martedì 17 aprile 2018

Beati i giovani americani

Domenica scorsa stavo facendo un giro senza una meta specifica a Manhattan e sono passato davanti alla NYU, la nota New York University, una delle migliori università americane. C'erano centinaia di ragazzi con genitori e parenti in fila per entrare nella sede centrale, probabilmente in un mega teatro, per il giorno di benvenuto alle matricole. Sulla porta di entrata una scritta che mi ha fanno riflettere su una differenza tra l'università  in Italia e negli Stati Uniti:





NYU welcomes the class of 2022.  La NYU da il benvenuto ai laureati del 2022.
Avete capito? E' il 2018, i corsi durano 4 anni. Le matricole di oggi saranno i laureati del 2022. Matematico, ovvio, palese. Non ci sono dubbi.
Qui il sistema universitario è organizzato in un modo tale che non esiste il fuori corso. Io ho frequentato sia l'università italiana che quella americana (ok era un community college, che qui è considerato un tipo di università un pò più facile rispetto alle università prestigiose) e ho notato questa differenza. Io stesso sono andato al terzo anno fuori corsi in Italia (comprendendo la tesi la tesi per la quale i prof mi hanno fatto fare ricerche per un anno) mentre in Usa ho seguito un corso universitario di 2 anni e ho preso una laurea breve in...2 anni. Sono diventato un genio in Usa? No, semplicemente l'università americana è molto pragmatica. Il voto viene costruito durante i corsi con esami, prove e presentazioni. Gli esami sono quasi tutti scritti e a scelta multipla e corretti al computer (un pò come le vecchie schedine del totocalcio) e contrariamente a quanto pensassi, possono essere strutturati in modo che non sia facile dare la risposta esatta a fortuna. Se non hai studiato, la risposta non la indovini se hai 5 o 6 possibilità molto simili. Gli esami a simpatia e antipatia di molti professori cinici italiani qui in Usa non sono possibili. I professori non hanno potere, non possono influire sul voto e non possono giudicare uno studente da due veloci domandine orali. Quindi, considerando che le scuole superiori americane durano solo 4 anni e considerando che per il Bachelor's non è prevista una tesi all'italiana, forse solo una tesina di poche pagine, qui a 21-22 anni i ragazzi sono già laureati e a 23 iniziano a lavorare e a rendersi indipendenti. E io li invidio. Noi in Italia per colpa di un sistema universitario che consente di impigrirci, a 28-30, se non oltre, rischiamo ancora di trovarci impantanati all'università. E iniziamo a vivere una con indipendenza con 5-10 anni di ritardo rispetto ai giovani americani. Che dire, beati loro. 

7 commenti:

  1. Sicuramente l'università USA non ha quei difetti che hai elencato delle università italiane
    Sospetto però che la qualità dell'insegnamento ricevuto non sia gran che
    So per certo che chi esce da un liceo scientifico italiano sa molte più cose di chi esce da un equivalnte USA, e so che vale anche per gli universitari di materie come astrofisica e cosmologia
    Ma come dici sono pragmatici, eventuali "buchi" da riempire si riempiono magari con gli stranieri che vengono in USA

    "E iniziamo a vivere davvero con 5-10 anni di ritardo rispetto ai giovani americani. Che dire, beati loro. "
    Qui è il discorso di sempre, dipende dalle tue priorità...

    Mi sono laureato fuoricorso a 30 anni...
    Prima uscivo spesso con gli amici la sera tra localini tranquilli dove parlare e divertirci (mai stato discotecaro) e sessioni di sesso e BDSM con professioniste e non
    A parte gli animali e le risse tra giovinastri ubriachi ti assicuro che ho fatto tutte le esperienze sessuali e di vita possibili
    Poi mi sono laureato, ho iniziato a lavorare e a "non vivere", con circa 12 ore al giorno passate fuori casa a lavorare e poi tornare troppo stanco per aver voglia di fare qualcosa, magari complice pure l'età che avanza

    Dovevo iniziare a lavorare a 23 anni ?
    Sarò il tipico italiano ma a me la cosa spaventerebbe molto
    Anche perchè gli USA mi sembrano uno di quei paese dove si vive per lavorare
    Poi magari a quella età lavori e ce la fai cmq a vivere, conosco gente che lavora e riesce a fare mille altre cose, io non ci riesco oggi come non ci riuscivo 20 anni fa
    Se qualcuno non vede l'ora di iniziare a lavorare a 23 anni rispetto la sua scelta
    E' una scelta opposta alla mia e, come la mia, ha i suoi pro e i suoi contro basta saperli prima e non lamentarsi dopo

    Ognuno fa quello che è più indicato alle sue esigenze di vita

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    1. non tutti però hanno la fortuna di essere mantenuti fino ai 30 anni dai genitori. D'altra parte, in caso contrario, fare qualche lavoretto part time per pagare le tasse universitarie fino ai 30 anni per me significherebbe lavorare per niente buttando via i soldi.

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    2. Alex (e John) continuo il discorso. E' vero Alex, noi all'università in Italia ci siamo sicuramente divertiti molto anche perché era bello non dover lavorare e avere tanto tempo libero. I genitori (in molti casi) ci mantenevano per farci fare gli studenti fuori sede e quindi abbiamo trascorso tutti anni molto belli, feste memorabili, alcool e tutto il resto. Ma se è per questo anche i ragazzi americani all'università si divertono. Alex tu mi dici che ora lavori 12 ore al giorno, spero che siano 8 di lavoro, come in Usa, e il resto magari è tempo per andare e tornare dal lavoro, altrimenti 12 ore di lavoro è cosa da schiavismo che non esiste in Usa. Diciamo che ho capito male. 8 ore sono di lavoro e 4 di viaggi. In un certo senso concordo con te. Io dico spesso che lavorare è contro natura. Ma purtroppo riuscire a vivere senza lavorare è un'utopia.
      Sai dove invidio, ma simpaticamente senza provare astio, gli Americani? Quando mi dicono dei loro viaggi. A 24-25-26 anni hanno visitato molti luoghi del mondo. Perchè lavorano e possono permettersi di viaggiare. Ai miei tempi, fino a 28 anni dove volevi andare con la paghetta dei genitori? Quanti studenti universitari possono fare i viaggi che fanno i ragazzi americani che lavorano già molto presto? Sono rimasto colpito da alcune loro osservazioni. Ad esempio molti ragazzi che ho conosciuto, miei cugini e cugine e loro amici e amiche americani, a pochi anni dalla laurea avevano visitato Paesi come Francia, Marocco, Spagna, Grecia e io no. E loro dicevano a me: ma come, sei proprio li e non li hai visitati? Vaglielo a spiegare che difficilmente puoi permetterti di viaggiare quando ti laurei verso i 30 anni anno più anno meno e fino alla laurea non puoi certo lavorare perché manca il lavoro, non riusciresti a portare avanti un lavoro full time e studiare allo stesso tempo e se pure trovassi un lavoro full time non ti pagherebbero neanche tanto. Consideriamo anche che i neo laureati devono lavorare gratis in studi di architetti, avvocati e simili, ma dove ci vogliamo avviare?

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    3. Luca (e John)
      Quando parlo di 12 ore intendo 8 ore di lavoro, 1 di pausa pranzo e 3 fra il viaggio di andata e ritorno
      Ovvio. Ma sempre 12 ore sono.
      I viaggi sono una bella cosa per chi ama i viaggiare...
      Se viene mio cugino americano a farmi osservazioni sul perchè non sono stato a Londra, imparerà presto espressioni gergali e popolane del dialetto romano che lo sorprenderanno :D
      Naturalmente se uno ama viaggiare servono soldi, allora inizi pure a 18 anni a lavorare, magari mentre studia e buona fortuna per i suoi viaggi, che glielo impedisco io ?
      Ci ho messo sette anni per laurearmi in un corso di quattro, era meglio laurearsi prima (di sicuro!) ma...
      ...non è morto nessuno!

      Non vorrei fosse passato un messaggio sbagliato, non sto facendo l'elogio del mantenuto

      Ma c'è tempo per dover affrontare le grane e il solito tran tran monotono della vita, questa va vissuta e non sprecata

      Intendo dire questo quando dico che lavorare a 23 anni mi spaventerebbe
      Il momento più brutto della giornata è quando entro in ufficio la mattina: mi rendo conto che quei corridoi che vedo tutti i giorni sono più familiari del corridoio di casa mia perchè ci passo più tempo e lo trovo molto molto deprimente, se posso evito di farlo a 23 anni
      poi ognuno è diverso e magari non gli pesa come pesa a me, parlo (sempre!!) a titolo esclusivamente personale, il resto del mondo faccia quel che crede meglio per lui

      Naturalmente se sei nella condizione di farlo: sono figlio di un genitore che poteva essere mio nonno anagraficamente (classe 1923), medico in un epoca in cui ancora si guadagnava abbastanza bene per non avere i problemi economici dei giovani di oggi (o averne meno, chè oggi nessuno è al sicuro)
      Poi John ovvio che chi non ha una certa situazione si dia da fare: come mio cognato, oggi professionista affermato che ha iniziato a lavorare a 19 anni perchè figlio unico di madre vedova e c'era bisogno...
      Ma lui stesso quando il figlio ha finito il liceo ha preteso che quest'ultimo si prendesse un anno e mezzo sabbatico fatto di divertimenti e di rientri tutte le notti alle 4, a costo di litigare con la moglie
      Lo capisco. In diciotto mesi ha fatto esperienze "di vita" (senza fare chissà che di particolare eh ? poi gli affari suoi non li so) che penso nella vita gli saranno molto più utili di dieci anni di nozioni universitarie per affrontare la vita stessa e come rapportarsi con gli altri
      Oggi è un giovane molto responsabile al quale manca solo la tesi di laurea in medicina per laurearsi e poi lavorare

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    4. Un po' ti capisco John. Posso chiederti che lavoro fai? Lavori in Italia no? Io per quel poco che ho lavorato in Italia ho notato una grande differenza con il mondo del lavoro americano. Qui per quanto riguarda il lavoro di ufficio, l'atmosfera e' molto piu' rilassata, i superiori ti trattano da pari a pari, non se la tirano, non alzano mai la voce. Davvero non senti lo stress che si respira in molti uffici italiani. Lo stress c'e' sicuramente anche qui perche' i ritmi sono a volte sostenuti ma tutti sono molto educati e civili. Inoltre so che spesso in Italia bisogna restare a lavorare oltre le 5 e le ore di straordinario non sono pagate (spesso eh, parlo perche' me lo raccontano amici italiani). Qui in Usa se fai un'ora di straordinario te la pagano una volta e mezza e subito, con il prossimo paycheck. Ricordo di storie in Italia per cui neanche lo stipendio lo pagavano puntuale. Ma come si fa a vivere cosi? Spero che le cose siano un po' cambiate negli ultimi anni.

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  2. È normale che intitolare in post “Beati i giovani americani” è volutamente un po’ provocatorio e sicuramente se ci saranno altri commenti saranno tutti del tipo: ma no! Preferisco la mia vita italiana. Ma commento con piacere ai tuoi spunti interessanti. Concordo in parte. Per quanto riguarda la preparazione universitaria, quella europea è tenuta in grande considerazione in Usa. Infatti quando feci valutare la mia laurea in lingue da un’associazione americana, WES, me la valutarono come l’equivalente di un Bachelor’s + Master’s perché sanno che in Italia la tesi è una cosa seria che impiega tempo e studi. La preparazione dei laureati americani è molto specifica. Ad esempio nel mio corso di laurea onItalia ho dovuto studiare 2 lingue, 4 esami per la prima lingua scelta e 3 esami per la seconda lingua. Il resto degli esami, 12 esami (!) sulla glottologia, la filologia germanica, italiano, storia, glottodidattica, storia delle religioni, antropologia culturale etc. Tutte cose interessantissime che danno una buona cultura generale ma che alla fine dimentichi e non sono utilissime per il lavoro. In Usa probabilmente non ti insegnano 2 lingue ma 4 o 5, e poca cultura generale. Comunque concordo, spesso ho parlato con laureati americani e su molti aspetti non hanno la nostra cultura e conoscenza. Quindi la preparazione italiana è sicuramente di tutto rispetto, pari se non superiore alla preparazione media americana. Ma ripeto sono approcci diversi, più generica e culturale da noi, più specifica in Usa.

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  3. In Italia si studia molta più teoria, nelle università americane la preparazione è molto più orientata verso il mondo del lavoro, i programmi sono più snelli e meno appesantiti da nozioni culturalmente interessanti ma superate. They cut the crap.

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