giovedì 12 luglio 2012

Nuovomondo

Cari lettori oggi vorrei consigliarvi un film sul tema dell'emigrazione italiana negli Stati Uniti.
E' Nuovomondo, film del 2006 di Emanuele Crialese che ci racconta la storia della famiglia Mancuso che agli inizi del 900 decide di lasciare la Sicilia alla volta del Nuovo Mondo.
E' assieme a loro su quella nave ci sono molti altri disperati che hanno sentito dire cose meravigliose sull'America, terra in cui scorrono fiumi di latte e crescono ortaggi giganteschi.
Il viaggio e' interminabile ma finalmente un giorno appare all'orizzonte la Statua della Liberta che da' il benvenuto a tutti nel Paese della liberta' e delle grandi opportunita'. New York e' a sole poche centinaia di metri ma e' tuttavia ancora lontanissima perche' prima di poter metterci piede bisogna sottoporsi alle visite psico-fisiche ad Ellis Island, e non tutti le superano. Non pochi vengono mandati indietro ai loro Paesi di origine.
Non voglio svelarvi niente ma e' sicuramente un film da vedere.
Questa e' la famosa "scena del distacco"
E questa e' una scena dei test di ingresso
Se avete l'occasione di andare a NY, vi consiglio vivamente di trascorrere una giornata ad Ellis Island, e fare il percorso delle stanze in cui si svolgevano le visite psico-fisiche possibilmente con l'ausilio delle cuffie con l'audio in italiano. E' davvero un'esperienza emozionante rivivere le ore di spaesamento e di incertezza dei nostri avi appena arrivati in America, in quel luogo in cui sarebbero stati decisi i loro destini e quelli dei loro figli, ancora in bilico tra l'essere mandati indietro al vecchio mondo di miseria e l'essere accettati nel nuovo mondo di speranza.

2 commenti:

  1. Questo film e' bellissimo, la scena della nave che si stacca dal molo e' toccante. Conosco persone che l'hano fatto quel viaggio (piu' avanti negli anni) e non sono piu' tornate indietro. Ricordano l'Italia di 50 anni fa (e piu') e non vogliono vedere com'e' cambiata.

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  2. Hai ragione e credo che tu ti riferisca agli italo-americani...potrei scrivere un libro a riguardo. ne ho conosciuti tanti in USA, di quelli che partirono negli anni 60 e parlano solo il dialetto dei loro paesi di origine. Molti di loro provano quasi gusto a descrivere l'Italia come se fosse rimasta ferma a 50 anni fa. Forse lo fanno per autoconvincersi che e' valsa la pena emigrare. Pero' spesso i loro discorsi assurdi mi hanno fatto innervosire.

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