaria? Vi prego confermatemi che in Italia non esiste!



sabato 1 ottobre 2016

Amanda Knox

Amanda Knox è il nuovo attesissimo film-documentario di Netflix. Sono sicuro che farà discutere. Ecco il trailer:


Ripercorre la storia dell'omicidio di Meredith Kercher e i processi che portarono alla condanna in primo grado e all'assoluzione in appello di Raffaele Sollecito e Amanda Knox. E' molto interessante e abbastanza oggettivo perché non prende le parti di Amanda come altri documentari avevano fatto in passato. Inoltre i protagonisti non sono attori ma i veri Amanda, Raffaele e tanti altri che rispondono alle domande fornendo la propria versione dei fatti.
La mia opinione sull'omicidio e i processi  che seguirono è che gli investigatori di Perugia commisero molti errori che gli impedirono di trovare una prova schiacciante. Sembrava che ne avessero trovata una, il coltello con il DNA di Amanda e quello di Meredith, ma dopo un'ulteriore perizia risultò che il DNA poteva non essere quello di Meredith e quindi la prova perse valore. E portò alla scarcerazione in appello.
Ho notato in tutti questi anni tra i processi di primo grado e quello di appello che molti media americani si sono dichiarati totalmente convinti dell'innocenza di Amanda e contro il sistema giudiziario italiano descritto quasi come una barzelletta o alla meglio un sistema antiquato e poco affidabile. A un certo punto si vede anche una breve dichiarazione dell'onnipresente Donald Trump che incita gli Americani a boicottare l'Italia e non andare più in vacanza nel nostro Paese. La risposta del legale italiano di Rudy Guede, che rievoca quei mesi e quegli attacchi, è stata davvero da antologia: Mi dispiaceva che (i media americani) volevano darci lezioni di diritto. Quel luogo, il nostro tribunale, nel 1308 era la sede della prima facoltà di legge in Europa. In America, nel 1308, forse disegnavano i bisonti nelle caverne. 
Ho sempre ammirato la velocità e l'efficienza della giustizia americana e ho sempre criticato la lentezza e la scarsa efficienza della giustizia italiana ma in questo caso la difesa acritica di Amanda mi è sembrata piuttosto ridicola e devo dire che mi è piaciuta la risposta del legale. Facciamogli abbassare la cresta una volta ogni tanto a questi tromboni americani iper-patriottici.
Comunque come tutti sapete alla fine Amanda e Raffaele sono stati dichiarati innocenti e molti in America hanno gioito per la libertà della loro concittadina, asserendo che non si poteva certo condannare una persona con queste prove poco chiare. Giusto, corretto, niente da eccepire.
Vorrei porre solo alcune domande che molti Americani che sembrano averle rimosse dalla loro mente.
Come mai Amanda dichiarò  di aver dormito a casa di Raffaele e a un certo punto Raffaele disse che in realtà non aveva dormito da lui?
Come mai Amanda accusò Patrick Lumumba che si rivelò poi innocente e con un alibi di ferro?
Amanda disse che durante l'interrogatorio era stanca, sotto shock, confusa. Poverina, ma io mi chiedo: e tu sei stanca e all'improvviso accusi una persona a caso, un innocente?
Si è comportata sicuramente in modo strano, sospetto, da persona che vuole nascondere qualcosa e togliere da sé le accuse puntando il dito su altri. Ci sono tante altre cose che non tornano nelle dichiarazioni di Amanda ma alla fine è stata messa in libertà e forse la verità non la scopriremo mai. With Liberty and Justice for All.