domenica 8 novembre 2020

President Joe Biden

Gli Americani hanno scelto: è Joe Biden è il loro 46esimo Presidente.

Sono state le elezioni con la partecipazione più alta della storia con un'affluenza di oltre 150 milioni di elettori. Biden con circa 75 milioni di voti popolari diventa il Presidente più votato della storia, superando  Obama che di voti ne aveva presi 69 milioni ma, attenzione, dettaglio non da poco, anche Trump supera Obama con i suoi 71 milioni e diventa di fatto il secondo candidato alla Presidenza più votato di sempre. Ed ha aumentato di 4 milioni di voti rispetto al 2016! Quindi gli Americani si sono mobilitati in massa per dire la loro e questo è sempre un bene per la democrazia.  E' finita l'era di Trump ma quei 71 milioni di voti rivelano che Trump è finito ma non il "trumpismo", e le sue idee, che piacciano o meno, sono ben radicate in molti Americani. Il Paese è spaccato in due e non sarà facile per Biden riunire queste due Americhe.

In questi anni ho provato a guardare con obiettività l'operato di Trump. Mi sono da subito piaciute alcune sue idee in tema immigrazione anche se mi sono ricreduto subito sul modo in cui le ha portate avanti. L'economia è andata bene e la disoccupazione è scesa ai minimi. Tutto questo prima del Coronavirus. Trump ha tagliato le tasse alle grandi aziende e ho beneficiato anche io di un piccolo taglio delle tasse. Sul sistema sanitario ha fatto ben poco ma ha eliminato l'individual mandate ovvero una multa per chi decideva di non acquistare una assicurazione sanitaria. Obama aveva buone intenzioni ma alla fine con la sua riforma ha solo messo delle pezze a un sistema immorale e inumano che andava riformato da zero e ha forse involontariamente portato nuovi clienti alle assicurazioni. Quindi bene l'eliminazione di Trump dell'individuai mandate ma a parte questo ha lasciato le cose così come erano. In politica estera ho apprezzato il suo isolazionismo e il fatto che non abbia fatto guerre in giro per il mondo, quasi una novità per un Presidente degli Stati Uniti. Non ho mai amato il ruolo di Stati Uniti Poliziotto del mondo. Ricordo una chiacchierata con una mia collega americana che definiva con naturalezza gli Stati Uniti come Buon Samaritano e Poliziotto del mondo perché "Se non interveniamo noi nel mondo, chi lo fa?" Appunto meglio che non interveniate che a parte alcune eccezioni (l'aiuto per la liberazione dal nazi-fascismo) rischiano spesso di peggiorare le cose. 

Detto questo, i toni aggressivi di Trump li ho odiati dal primo momento. Con i suoi discorsi pieni di odio o disprezzo per chi non è dalla sua parte e per alcune minoranze ha profondamente diviso l'America. Solo per fare un esempio anche nei mesi più recenti in cui i vari Stati hanno cercato di fare il possibile per combattere la pandemia non ha esitato a dividerli in "buoni" e "cattivi", Stati rossi repubblicani virtuosi, Stati blu democratici incompetenti. Un vero Presidente non avrebbe fatto distinzioni e come ha ricordato più volte Biden "Non ci sono Stati rossi e Stati blu, ci sono solo gli Stati Uniti d'America". 

Biden per me non è un eroe e se non fosse stato per l'assist del virus, forse non avrebbe vinto le elezioni.  Bisogna capire quanti di quei 75 milioni sono da considerarsi pro Biden e quanti contro Trump però il volere degli Americani è chiaro, preferiscono Biden a Trump e probabilmente è il Presidente adatto in questo periodo all'America, in primis per abbassare la temperatura, riunire gli Americani e portare un pò di serenità dopo quattro anni di quasi guerra civile.

Tutti i miei sforzi per mantenere un atteggiamento critico e distaccato su Trump si sono però vanificati in questi giorni recenti quando ha dimostrato di non volere accettare la sconfitta come un adulto maturo e comportandosi come un bambino viziato che piange se le cose non vanno come dice lui.

I suoi tweet e il suo discorso quando era chiaro che aveva perso sono stati imbarazzanti. Come si fa a dire di aver vinto quando i dati dicono l'opposto? In quale realtà parallela sta vivendo? E ha iniziato a tirare fuori una serie di falsità, bugie, accuse prive di fondamento, con un tale candore da far pensare che abbia seri problemi psicologici. Si è confermato sempre più il Re dei complottisti, e voi sapete quanto li odi (vedete il mio post su QAnon di qualche settimana fa). In ogni elezione ci possono essere delle piccole irregolarità ma davvero crede che ci sono stati milioni di voti truccati e e quindi migliaia di persone di vari Stati, tra cui anche Stati repubblicani, si sono prestati al più grande complotto della storia? 

Non so se ci crede anche lui ma forse il suo è solo un modo per instillare il dubbio tra i suoi seguaci e noto che ci sta riuscendo. Parlando con sostenitori di Trump, leggendo commenti su molti video di YouTube c'è una marea di gente in Usa e in Italia che credono a questa teoria cospirazionista, ne sono convinti, sono infuriato perchè i media venduti avrebbero dichiarato la vittoria di Biden senza averne le prove. Brogli, elezioni truccate, deep state e complotto sempre nei loro discorsi e nei loro commenti. Per favore portatemi su un'isola deserta, dove non ci sia internet.

Saranno anni difficili e spero che Biden riuscirà a portare il sereno. I suoi detrattori dicono spesso che è un vecchio con demenza senile. Anche questa è disinformazione, in realtà stavo per crederci anche io, ma poi informandomi ho capito che si tratta solo di un problema di balbuzie che si porta dietro da quando era ragazzino. Lo ha ormai superato ma a volte, quando è sotto stress, balbetta qualche parole, ma ragiona bene, non ha l'Alzheimer. Se volete saperne di più sulla storia di Biden vi consiglio questo podcast di Francesco Costa. E visto che ci siamo, vi linko anche il podcast che Costa ha dedicato alla neo Vice President, Kamala Harris.

Entriamo in una nuova era degli Stati Uniti. Saranno anni interessanti in cui bisogna tornare uniti perché  United we stand, divided we fall.

sabato 31 ottobre 2020

Per chi voteranno gli Italo-Americani?

Martedì è il grande giorno delle elezioni americane e non ho assolutamente idea di chi vincerà. Tutti i sondaggi dicono Biden ma dicevano lo stesso di Hillary Clinton quattro anni fa. E' vero, la Clinton prese più voti di Trump ma il sistema elettorale è basato sui grandi elettori e quindi è inutile stravincere in uno Stato popoloso come la California se poi si perde in 10 stati anche solo di un voto. E' fondamentale vincere in alcuni Stati chiave anche solo di un voto perché chi vince prende tutti i Grandi Elettori di quello Stato. Se volete saperne di più sul sistema elettorale americano ho scritto un post a riguardo qualche tempo fa.

Mi sono chiesto in questi giorni: per chi voteranno gli Italo-Americani? Ne conosco moltissimi e devo dire che non sono un gruppo granitico e le loro idee politiche variano dal repubblicano più conservatore ai liberal più estremo. Le controversie degli ultimi mesi sulla rimozione delle statue di Cristoforo Colombo potrebbero però me spostare più di un voto. 

Quando arrivai negli Stati Uniti davo per scontato che Colombo fosse per tutti un eroe per aver (anche se casualmente) scoperto l'America. Un giorno però venni a sapere con mia sorpresa che non era proprio così. All'epoca andavo spesso a casa di una ragazza americana per comporre qualche canzone con la speranza di creare un gruppo musicale. Io alla chitarra, lei al canto. Parlando del Columbus Day, mi disse: ma tu lo sai che Colombo era un assassino e uno stupratore? Io non avevo mai sentito parlare in questi termini di Cristoforo Colombo e andai ad informarmi un pò su internet. Scoprii che in effetti c'è tutto un movimento revisionista contro Colombo che chiede di rimuoverne le statue e sostituire il Columbus Day con l'Indigenous Day. Il mio primo pensiero è stato: eh ti pareva se gli Americani condannano mai le loro di nefandezze. Una a caso: la schiavitù. No il capro espiatorio viene sempre dall'esterno. In questo caso...Colombo. Comunque pensai, e penso ancora, che Colombo nonostante tutto è comunque un simbolo per la comunità italo-americana. Ma poi ci sono le prove che abbia fatto davvero quello di cui lo accusano?

Ma veniamo ai giorni nostri. Poche settimane fa, come forse saprete, nelle convulse giornate di protesta dei Black Lives Matter in alcune città sono state abbattute o imbrattate le statue di Cristoforo Colombo, scatenando la rabbia e l'indignazione delle comunità italo-americane. In realtà sono state abbattute anche alcune statue di Washington e Jefferson.

E qui entra in scena Trump perché in una città, Philadelphia, gli Italo-Americani si sono mobilitati e sono scesi in piazza per difendere la statua di Colombo da entrali attacchi. Hanno circondato la statua armati di fucili, coltelli e mazze da baseball. Molti non erano armati ma facevano comunque numero. Quel giorno nessuno ha osato avvicinarsi. Certo il loro atteggiamento non è stato sempre educato e civile anche nei confronti dei giornalisti ma sono riusciti a portare a casa il risultato e a proteggere Colombo.


Trump ha colto la palla al balzo e nei suoi ultimi comizi ha ricordato l'episodio lodando più volte i valorosi Italo-Americani che hanno difeso un simbolo della loro cultura. Ci crede davvero o lo ha fatto per tornaconto politico? Entrambe le cose. Però probabilmente ha fatto piacere a molti Italo-Americani e penso che riuscirà a spostare alcuni voti da parte degli indecisi. Ma ne potremo riparlare tra qualche giorno. Ormai manca poco.  Intanto a NY si temono disordini, prima, durante e dopo le elezioni e alcuni negozi stanno installando i pannelli di legno a protezione delle vetrine. E la mia compagnia ci ha consigliato di lavorare da casa sia martedì che mercoledì. Poi si vedrà. Ci sentiamo tra qualche giorno con un nuovo...o un vecchio Presidente.


sabato 10 ottobre 2020

15 giorni in ospedale

No, tranquilli non ci sono stato io in ospedale. Ieri sono andato a fare una visita al mio ex padrone di casa e suo figlio. Vi ricordate il signor M. e suo figlio F.? I due italoamericani dai quali ho vissuto per molti anni? O meglio mi hanno affittato un appartamento con entrata separata creato all'interno della loro casa e a prezzo quasi di favore. Dopo tanti anni ho lasciato la loro casa ma sono rimasto in contatto con loro anche perché da quando li ho conosciuti quando ho avuto bisogno mi hanno sempre aiutato e trattato come uno di famiglia. Bene, dopo qualche mese dopo esser andato via, hanno venduto casa e si sono spostati in Florida. Poi dopo qualche mese hanno deciso di tornare in Connecticut e quindi hanno venduto la casa che avevano acquistato in Florida e ne hanno acquistata una nuova in Connecticut. 

Il signor M va per gli 80 anni e recentemente ha avuto qualche problema di salute ed è stato 15 giorni in ospedale in Florida. Ieri, chiacchierando del più e del meno a casa loro gli ho detto: Chissà quanto avrai pagato per due settimane in ospedale. E lui: Aspetta che ti faccio vedere il bill. Ha una pila di carte sul tavolo della cucina e trova subito lo statement, me lo porge, cerco subito incuriosito il totale e... rullo di tamburi...siete pronti? Mettetevi comodi, un respiro profondo...NOVANTASEIMILA DOLLARI. Poiché ha più di 65 anni rientra nel Medicare e, anche se non conosco bene i dettagli, non deve pagare quasi niente di tasca sua. In realtà mi dice che qualcosina ha dovuto pagare ma poca cosa perché l'assicurazione ha pagato 94mila e lui ha dovuto pagare solo 2mila. E aggiunge che avrebbero voluto trattenerlo ancora altri giorni, un pò come la gallina dalle uova d'oro, ma non sapendo se la sua assicurazione avrebbe pagato oltre i 200mila dollari è uscito appena si era ripreso. 

Ora io non so se di quei 94 mila pagati dalla sua assicurazione vengono poi totalmente rimborsati alla assicurazione da fondi governativi o roba simile ma la realtà è che qualcuno all'ospedale quei 94 mila li ha pagati! Comunque poi ho fatto il conto. 96mila diviso 15? SEIMILAQUATTROCENTO. $6,400 al giorno per stare in ospedale. Anche questa è l'America 



venerdì 9 ottobre 2020

Primo dibattito presidenziale: Trump vs Biden


Ciao a tutti, mancano poche settimane alle elezioni presidenziali e ho riguardato il primo dibattito tra Trump e Biden. Ce ne saranno altri due prima del 3 novembre.

Come tutti saprete è stato un dibattito che, almeno a me, ha ricordato lo stile dei politici italiani: interruzioni, offese, e poco rispetto reciproco. Ricordo ancora quando anni fa andai a vedere un dibattito tra due candidati alla House of Representatives in Connecticut e anche se non si trattava di un dibattito presidenziale fui sorpreso dal modo educato e civile in cui si affrontarono il candidato democratico e il candidato repubblicano. Chiari e concreti, riuscirono a far capire bene i loro punti di vista e le loro differenze a tratti stimandosi anche. Scrissi anche un post a riguardo che potete leggere qui. 

Per me che avevo lasciato l'Italia da pochi mesi fu una piacevole sorpresa. Quindi fuori Italia - pensai -   i politici si affrontano con educazione e rispetto! Nel giro di pochi anni però le cose sono cambiate anche in Usa e ne sono una dimostrazione i dibattiti del 2016 tra Trump e la Clinton e tra Trump e il primo dibattito del 2020 tra Biden e Trump...wait a second ma non è che il problema è Trump? Sicuramente ha contribuito a un inasprimento del clima politico e a polarizzare sempre più gli Americani. 

Ma voglio mettere da parte i toni del dibattito, non dissimile da una discussione al bar al quarto bicchiere di vino. In tutto questo marasma, cosa hanno detto i due candidati alla presidenza e sono trapelate le loro differenze? Direi di si.

Nell'invitarvi a vedere il video originale del dibattito, perché in Italia noto che arrivano sempre e solo le frasi più ad effetto per fare il titolo di giornale, queste le mie impressioni sui temi discussi.

Supreme Court and Healthcare: 

Si inizia con la corte suprema. Qualche giorno fa dopo la morte di Ruth Bader Ginsberg, dalle posizioni liberali, Trump ha scelto come nuovo giudice Amy Corey Burrett, cattolica e conservatrice. Biden critica Trump perché, dice, la scelta doveva esser fatta dal nuovo presidente e non ora in tutta fretta. Con la nomina di Burrett fondamentalmente l'equilibrio dei 9 giudici della corte suprema si sposta e passa  a 6 giudici conservatori contro 3 progressisti (prima l'equilibrio era 5 a 4). In realtà Trump non era tenuto ad aspettare il responso delle urne anche perché potrebbe perdere e quindi, risponde,  che il suo mandato dura 4 anni e in caso di morte di un giudice ha diritto a nominarne uno nuovo anche a fine mandato.A quanto mi pare di capire questa nomina è importante perché Trump vuole abolire l'Affordable Care Act, ovvero l'Obamacare, e la Burett da alcune sue dichiarazioni passate sembra essere d'accordo. Poiché la costituzionalità della riforma sanitaria di Obama potrebbe essere valutata dalla corte suprema, la nomina della Burrett potrebbe dare una mano alla politica di Trump.

E quindi Trump e Biden iniziano subito a dibattere sul sistema sanitario e per me si entra sunito nel regno dell'assurdo. Per un europeo non può essere diversamente.

I due parlano infatti delle assicurazioni e delle pre-existing conditions. La riforma di Obama ha sostanzialmente costretto le assicurazioni ad assicurare anche persone con pre-existing conditions ovvero problemi di salute più o meno gravi. Una persona con problemi di salute non è un "buon investimento" per le assicurazioni, perché se ha bisogno di cure queste sono costose in America e  quindi non conviene assicurarlo. Un buon investimento è una persona in salute. 

Ciò che mi colpisce è sempre la naturalezza in cui gli Americani parlano di questi argomenti, come fosse assolutamente normale parlare degli esseri umani come merci, investimenti sui quali conviene o non conviene rischiare. E mi colpisce il fatto che gli Americani, democratici o repubblicani non conta, si impuntino sulle assicurazioni quando è un problema secondario. Il problema sono i costi astronomici delle visite specialistiche, delle medicine, delle cure, delle operazioni, di tutto il sistema dai costi fuori controllo. Se negli anni ospedali privati, case farmaceutiche hanno fatto cartello e hanno aumentato i costi a livelli assurdi senza freni da parte del governo perché "È il libero mercato, this is America" non vedo cosa centrino le assicurazioni. In Paesi in cui i costi per curarsi sono accettabili non c'è neanche bisogno di ricorrere a una assicurazione. In un sistema umano le assicurazioni non dovrebbero neanche esistere. 

Comunque Trump a un certo punto accusa Biden di volere una "socialized medicine" come Sanders. La parola "socialized" è ormai un mantra dei repubblicani un'etichetta che nelle intenzioni dovrebbe evocare la Russia di Stalin o qualcosa del genere ma che sostanzialmente è un sistema sanitario che funziona, seppur con tanti problemi, in tutti i Paesi civilizzati del mondo. Socialized medicine insomma è il male di tutti i mali... come se far andare in povertà malati che non riescono a pagare le proprie cure in caso di malattie gravi fosse il bene assoluto.  Biden ci tiene a precisare che le sue idee sono ben diverse da quelle di Sanders.

Mentre ascolto dibattere i due penso che la riforma di Obama non abbia davvero cambiato molto nonostante le buone intenzioni. Ha solo regolato alcune storture. 

Qualcuno potrebbe dire: Si però se le assicurazioni non possono più rifiutarsi di assicurare persone con pre-existing conditions, guadagneranno meno perché dovranno sborsare più soldi per pagare le cure delle persone con problemi di salute. Teoricamente è così ma a loro basta aumentare il costo mensile della assicurazione a tutti, sani e meno sani, ed ecco recuperati i soldi. Lo fanno ogni anno. Ad esempio la mia compagnia quando ho iniziato a lavorare per loro pagava circa 700 dollari al mese (!) per la mia assicurazione. Ora a causa degli aumenti del premium nel giro di pochi anni ne paga quasi 1000 (!!!). Se il governo non può o non vuole controllare i costi delle case farmaceutiche, ospedali e assicurazioni il sistema non cambierà.  

La discussione diventa caotica. È chiaro che Trump voglia abolire l'Obamacare ma ha un suo piano sostitutivo? - gli chiede l'intervistatore. Pare di no anche se ha eliminato l'individual mandate (al quale probabilmente dedicherò un post specifico) e dice di voler abbassare il costo di alcune medicine ad esempio l'insulina e dice che consentirà l'acquisto di medicine fuori dagli Usa dove costano meno. Frase rivelatoria se ci pensate bene: non potendo far niente per impedire i costi astronomici delle compagnie farmaceutiche americane, l'unica soluzione è consentire l'acquisto delle medicine da altri Paesi in cui costano meno. Un'ammissione di colpa dei costi fuori controllo nel sistema americano. È il libero mercato...this is America. 

Covid-19: 

Sul virus il copione è sempre lo stesso. Biden dice che Trump ha sottovalutato il pericolo e ha aspettato troppo per prendere decisioni. Trump non accetta le critiche e dice di aver fatto un ottimo lavoro. In realtà inizialmente quando Trump chiuse le frontiere con la Cina, se ricordo bene, venne accusato di razzismo. Però è anche vero che ha minimizzato i pericoli del Covid e sta continuando a farlo. Però penso che sia quasi naturale almeno in una fase iniziale minimizzare i rischi come hanno fatto tanti Paesi. È nella natura umana dire: è successo altrove, non succederà da noi. Salvo poi correre ai ripari quando la previsione si rivela sbagliata. Comunque in questo caso la differenza è palese: Trump è per lasciare aperto tutto o quasi per proteggere l'economia. Biden è più propenso a chiudere. 

Economy

L'economia si sta riprendendo? E il tasso di disoccupazione? Unemployment rate? L'economia prima della pandemia sembrava andare oggettivamente bene e la disoccupazione era ai minimi. Certo bisogna anche considerare quali erano i tipi di lavoro e i salari di questa economia. Non dimenticherei che i salari di molte categorie sono quasi fermi da molti anni. Qualcuno potrebbe dire che forse Trump stava raccogliendo ciò che aveva seminato Obama? Difficile da dire però l'economia prima della pandemia andava bene. Criticare Trump per i posti di lavoro persi durante la pandemia, mi pare un pò ridicolo. 

L'intervistatore chiede a Trump se è vero che ha pagato solo $750 in Income Tax di Trump. La notizia è uscita sul NY Times qualche giorno fa e se fosse vera è davvero scandalosa. Un milionario come Trump che sostanzialmente ha dichiarato più perdite che guadagni e che ha pagato per anni meno tasse di milioni di americani della classe media? Dovrebbe far indignare tutti ma più che altro la riflessione che fanno in molti è che abbia semplicemente approfittato di un sistema che consentiva di farlo. Ma è possibile che i ricchi e potenti possano avere vita così facile con il fisco? Sembra davvero incredibile. Trump ovviamente nega ma finora non ha mai mostrato i suoi Income Tax Returns.

Si continua a parlare di tasse. Trump ha tagliato le tasse alle grandi corporations.  Biden se venisse eletto, dice, le porterà dal 21% al 28% e aumenterà le tasse agli individui che guadagnano oltre 400 mila dollari l'anno, sostanzialmente ai super ricchi (per me può considerarsi ricco già chi guadagna oltre i 150mila l'anno). 

Race issues:

Questo argomento non mi appassiona molto perché onestamente ci vedo molta retorica da entrambi gli schieramenti e non ho mai capito se gli African-Americans siano davvero compatti a favore dei democratici o sia una mezza leggenda metropolitana.  Quello che mi pare certo è l'esistenza del systemic racism per cui dall'abolizione della schiavitù in poi è rimasto sempre difficile per le persone di colore emanciparsi dalle condizioni precarietà. Le posizioni lavorative che portano un certo benessere passano quasi sempre da un buon college e non è facile per dei genitori di colore mandare i figli a un college da 60mila dollari l'anno. Molto più facile per genitori bianchi che di generazione in generazione hanno messo da parte una fortuna o che comunque hanno molta più facilità di accesso a lavori ben remunerati e prestiti bancari che possono agevolare l'entrata al college dei propri figli. Quando andai a Yale anni fa per vedere l'atmosfera il giorno prima degli inizi dei corsi, restai sorpreso nel constatare la totale assenza di studenti di colore. Solo bianchi e asiatici accompagnati ai campus da genitori in Porsche o 4x4 costose. E quindi è un'America a doppia velocità, i bianchi sempre e comunque ai posti di comando e i neri che arrancano. Devo dire però che quando si parla dell'uccisione di Floyd e di tutto ciò che ne è seguito non mi sono piaciuti molto i movimenti incoraggiati dall'estrema sinistra che chiedevano a gran voce e hanno spesso ottenuto il "defund the police.  Per alcune mele marce non si possono togliere fondi alla polizia e indebolirla.  Comunque Trump e Biden dibattono brevemente anche sulle proteste che hanno visto molte città devastate e la differenza è chiara.  Trump è più radicale con il suo Law and Order, Biden sembra più soft. Trump comunque non riesce a condannare i white suprematists mentre Biden sembra minimizzare la pericolosità di alcune frange del gruppo Antifa, anche loro non certo dei bravi ragazzi. 

Perché dovrebbero votare per lei?

A questa domanda come da copione Trump risponde che ha fatto più di tutti nel giro di pochi anni e tira fuori una bella dose di narcisismo. Biden risponde che con Trump siamo diventati più poveri e divisi. Poi all'improvviso qualche colpo basso di Trump che tira in ballo il figlio di Biden che avrebbe preso soldi dal sindaco di Mosca e che ha avuto problemi di droga in passato. Un attacco onestamente sterile e disgustoso. Tirare in ballo figli e familiari non è il massimo della correttezza. L'atmosfera si riscalda ma per fortuna si passa ad un altro argomento.

Climate change: 

Come sapete Trump è uscito fuori dagli accordi di Parigi. Ma non si capisce bene cosa pensa del climate change. Crede alla scienza e crede sia un problema reale?  Sembra dire si ok non nego il climate change però alla fine va tutto bene. Poi fa un discorso strano sui boschi che devono essere controllati meglio perché altrimenti da una sigaretta si può provocare un grandissimo incendio come spesso accade in California. E aggiunge che dobbiamo controllare meglio le foreste. Si ok va bene, ma il climate change? me lo risolvi tutto con il controllo dei boschi in California? Biden sembra aver capito meglio il problema, su questo sembra più concreto, vuol creare green jobs ed è a favore delle energie rinnovabili. E se vince vuole ritornare agli accordi di Parigi. 

Election integrity: 

La domanda dell'intervistatore è fondamentalmente se chi perderà accetterà il responso delle urne e legittimerà la vittoria dell'avversario. Biden dice di si ma Trump ha qualche dubbio. Se vince lui, bene, se perde teme che potrebbe essere a causa di frodi anche perché a causa del Covid-19 molti americani voteranno per posta e quindi il controllo sarà più difficile. 

Insomma un dibattito caotico in cui si sono sviluppati poco i temi importanti sul tavolo ma si sono comunque intraviste le differenze tra i candidati. Devo dire che è stato molto più piacevole e informativo il dibattito tra i vice Harris e Pence, una settimana dopo (ma non potevano essere loro i due candidati alla presidenza?) ai quali potrei dedicare un post. 

Per avere le idee più chiare non ci resta altro che attendere i prossimi due dibattiti presidenziali. 


martedì 6 ottobre 2020

Eddie Van Halen

Hai 18 anni e suoni la chitarra elettrica da pochi mesi. Ti sei da poco appassionato al rock e al metal e i tuoi idoli sono subito diventati quei chitarristi che suonano a livelli estremi: Joe Satriani, Steve Vai, Nuno Bettencourt, Yngwie Malmsteen, John Petrucci ma sopratutto Eddie Van Halen. Li chiamano chitarristi "virtuosi".

Compri tutti i cd dei Van Halen e resti sempre più incredulo quando ascolti gli assoli di Eddie. Ti metti a suonare ad ogni ora della giornata ma dopo qualche mese ancora non riesci ad emularlo. Troppo presto. Devi ancora sudare su quella chitarra. Compri corsi, metodi di chitarra rock, e studi su decine di tabulature, mandi indietro gli assoli sulle videocassette per capire come mettere meglio le mani per rendere al meglio la tecnica del tapping e dopo un pò inizi anche a migliorare ma ma sei ancora lontano dalla perfezione tecnica di quei mostri.

Ma come diavolo fanno a suonare così? Te lo chiedi spesso. D'altronde sembrano solo dei ragazzi un pò più grandi di te, con i loro giubbotti di pelle borchiati e i capelli lunghi ma con la stessa passione per la musica, i concerti dal vivo e la buona birra. Sembra che stiano sempre fuori a divertirsi, sono ragazzi normali come te, e non ti spieghi come abbiano fatto ad arrivare a quei livelli.

Leggi riviste musicali e tutte le interviste ai tuoi idoli e scopri il segreto: questi ragazzi se ne stanno in casa a suonare anche 10-12 ore al giorno. Decidi che farai anche tu lo stesso e la chitarra diventa il tuo mondo. Vieni a sapere che in un paese a 50 Km dal tuo c'è un ragazzo che suona come Malmsteen, Steve Vai e Van Halen. Lo ascolti suonare in un pub con la sua band ed è davvero così, incredibile, probabilmente il migliore chitarrista del sud Italia. Chiedi se può darti qualche lezione ed accetta. Vive in un prefabbricato con sua madre, in una zona malfamata ma non ti fai intimorire, la voglia di imparare tutti i segreti della chitarra è più forte di te. Vai da lui in bus, una volta a settimana, 1 ora per andare e 1 ora per tornare. Resti a bocca aperta quando lo vedi suonare e ti chiedi come mai un musicista così bravo sia praticamente sconosciuto in Italia e ti rispondi che siamo appunto in Italia e non è facile emergere. Poi scopri anche che ha dei seri problemi di depressione e forse per quello non ha mai avuto la forza di uscire dal suo guscio. Nonostante questo in quei mesi ti insegna moltissime cose. 

Continui a imparare e formi una band con tuo fratello e i tuoi amici. Riuscite a suonare anche pezzi difficili tra i quali Jump dei Van Halen che in realtà non è proprio difficile ma la parte di assolo...beh per suonarla bene ci vuole ancora pratica. Però vi divertite. E sono tra gli più belli della tua vita. Suonate in una casa isolata in campagna e il sabato sera ragazzi e ragazze della zona passano lì per sentirvi suonare. Vengono anche dai paesi vicini. Se vengono per la musica o perché è l'unico ritrovo in zona dove si può fare l’alba poco conta. Però ci dicono che siamo bravi. Gli passano sereni tra rock, grunge, hard rock e heavy metal. Sono gli anni 80, e quelle band americane e quei chitarristi ti fanno venire voglia di trascorrere degli anni nella loro America, piena di energia e vitalità, come la loro musica.

Poi arriva l'università e ogni componente del gruppo prende la sua strada. Suonate ogni tanto quando tornate al paesino. La chitarra la suoni sempre meno, purtroppo non hai più tempo. Inizia la vita vera, una laurea e un buon lavoro, si spera. Ma sono stati anni indimenticabili.

20 anni dopo ti trovi a Grand Central. Vivi ormai da tempo in America. Sali sul treno diretto in  Connecticut e ricevi un messaggio da un amico: E' morto Eddie Van Halen. La notizia ti rattrista in un modo inatteso. Sono passati 20 anni dal quando la musica e quei chitarristi erano la tua vita. E i tuoi sogni ora sono cambiati, più che sogni sono desideri, aspettative. Ormai da tempo non ami la vita da pendolare, il lavoro di ufficio dalle 9 alle 5, e ti scervelli per trovare una qualche via d'uscita. Ti rendi conto che il tempo scorre e non va più indietro. Certo, alla fine non vivi male: un lavoro discreto, un appartamentino e una vita serena in America. Però qualche sogno ce l'hai ancora. Diventare scrittore e magari pubblicare un romanzo? Ma di tempo ne hai poco e realizzi che 20 anni prima potevi dedicare più ore ai tuoi sogni. Ma alla fine va molto bene così. Una vita serena in un luogo che ami.

È solo che oggi Eddie ti ha riportato indietro nel tempo. Arrivi a casa e prendi in mano la chitarra, attacchi il jack all'amplificatore e suoni "316", in onore di Eddie e immagini di essere al Madison Square Garden. Non è una delle sue musiche più famose ma è una musica serena, come la tua vita. 

E ti riporta agli anni in cui i sogni erano davanti, e non dietro. Grazie Eddie per la tua musica e per i ricorsi. Che la terra ti sia lieve.  



mercoledì 30 settembre 2020

Primo dibattito presidenziale: Trump vs Biden (riassunto)

Scriverò qualcosa sul primo dibattito presidenziale in questi giorni.

Nel frattempo vi lascio un riassunto di cosa è successo ieri:



Al minuto 4:24 Trump tira fuori l'argomento "tuo figlio si droga"...




sabato 22 agosto 2020

QAnon

Oggi voglio parlarvi di QAnon che tra le tante teorie complottiste degli ultimi anni è quella che si sta diffondendo più velocemente, dagli Usa al mondo intero. Con i complottisti ho un rapporto di amore-odio. Li amo per la loro infinita fantasia, ma li odio quando cercano di dare lezioni. Più di una volta mi è capitato di dialogare con loro e il dialogo  si è puntualmente trasformato in discussione accesa. A volte sono rimasto sorpreso dal constatare che anche conoscenti o amici solitamente molto razionali credono con naturalezza in delle teorie davvero assurde e quando dico che sono scettico perché per un determinato complotto servirebbero centinaia di migliaia di complici loro mi rispondono così:
Tutto è possibile.
Si si credi alla versione ufficiale tu!
Svegliati! I poteri forti ci stanno ingannando!
Fai le tue ricerche. Io ho fatto le mie.

Ricerche?  - vorrei chiedere. Ma se avete a mala pena la terza media e a scuola scaldavate la sedia. Di ricerche non ne avete mai fatta una e ora siete diventati ricercatori? Con quali fonti e mezzi, poi, con i post su facebook o di blogger sconosciuti, i video di YouTuber paranoici, le notizie di quei quotidiani che fingono di essere ufficiali contando sulla distrazione di chi legge. Mi mandano un link per dimostrare le loro teorie. Leggo bene e... Ilfattoquotidaino? QuotidAino? DAINO? 

Ma veniamo a QAnon. Cosa sostiene chi crede in questa teoria cospirazionista?
Tutto parte da una pizzeria di Washington, il Comet Ping Pong. Secondo QAnon, un utente anonimo (ma forse un gruppo di utenti) che sostiene di avere notizie riservate e che ha quindi lasciato indizi  su forum come 4Chan e 8Chan, il proprietario della pizzeria Comet gestirebbe un giro di pedofilia con Hillary Clinton, Omaba, Tom Hanks e tanti divi dello spettacolo. Ma non c'è solo la pedofilia. Questi personaggi malvagi ucciderebbero i bambini che violentano per berne il sangue, perché il sangue dei bambini, dicono, contiene adrenocromo. Un elisir di lunga vita, insomma.

Fin qui tutto bene, una teoria assurda che ci fa sorridere ma le teorie complottiste possono rivelarsi pericolose. Qualche tempo fa un ragazzo, convinto di questa teoria, entrò armato nella pizzeria con l'intento di liberare i bambini che secondo lui erano nascosti in una stanza sotterranea alla quale si accedeva dalla pizzeria.  Ovviamente non trovò niente e venne arrestato ma avrebbe potuto fare una strage.

Purtroppo sono i tempi in cui viviamo e molta gente non ha problemi a crederci, o meglio in mancanza di prove del contrario, rimane col dubbio.
Beh non c'è la prova che non sia vero, dicono.
Ma l'onere della prova dovrebbe averla chi teorizza queste assurdità
Altrimenti tutto può essere vero fino a prova contraria: elefanti volanti, il Papa vampiro, la regina licantropo.
Non c'è la prova che non sia vero, quindi finché non c'è la prova resto col dubbio.

Ora chi sarebbe il paladino del bene che lotta contro questi pedo-satinasti? Donald Trump. In realtà Trump è il guerriero attuale ma dopo aver sconfitto le forze del male, farà la sua comparsa a sorpresa niente di meno che John Fitzgerald Kennedy Jr., figlio di John Fitzegarld Kennedy, detto John John, che per i QAnon non è morto ma tornerà a liberazione avvenuta. Ci sono poi tante altre sottoteorie di contorno come Michella Obama che sarebbe un uomo, la Clinton e altri che sarebbero stati già arrestati e avrebbero scontato la pena ai domiciliari durante il periodo della pandemia per passare inosservati, e Jovanotti farebbe della cospirazione perché ha scritto una canzone dal titolo Date al diavolo un bambino per cena...vabbè pure lui, se le va a cercare però. 
Se volete farvi due risate, questo blogger riassume bene e prende bonariamente in giro chi crede in queste teorie. il COMPLOTTO di QAnon e ADRENOCROMO Luciferino

Io dico da tempo che questa sottocultura complottista che si alimenta ogni giorno di più nei meandri di internet, potrebbe rivelarsi determinante alle prossime elezioni americane. Sempre più spesso si vedono i sostenitori QAnon inneggiare aTrump ai suoi comizi con grossi cartelli con la lettera Q. Trump secondo me conosce bene le loro idee e gli strizza l'occhio ma non si espone e infatti quando pochi giorni fa dei giornalisti gli hanno chiesto esplicitamente cosa ne pensasse lui ha risposto così: TRUMP e le domande su QAnon
Ma perché Trump è stato "eletto" eroe del bene che combatte in segreto contro le forze del male? Secondo me per due motivi:

Il primo è che molti suoi elettori potrebbero essere rimasti delusi dal suo operato di questi 4 anni.
Forse si aspettavano di più. Le loro vite non sono migliorate come speravano. E allora devono autoconvincersi di aver fatto bene a votare per lui e lo faranno di nuovo. Come fare a non votare per chi sta portando avanti in silenzio una lotta segreta contro la setta pedo-satanista e il deep state?

Il secondo è che questa teoria potrebbe essere solo una delle tante che si stanno diffondendo da 10-20 anni. Il mondo è cambiato. I cittadini dei Paesi occidentali hanno visto il loro benessere economico diminuire a discapito di un gruppo di elite che si è arricchita sempre più. Le grandi fabbriche sono state portate in India e in Cina, dove gli imprenditori hanno accesso ai nuovi "schiavi" che lavorano per pochi dollari al giorno. Le ineguaglianze si sono acuite ed è un dato di fatto. E il risentimento da parte del "popolo" è cresciuto, come l'odio verso i media tradizionali, i politici, le banche e le multinazionali.
Questa minoranza continua ad arricchirsi mentre la classe media scivola sempre più verso la povertà. Il sogno americano è un lontano ricordo. 
E questa rabbia ha fatto nascere movimenti populisti "contro le elite". Non che abbiano tutti i torti, ci mancherebbe, e sono nati movimenti interessanti nel mondo ma molti di questi giocano palesemente sull'ignoranza delle persone. Ma la rabbia, ripeto, anche se spesso giustificata, ha portato alla nascita di teorie deliranti.

A ben vedere fanno solo il gioco delle elite che vogliono combattere. Per cambiare davvero qualcosa, i complottisti dovrebbero essere più concreti e razionali e abbandonare magari boicottando alcune multinazionali o istituti finanziari, protestando contro chi fa affari con i rifiuti tossici, protestando contro  le storture del sistema sanitario e contro le leggi approvate da politici che si fanno comprare dai lobbisti.  

Inventarsi una setta di pedo-satanisti vip che bevono il sangue dei bambini non risolverà i problemi.

venerdì 7 agosto 2020

Lauree, funerali e matrimoni

Qualche giorno fa il figlio di un mio collega ha conseguito il Phd e il mio collega si è collegato online alla sua università per vedere la cerimonia di laurea. E ho visto qualcosa anche io.
In realtà mi aspettavo subito la tipica scena del preside che sale sul palco e fa un discorso epico e incoraggiante a centinaia di studenti ma invece forse a causa, forse a causa della pandemia, forse perché per il Phd le celebrazioni sono diverse sullo schermo scorrevano una carrellata di video pre-registrati molto brevi, della durata di 2-3 minuti. Ogni professore parlava dei propri studenti che aveva seguito durante gli studi:
 - John Smith ha un carattere solare, adora la scienza, ha apportato un incredibile contributo al nostro team ed ha fatto una ricerca mirabile i cui risultati saranno sicuramente fondamentali nel settore dell'immunologia...
 - Mary McKee è un pò introversa ma ha un'intelligenza fuori dal comune. Ha condotto una ricerca eccezionale che nei prossimi anni fornirà sicuramente un contributo alla ricerca sulla cura del cancro...

Wow, che menti questi ragazzetti di appena 26-27 anni! La creme de la creme. Poiché la ricerca scientifica è importantissima negli atenei americani, penso, i ragazzi vengono subito messi a lavoro, e grazie alla loro intelligenza riescono quasi sempre a fare scoperte incredibili. Certo che però qui sembra che ogni studente sia un genio. Saranno tutti degli Einstein in erba?
Comunque dopo ogni presentazione del Prof. seguiva il video, anch'esso pre-registrato, del neolaureato che ringraziava con affetto il Prof., grande uomo di scienza, mentore dall'intelligenza straordinaria, esempio di vita. E vabbè se sono geni i ragazzi, saranno geni anche i professori. 

Ma lasciamo l'università.
Funerali di mia zia, alcuni anni fa. Lo ricordo bene ancora oggi. In chiesa le mie due cugine fecero entrambe un discorso per onorare la madre. Il tono non fu affatto triste ma sereno, quasi allegro, perché le cugine ricordarono non solo i valori insegnati dalla madre ma anche moltissimi episodi divertenti della sua vita. E fecero ridere tutti, quasi come delle comiche su un palco che raccontano i fatti più curiosi e divertenti della madre. E quindi anche mia zia è diventata protagonista, tramite le narrazioni delle figlie, di una vita da romanzo. 

Ma lasciamo i funerali.
Matrimonio di una mia amica americana. Anche qui mi aspettavo qualcosa di diverso. E anche qui discorsi celebrativi. Tanti i public speaker, non ricordo bene in quale ordine:
Il padre della sposa,
Lo sposo
Il best man dello sposo
La sposa
La maid of honor della sposa
Nei discorsi tanti episodi che fanno risaltare i due sposi come persone di sani valori, ma anche amici leali, figli esemplari. Dalle vite interessanti, da raccontare. Come un romanzo.  

La domanda che mi pongo è: ma gli Americani sono tutti portati con questa naturalezza a fare discorsi in pubblico?
Non c'è mai un man of honor un pò timido, uno studente introverso, una figlia che non vuole parlare della madre al suo funerale? No evidentemente hanno qualcosa nel DNA, sono portati al palcoscenico e al public speaking più celebrativo.

Ma gli aspetti interessanti di ciò che avviene in questi eventi sono la spettacolarizzazione e la valorizzazione di ogni singola persona. Ognuno è una persona interessante. A scavare bene ogni persona è un libro da raccontare. Non esistono persone comuni, noiose, banali. 

La mia parte di me acidina e anticapitalistica direbbe che qui siamo in America dove ognuno promuove se stesso come un prodotto di marketing. I famosi 15 minuti di celebrità. Avviene su Facebook e avviene Instagram ma a pensarci bene dovrei zittire la voce perché in questi episodi sono gli altri a promuoverti. 

E quindi la voce più equilibrata, o meglio la parte di me più serena che ama gli USA con tutte le loro manie e pazzie mi fa pensare che non sia così male. In Usa si sentono meno le gerarchie. Le persone si danno del tu. Hai sempre l'impressione che il valore di ogni persona sia alla fine lo stesso, indipendentemente dalla posizione sociale o conto bancario. Ci sono le differenze ma hanno tutti pari dignità. E' un concetto difficile da spiegare ma io in Italia ad esempio sento più il peso delle gerarchie. Sono i politici, i luminari, i grandi imprenditori o avvocati ad avere vite interessanti da raccontare. Tutti gli altri non sono nessuno, soprattutto i giovani. Cosa mai avranno fatto di buono se hanno solo frequentato l'università come tutti? Cosa avranno mai da raccontare delle loro vite fino a quel momento? Sono appena iniziate. Invece negli Usa è tutto diverso. Ognuno ha ciò scritto capitoli del proprio romanzo ed è bello per gli altri leggerne qualche paragrafo.

L'unico aspetto negativo è che un'esaltazione "narrativa" esagerata può portare i giovani americani a ritenersi onnipotenti sin da bambini e poi quando cresceranno, alla prima difficoltà della vita reale, rischieranno di andare in crisi. E allora vai di pillole, alcool, droghe, psichiatri e terapisti. 
Ma a pensarci bene non fa parte anche questo di una vita romanzata?

martedì 28 luglio 2020

L'eremita di North Pond

Un anno fa sono stato tre giorni nei boschi del Maine in una zona remota chiamata The Forks (questo è il racconto).
Qualche giorno fa vagavo su internet e gli algoritmi, che mi conoscono bene, mi hanno consigliato l'articolo di un eremita che visse molti anni a North Pond, nei pressi di un piccolo lago. Googlo la zona e scopro che non era lontano da dove sono stato! Così ho acquistato il libro The Stranger in The Woods di Michael Finkel e lo ho letto in due giorni.

Chris Knight era un ragazzo come tanti, di appena 20 anni, forse un pò schivo e solitario, quando decise di non andare a lavoro ma di dirigersi nei boschi dove avrebbe vissuto per 27 anni. Senza contatti umani.

E' una storia in apparenza simile a quella di un altro Chris, Chris McCandless, raccontata da Jon Krakauer in Into the Wild e immortalata nell'omonimo film di Sean Penn (con la bellissima colonna sonora di Eddie Vedder). Ma Chris McCandles si fermò in Alaska, in un autobus abbandonato, lontano da qualsiasi centro abitato. E si nutrì grazie alla caccia e a piante e radici commestibili che trovò in zona...fino a quando ingerì una pianta velenosa che lo portò alla morte). Chris Knight si accampò in un bosco, che seppur fitto e difficilmente raggiungibile, era a poche miglia di distanza da alcune casette abitate nel periodo estivo. E si sostentò rubando. Era un ladro abilissimo che riusciva ad entrare in casa senza lasciare traccia e aveva le sue routine: usciva di notte ma mai nel weekend, non usciva quando aveva nevicato per non lasciare tracce. Rubava solo in case quando era sicuro che non ci fosse nessuno.  Abile nell'uso di attrezzi da scassinatore, entrava in modo "gentile", senza rovinare porte o finestre. Non lasciava mai niente in disordine. Dopo un suo furto sembrava quasi che non ci fosse stato nessuno. Rubava poco per volta: cibi, bevande, piccole bombole del gas, torce, batterie. E spesso anche libri, tanti libri.

I primi anni le persone del luogo notarono che mancava qualcosa dal frigo o dalla credenza ma pensarono a qualche ragazzino entrato in casa per una bravata. Qualcuno diede la colpa a qualche ladruncolo probabilmente venuto da fuori. Altri iniziarono a parlare di un eremita dei boschi, l'eremita di North Pond. Ma era più che altro una leggenda, di prove concrete non ce ne era nessuna. Alcuni bambini, terrorizzati, lo battezzarono l'Uomo Affamato, The Hungry Man.

Ma nessuno riuscì a vederlo. I furti continuarono e molti abitanti installarono videocamere interne ma l'eremita era troppo abile e spesso era in grado di disinstallarle o togliere la memoria interna. Una volta le videocamere riuscirono a riprenderlo. Era al buio e non si vedeva molto bene ma sembrava un ometto gentile, quasi un professorino con gli occhiali.

Finché un giorno fece un errore...

Ma non voglio togliervi la sorpresa, semmai vi venisse voglia di leggere il libro. Dico solo che Chris Knight è sicuramente un uomo fuori dal comune. E la sua storia interessante come poche.
Ironicamente era un uomo che voleva essere dimenticato da tutti che è diventato l'uomo più famoso del Maine.
L'eremita di North Pond.... anche questa è l'America.


domenica 19 luglio 2020

Da Costa a Costa

Chi legge il mio blog ama o è interessato agli Usa, alla sua cultura, curiosità e manie. Sul blog provo a descrivere gli Usa tramite la vita quotidiana ma raramente parlo di politica o eventi sociali importanti. Da circa un mese, da quando ho cancellato i miei account Facebook e Instagram, sto usando il mio tempo in modo più produttivo e ho scoperto, tra i tanti, un podcast interessante dallo stile molto narrativo sugli di Stati Uniti e la politica americana: Da Costa a Costa.
E' il podcast del giornalista Francesco Costa che ha pubblicato anche il libro Questa è l'America, che ho intenzione di ordinare, che pare stia riscuotendo un ottimo successo. Le prime puntate del podcasts sono del 2016 prima delle elezioni che videro Trump inaspettatamente vincente contro la Clinton e da lì continua a raccontarci la politica e la società americana.
Lo stile è molto narrativo e spesso crea delle biografie dei vari protagonisti della politica americana. 
Alcune puntate che ho ascoltato:

La puntata su Joe Biden, intitolata La battaglia della vita di Joe Biden, mi ha fatto riflettere sul detto Don't judge a book by its cover, non giudicare un libro dalla copertina, le apparenze ingannano. Premetto che Biden non mi entusiasma molto e se potessi votare quest'anno non saprei a chi dare il mio voto, probabilmente resterei a casa (se prenderò la cittadinanza l'anno prossimo, potrò votare nel 2024). Lasciamo da parte Trump. Biden mi dà l'impressione di una persona vuota, robotica, un politico vecchio stile che quando fa un discorso non ci crede davvero, ma sa che deve dire quelle cose per conquistare gli elettori. E poi quando è sotto stress o in difficoltà balbetta.
Per i miei conoscenti e colleghi che amano Trump, Biden è un vecchio rincoglionito che dimentica le cose ma ho notato che anche i miei conoscenti e colleghi che odiano Trump hanno qualche dubbio su Biden. Insomma molti lo voteranno non perché Biden scalda i loro cuori ma perché Trump li infiamma di rabbia.
Mi piace l'atteggiamento di una mia collega, che molti possono trovare sbagliato: pur odiando Trump dice che probabilmente non andrà a votare perché non le piace nessuno dei due. In poche parole ogni volta che a delle elezioni si sfidano il candidato A e il candidato B a lei non piace votare B perché non le piace A. Lei vuole votare B perché le piace B. Detto questo la puntata di Costa a Costa mi ha fatto conoscere eventi della vita di Biden che non conoscevo.
Quando era giovane, sua moglie era in macchina con i loro tre figli piccoli. Vennero investiti da un tir.  la moglie e la figlia persero la vita. Due figli si salvarono. Fu un colpo gravissimo sul giovane Biden che trascorse un grave periodo di depressione in cui ebbe più volte l'intenzione di abbandonare la politica. Decise poi di non farlo, convinto da molti. Dopo molti anni perse anche uno dei due figli sopravvissuti all'intendente, per un tumore al cervello. Per quanto riguarda la sua balbuzie è un problema che lo accompagna si da piccolo ma che riuscì a superare. Ora quando incontra qualche elettore con questo problema gli dà il proprio numero di cellulare personale e invita a fargli un colpo di telefono perché può dare dei consigli. Biden balbetta ancora un pochino ma solo quando è in difficoltà o sotto stress, ma non vuol dire che stia dimenticando le cose.
Dopo aver ascoltato il podcast non dico che voterei per Biden ma il solo fatto di aver conosciuto qualcosa in più della sua vita me lo ha reso, se non più simpatico, sicuramente più umano. E ho pensato che in questi tempi in cui non abbiamo tempo e voglia di approfondire niente ci basiamo troppo sulle prime impressioni, su semplici simpatie e antipatie a prima vista. Sappiamo ben poco delle vite dei politici, figuriamoci le loro idee politiche. Mettiamo due etichette ai candidati e andiamo a votare.

La puntata su Bill Gatesintitolata E' stato Bill Gates, è stata ancora più interessante. In questi tempi Gates è diventato il bersaglio numero 1 dei cospirazionisti, ancora più del famigerato George Soros. Francesco Costa cerca di capire quali siano e queste teorie e perché siano nate. Hanno un fondo di verità? Ma soprattutto ci racconta più approfonditamente cosa sta cercando di fare Bella Gates con sua moglie con la fondazione Bill and Melissa Gates Foundation. E ne risulta un quadro totalmente diverso dal malvagio bilionario assetato di potere, che vorrebbe accumulare ancora più soldi con i vaccini e decimare la popolazione mondiale per dominare il mondo. In poche parole un nuovo Satana. Certo avrà fatto qualcosa che non è piaciuto ma come si dice chi non va al mulino non si infarina e comunque le attività benefiche sono degne di ammirazione. Sbaglierò ma conoscendo meglio la storia della fondazione di Gates a me sembra che sia sinceramente interessato a fare qualcosa di buono per alcune aree del pianeta e mi dispiace e mi sembra assurdo quando viene descritto, da cospirazionisti molto paranoici e poco informati, come il nuovo Satana.

La puntata su Usa e Cina, intitolata Chi guiderà il nuovo mondo, è stata illuminante. Si parla di "soft power" ovvero quell'influenza culturale che viene esercitata non con la forza militare o con l'economia ma con la cultura. Volenti o nolenti, dopo la seconda guerra mondiale e dopo il crollo dell'Unione Sovietica guardiamo sempre più agli Usa come modello sociale e culturale. Riescono ad attrarre, affascinare, convincere plasmare l'immaginario di altri Paesi con cultura, valori, comunicazione. Anche i film di Hollywood o della Disney involontariamente suscitano questa attrazione. In modo più esplicito...chi ricorda il finale del film Rocky IV? Il Piano Marshall fu l'esempio più evidente del soft power. Dopo la seconda guerra mondiale gli Usa inviarono ingenti aiuti economici ai Paesi dell'Europa occidentali, e a fondo perduto. Aiutare per legarli a loro. Un investimento a lungo termine. Ma oggi c'è una nuova potenzia mondiale che ha capito l'importanza di del soft power e mentre gli Usa di Trump cercano di isolarsi e sono sempre meno interessati al ruolo di egemonia culturale la Cina sta iniziando a capire che può provare a prenderne il posto. E' stato interessante notare cosa è accaduto durante il periodo della massima diffusione del virus in Italia. La Cina si è prodigata con molti aiuti all'Italia (e altri stati europei). In realtà molti aiuti non erano gratis o a fondo perduto ma hanno fatto ugualmente una efficace opera di propaganda. La Cina non ha mai criticato le altre nazioni per come hanno gestito la pandemia...tranne uno, gli Usa. Articoli, post sui social, notizie hanno descritto i cinesi come popolo generoso che aiuta in momento di difficoltà e probabilmente è stato anche così ma ovviamente con un secondo fine. Chi ricorda gli aiuti nei vicoli di Napoli? Delle ragazze cinesi con le bandierine italiane donavano guanti e mascherine dicendo "Forza Italia". In poche mosse i cinesi sono riusciti a instillare in molti italiani l'idea che Ok si probabilmente il virus è colpa della Cina però ora ci stanno aiutando e sono gli unici a farlo. In poche parole...Soft Power. Prima erano gli Usa, ora la Cina. Chi conquisterà il nuovo mondo?


sabato 4 luglio 2020

Il coronavirus negli Stati Uniti

Se in Italia la diffusione del virus ha rallentato e le persone sono quasi tornate alla normalità, qui in Usa la situazione è ancora incerta. In Connecticut siamo in una graduale fase di uscita, più avanzata rispetto a New York, e molti locali, ristoranti, negozi e uffici hanno riaperto seppur con tutte le dovute precauzioni, come l'obbligo di indossare la mascherina e mantenere il social distancing. In altri stati i contagi stanno di nuovo aumentando.

Io sono tornato in ufficio ma credo che ci vorranno mesi per tornare alla normalità. Per me non è facile indossare la mascherina per circa 10 ore al giorno tra treno, metro, e ufficio, ma seguo le regole dello stato e della mia compagnia.

A mente fredda faccio delle considerazioni sui primi mesi con questo ospite sgradito e sulle differenze in cui abbiamo vissuto la pandemia in Usa e in Italia con il disclaimer che è sempre lo stesso: Non voglio fare polemiche. Mi piace solo rilevare differenze culturali e curiosità. Ok sulle notizie dei quotidiani italiani sugli Usa ho una lieve vena polemica...

Ma iniziamo dalla quarantena.
In Italia, con mia grande sorpresa, le autorità sono state severe e rigorose, sicuramente più di quelle americane. La quarantena è stata obbligata e chi voleva uscire doveva munirsi di autocertificazione. Dopo un bel periodo di solidarietà tra le persone in cui tutti cantavano sui balconi e facevano gli applausi simbolico a medici e infermieri, si è creato un clima diverso, più sospettoso, tra controlli e multe per chi non rispettava le regole e cittadini che sputavano odio contro chi non rispettava le regole. Mi hanno fatto sorridere i video de video amatori indignati che scendevano in strada a riprendere i corridori nei parchi non rendendosi conto che anche loro in quel momento facevano parte dell'assembramento contro cui si indignavano. Ma direi che è normale: alla lunga una quarantena porta sempre impazienza e malumori tra le persone.

In Usa ogni stato ha deciso in piena autonomia e la sensazione complessiva è stata una quarantena non obbligata ma fortemente consigliata. E' vero che hanno chiuso tutto e hanno vietato gli assembramenti ma non ci sono state autocertificazioni, multe o poliziotti che sgridavano i cittadini se stavano in giro o peggio ancora senza mascherina. Credo che sia impossibile obbligare a stare in casa per legge e quindi non ci hanno provato nemmeno. Ora che stanno riaprendo, nei locali pubblici c'è l'obbligo di indossare la mascherina e di rispettare il social distancing. I ristoranti hanno aperto solo all'aperto e con distanze tra i tavoli. Molti negozi hanno riaperto mentre altri ricevono i clienti solo per appuntamento oppure per consegnare velocemente gli ordini fatti online. Specialisti o dentisti ti misurano la febbre in macchina e ti fanno entrare nello studio medico solo dopo che hai compilato un modulo in cui confermi che non hai sintomi riconducibili al virus.

Ma veniamo a ciò che mi ha più colpito negli ultimi mesi: il modo in cui i media italiani hanno raccontato la pandemia in Usa. Ho notato che molte notizie sono state modificate ad arte vuoi per sensazionalismo, vuoi per superficialità o poca conoscenza degli Usa o per puro e semplice antiamericanismo.
Ecco alcuni esempi:

1)
HANNO VOLUTO FAR CREDERE
che ad Hart Island fossero state create fosse comuni perché i morti per il coronavirus stavano aumentando inesorabilmente, come se gli ospedali newyorkesi fossero pieni di cadaveri a causa del loro sistema sanitario discutibile e quindi l'unica soluzione era seppellirli in fosse comuni.
IN REALTA'
gli ospedali di New York hanno retto benissimo (anche io avevo dei dubbi ma mi sono ricreduto). Hart Island è una piccola isola in cui da decenni vengono seppelliti i corpi di chi muore in solitudine senza che il corpo venga reclamato dalla famiglia e possa organizzare il funerale. Quindi non si tratta di fosse comuni legate al virus e ad essere precisi non si tratta neanche di "fosse comuni" perché i corpi non vengono ammassati in delle fosse ma vengono seppelliti in delle bare di legno. Verto non sono belle immagini ma fosse comuni vuol dire qualcosa di diverso. Purtroppo come sempre in questi casi la notizia "Fosse comuni a New York" ha fatto il giro del mondo e pochi si sono documentati su cosa sia davvero Hart Island.

2)
HANNO VOLUTO FAR CREDERE
che in Usa tutti stessero comprando armi e si è rischiata una pericolosa guerra tra bande. Ci ha messo del suo l'influencer Clio Makeup che si trovava a NYC ed era prossima al parto. Dopo aver letto qualche quotidiano italiano (supposizione mia) è andata in panico dicendo che a NYC tutti stavano acquistando armi e non si sentiva sicura. E' quindi scappata in Virginia, dove ha partorito. So di molti genitori di italiani che vivono a NY che hanno telefonato i figli per sapere se davvero NY fosse così pericolosa in quel periodo.
IN REALTA'
E' vero che molti americani hanno acquistato armi e munizioni, come spesso accade in questi periodi di incertezza, ma solo in alcuni Stati. Ovvio fa notizia la foto di una fila di americani fuori a un negozio di armi in un paesino del Texas. Ma si tratta del paesino del Texas... a NYC neanche esistono i negozi di armi.

3)
HANNO VOLUTO FAR CREDERE
(questa è la più bella!) che in Usa fosse scoppiata la mania dei covid party, feste alle quali si partecipa prendere il virus in modo da superarlo e sentirsi più tranquilli dopo la guarigione.
IN REALTA'
nessun boom o mania. Si è trattato di due feste nel paesino sperduto di Walla Walla nello stato di Washington. Le autorità hanno inizialmente sospettato che avessero organizzato queste feste con l'intenzione di contrarre il virus, o almeno provarci, ma dopo qualche giorno hanno ritrattato dicendo di non avere le prove di questa loro supposizione. Ma come sempre pochi avranno letto bene la seconda notizia. Nell'immaginario collettivo il boom c'è stato in ogni stato e in ogni città e gli Americani sono i soliti deficienti irresponsabili.

4)
LE NOTIZIE COMPLOTTISTE hanno messo il carico da 90 in questo clima contraddistinto da migliaia di notizie false e tendenziose. Anche persone che reputavo intelligenti hanno diffuso notizie in cui si sostiene che il virus è legato al 5G, che il virus è stato diffuso di proposito per vendere i vaccini, che il virus è stato creato di proposito per vaccinarci e iniettarci di nascosto un microchip per controllarci, che il virus è stato diffuso dal cattivissimo Bill Gates, il nuovo Satana.

Anche per queste ragioni qualche settimana fa ho deciso di cancellare il mio account Fb, un social ormai pieno di notizie false e teorie cospirazioniste, in cui la gente litiga e si offende. Fondamentalmente un social che sempre mi deprimeva e mi rubava tempo.

Ma sono tempi interessanti anche se molto incerti. What will be next?

sabato 13 giugno 2020

American Factory, Tiger King e Wild Wild Country

In questo periodo di quarantena  ho letto molti libri e ho visto molte serie tv, film e documentari.

Vorrei consigliarvi tre documentari legati agli Stati Uniti e agli aspetti meno conosciuti che amo definire della "vera America", quella che si vede meno in tv o su internet ma che sono per me più interessanti perché raccontano dell'America più vera e genuina, di provincia. Magari li avete visti tutti e tre comunque ve li consiglio.

Sono tutti su Netflix, beh Netflix Usa, credo che Netflix Italia non abbia sempre gli stessi titoli.

1) American Factory (2019)
Ha vinto l'Oscar come miglior documentario quest'anno. E' la storia, vera, di una fabbrica della americanissima General Motors, in Ohio, che qualche anno fa chiuse i battenti a causa della crisi e lasciò senza lavoro centinaia di famiglie. Pochi anni dopo, la fabbrica venne inaspettatamente rilevata da investitori cinesi che la rimisero in piedi e riassunsero molti operai che erano stati licenziati. I nuovi proprietari fecero arrivare dalla Cina decine di managers, supervisors e operai e così operai americani e cinesi si trovano fianco a fianco a lavorare nella stessa fabbrica in uno strano connubio di mentalità e concezioni del lavoro. Ovviamente molto diverse.
Gli Americani si mostrarono riconoscenti verso i nuovi proprietari cinesi che gli avevano ridato un lavoro ma fu subito evidente che qualcosa non era più lo stesso. Le retribuzioni e i diritti non erano quelli del periodo della gestione americana e con il passare dei mesi le due culture andarono in collisione. Non voglio fare spoiler ma è interessante perché mostra quella parte di America che fa fatica ad andare avanti,  e anche la rabbia di chi vede ormai quasi tramontato il sogno americano di qualche decennio fa. Forse sono proprio milioni di persone deluse dal sogno infranto che votarono per il "Make America Great Again" del 2016. La domanda è: sono rimasti delusi anche da questi 4 anni di presidenza Trump? Non è facile capirlo e molti eventi imprevedibili stanno accadendo in queste settimane. Ma capiremo di più a novembre.

2) Tiger King (2020)
E' un documentario ha appassionato moltissimi in Usa soprattutto all'inizio della quarantena. E' una serie in 8 episodi e racconta la storia (vera) di Joe Exotic, un operatore di zoo do grossi felini, accusato di sfruttamento di animali selvatici. Joe Exotic è un personaggio eccentrico, eclettico, e rissoso, che si è attorniato di personaggi altrettanto eccentrici e che ha anche una acerrima nemica, che come lui è abbastanza losca, e con la quale ingaggia una vera e propria lotta per anni.
Interessante, uno di quei documentari che ti fa pensare: che personaggi vivono in America!


3) Wild Wild Country (2018)
E' stato per me il documentario più interessante tra quelli visti negli ultimi anni. Forse perché da sempre mi interessano religioni, culti, sette e predicatori ma è una storia che mi ha davvero tenuto incollato alla sedia per i vari colpi di scena.
E' la storia di una setta di Osho che dall'India decise di andare a impiantare una nuova comunità in una remota area dell'Oregon. Qui dopo aver acquistato una proprietà immensa, costruiscono dal nulla una vera e propria cittadina. Ma il piccolo comune vicino non vede i nuovi arrivati di buon occhio. La  convivenza non è pacifica. Riuscirà una comunità a mandare via l'altra? Anche in questo caso per gli eventi accaduti superano ogni immaginazione. Only in America.

venerdì 5 giugno 2020

Le altre tappe nel Maine: Portland e Bangor

L'esperienza nei boschi del Maine è stata la parte centrale del viaggio, preceduta da un giorno a Portland e seguita da un giorno a Bangor.
Portland è una cittadina di mare che non mi ha entusiasmato. E' vero che l'ho visitata in un pomeriggio uggioso e c'era poca gente in giro ma a parte una stradina con i sanpietrini immortalata in tante cartoline non c'era molto altro da vedere. E per un italiano una stradina con i sanpietrini è cosa normale ma posso capire che per loro possa dare una sensazione di storico contrapposto al moderno. Poco fuori Portland però c'è un luogo che volevo visitare da tempo, un simbolo del Maine ma anche di tutto il New England e che probabilmente avrete visto spesso in foto o in qualche film.
E' il il faro più famoso di tutti: il Portland Head Light di Cape Elizabeth.


Dopo aver visitato il faro sono andato nei boschi del Maine, come raccontato nei tre post precedenti.
Dopo i boschi di The Forks sono andato a Bangor, a 4 ore di macchina. Bangor è una piccola cittadina come tante in cui normalmente si capiterebbe solo di passaggio e non per turismo. Ma ha una caratteristica particolare: è il paese in cui vive Stephen King ed è proprio lì che ci sono molti luoghi dei suoi romanzi e dei film tratti dai suoi romanzi, come ad esempio quelli di IT.

La mia adolescenza è stata accompagnata da scrittori come Poe, Lovecraft e soprattutto King.
Misery, IT, Stand by Me, Ossessione, Carrie mi hanno portato nella provincia americana che ho sempre amato, forse più delle metropoli come Los Angeles, San Francisco e New York. Va beh, diciamo a pari merito con New York.
Quindi girare per i luoghi che avevo solo immaginato è stato speciale.

La prima tappa è stata la statua del boscaiolo simbolo del folklore americano: Paul Bunyan. Chi ha visto IT 2 sa che questa statua prende vita...



Nel pomeriggio ho fatto lo Stephen King Tour. Un piccolo autobus ha portato me e una decina di fan di King in giro per i luoghi del re dell'horror. La guida ci ha mostrato luoghi "kinghiani" e ci ha raccontato aneddoti interessanti.

Il cimitero in cui hanno girato una scena di Pet Semetery e in cui King era solito passeggiare anche per prendere spunto per i nomi dei suoi personaggi. Queste lapidi gli diedero lo spunto per i nomi di George di IT e Carrie del romanzo omonimo.






Il luogo che ha dato ispirazione alla scena del lancio nel lago dei ragazzini di IT e la Rock Station fondata da Stephen King:


Il retro e l'interno del piccolo bus dello Stephen King Tour.
Il tombino a pochi passi dalla casa di King che ha dato ispirazione alla scena iniziale di Georgie con il clown Pennywise.





L'acquedotto di molti racconti e film e la panchina a pochi passi da esso in cui King da giovane era solito trascorrere molte ore con un block notes per buttare giù appunti per qualche nuovo racconto o romanzo.


Purtroppo la guida ha fatto passare solo una foto perché quel giorno non era possibile visitalo: il prefabbricato in cui King da giovane visse in estrema povertà con sua moglie. Qui abbozzò la storia di Carrie ma non soddisfatto gettò il manoscritto nel cestino. La moglie lo recuperò e gli disse di lavoraci su perché era molto buono. King lo fece, il romanzo venne pubblicato (con un compenso stratosferico per un primo romanzo, 400mila dollari) e diede inizio alla sua carriera. Poco dopo lasciò il prefabbricato per trasferirsi in un appartamento più comodo.


E infine davanti casa del  re dell'Horror con tanto di cancello dark ma anche ironico, con ragni e pipistrelli:





Il giorno seguente sono tornato in Connecticut contento di questa mia prima vacanza da solo. "Solo traveling" lo chiamano, e se a molti può sembrare strano, devo dire che è un modo interessante di viaggiare e che forse ripeterò.


giovedì 16 aprile 2020

La mia esperienza nei boschi del Maine - Parte 3 -

Il terzo giorno è stato il più particolare.
Mi sono svegliato presto, ho fatto colazione e sono andato al lago Moxie a quasi un'ora dal resort.  



Poi sono andato a una mezz'ora di macchina a fare un percorso a piedi lungo il fiume Kennebec.





Dopo di che ho controllato l'orologio ed erano appena le 10am! Poiché non c'era molto altro da fare in zona ho comprato un panino in una stazione di servizio, isolata nel nulla, sono tornato al resort e ho deciso di trascorrere il resto della giornata nella mia cabin. In onore a Stephen King la cui cittadina, Bangor, avrei visitato il giorno seguente, mi sono messo a leggere "Ossessione" che avevo iniziato prima di partire e che tra parentesi è difficile reperire in commercio perché venne messo fuori produzione per volere dello stesso scrittore a seguito di alcune stragi nelle scuole americane. Io lo ho acquistato su Ebay. Dopo una paio d'ore l'avevo finito! Incredibile quanto si riesce a leggere senza distrazioni.

Ho guardato l'orologio ed era ancora l'1pm. Avevo davanti a me un'intera giornata. Mi sono messo a dormire. Mi sono svegliato alle 2Pm. 
Avevo ancora una montagna di tempo davanti a me. Una sensazione stranissima come un dono prezioso che non sai come usare. Erano anni che non avevo così tanto tempo libero tra le mani e l'assenza di internet lo rendeva ancora più esteso. Ho acceso il portatile e mi sono messo a scrivere. Ho scritto qualcosa per il blog, ho abbozzato racconti e ho scritto, a mò di diario, alcuni episodi del passato. Mi piace molto scrivere e il sogno nel cassetto è pubblicare racconti o romanzi, un giorno chissà. Quel pomeriggio continuavo a scrivere senza fermarmi. Forse una quindicina di pagine nel giro di tre ore. Mai stato così produttivo. In altri temi avrei avuto la distrazione di Fb, Instagram, Whatsapp, Messenger e quelle pagine le avrei scritte in due settimane. Quell'infinità di tempo è stata un'esperienza preziosa quasi un'esperienza mistica. Allora è così facile riconquistare il tempo! Basta isolarsi un pò lontano da internet e il tempo torna nelle tue mani. 

Era circa le 5 pm e non sapevo che fare. Il libro lo avevo finito, avevo scritto tanto e se avessi avuto la chitarra mi sarei messo a suonare per ore. Ma ero pienamente soddisfatto così ho acceso la TV e stranamente non mi sono sentito "in colpa", il digital detox poteva considerarsi compiuto e per curiosità ho iniziato a fare zapping. Ricordo ancora cosa passava in Tv quel pomeriggio.

Su un canale raccontavano la storia di una ragazza il cui account di Facebook era stato hackerato e l'hacker ha iniziato a offendere a suo nome tutti i suoi amici. La ragazza hackerata ha perso molti amici ma ha iniziato a indagare con l'aiuto dei conduttori della trasmissione simile a Le Iene. Dopo varie ricerche hanno scoperto che l'hacker era una ragazzina e sono andati a casa sua. La tizia era una ragazzina viziata e con problemi mentali che ha continuato ad offendere la ragazza hackerata dicendo che lo aveva fatto per divertimento e non provava rimorsi. Alla fine l'hanno fatta ragionare e chiesto scusa ma si capiva che in realtà non aveva capito di aver rovinato per mesi la vita della sua coetanea.

Ho cambiato canale: Jerry Springer. Due donne erano pronte a picchiarsi. Il ring era una grande piscina di gomma che bisognava riempire. Le opzioni erano su una ruota della fortuna. Il conduttore ha girato la ruota che si è fermata su Jelly. La piscina è stata riempita di un liquido giallastro melmoso ed è iniziata la lotta. Le due donne si picchiavano tirandosi per i capelli e scivolando più volte. 

Ho cambiato canale. Un tizio spiegava le meraviglie del Power Smokeless Grill a una signora. Solo $39.95 ed è una griglia che puoi usare in casa perché ha un sistema di aspirazione interna del fumo. La signora incredula. Se non si preme il bottone il fumo si diffonde per casa, ma va bene, c'è a chi piace l'odore d'arrosto  ma se si preme il bottone il fumo viene risucchiato nel grill come un'aspirapolvere, o meglio un aspirafumo. Amazing! Amazing! Tutto era incredibile ed amazing. Erano davvero bravi nel loro mestiere.  E' questa l'essenza del marketing americano.
Poi ho spento.

Mi avevano fatto venire fame e così ho fatto un giro in un altro supermercato a un'ora di macchina percorrendo la strada "scenica" lungo il Kennebec. Ho comprato del cibo e sono tornato alla cabin. Erano arrivate le 8 pm. Che giornata interessante. Il giorno dopo sarei partito per Bangor.