venerdì 8 giugno 2012

Io e la giustizia americana

In questo periodo sono in tema di autostrade, senso civico, posti di blocco e multe e oggi vorrei raccontarvi cosa mi e’ capitato qualche tempo fa quando ho avuto modo di conoscere bene, da vicino, la giustizia americana. La storia (vera purtroppo) e' ambientata per le strade del Connecticut. Enjoy...quanti ricordi!


Una domenica mattina stavo accompagnando in macchina una amica alla stazione. Stava per perdere il treno e quindi correvo un po’, 60mph dove il limite era 40mph.
Con la coda dell'occhio vedo una macchina della polizia appostata al lato della strada ma non faccio in tempo a rallentare. Luci e sirene accese, ci viene dietro e ci fa subito accostare.
A parte il limite di velocita’ abbondandemente superato, non avevo con me la registrazione della macchina e l’assicurazione. Che sfortuna, anzi il solito distratto che sono, li avevo dimenticati a casa. Dico al poliziotto che li ho a casa ma non gli interessa perche’ devo comunque averli in macchina e poi ho anche superato i limiti di velocita’ e quindi chiama imperturbabile il carro attrezzi e mi da’ un ticket in cui ci sono elencate le tre infrazioni commesse ma non c'e' una cifra precisa da pagare. C’e’ solo una data in cui devo comparire in Court a Stamford perche’ ho commesso troppe infrazioni. La data e’ l’11 Aprile.
Avrei preferito pagare subito la multa ma non si puo’. Sara’ una formalita’ mi dico. Sicuramente dovro’ solo andare un attimo in Corte, paghero’ la multa a uno sportello pagamenti ed e’ fatta.
Pero’ l’11 Aprile ho il biglietto aereo per l’Italia. Devo assolutamente partecipare, per lavoro, al Salone del Mobile di Milano. Il poliziotto mi dice che posso tranquillamente posporre di qualche settimana telefonando alla Corte di Stamford.
Nel frattempo arriva ll carro attrezzi che riporta me, Anna e la mia macchina a casa (e pago150 dollari in contanti all’autista del carro attrezzi per aver trasportato la mia macchina fino casa, per un tragitto di un paio di miglia).
Un’ora dopo vado alla stazione di polizia di Stamford e dimostro di avere registrazione e assicurazione e mi dicono che posso guidare la macchina ma comunque non posso pagare la multa li’ perche’ e’ tutto fissato e devo proprio andare alla Corte.
Telefono alla Corte di Stamford per posporre e un'impiegata molto gentile mi dice che posso andare il 25 aprile. Ok, va bene. Quel giorno saro’ ritornato dall’Italia.
Partecipo al Salone del Mobile a Milano e torno in USA.
Il 25 Aprile inizia l’odissea in Corte per questo pericoloso criminale che ha preso una semplice multa.

GIORNO 1:
Mi presento all’ufficio della Corte il 25 Aprile per pagare la multa (ancora non so se devo pagare a uno sportello o se devo parlare due minuti con un giudice in un suo ufficio e poi pagare la multa) ma mi dicono che ho sbagliato giorno e dovevo essere presente il giorno precedente, il 24! Ma come e' possibile? Per telefono mi hanno detto il 25, sono sicurissimo. Ma non ho nessuna prova scritta, la parola mia contro la loro e quindi e' inutile spiegare, e’ ovvio: loro che rappresentano la legge hanno sempre ragione, io ho torto. Cosa devo fare allora, posso pagare lo stesso la multa oggi?
Magari fosse cosi’ facile…
Mi dicono che ora devo compilare una “Motion to Vacate Rearrest” ma non sanno spiegarmi benissimo cosa vuol dire, o non hanno tempo e voglia. In pratica capisco solo che il giorno precedente il giudice, poiche’ non mi sono presentato in Corte, ha dato disposizione di “rearrest” me! Ancora non ho capito bene se per rearrest intendono arrestare me o “arrestare”, fermare di nuovo, la mia macchina. Credo, anzi spero la seconda. Ora devo compilare questa mozione-richiesta per evitare il riarresto in cui in pratica spiego il perche’ di questa azione gravissima di non essermi presentato alla Corte davanti al giudice il 24 Aprile. L’ufficio che mi puo’ dare questo modulo e’ chiuso. C’e’ un cartello che dice di rivolgersi ad altri uffici ma nessun altro ufficio sa aiutarmi, non hanno quel modulo. Sembrano degli idioti, pigri e menefreghisti in giacca e cravatta, nessuno sa niente. Finalmente dopo aver chiesto in vari uffici, un impiegato mi dice che posso solo tornare il giorno dopo perche’ l’unico l’ufficio che puo’ aiutarmi sara’ aperto. Uff, volevo semplicemente pagare questa benedetta multa e farla finita invece per un loro errore devo ritornare. Va bene.

GIORNO 2:
Il giorno seguente mi dirigo verso l’unico ufficio che puo’ darmi il famoso modulo da compilare. Ho chiesto un permesso al mio capo, che e’ molto paziente (e questo e’ il secondo giorno che mi assento qualche ora dal lavoro per risolvere una questione di una semplice multa).
L’ufficio apre alle 9 ma solo alle 11 si presenta un impiegato che mi consegna il fatidico modulo che compilo e in cui spiego che: mi spiace se ho capito male, ma per telefono mi avevano detto di venire in Corte il 25 Aprile non il 24. Questa e’ la semplice ragione per cui non mi sono presentato il 24. Scrivo anche che ammetto di essere colpevole per le tre infrazioni e voglio solo pagare la multa al piu’ presto.
Mi fanno consegnare questo modulo in un paio di uffici. E’ ora?? Posso dire al giudice o a chi per lui che sono colpevole e mi fate pagare la multa? Dove si trova, posso parlargli? Non e’ cosi’ facile. Mi dicono che mi faranno sapere quando potro’ andare dal giudice.
Vado al lavoro e dopo un’ora mi chiamano dalla Corte. Dicono che hanno gia’ fissato la data. Tra una settimana devo comparire di fronte al giudice alle 9. Ok.
Per una settimana vivo un po’ agitato. Non so cosa succedera’. E’ davvero cosi’ grave non essersi presentato il giorno prefissato? Mi hanno quindi perdonato e mi faranno semplicemente pagare sta benedetta multa? Inizio a sentirmi come il protagonista de Il Processo di Kafka in cui un uomo e’ accusato e arrestato ma non gli spiegano mai le ragioni. E lo tengono in ansia per giorni e giorni, proprio come stanno facendo con me.

GIORNO 3:
Al lavoro mi concedono l’ennesimo permesso per andare alla Corte. Cosa possono fare?
Temo che il mio capo inizi a pensare: tre giorni in Corte per una multa? Non e’ che Luca ci sta mentendo e invece che andare alla Corte magari va a fare colloqui di lavoro per altre compagnie? Questo mio pensiero aumenta l'agitazione.
Finalmente entro nell’aula di Corte, grande, luminosa. Ricorda un po’ una chiesa. Siamo una sessantina di imputati seduti su delle file di panche in legno. Di fronte a noi l’area degli avvocati difensori, impiegati di corte e, sopraelevato come un’altare, il grosso tavolo munito di microfono, al quale siedera’ il giudice. Dietro alla scrivania del giudice imponenti stemmi americani, aquile, bandiere e frasi che inneggiano alla giustizia uguale per tutti.
Ricorda vagamente l’aula della trasmissione televisiva Forum ma e’ molto piu’ grande e l’atmosfera e’ piu’ seria e solenne. Entra il giudice. Ci fanno alzare in piedi in segno di rispetto, ci fanno sedere e  iniziano le discussioni dei vari casi. Pochi minuti l’uno. Il giudice ha il microfono. Una impiegata di Corte (forse dovrei chiamarla pubblica accusatrice) chiama al banco gli imputati per nome e cognome. Spiega brevemente al giudice di cosa e’ accusato l’imputato e la pena per il tipo di accusa. Il giudice fa qualche domanda all’imputato o al suo avvocato difensore e poi decide velocemente. 200 dollari a uno. 4 ore di corsi per diventare migliori guidatori a un altro etc. Anche gli imputati hanno il microfono e quindi tutta l’aula ascolta in silenzio i casi degli altri. Molti ispanici che non parlano una parola di Inglese si fanno difendere da avvocati di ufficio i quali hanno brevemente letto le accuse, credo, il giorno precedente. Gli ispanici hanno anche la facolta’ di avvalersi di un interprete di ufficio. Continuano ad essere chiamati al banco gli imputati, uno dopo l’altro. C’e’ chi ha rubato una macchina. Chi ha guidato senza avere mai preso la patente. Chi e’ stato sorpreso in macchina con una busta di marijuana. Chi ha picchiato la ragazza. Alcuni entrano addirittura in manette accompagnati da poliziotti e dopo il verdetto del giudice (tipo: devi fare altri 2 mesi di carcere) vengono riaccompagnati fuori dall’aula e riportati in carcere.
Passano le ore, il giudice fa fare un paio di pause. Il mio turno non arriva mai. L’aula inizia a svuotarsi. L’attesa e’ snervante.
Inoltre inizio anche a preoccuparmi perche’ praticamente tutti finora hanno avuto un avvocato d’ufficio che li ha difesi e ha parlato per loro. Forse e’ obbligatorio avere un avvocato difensore? Chiedo un po’ in giro e mi dicono che in teoria posso difendermi anche da solo. Pero’ se magari non so difendermi bene? Ma che cavolo, devo solo dire che sono colpevole per l'eccesso di velocita’ e mostrare che non avevo i documenti in macchina ma che comuque li avevo solo a casa e li ho portati li' con me oggi. Mi dichiarero’ colpevole e paghero’ la multa. Si, non ho bisogno di un avvocato difensore.
Finalmente alle 3 pm arriva il mio turno. Chiamano il mio nome. Vado al banco degli imputati e osservo meglio il giudice, e' un tipo anziano mezzo calvo, con pochi capelli bianchi e gli occhiali. E’ bello grassottello, pare un bonaccione ma e’ molto deciso e severo e ha un’aria solenne… li’ sul suo “altare” sembra un Papa.
La accusatrice legge le mie infrazioni e dice anche che pende ancora su di me un richiesta di rearrest. Anzi pare che le infrazioni siano in secondo piano oggi. Il giudice legge sottovoce il modulo che mi hanno fatto compilare giorni prima, per evitare il riarresto, e dice che capisce che c’e’ stato un misunderstanding e approva la mia giustificazione e annulla, per fortuna, il rearrest. Sinceramente credevo che questa cosa del rearrest fosse gia’ superata dopo aver consegnato il modulo "di scuse". Credevo che si dovesse parlare solo della multa e pagarla. Invece oggi mi hanno semplicemente ufficialmente “perdonato” per non essere andato in Corte il 24 Aprile. Ok bene ma adesso fatemi pagare sta multa. Il Giudice-Papa al quale non puoi rispondere o fare troppe domande mi dice che devo tornare tra una settimana. Un’avvocato d’ufficio li’ presente mi dice “Ora segnatela bene questa data. Per ora sei stato fortunato, ma se di nuovo non ti presenti il giorno stabilito, la tua situazione diventa grave.” Le volevo dare una gomitata in bocca! Tutto questo e’ nato proprio per un errore della Corte che mi ha assegnato al telefono un giorno sbagliato. E ora devo tornare per la quarta volta e spiegare al mio capo che oggi ho trascorso un’intera giornata senza risolvere niente e che devo ritornare la settimana prossima. Che angoscia! Che stress!

GIORNO 4:
Finalmente arriva il giorno in cui dovrebbero decidere della mia sorte. Mi daranno l’ergastolo, la pena di morte? Potro scegliere io se preferisco l’iniezione letale o la sedia elettrica? Mi sembra tutta una storia assurda, per una semplice multa che volevo pagare sin dall’inizio, quando il poliziotto ha compilato il ticket.
Forse fanno tutto questo di proposito, per snervarti, stancarti ed educarti a stare davvero attento in futuro a non commettere piu’ anche la minima infrazione.
Di sicuro questa mattina non ci sono errori da parte della Corte perche’ il mio nome e’ sulla bacheca delle persone che devono essere presenti in Corte oggi.
Prima ci fanno entrare tutti in un ufficio dove io mostro a un’impiegata che ho assicurazione e registrazione. Li guarda per bene e mi dice che poiche’ e’ la prima multa dovro' pagare solo $75. Benissimo penso. Pero’, dice, devi andare ugualmente davanti al giudice tra un’ora per dichiararti guilty or not guilty.
Inizio finalmente a intravedere la luce oltre il tunnel. Un’ora dopo in aula arriva il giudice e il mio turno arriva subito. Il giudice (lo stesso che mi ha graziato una settimana prima) legge le accuse e mi chiede se mi ritengo guilty or not guilty? Mai avevo aspettato una domanda con tanta ansia e per cosi’ tanti, lunghi giorni. Quasi sorridendo per la gioia dico al microfono: guilty! Poi continua “E’ stato deciso che devi pagare $75. Puoi pagare oggi in contanti all’ufficio al primo piano?” “Sure” dico malcelando una gioia ormai incontenibile ed esco dall’aula mentre chiamano il prossimo imputato. Vado a pagare la multa e sono felice. Niente pende piu’ sopra di me. Nessun riarresto, ergastoli o pene di morte. Di certo, penso, non auguro questo stress neanche al mio peggior nemico e da ora in poi staro’ attentissimo ai limiti di velocita’ e portero’ sempre con me tutti i documenti in macchina. Ma ora bisogna festeggiare, e’ come se avessi riacquistato il diritto alla liberta’! Sono di nuovo un uomo libero!!!

3 commenti:

  1. Io la trovo una cosa veramente perfetta, in questo modo, vedi che poi non lo farai più... Comunque sei stato tu a sbagliare, ed è giusto che pagassi v_v lo stress!

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  2. Mi associo e vorrei avere io le possibilità di vivere li, dove il mio stipendio sarebbe il doppio e la mia crescita professionale non impedita da un sistema di merda.
    Qui saresti finito nelle mani della giustizia, avvocati, anni e i 75$ di multa sarebbero diventati centinaia.
    Oppure, se appartieni ad una categoria protetta (latitante o amico di vigile o politico o impiegato pubblico), la tua pratica sarebbe andata persa.

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  3. Bel racconto. Trovo assurda una burocrazia cieca che ti porta a rischiare conseguenze gravi a causa del loro malfunzionamento.
    In Italia spesso si è troppo flessibili, ma esiste anche la via di mezzo

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