martedì 6 ottobre 2020

Eddie Van Halen

Hai 18 anni e suoni la chitarra elettrica da pochi mesi. Ti sei da poco appassionato al rock e al metal e i tuoi idoli sono subito diventati quei chitarristi che suonano a livelli estremi: Joe Satriani, Steve Vai, Nuno Bettencourt, Yngwie Malmsteen, John Petrucci ma sopratutto Eddie Van Halen. Li chiamano chitarristi "virtuosi".

Compri tutti i cd dei Van Halen e resti sempre più incredulo quando ascolti gli assoli di Eddie. Ti metti a suonare ad ogni ora della giornata ma dopo qualche mese ancora non riesci ad emularlo. Troppo presto. Devi ancora sudare su quella chitarra. Compri corsi, metodi di chitarra rock, e studi su decine di tabulature, mandi indietro gli assoli sulle videocassette per capire come mettere meglio le mani per rendere al meglio la tecnica del tapping e dopo un pò inizi anche a migliorare ma ma sei ancora lontano dalla perfezione tecnica di quei mostri.

Ma come diavolo fanno a suonare così? Te lo chiedi spesso. D'altronde sembrano solo dei ragazzi un pò più grandi di te, con i loro giubbotti di pelle borchiati e i capelli lunghi ma con la stessa passione per la musica, i concerti dal vivo e la buona birra. Sembra che stiano sempre fuori a divertirsi, sono ragazzi normali come te, e non ti spieghi come abbiano fatto ad arrivare a quei livelli.

Leggi riviste musicali e tutte le interviste ai tuoi idoli e scopri il segreto: questi ragazzi se ne stanno in casa a suonare anche 10-12 ore al giorno. Decidi che farai anche tu lo stesso e la chitarra diventa il tuo mondo. Vieni a sapere che in un paese a 50 Km dal tuo c'è un ragazzo che suona come Malmsteen, Steve Vai e Van Halen. Lo ascolti suonare in un pub con la sua band ed è davvero così, incredibile, probabilmente il migliore chitarrista del sud Italia. Chiedi se può darti qualche lezione ed accetta. Vive in un prefabbricato con sua madre, in una zona malfamata ma non ti fai intimorire, la voglia di imparare tutti i segreti della chitarra è più forte di te. Vai da lui in bus, una volta a settimana, 1 ora per andare e 1 ora per tornare. Resti a bocca aperta quando lo vedi suonare e ti chiedi come mai un musicista così bravo sia praticamente sconosciuto in Italia e ti rispondi che siamo appunto in Italia e non è facile emergere. Poi scopri anche che ha dei seri problemi di depressione e forse per quello non ha mai avuto la forza di uscire dal suo guscio. Nonostante questo in quei mesi ti insegna moltissime cose. 

Continui a imparare e formi una band con tuo fratello e i tuoi amici. Riuscite a suonare anche pezzi difficili tra i quali Jump dei Van Halen che in realtà non è proprio difficile ma la parte di assolo...beh per suonarla bene ci vuole ancora pratica. Però vi divertite. E sono tra gli più belli della tua vita. Suonate in una casa isolata in campagna e il sabato sera ragazzi e ragazze della zona passano lì per sentirvi suonare. Vengono anche dai paesi vicini. Se vengono per la musica o perché è l'unico ritrovo in zona dove si può fare l’alba poco conta. Però ci dicono che siamo bravi. Gli passano sereni tra rock, grunge, hard rock e heavy metal. Sono gli anni 80, e quelle band americane e quei chitarristi ti fanno venire voglia di trascorrere degli anni nella loro America, piena di energia e vitalità, come la loro musica.

Poi arriva l'università e ogni componente del gruppo prende la sua strada. Suonate ogni tanto quando tornate al paesino. La chitarra la suoni sempre meno, purtroppo non hai più tempo. Inizia la vita vera, una laurea e un buon lavoro, si spera. Ma sono stati anni indimenticabili.

20 anni dopo ti trovi a Grand Central. Vivi ormai da tempo in America. Sali sul treno diretto in  Connecticut e ricevi un messaggio da un amico: E' morto Eddie Van Halen. La notizia ti rattrista in un modo inatteso. Sono passati 20 anni dal quando la musica e quei chitarristi erano la tua vita. E i tuoi sogni ora sono cambiati, più che sogni sono desideri, aspettative. Ormai da tempo non ami la vita da pendolare, il lavoro di ufficio dalle 9 alle 5, e ti scervelli per trovare una qualche via d'uscita. Ti rendi conto che il tempo scorre e non va più indietro. Certo, alla fine non vivi male: un lavoro discreto, un appartamentino e una vita serena in America. Però qualche sogno ce l'hai ancora. Diventare scrittore e magari pubblicare un romanzo? Ma di tempo ne hai poco e realizzi che 20 anni prima potevi dedicare più ore ai tuoi sogni. Ma alla fine va molto bene così. Una vita serena in un luogo che ami.

È solo che oggi Eddie ti ha riportato indietro nel tempo. Arrivi a casa e prendi in mano la chitarra, attacchi il jack all'amplificatore e suoni "316", in onore di Eddie e immagini di essere al Madison Square Garden. Non è una delle sue musiche più famose ma è una musica serena, come la tua vita. 

E ti riporta agli anni in cui i sogni erano davanti, e non dietro. Grazie Eddie per la tua musica e per i ricorsi. Che la terra ti sia lieve.  



1 commento:

  1. Che dire ? Tanti, ma tanti like...
    Non somo mai stato un fanatico di musica, ma comprendo bene le sensazioni e nostalgie che si provano pensando a certe cose del passato (o meglio, sei tu che le hai fatte comprendere bene)
    Un saluto

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