domenica 31 dicembre 2017
Il customer service italo-americano
giovedì 14 dicembre 2017
La storia di Babbo Natale
Ma serviva anche un personaggio che punisse i bambini che si erano comportati male durante l’anno, e la figura di Gesù non era adatta allo scopo.
Assunse quindi importanza una figura pre-cristiana del folklore germanico già associata a San Nicola in qualità di suo servo-aiutante: Krampus, un demone dall’aspetto caprino, dalle corna appuntite e con una lunga lingua rossa che va in giro la notte del 5 dicembre con un fascio di rami secchi in cerca di bambini cattivi. Krampus può limitarsi a lasciare un ramo secco come dono ai bambini cattivi ma può decidere anche di rapirli, gettarli in un fiume o mangiarli.
Nel 1822 Clement Clark Moore scrisse una poesia per i propri figli intitolata A visit from Saint Nicholas, anche nota come The Night Before Christmas, che ebbe un grandissimo successo e venne pubblicata su diversi giornali. Moore modificò le figure tradizionali di San Nicola e SinterKlaas dando loro dei tratti di un allegro elfo panciuto dalla barba bianca che entra in casa di notte attraverso il camino.
Nel 1862 l’illustratore Thomas Nast ne diede un’immagine ancora più definita sulla rivista Harpers Weekly raffigurandolo come un omone panciuto con abito rosso, con risvolti di pelliccia bianca, che vive al polo nord e si muove con una slitta trainata da 8 renne. Nacque così il Santa Claus che tutti conosciamo la cui immagine venne fissata in modo definitivo da un’importante campagna pubblicitaria della Coca Cola del 1931.
Santa Claus nacque quindi in Turchia, si spostò in Europa, emigrò negli Stati Uniti, e ritornò in Europa. La trasformazione da San Nicola a Santa Claus è durata molti secoli e contrariamente all’immagine consumista che ha assunto negli ultimi decenni è una figura molto più legata alle origini cristiane di quanto si possa pensare immaginare. Buon Natale a tutti.
domenica 10 dicembre 2017
Chi si ferma è perduto
giovedì 7 dicembre 2017
Ugly Christmas Sweaters
E, da appassionato della prima stagione di Stranger Things e di videogiochi anni 80, eccone due che potrei acquistare:
mercoledì 29 novembre 2017
Cinquecentomila!
Non è facile per un blog toccare quota mezzo milione perchè non si tratta di un canale YouTube che si avvale di video e contenuti più immediati. Vuol dire che apprezzate i miei post e per questo ringrazio tutti, sia chi mi segue da tempo, sia chi mi segue da poco.
Grazie a tutti e stay tuned for more updates.
Dialogando sul Black Friday
Dovete rimboccarvi le maniche e poi le soddisfazioni arriveranno.
Devo solo ritenermi fortunato di essermi salvato all'ultimo secondo andando via dall'Italia prima che fosse troppo tardi, riuscendo a conquistare a fatica un minimo di serenità economica.
martedì 28 novembre 2017
Il contante è per gli spacciatori
Gli Americani sono pragmatici. Usano le carte di credito perché avranno soldi indietro, se preferiscono il contante riceveranno...niente. Poiché carta di credito è sinonimo di vantaggi ai loro occhi chi usa ancora il contante lo fa per due semplici motivi:
1) L'istituto di credito non gliela ha concessa (e la cosa è sospetta perché le concedono a tutti ma proprio tutti).
2) E' spacciatore o qualcuno che traffica nell'illegalità e deve pagare in modo non tacciabile.
Questa divertente meme natalizia spiega bene questa interessante caratteristica americana.
Carta di credito=persona normale
Banconote da 20=persona sospetta
sabato 11 novembre 2017
Mangiare sul divano in America
domenica 29 ottobre 2017
La storia del mio vicino "Joe"
Io vado in macchina al lavoro ogni giorno e per accompagnarlo dovrei svegliarmi un'ora prima e allungare il tragitto di oltre 30 minuti, se non c'è traffico, ma è un vicino in difficoltà e quindi gli dico ok. E così il lunedì mattina sale in macchina e iniziamo a chiacchierare, anche perché non lo conosco molto bene. Joe lavora come manager in un fast food ha circa 60 anni e mi racconta che quando era ragazzino i suoi genitori avevano una pizzeria al Bronx e lui dava loro una mano quando poteva. In quel periodo il Bronx era molto pericoloso e poiché i genitori non volevano rischiare che si trovasse in una rissa o a una sparatoria, chiesero a un amico che lavorava per un'importante azienda finanziaria se riusciva a fargli ottenere un lavoro. Lo fece assumere come addetto alla mail room al primo piano di un grosso palazzo a Joe iniziò letteralmente "dal basso" a distribuire e smistare lettere e poi con gli anni riuscì a salire di piano e di posizione fino a diventare uno dei dirigenti, con uno stipendio di ben 130mila dollari l'anno. Bella l'America di 20-30 anni fa. Joe si sposò con una bella donna, ebbe due figlie, acquistò una grande casa con tre garage in cui c'erano macchine costose tra cui una Ferrari e per un certo periodo visse una vita piuttosto agiata. Dopo poco tempo iniziarono i problemi con sua moglie che gli chiese il divorzio e dopo molti litigi, cause, avvocati, spese legali per oltre 180mila dollari (!) dovette vendere la casa e dividere tutto ciò che aveva con sua moglie.
A questo punto il suo ragionamento non mi è molto chiaro ma questo è ciò che mi ha detto. Decise di lasciare il lavoro in finanza per aprire un ristorante, a quanto pare, per evitare che la moglie venisse a sapere dei suoi guadagni e darle meno soldi possibile. Evidentemente con un ristorante riusciva meglio a nascondere le sue entrate. Fu un cambio strano, dalla finanza alla ristorazione, ma in America si cambia binario e carriera con disinvoltura e Joe aveva comunque già un po' di esperienza nel mondo della ristorazione e quindi perché no? Inizialmente il ristorante andò bene ma un giorno un poliziotto e un pompiere in pensione decisero di aprire un altro ristorante proprio di fronte al suo. Diversamente da Joe, il poliziotto e il pompiere erano residenti di quel paese e conoscevano tutti, riuscirono a mettergli i bastoni tra le ruote grazie alle loro conoscenze e infatti molto stranamente i controlli della polizia all'uscita del suo ristorante (solo al suo) si intensificarono. I poliziotti controllavano se i clienti avevano bevuto troppo e la sola macchina della polizia sempre parcheggiata lì fuori iniziò a scoraggiare molti clienti che per non avere problemi iniziarono a disertare il suo ristorante. Gli affari iniziarono ad andare male e dopo pochi anni Joe chiuse il suo ristorante. Ripeto che non tutto ciò che mi ha raccontato mi ha totalmente convinto ma andiamo avanti.
Joe torna al mondo della finanza con un'altra importante azienda finanziaria ma questa volta dura pochi anni perché arriva la crisi del 2008. Devono tagliare sulle spese e sul personale e quindi decidono di mandar via i più anziani.
Così torna si nuovo alla ristorazione e da allora lavora come manager del fast food con uno stipendio di 55K l'anno, si ridimensiona sempre più e va a vivere in affitto in un piccolo appartamento. Niente più casa e niente più macchine di lusso. Appartamentino in affitto (vicino casa) e una machina scassata che sta spesso dal meccanico.
Continuo su Joe in un altro post, ma non prendetelo troppo in simpatia. La sua storia è certo una parabola discendente che farebbe dispiacere a tutti ma Joe ha come tutti i suoi lati oscuri, le sue zone d'ombra, e ve ne parlerò in un altro post.
Di tutta la sua esperienza mi ha incuriosito e fatto pensare molto l'ultima parte, quella in cui viene licenziato perché non è più un ragazzino e la sua compagnia preferisce tenere i giovani e mandare via i più anziani. Non è la prima volta in cui sento storie come questa. Qualche tempo fa una signora che lavora in palestra mi raccontava che fino a pochi anni prima lavorava per una importante compagnia di gioielli ma arrivata a una certa età ha dovuto far spazio ai giovani e se ci penso bene anche quando lavoravo a CVS come cassiere ho subito notato una cosa curiosa, praticamente, i colleghi cassieri erano o ragazzi molto giovani o anziani si 60, poco più poco meno. Parlando con gli "anziani" scoprii che quasi tutti avevano un lavoro migliore solo pochi anni prima ma poi per un motivo o per un altro avevano dovuto far spazio ai giovani e cercare un altro lavoro, o più lavori part time, e ridimensionarsi.
Non si può generalizzare e a quanto pare questo avviene più frequentemente nella zona della East Coast però è una costante che ho ritrovato spesso tra i lavoratori di una certa età.
Anche se i tempi sono cambiati in questo Paese esiste ancora la meritocrazia e quindi il giovane volenteroso, che si impegna e dimostra di essere valido, dopo poco tempo ottiene degli aumenti e dopo molti anni il suo stipendio sarà molto più alto rispetto ai primi anni. L'impiegato anziano, con esperienza, guadagna quindi molto di più del giovane neo laureato ma questa è un'arma a doppio taglio: in tempo di crisi la compagnia preferisce sbarazzarsi dell'anziano per fare spazio a un giovane molto più economico. Ok, bisognerà fargli un training e insegnargli un po' di cose ma il giovane ha energia e voglia di fare e quindi il cambio è vantaggioso. L'America non è un paese per vecchi ma neanche per anziani.
sabato 21 ottobre 2017
Periodo di incognite e decisioni da prendere
Quindi, che fare?
Ho iniziato a vedere degli appartamenti più vicini a New York ma i prezzi sono altissimi pur volendosi accontentare di un piccolo monolocale. L'opzione meno onerosa è restare dove sono e viaggiare coi mezzi ma senza un aumento di stipendio dovrò davvero tirare la cinghia. Ho chiesto al capo già da quasi un anno ma dopo tante belle parole, apprezzo il tuo lavoro, non ti preoccupare, proporrò un buon aumento, avrò una risposta a fine mese (più volte smentita) sono ancora qui che aspetto. La decisione, dice, va presa dalla sede centrale ma io inizio a nutrire i miei dubbi perché è un tipo poco affidabile, rigira tutti con le parole con i suoi modi suadenti da avvocato, fa sempre promesse a tutti che poi regolarmente non mantiene e insomma è tutto un Aspettando Godot, l'aumento annunciato che non arriva mai.
Comunque la Florida ha il suo bel fascino e i miei amici sono stati simpaticissimi e disponibili. Mi hanno portato in giro e mi hanno fatto capire meglio come si vive lì: i costi, la vita lavorativa, la vita quotidiana, il tempo libero, i paesaggi naturalistici. La cosa che più mi intriga della Florida sono i prezzi delle case. Ho da parte dei risparmi che posso usare come base per l'acquisto di un appartamento. Ora, con questa cifra in zona New York e dintorni potrei pagare solo la metà di un piccolo appartamento e per il resto dovrei accendere un mutuo trentennale. In Florida con la stessa cifra riuscirei a comprare una casa (una casa, non un piccolo appartamento!) senza neanche ricorrere a un mutuo o comunque un mutuo molto basso. Il problema è il lavoro...ma riassumo qui i pro e contro della Florida.
Costo per l'acquisto di un appartamento o una casa molto più bassi.
Potrei comprare una bella casa senza bisogno di un mutuo.
Tasse per la casa più basse.
Quindi per il momento ho messo in pausa anche il "progetto Florida" e mi sono messo a studiare per la certificazione Microsoft che può tornare utile per il prossimo futuro. Penserò a tutto a inizio 2018.
Voi cosa ne pensate?
domenica 16 luglio 2017
Sapiens: Da Animali a Dei
venerdì 14 luglio 2017
La guerra degli YouTuber Italiani all'estero
Ne sono nate scaramucce, video acidi contro alcuni difetti dell'altro, video di risposta, finché sono iniziati a volare gli stracci e all'improvviso è scoppiata una guerra di tutti contro tutti tra nuovi fronti aperti ogni giorni, nuove battaglie e nuove alleanze. Chi attaccava, chi ignorava gli attacchi, chi si difendeva, chi si è sentito in causa, chi ne è stato tirato dentro per i capelli, chi è voluto restarne fuori, chi è andato via ignorando tutto e tutti. Poi le acque si sono apparentemente calmate, o forse è solo una breve tregua. E' stato uno spettacolo interessante ma in definitiva molto triste che mi ha fatto riflettere sul fagotto che noi Italiani ci portiamo addosso anche quando ce ne andiamo all'estero: l'invidia, la lamentela, l'arroganza, la litigiosità. Tutte nel fagotto che proprio non riusciamo di gettare a mare.
Ora capisco meglio e devo amaramente dare ragione agli Americani quando cercano di imitarci. Fateci caso a come ci imitano. Ai loro occhi siamo persone litigiose che alzano la voce e sono sempre pronti alla rissa. E quale è infatti il gesto simbolo che per loro rappresenta l'italiano? Quello del Che diamine vuoi? Ma il fagotto di invidie e litigiosità non ce lo portiamo addosso solo noi neo-arrivati. Anche gli Italo-Americani di vecchia generazione, arrivati qui negli anni 70, ne sanno qualcosa. Ne ho frequentati molti e ho notato che anche loro quando parlano sono pieni di invidia, di astio, di disprezzo verso gli altri Italo-Americani, parenti e amici, e non perdono occasione per parlarne male.
Eppure gli Americani non sono così, e raramente vedo in loro questa forte concentrazione di astio e negatività.
Sempre restando su YouTube, seguo anche alcuni canali di ragazzi americani che vivono in Italia e le differenze son palesi. Non si conoscono tra loro, non si cercano, non si mettono in competizione, non si lanciano frecciatine, non litigano e non polemizzano. Sempre sorridenti, simpatici, solari vanno avanti per la propria strada e raccontano l'Italia con entusiasmo e positività.