domenica 25 febbraio 2018

Il voto degli Italiani all'estero

Il 4 Marzo, come tutti sappiamo, ci saranno le elezioni politiche in Italia e anche noi Italiani all'estero, iscritti all'AIRE, abbiamo il diritto al voto, per corrispondenza. 
Come sempre in queste occasioni si accendono delle discussioni infuocate tra gli Italiani che vivono all'estero e quelli che vivono in Italia. E noi che viviamo all'estero dobbiamo ascoltare le solite domande e osservazioni:
Ma è giusto dare il diritto di voto a voi Italiani all'estero?
Cosa ne sapete voi dell'Italia? 
Siete andati via e non dovreste poter votare! 
Ma perché vi interessa ancora dell'Italia? 
Vivete all'estero? E allora votate per il vostro Paese ospitante! 

Di primo istinto rispondo che sono un cittadino italiano e finché non mi tolgono la cittadinanza, credo sia giusto che mi sia concesso questo diritto. Pensandoci bene per devo dire che alcune delle obiezioni non siano completamente sbagliate. Alcune, non tutte. 

Dunque, riflessioni personali.
Quando pensano che non sappiamo più niente dell'Italia non è vero. O è vero a metà. Conosco tanti italo americani che in effetti hanno il diritto al voto ma che sono emigrati qui da ragazzini e non ne sanno molto dell'Italia. Mi fanno spesso cadere le braccia quando fanno discorsi in cui dipingono l'Italia come un Paese arretrato, come fosse appena uscito dalla seconda guerra mondiale. Questi votano se vogliono e forse non dovrebbero averne il diritto. E forse non dovrebbero poter votare coloro che hanno preso la cittadinanza italiana solo grazie al nonno che viveva in Italia e non conoscono l'italiano e in Italia ci sono andati al massimo una volta per vacanza. Darei il diritto solo a chi è nato in Italia.
Ma ci sono anche tante persone che sono emigrate 10-20 anni fa e che grazie ad internet seguono tutte le notizie, le indagini giornalistiche (in realtà purtroppo non ce ne sono molte), i dibattiti politici, le trasmissioni come Le Iene, Striscia la notizia e tante altre. Ma ovviamente non vediamo l'Italia con il solo filtro della TV, sarebbe fuorviante. Tramite Facebook, Whatsapp, Messenger, Skype, FaceTime, siamo sempre in contatto con parenti e amici e conosciamo bene come si vive oggi in Italia, le loro difficoltà, le disfunzioni dei piccoli paesi e delle grandi città.
A volte stranamente, si arriva al paradosso che molti emigrati all'estero conoscono meglio l'Italia di chi ci vive e non si è mai mosso di lì.
Ad esempio conosciamo qualcosa in più di questi, che ne dite?
Un'obiezione tipica è che chi è all'estero non ha più niente a che fare con l'Italia, non ha più niente in Italia e quindi non dovrebbe votare. Beh potrebbe essere non vero perché molti Italiani all'estero hanno una casa in Italia (vuota o in affitto) e pagano le tasse ogni anno. Le tasse le pagano in Italia e non dovrebbero poter votare anche se vivono all'estero? 

Insomma un'idea che potrebbe essere accettabile è: sei nato in Italia e hai diritto al voto anche se sei all'estero. Se paghi le tasse all'Italia perché hai ancora proprietà in Italia magari il diritto lo mantieni fino a che non vendi casa. Se non hai niente il diritto te lo togliamo dopo chessò 10-15 anni e lo riacquisti se torni a vivere in Italia.

Ma a parte il voto e non voto ciò che mi stupisce è l'astio che si rivela in quelle frasi..
Ma perché dovete poter votare? 
Siete andati via e allora basta, non dovete poter votare!

Ecco a me queste frasi sembrano trasudare acidità. Quasi come a dire: ci hai ripudiato andandotene via dalla nostra tribù? E allora stai li e non ti occupare più di noi. Non ti vogliamo più.
Beh amici, se siamo andati via è perchè l'italia ci ha costretto ad andare via. E se le cose fossero state migliori molti di noi sarebbero rimasti. Non abbiamo ripudiato "la tribù". Amiamo sempre l'Italia e gli Italiani, amici e parenti rimasti li e all'estero siamo sempre orgogliosi di dire al mondo che siamo Italiani e vivevamo nel più bel Paese del mondo. E poi non è che all'estero ci godiamo la vita come potreste pensare, non è che qui qui sia sempre tutto rose e fiori. Insomma se vedessimo dei miglioramenti un giorno potremmo anche tornare in quell'Italia che ci ha spinto ad andare via. E un miglioramento può avvenire anche grazie al contributo di noi Italiani all'estero con il nostro voto.

L'altro aspetto che mi stupisce di queste obiezioni è che gli Italiani rimasti in Italia pensano che si possa tagliare il cordone ombelicale con l'Italia non appena saliamo su quell'aereo che ci porta in un altro Paese. Non è così semplice.
Se sei nato in Italia da genitori nati in Italia, con nonni nati in Italia, se hai avuto amici italiani, se hai studiato elementari, medie, liceo, università in Italia, se hai guardato la tv italiana, se hai respirato Italia per 20-30 anni della tua vita e sei all'estero da soli 10 anni o poco più come si fa a dimenticarsi dell'Italia, chiudere la porta e non pensarci più? C'è chi ci riesce ma non è facile per tutti. Scusateci se all'Italia ci pensiamo ancora. E spesso.

Comunque buone elezioni a tutti, popolo italiano all'estero e popolo italiano in Italia. Per molti siamo due popoli ormai distinti e separati e quasi in contrasto, e in effetti in Italia tutto si basa sulle divisioni in fazioni di ultras. A questa divisione tra Italiani all'estero e Italiani in Italia ancora non ci avevo ancora pensato. E' una che si aggiunge alle altre. Spero che un giorno diventeremo più uniti.
Buon voto a tutti! 


10 commenti:

  1. Ciao Luca,

    noto che sei andato a vedere il canale che ti ho consigliato.. da brividi eh?

    cmq condivido tutto l'articolo. Io sono via da 10 anni, ma ne so piú io di politica che un buon 90% di italiani che vivono in Italia. Anche il discorso del "ve ne siete andati" é totalmente vero. Se a me offrissero in Italia condizioni simili a quelle che ho in Germania non ci penserei due volte a lasciare questa landa fredda e a tornare. Il problema é che la politica non vuole questo. Perché persone istruite, pensanti e che hanno viaggiato danno fastidio. Meglio costringerli ad andare via e a tenersi le capre, che sono facili da addomesticare e controllare.

    A gennaio sono venuto negli states ad una conferenza in Florida. Ho incontrato una ventina di italiani. Tutti, e dico, tutti che hanno dovuto trovare un lavoro fuori. Sai che danno economico quelle persone rappresentano per l'Italia? anni e anni di studi pagati con soldi pubblici per formare profili professionali importanti regalati ad altre nazioni. Per me la strategia italiana é un suicidio, e presto saranno come una nazione subsahariana. Ma finché ci saranno Sanremo, la serie A e il grande fratello nessuno se ne curerá troppo.



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  2. Salve,
    grazie per questo interessante blog e per lo stile gentile e corretto con cui è curato.
    Vivo ancora in Italia, mi trasferirò tra pochi mesi. Sono d'accordo con il post e vorrei aggiungere un altro motivo per cui gli Italiani all'estero hanno pieno diritto al voto: hanno diritto di votare la parte politica che li difende e che cura i loro interessi di emigranti.
    Non c'è solo una figura di emigrante, la diversità anche qui regna sovrana. Ci sono quelli che si sono spostati definitivamente e ci sono quelli che si sentono cittadini del mondo e che non considerano il trasferimento negli USA la loro tappa finale e definitiva. Quelli che permettono che la loro vita sia fluida e si danno sempre una possibilità.
    In generale mi infastidisce molto il livore e la modalità giudicante di coloro che vogliono negare i diritti, qualunque essi siano, peace & love per me non è solo un modo di dire banale.
    E comunque votare non è solo un diritto, è anche un dovere e pure faticoso a volte, questa volta aggiungerei anche non particolarmente facile visti i personaggi che si sono presentati!
    Quindi, buon voto a tutti!

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    1. Cara Liliana ricorda queste parole: il livore arriva sempre da chi avrebbe voluto partire ma non ne ha avuto il coraggio. Ignorali e vai avanti per la tua strada.

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    2. Ciao Liliana, mi fa piacere che ti piaccia il mio blog. Dove ti trasferirai? Il livore e' nel DNA di molti Italiani, io trovo che gli Americani invece siano meno gelosi uno dell'altro e meno acidi. Forse sono piu' individualisti, ok, ma non stanno a pensare e a paragonarsi sempre agli altri. Hai ragione su un altro punto, votare e' anche un dovere, non solo un diritto.

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  3. Premetto che non ho mai vissuto all'estero, potrebbe sfuggirmi qualcosa...
    E qualcosa di quello che dici non mi è chiaro: quando parli di italo-americani venuti negli USA da ragazzini, parli di gente che ha il cognome italiano o che ha (ancora) legalmente la cittadinanza italiana ? Nel secondo caso, ha solo quella o anche la cittadinanza americana ?
    Mi ricordo da bambino che mio padre possedeva una casa con terreno a Dover, in Inghilterra: mi pare (son passati tanti anni) che ci pagasse delle spese sopra, e suppongo quindi che avesse pure dei diritti sulla sua proprietà, ma non gli è mai saltato in testa di dover votare per le elezioni inglesi...
    Vivo a Roma da decenni ma fino verso i 10 anni vivevo in un paese del Lazio molto tranquillo e al quale sono legati molti piacevoli ricordi...
    Ora la casa è affittata da anni...
    Il giorno che andrò in pensione o abbia racimolato abbastanza per godermi la vecchiaia, ben volentierì tornerò là magari...
    Oppure andrò in paesi come L'Islanda, sono cose a cui penso da un pò (gli USA li ho sognati per 20 anni ma ora non è più così)...
    Ma per ora vivo a Roma e di andare a votare per il sindaco del paese dove stavo prima che non vedo da anni non ci penso proprio, informarsi di quel che succede per me è diverso dal viverci direttamente

    Non mi piacciono quelli che provano astio verso chi decide di vivere all'estero perchè sono scelte esclusivamente personali riguardo la propria vita alla quale ognuno ha diritto, sapendo quel che VOLONTARIAMENTE lascia e quello che potrebbe guadagnare (che poi sarebbe un discorso complesso, ogni emigrante è diverso, c'è chi mangia 3 volte a settimana e decide di lasciare il paese e chi ha una bella laurea e decide di andare dove ci sono più soldi e benessere, o semplicemente opportunità di vivere meglio anche se qui dopotutto i pasti non li salta), personalmente non provo nessun astio verso gli emigranti, ma io il diritto di voto lo darei esclusivamente a chi ha SOLO la cittadinanza italiana e vive all'estero
    e per un periodo limitato di qualche anno, poi se resti all'estero fai parte di quella realtà, votare per il governo italiano lo trovo semplicemente senza senso

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    1. Comunque vorrei ricordare che non possiamo votare per comunali e regionali noi che viviamo all'estero e credo sia anche giusto cosi'. Ma per le politiche nazionali e' diverso, ci possiamo informare meglio.

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    2. Ovviamente una cosa è quello che dice la legge (e i diritti che dà), un altra è discutere se una legge sarebbe giusto cambiarla/modificarla o meno

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  4. Ciao Alex, dunque, parlavo di italo americani che hanno vissuto in Italia fino a 10-15 anni, italianissimi del sud. Molti hanno solo la green card e la cittadinanza italiana, altri hanno sia la cittadinanza americana che italiana. Nessuno ha perso la cittadinanza italiana e quindi hanno tutti il diritto al voto.

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    1. Naturalmente hanno diritto al voto, se la legge dice così.
      Anche a me piace lo stile con cui è scritto questo blog
      Quindi, a scanso di equivoci, non vorrei essere frainteso: ho espresso la mia opinione e basta, non c'è nessuna intenzione di offendere chicchessia
      Si, alcuni sono livorosi ma non devono esserlo necessariamente tutti, solo perchè non esprimono una opinione che non corrisponde a quella che si vorrebbe sentire

      W la pluralità di opinione e di esprimere questa opinione, che una volta era caratteristica di un grande paese come gli USA, ora non lo è più purtroppo (o lo è molto meno di prima)

      p.s. venendo ad un tuo commento di prima, hai detto che gli americani sono individualisti in una maniera che mi è sembrata di rimprovero...
      Come mai ?

      Sarà che io sono un individualista nato, è sempre stata la cosa che più mi piaceva degli americani di una volta...

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    2. Ciao Alex, gli Americani sono individualisti ma per me è una cosa generalmente positiva perché si concentrano sulle loro vite e come migliorarle e come salire in carriera etc etc invece di concentrarsi ad invidiare o odiare gli altri. E molto spesso chi "ce la fa" viene ammirato, non odiato. Per molti essere individualisti è negativo. Lo è quando sconfina con l'egoismo eccessivo ma generalmente la vedo come una caratteristica positiva quando non fa male agli altri.

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