mercoledì 29 novembre 2017

Dialogando sul Black Friday

Un paio di giorni fa chiacchieravo con il ragazzo americano di mia cugina. Un ragazzo in gamba, con una buona cultura e la passione per la politica americana e internazionale. Parlavamo del Black Friday che da pochi anni è diventata tradizione anche in Italia al che lui mi dice che ha sentito che in Germania e in Italia i lavoratori di Amazon hanno scioperato proprio il giorno del Black Friday. Lo diceva con una lieve punta di indignazione anche perchè dal suo punto di vista americano una cosa del genere non è si è mai vista. Uno sciopero totale proprio il giorno del Black Friday? Ma sono pazzi questi a mettere in difficoltà l'azienda proprio il giorno più importante dell'anno? Questo sembrava dire dal tono di alcune sue espressioni.
Lo so - rispondo - ma, bisogna comprenderli, i loro salari sono molto bassi, sui 1200 euro netti al mese, a quanto pare.
E lui, secco: Si ma nessuno li obbliga a lavorare li. Se non gli va, possono sempre cambiare e trovare un altro lavoro. 

Questa risposta mi ha fatto riflettere ancora una volta sulle differenze tra Italia e Stati Uniti in ambito lavorativo. Negli Stati Uniti in effetti funziona così: non ti piace il lavoro, il capo, i colleghi? Pensi di meritare uno stipendio più alto? Bene, resisti un pò, chiedi un aumento o migliori condizioni senza paura, vedi cosa succede e se le cose non cambiano, vai via e trovi un altro lavoro.  Semplice, chiaro, cristallino. In Italia diremmo se le cose non cambiano, vai via e cerchi un altro lavoro. Negli Usa anche i verbi presuppongono più ottimismo. Il lavoro non lo cerchi, lo trovi, perché è ovvio che dopo una breve ricerca qualcosa troverai. In Italia è un tuffo nel vuoto. E considerando Amazon, quei 1200 non sono neanche male di questi tempi. Molti amici che vivono al Sud mi raccontano che in alcune regioni la media stipendio per alcuni lavori si è drasticamente abbassata fino a raggiungere stipendi da 500-600 euro. La cosa forte e che se tu lo dici ad Americani e (sopratutto) Italo-Americani loro rispondono: ma 600 euro...a settimana, vero? E a quel punto spunta sempre sul mio viso il solito sorriso amaro. 

Ma queste cose gli Americani e Italo-Americani non possono capirle. Amano l'Italia da cartolina e per loro è splendida quando la visitano in vacanza. Non hanno mai vissuto la quotidianità italiana, le ristrettezze economiche, la ricerca di un lavoro e come tutti costruiscono il mondo a loro immagine e somiglianza e se le cose vanno male in Italia la colpa è solo nostra. Di chi altri potrebbe essere? In America chi è disoccupato per troppo tempo lo è perché non ha voglia di lavorare, perché dovrebbe essere diverso in Italia?
Non sapete quante volte ho sentite frasi come:
Voi ragazzi Italiani non volete fare sacrifici. 
Anche se iniziate a lavorare da McDonald's se poi siete bravi, riceverete aumenti e salirete in carriera.
Dovete rimboccarvi le maniche e poi le soddisfazioni arriveranno.

Vai a spiegare che ci sono laureati che hanno buttato al vento anni di studio per lavorare in un supermercato o in una pizzeria a 800 euro al mese, se va bene, e restano li per anni senza un euro di aumento e senza alcuna speranza di fare carriera. Che futuro possono avere i giovani in Italia? E infatti chi può compra un biglietto e prova a vivere all'estero. Ogni anno 100mila giovani lasciano l'Italia, il Paese più bello del mondo. Un motivo ci sarà.

Comunque ho notato che quando Americani e Italo-Americani si convincono che la crisi italiana è davvero più nera di ciò che sembra, che gli imprenditori schiavizzano i ragazzi con stipendi da fame,  che lo Stato non riesce o non vuole controllare, loro ripartono all'attacco con delle obiezioni frequenti, molto logiche e pragmatiche: Va bene, è un periodo di crisi ma perché voi giovani non aprite un'attività? Perché volete sempre lavorare come dipendenti? Se la situazione è così brutta come dite aprite una compagnia e le cose andranno meglio.
Vagli a spiegare che le tasse strangolano le imprese e moltissime hanno dovuto chiudere proprio per non riuscire a pagarle tutte.
In realtà a questa ennesima contro obiezione loro iniziano a pensare: Eh si, i datori di lavoro sfruttano, lo Stato non fa i controlli, lo Stato sommerge di tasse i giovani che aprono attività. Ma è davvero cosi brutta la situazione in Italia? Eppure è un paese meraviglioso dove i giovani sembrano felici.
Non è una congettura perché frasi del genere me le hanno dette spesso in passato, fino al giorno in cui ho deciso di non addentrarmi più in questi discorsi. Generano solo incomprensioni e malumori.

Devo solo ritenermi fortunato di essermi salvato all'ultimo secondo andando via dall'Italia prima che fosse troppo tardi, riuscendo a conquistare a fatica un minimo di serenità economica.
Per quanto riguarda il Black Friday gli Americani sono riusciti a introdurre una nuova festa commerciale, ma chissà perché non sono riusciti a introdurre le loro idee di meritocrazia e stipendi più umani. 

18 commenti:

  1. bel post. e complimenti anche per il mezzo milione di views. Per quanto riguarda il discorso lavoro capisco che per loro é difficile da capire. Fai bene a non affrontare piú l'argomento. Solo noi italiani possiamo capirlo davvero, e a maggior ragione chi é andato fuori.

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  2. C'è una cosa che non mi è chiara: vai e TROVI (beati loro) un altro lavoro...
    Ok, va bene, ma questo significa trovare un lavoro migliore ?
    Voglio dire, se me ne vado dall'azienda X perchè non mi piace il nuovo capo o non mi danno abbastanza, ed entro nell'azienda Y non devo "ricominciare dal basso" se capisci che intendo poi solo dopo mesi o anni potrei chiedere l'aumento...
    E se non me lo danno pure lì ? Eppoi nella nuova azienda potrei trovare pure un capo peggiore...
    Quindi, in pratica, cambiare lavoro non credo sia così semplice pure lì, te ne vai solo per motivi gravi...
    O non è così ?
    Perchè l'affermazione di questo tuo amico di cambiare lavoro come se si trattasse di cambiare scarpe che non piacciono un pò mi sorprende...

    Complimenti per il mezzo milione

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    1. Premesso che non si può generalizzare e baso i miei post solo su esperienze personali a me sembra che qui generalmente non si cambia lavoro perchè si odia il capo o i colleghi. In Usa ho sempre trovato un'atmosfera serena, cordiale, da pari a pari tra colleghi e top managers. Si cambia lavoro soprattutto per opportunità migliori. Ci sono delle ragazze sui 24-25 anni nella mia compagnia che guadagnano già molto, a pochi anni dalla laurea ma sono sempre in cerca di altre opportunità e stipendi migliori. E pur trovandosi benissimo continuano a fare colloqui. Difficile trovare un capo peggiore quando generalmente sul lavoro sono tutti cordiali. L'obiettivo è sempre lo stipendio e i benefit migliori.

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    2. Poi qui non esistono contratti nazionali di lavoro per cui quasi quasi un'azienda vale l'altra. Un'azienda può darti 50mila l'anno, un'altra per la stessa posizione potrebbe offrirti 60-65mila. Conta molto anche la fortuna e se sei disposto a spostarti. Non è come in Italia che bene o male lo stipendio varia di poche decine di euro per la stessa posizione da una compagnia all'altra.

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    3. E spostarsi non è un problema negli USA ?
      Sono una nazione ben più grande dell'Italia...
      E se hai fidanzate/mogli (che magari lavorano pure loro) + figli ?
      Ok le mogli potrebbero cercare pure loro lavoro nel posto dove ti sposteresti, ma è sicuro che lo trovino ?
      A che serve andare da New York a Los Angeles a guadagnare il 10% in più se a tua moglie una azienda del posto da il 10% in meno di quanto guadagnava prima ?
      Ma anche se fossi single per gli americani è così normale abbandonare amici e parenti per guadagnare un pò di più ?
      Forse sono influenzato dal costume italico, ma non sono sicuro che sia una cosa positiva degli americani, capisco trovare un lavoro migliore nella stessa città, ma in un altro stato...

      Certe dinamiche continuano a non essermi chiare, possibile sia tutto così semplice laggiù ?

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    5. Ciao Alex67 devo precisare che il ragazzo che mi ha detto "se non gli piace trovano un altro lavoro" ha laurea ad Harvard, Master's a Yale e robe simili. Ha meno di 30 anni e quindi è molto ottimista e la fa molto facile. Però si, in generale in Usa si spostano molto più facilmente per lavoro. Anzi sembra quasi che mettano la carriera prima della famiglia o comunque prima delle amicizie. Lo noto anche nel mio quartiere, un giorno c'è una famiglia, dopo due anni un'altra perchè sono un pò zingari e si muovono molto per il lavoro. Ovvio che poi vogliono una stabilità ma in confronto a noi Italiani sembrano molto più disposti a spostarsi. Potrei scriverci un altro post...per quanto riguarda le amicizie ricordo che tempo fa provai a fare un gruppo musicale con dei ragazzi americani anche per fare amicizia con qualche americano. Beh dopo meno di un mese il gruppo fallì, provammo una o due volte. Perchè? Un ragazzo aveva trovato un secondo lavoro al weekend, un altro si era trasferito in un altro Stato. Insomma il lavoro e la carriera prima di tutto, qui. E non è sempre un bene.

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    6. quando leggo commenti come il tuo mi rendo conto di come in Italia non vi rendiate proprio conto di cosa sia il mondo lá fuori. E non lo dico in maniera polemica, lo dico proprio in termini di differenza di percezione della realtá che inconsapevolmente sperimenta chi vive in Italia. Fuori c´é un mondo ipercompetitivo, con persone preparatissime che si contendono i posti di lavoro, e in Italia ancora a porsi il problema di "abbandonare amici e famiglia".

      Fino a che si avrá la possibilitá di continuare a lavorare in Italia andrá ancora bene, ma quando la crisi e la competizione internazionale obbligheranno gli italiani a confrontarsi con ció che c'é fuori, saranno dolori per molti.

      Io faccio ricerca in Germania, e quando vedo giá la differenza tra lo studente medio italiano e quello tedesco/olandese/indiano/giapponese etc. provo un'immensa pensa per i ragazzi italiani che non sanno cosa li aspetta.

      Ripeto, non é per polemica, é solo per evidenziare la diversa prospettiva che ha chi é fuori e chi é ancora dentro il sistema-Italia.

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    8. Arthur quando dici "quando leggo commenti come il tuo..." ti riferisci a quello di Alex67, vero? Comunque in effetti in Italia abbiamo ancora una prospettiva diversa su lavoro, famiglia, amici e priorità. Potremmo dire che bisogna adattarsi al mondo però è anche vero se ci pensi bene che dare semper la priorità al lavoro ci fa trascurare parenti e amici e non sempre è un bene. Purtroppo sono tempi di scelte difficili ma l'economia spesso ci sta disumanizzando.

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    9. si, mi riferisco a Alex67, scusami, non l'ho specificato. Cmq non fraintendetemi, io non credo che questa direzione sia bella, anzi,a me mette molta angoscia. Dico solo che la direzione di iper-competitivitá / mobilitá che c'é fuori dall'Italia é del tutto ignota alla grandissima parte degli italiani, e che quando per motivi di forza maggiore saranno costretti a doversi confrontare avranno un orribile risveglio.

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  3. Io farei anche un altro tipo di considerazione oltre al fatto che noi italiani siamo più propensi a cercare il posto di lavoro "vicino a casa", è nel nostro DNA; e cioè che, per ciò che è la mia esperienza, le aziende italiane tendono a discriminare chi ha cambiato molti impieghi, si sentono meno minacciate da chi è stato nella stessa azienda 10/15 anni...e si stupiscono quando dici loro che è solo una questione di crescita sia professionale che economica che ti ha spinto a cambiare, e non perché non ti piaceva il capo, il collega etc...pensano sempre che ci sia sotto il mistero...invece il cambiamento è fondamentale, soprattutto nel lavoro..

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    1. Mi hanno detto non pochi Americani che almeno dalle parti di New York se un datore di lavoro vede che sul tuo CV hai solo un lavoro, magari sei uscito dal college e sei rimasto al primo lavoro trovato per 5-10 anni...lo guardano con sospetto. Il loro ragionamento è: ma perché questa persona si è adagiata restando allo stesso lavoro per 10 anni? Non vuole fare carriera? E' pigro? Anche per questo vedo che tra i giovanissimi c'è più smania di cambiare lavoro anche se il loro primo o secondo lavoro è molto buono. Sanno che possono sempre trovare di meglio e continuano a guardarsi attorno.

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  4. Io farei anche un altro tipo di considerazione oltre al fatto che noi italiani siamo più propensi a cercare il posto di lavoro "vicino a casa", è nel nostro DNA; e cioè che, per ciò che è la mia esperienza, le aziende italiane tendono a discriminare chi ha cambiato molti impieghi, si sentono meno minacciate da chi è stato nella stessa azienda 10/15 anni...e si stupiscono quando dici loro che è solo una questione di crescita sia professionale che economica che ti ha spinto a cambiare, e non perché non ti piaceva il capo, il collega etc...pensano sempre che ci sia sotto il mistero...invece il cambiamento è fondamentale, soprattutto nel lavoro..

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  5. Si in USA è più facile spostarsi ( ad esempio se hai una buona storia di credito alle spalle affittare un immobile chiedono solo mezzo mese di anticipo )
    Certamente anche gli americani però per spostarsi intendono solo 2-3 grandi città ... Los Angeles , New York e Miami . That's it .
    Tutto il resto , magari in una bella cittadina a misura d'uomo e con un ottimo stipendio ( magari rapportato al costo della vita inferiore ) , l'americano medio proprio non lo considera e preferisce stare in un condo affittato a prezzi assurdi a L.A. o NYC che andare magari altrove .

    Per quanto riguarda la crisi in italia anche io fatico a far capire agli americani quale sia la vera situazione in italia .
    Di solito taglio corto quando mi chiedono come sia possibile che un italiano venga via dalla bellissima italia e rispondo " l'italia è bellissima da visitare se hai soldi e tempo , se ci devi vivere è il terzo mondo " .
    Proprio così , uso il termine "terzo mondo" per descrivere la vita dell'italiano medio , il nuovo proletario ( spesso senza prole perchè non se lo può permettere ) .
    Solo una cosa invidio ancora all'italia , la sanità pubblica ! Proprio oggi visita ginecologica a mia moglie 75 dollari ( gravidanza confermata , yeah !! ) e puntura di rhogam perchè è rh negativo 410 dollari !! Con assicurazione !!

    Ah .. un americano medio non si sarebbe mai spostato da Los Angeles a Follett ( 500 abitanti ) per non rimanere senza lavoro come ho fatto io .

    Anche loro hanno i loro limiti .

    Peace

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    1. Congratulazioni e auguri a tua moglie per una gravidanza serena.

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  6. Ma anche gli americani che vivono nella profonda provincia americana la pensano cosi?

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