È
di questi giorni la notizia di una proposta di legge per far pagare tasse più alte agli
studenti universitari che vanno fuori corso. In realtà i fuori corso già pagano di più rispetto a chi si laurea nei tempi previsti, perché devono continuare a pagare le tasse annuali, ma i nostri politici dovevano trovare qualche metodo creativo per fare cassa e lo fanno sfruttando una delle tante disfunzioni del sistema universitario che essi stessi hanno messo in piedi.
Credo di essere un esempio vivente di come il nostro sistema universitario sia arretrato rispetto ad altri Paesi, e posso fare un confronto tra Italia e Stati Uniti, avendo studiato sia in un'università italiana che in un community college americano.
In Italia sono andato fuori corso e mi sono laureato in quasi sette anni invece dei quattro previsti. Certo, non posso negare le mie colpe per questo ritardo, ho cambiato sede universitaria e mi sono adagiato negli ultimi anni, anche perché potevo rimandare gli esami e andare a "tentarli" solo quando mi sentivo sicuro.
In Italia sono andato fuori corso e mi sono laureato in quasi sette anni invece dei quattro previsti. Certo, non posso negare le mie colpe per questo ritardo, ho cambiato sede universitaria e mi sono adagiato negli ultimi anni, anche perché potevo rimandare gli esami e andare a "tentarli" solo quando mi sentivo sicuro.
Quando mi sono iscritto ad un corso di laurea biennale ad un Community College americano...come per magia mi sono laureato esattamente nei tempi previsti: due anni. Sono
diventato improvvisamente un genio? No, semplicemente il sistema universitario americano è organizzato in modo migliore e non consente di impigrirsi e di andare fuori corso. Anzi credo che il concetto di fuori corso sia quasi sconosciuto negli Stati Uniti.
Vi descrivo alcuni aspetti della mia esperienza al Community College e le differenze, positive e negative, con l'università italiana.
Il Community College e' un’istituzione che offre solo i primi due anni universitari a costi molto accessibili rispetto alle rinomate e costosissime Università come Harvard, Yale, Columbia, NYU, MIT e tante altre.
Ottenuta una laurea biennale, simile alla nostra laurea breve, chi lo vorrà potrà continuare trasferendosi a un'università più rinomata (e costosa) che offre anche il terzo e quarto anno, e quindi il Bachelor's Degree. Molti studenti usano questa strategia per risparmiare almeno sul primo e secondo anno.
Ottenuta una laurea biennale, simile alla nostra laurea breve, chi lo vorrà potrà continuare trasferendosi a un'università più rinomata (e costosa) che offre anche il terzo e quarto anno, e quindi il Bachelor's Degree. Molti studenti usano questa strategia per risparmiare almeno sul primo e secondo anno.
Gli studenti di un Community College sono un vasto campionario umano anche perchè il community college offre anche corsi di Inglese per stranieri o certificazioni più svariate della durata di un anno. C'è chi non ha superato i test di ammissione a un'università importante o chi semplicemente non può' permettersene i costi. C'e lo studente internazionale che adotta la strategia di iscriversi a questo college economico per avere tempo per guardarsi attorno e cercare un lavoro (ehm eccomi qua!). C'è chi ha una certa età (ho frequentato corsi anche con sessantenni) e studia per puro piacere o chi vuole perfezionarsi in un aspetto specifico del proprio lavoro per poter poi richiedere un aumento al proprio manager.
Ecco alcune differenze rispetto all’università italiana:
Entita’
astratta vs Professore amico
Il professore italiano è un’entità astratta semidivina che arriva
puntualmente in ritardo tanto per far capire chi comanda. Credo che il "quarto d’ora accademico" esista solo in Italia. Ricordo che spesso i miei prof non potevano venire a lezione e lo comunicavano quando tutti noi eravamo già in aula in attesa. Mandava un suo messaggero che, a mo' di Arcangelo Gabriele,
arrivava a portare la lieta novella a noi studenti. Lieta per noi studenti Italiani. Gli studenti americani si sarebbero arrabbiati. Soldi spesi per non perdere una lezione?
Agli orari di ricevimento il professore italiano non compare e gli studenti iniziano a mormorare che bisogna avere fede, pregare tanto, e forse un
giorno il miracolo avverrà.
Al community college il professore è sempre puntuale, addirittura arriva prima di tutti, apre la porta dell'aula con la sua chiave, e prepara diapositive o altro materiale in attesa degli studenti.
In ogni classe ci sono al massimo una trentina di studenti e si crea un rapporto quasi amichevole. Il prof ti chiama per nome, ti fa delle domande ed è sempre gentile e disponibile. Fuori dall’aula risponde alle tue email ed è sempre presente agli orari di ricevimento. E sono sempre cordiali e disponibili. Pensate che la mia prof del corso di composition sapendo che non avevo la macchina e che dovevo prendere l'autobus delle 10pm per tornare a casa, a fine lezione mi dava spesso un passaggio perché che casa mia era sul suo tragitto di casa.
Io mi sentivo molto a disagio: cosa avrebbero pensato gli altri studenti? Un amico, un raccomandato? E invece è stata tra tutti la professoressa più severa con me, quella che mi ha messo il voto finale più basso (B). A tutti gli altri corsi ho preso di più. Ma si vede che mi meritavo quel voto.
In ogni classe ci sono al massimo una trentina di studenti e si crea un rapporto quasi amichevole. Il prof ti chiama per nome, ti fa delle domande ed è sempre gentile e disponibile. Fuori dall’aula risponde alle tue email ed è sempre presente agli orari di ricevimento. E sono sempre cordiali e disponibili. Pensate che la mia prof del corso di composition sapendo che non avevo la macchina e che dovevo prendere l'autobus delle 10pm per tornare a casa, a fine lezione mi dava spesso un passaggio perché che casa mia era sul suo tragitto di casa.
Io mi sentivo molto a disagio: cosa avrebbero pensato gli altri studenti? Un amico, un raccomandato? E invece è stata tra tutti la professoressa più severa con me, quella che mi ha messo il voto finale più basso (B). A tutti gli altri corsi ho preso di più. Ma si vede che mi meritavo quel voto.
Corsi a
tutte le ore
Al community college ogni corso viene offerto a orari differenti per venire incontro a chi lavora. Ho
frequentato anche corsi dalle otto alle dieci di sera, dal lunedì' al venerdì, e dalle nove alle dodici di sabato mattina. In
Italia invece ogni anno avevo dei problemi perché alcuni corsi del mio piano di studi coincidevano e dovevo decidere di frequentare un corso un semestre e l'altro corso il semestre seguente.
In America ti vengono incontro per il lavoro, per loro fare
solo lo studente e iniziare a lavorare dopo la laurea è ai
confini della realtà.
Lo so che anche in Italia le cose stanno cambiando ma quando frequentavo l'università, meno di dieci anni fa, forse solo il 10% degli studenti lavoravano e studiavano, tutti gli altri (me compreso, lo ammetto) non concepivano minimamente che si potesse lavorare e studiare allo stesso tempo e l'università non era strutturata per facilitare l'esistenza di studenti-lavoratori.
Lo so che anche in Italia le cose stanno cambiando ma quando frequentavo l'università, meno di dieci anni fa, forse solo il 10% degli studenti lavoravano e studiavano, tutti gli altri (me compreso, lo ammetto) non concepivano minimamente che si potesse lavorare e studiare allo stesso tempo e l'università non era strutturata per facilitare l'esistenza di studenti-lavoratori.
Molta pratica e voto
costruito durante i corsi
La
differenza fondamentale con l’università italiana, almeno con quella che ho
frequentato, e’ che al community college il voto lo costruisci gradualmente durante i corsi.
In Italia, specialmente per le materie umanistiche, il professore spiega le sue lezioni per mesi interi e gli studenti prendono appunti in religioso silenzio per iniziare a
studiare solo alla fine del corso.
Al mio community college il professore spiegava un argomento, chiedeva se ci fossero
domande e ci metteva subito all'opera, con esercizi, saggi o composizioni e lavori di gruppo. Girava tra i banchi, ascoltava, dava consigli e se uno studente aveva ancora dei dubbi spiegava tutto da capo per essere sicuro che avesse capito e non sarebbe rimasto indietro. Al termine di ogni lezione, assegnava gli homework, le esercitazioni da fare a casa che formavano il portfolio personale che avrebbe costituito parte integrante del voto finale. Ogni
settimana c’era un test in classe e a metà corso il midterm, il test di meta’ corso, che costituiva una buona parte del voto finale. E così tra pratica in classe, esercitazioni a casa, test e midterm si arrivava al final, l’esame finale che a quel punto era quasi una formalità per determinare il voto finale. Ma l'esame lo superavamo tutti senza problemi, al primo colpo, senza ritardi. E
avanti al prossimo esame.
Scritto vs
orale
Tranne che in alcuni rari casi, la stragrande maggioranza dei corsi americani è strutturata sulla
modalità scritta con continue esercitazioni,
saggi e composizioni. Anche le valutazioni vengono fatte tramite i test scritti, a scelta multipla.
Ero prevenuto verso i test a risposta multipla. Facile l’universita’ americana con i
test a scelta multipla! - pensavo. Ma non era così perché le domande dei test, una base a come sono strutturati, possono essere davvero difficili e se non hai studiato non puoi contare sul fattore fortuna.
Credo che la scelta dei test scritti invece che orali sia uno dei tanti aspetti del
pragmatismo e di un certo senso di giustizia americano.
Mi spiego. I
test vengono corretti tramite un sistema computerizzato e il professore non ha voce in capitolo. La valutazione e’ una questione puramente matematica in
base al numero di risposte corrette.
Gli
ingiusti voti a simpatia e antipatia che si verificano spesso in Italia agli
esami orali non sono possibili. Quante volte in Italia uno studente viene
bocciato semplicemente perché il professore o il suo assiste si è svegliato con la luna
storta? Quante volte l’esame dura cinque minuti, e a allo studente vengono fatte due domande alle quali non è molto preparato e viene bocciato? Magari sapeva rispondere a moltissime altre ma è stato sfortunato. Venga alla prossima sessione...e passano i mesi. E quante altre volte accade anche l’opposto, uno studente ha studiato pochissimo ma e’ fortunato perchè il prof gli fa le uniche due domande alle
quali sa rispondere e gli mette trenta? Tra parentesi chi garantisce che quel professore non sia un amico di famiglia dello studente e lo informa in anticipo delle domande che gli farà all'orale? Queste ingiustizie non sono possibili con i test in forma scritta.
Valutazione
del professore
Un’altro aspetto che mi e’ piaciuto del community college americano è la valutazione che gli studenti fanno al professore a fine corso (magari ora c'e' anche in Italia, ai miei tempi non c'era). Funziona così: verso la fine del corso il professore consegna delle schede di valutazione agli studenti ed esce dall’aula. Gli studenti compilano la scheda in forma anonima e danno dei voti sull’operato del professore. Poi uno degli studenti raccoglie le schede, le mette in una busta che chiude davanti a tutti e va a imbucarla in una grande cassa del college, simile a una cassetta per le lettere. Credo che questa cassetta venga aperta dai dirigenti del college che probabilmente comunicheranno al prof la valutazione degli studenti e gli diranno se ci sono aspetti da migliorare. Probabilmente anche aumenti, promozioni e licenziamenti sono influenzati dalle valutazioni degli studenti.
Un’altro aspetto che mi e’ piaciuto del community college americano è la valutazione che gli studenti fanno al professore a fine corso (magari ora c'e' anche in Italia, ai miei tempi non c'era). Funziona così: verso la fine del corso il professore consegna delle schede di valutazione agli studenti ed esce dall’aula. Gli studenti compilano la scheda in forma anonima e danno dei voti sull’operato del professore. Poi uno degli studenti raccoglie le schede, le mette in una busta che chiude davanti a tutti e va a imbucarla in una grande cassa del college, simile a una cassetta per le lettere. Credo che questa cassetta venga aperta dai dirigenti del college che probabilmente comunicheranno al prof la valutazione degli studenti e gli diranno se ci sono aspetti da migliorare. Probabilmente anche aumenti, promozioni e licenziamenti sono influenzati dalle valutazioni degli studenti.
Altro che baronie e cattedre universitarie che vengono tramandate da padre in figlio!
To be continued...
http://www.imdb.com/title/tt1439629/ Guardati 'sta serie se non la conosci!
RispondiEliminaNon lo conosco. Grazie per la segnalazione. E' comico? SOno molto curioso.
RispondiEliminaSi è una serie che gioca proprio sulle diversità degli archetipi di frequentatori di un Community College, è fatto davvero bene...
RispondiEliminaMamma mai quante info, io ho 16 anni e quindi ste cose non le sapevo, thanks!
RispondiEliminaQuesto blog è stupendo, e ti ringrazio tantissimo per tutte le informazioni, sto valutando seriamente l'ipotesi di andare in un Community College.
RispondiEliminaGrazie Liamd, continua a seguirmi!
RispondiEliminaCerto! Io non seguo nessuno assiduamente, invece i tuoi post li sto leggendo tutti! Ma è possibile avere un indirizzo email a cui scriverti? Avrei delle domande riguardo al visto per studiare. Ti assicuro che non sono il tipo che riempie di domande o di email, vorrei solo capire meglio come ottenerlo. Ciao, e grazie ancora per le info!
EliminaLiamd, lasciami la tua email e ti scrivo io con la mia.
Eliminava bene, liamd@hotmail.it
RispondiEliminaciao, sono un ragazzo italiano che vive in california da qualche anno, a gennaio finalmente mi iscrivero' al college, hai qualche consiglio da darmi? tu lavoravi nel frattempo? evenutalmente se hai tempo scrivimi a axel86foley@gmail.com
RispondiEliminagrazie
potresti dirmi come hai pagato il CC? hai richiesto soldi come aiuto agli studi (grants)?
RispondiEliminaDevid, il primo anno me lo sono pagato con tutti i risparmi che avevo messo da parte in Italia. Il secondo anno me lo sono pagato con una piccola borsa di studio che mi ha dato il college (per la media alta), con alcuni soldi messi da parte lavorando in un ufficio del college e un piccolo prestito con i miei genitori.
RispondiEliminaP.S. Il piccolo prestito con i miei genitori lo ho poi ripagato alla fine del secondo anno con la seconda borsa di studio che mi ha dato il College (per la media finale alta).
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RispondiEliminaL'idea del community college mi è bazzicata in testa un po’ così, mentre cercavo di farmi una ragione di quanto riuscire ad accedere ad un'università Americana sia un qualcosa di molto simile ad un'utopia, qualora il tuo conto in banca non brilli in eccesso o qualora la tua materia grigia cerebrale non abbia ormai invaso quasi tutto il tuo corpo tramutandoti in una vera e propria eccezione umana di genialità sopraffina.
RispondiEliminaDi opinioni a riguardo se ne trovano a bizzeffe e l'ottica degli americani non tende a valorizzare, nella maggior parte dei casi, questo tipo di istruzione "più economica".
Credo che per uno studente internazionale sia invece una buona alternativa alle costosissime università americane. Ho dato un'occhiata a vari siti di vari community college ed ai vari programmi formativi a cui è possibile accedere ed in conclusione devo ammettere che non sono sprovvisti proprio di nulla.
Inoltre, stando al tuo post, pare che il metodo di insegnamento sia molto ben impostato. Ed il concetto degli esami per la maggior pare scritti finisce col mettere tutti sullo stesso piano ed a verificare quanto lo studente ha effettivamente appreso.
Essendo interessata all'argomento avrei una serie di domande da porti.
La laurea presa in Italia, ha contribuito a farti ottenere il lavoro? La laurea italiana ha effettivamente valore oltre oceano?.
Dopo aver conseguito la laurea in un Community College, in quanto studente e cittadino non Americano, c'è qualche possibilità di ottenere un posto di lavoro essendo in possesso della sola Associate Degree e di una buona media?
Quanto è effettivamente difficile riuscire a trovare un lavoro all'interno del campus universitario?
Vale la pena di spendere una buona parte del conto in banca, partire, per frequentare una struttura come quella del Community College?
Quando si parte, si rischia sempre, i visti non durano in eterno e la condizione di emigrante spesso te la senti cucita addosso, a volte si rischia molto, altre tutto o quasi, ma restare, in alcuni casi, diviene una condizione alquanto limitante.
Non è una questione di ambizione o di sogno Americano spesso più deludente che irraggiungibile.
Non è una questione di quanto tutti vogliano scappare dall'area natia per poi tornarci a gambe levate. Questione tipicamente italiana, because the famous "Beautiful Country" ha certamente delle belle colline, bei panorami, dei ritmi di vita prettamente rilassati, cibo di ottima qualità ed una storia artistica che fa quasi spavento, ma ha seppellito la meritocrazia e le prospettive future sotto una baraonda di terra umida e ci ha incastonato sopra una lapide di marmo.
Non è una questione di rifiuto verso l'Italia di oggi, di codardia, perché scappare non risolve alcun problema dicono. Perché l’Italia non si abbandona, dicono ai giovani italiani.
Scappare non risolve alcun problema a volte, ma rimanere ne crea di molteplici se la situazione di partenza è completamente malata.
E' una questione che riguarda il poter avere, non dico la certezza, ma almeno la sensazione che forse, dopo anni di studi e di impegno, c'è un paese talmente grande, vasto e vario, in cui magari sarà possibile ritagliarsi uno spazio di vita dopo tante peripezie. In un paese in cui per quanto la tua condizione di emigrante (appartenente alla categoria dei tipici “Wogs” italici, incivili, pelosi, urlanti, con la maglia impregnata di sugo, emigrati dal profondo sud nei tempi che furono) ti tenga le caviglie bloccate a terra, forse qualcuno si prenderà quantomeno la briga di buttare un occhio sul tuo curriculum, o nella migliore delle ipotesi di prenderlo anche in considerazione se valido e pieno, anche se solo per un ruolo minore. Un paese in cui i College e le Università funzionano, preparano lo studente e contribuiscono davvero alla formazione di un individuo sotto il profilo lavorativo e professionale.
Io sono una studentessa universitaria di 23 anni e sto cercando di capire cosa convenga fare e per cosa valga davvero la pena rischiare
Ciao Jess scusami per il ritardo ma e' un periodo molto pieno soprattutto al lavoro. Cerco di rispondere alle tue domande. La laurea italiana ha contribuito a farmi prendere il primo lavoro qui? Sicuramente si, per lavori di ufficio se non sei Americano e non hai neanche una Laurea e; difficile che verrai considerate. La mia laurea italiana e' in lingue e dovendo lavorare per aziende italiane che fanno import export tra Italia e Usa certamente la laurea in lingue e' servita. L'Associate Degree e' una laurea breve. Sicuramente aiuta ma c'e' anche da dire che i Community College sono molto facili, non dico proprio come il CEPU ma a me molti corsi sono sembrati davvero facili. Trovare lavoro in un campus universitario e' facilissimo se studi in quell campus. Io mi sono fatto un giro tra i vari dipartimenti e ho trovato lavoro in circa due ore! Ovviamente puoi lavorare solo part time e a circa $8 all'ora. Molto poco ma almeno fai esperienza e il college dovrebbe farti avere il famoso SSN, essenziale per lavorare in Usa. Il mio consiglio e' di farti sempre prima un periodo di vacanza di 2-3 mesi per vedere le cose in loco, valutare, fare considerazioni e poi se vuoi tentare l'avventura Americana, armati di pazienza, metti da parte molti soldi, prepara una strategia a lungo termine e poi o la va o la spacca. Iscriversi a un college o a un Master's se e' possibile e' sempre un ottimo punto di partenza per farcela.
EliminaAlla Statale di Milano c'è la valutazione dei docenti almeno dal 2004. Che poi non se ne siano mai fatto nulla è un altro paio di maniche...
RispondiEliminaCiao sono Karin!
RispondiEliminascusa il ritardo..so che hai trattato questo argomento parecchi anni fa ma ho trovato il blog proprio oggi!
Io ora vivo negli States e devo scegliere se studiare qui in un community college o tornare in italia ed iniziare l'università. Penso che le tue informazioni siano state impeccabili ma mi piacerebbe farti altre domande in materia, ti lascio la mia email karindemarco14@gmail.com, spero di avere tue notizie , grazie mille!!
Ciao sono Karin!
RispondiEliminascusa il ritardo..so che hai trattato questo argomento parecchi anni fa ma ho trovato il blog proprio oggi!
Io ora vivo negli States e devo scegliere se studiare qui in un community college o tornare in italia ed iniziare l'università. Penso che le tue informazioni siano state impeccabili ma mi piacerebbe farti altre domande in materia, ti lascio la mia email karindemarco14@gmail.com, spero di avere tue notizie , grazie mille!!