Pochi giorni fa la mia azienda ha spostato gli uffici dal Bronx a Manhattan
ed è iniziata la mia nuova vita da pendolare. In realtà ero un pendolare anche
prima quando andavo in ufficio al Bronx con la macchina, ma ora questa opzione
non ha più senso ed è preferibile prendere il treno dal Connecticut a New York. La mia giornata inizia prima dell’alba, alle
5:30 am in punto, quando la sveglia, inesorabile, mi ricorda che è ora di alzarmi e
non mi è concesso poltrire perché anche un solo minuto potrebbe farmi perdere il
treno. Mi alzo con un occhio chiuso e l’altro aperto, mi faccio una doccia, preparo
una colazione waffle e caffè, stiro camicia e pantaloni, mi vesto e mi fiondo
in macchina. Devo arrivare alla stazione poco prima delle 7. Parcheggio la
macchina e salto sul treno delle 7 e 05. Nelle carrozze il silenzio è irreale. C’è
chi dorme, chi smanetta sull’iPhone, chi guarda un film sull’iPad e chi crea
file Excel con il portatile sulle ginocchia. Il silenzio è interrotto dal
“tickets please” e dal clic clac dell’obliteratrice del controllore. Tutti
tirano fuori il biglietto, noi pendolari il mensile sull’app, i turisti il biglietto
cartaceo. Noi pendolari guardiamo i turisti con un sorriso bonario. Non rivedremo
le stesse facce domani perché siamo noi gli unici eroi della sveglia alle 5 am
“monday to friday”. Alle 8 in punto arrivo a Grand Central, la stazione
ferroviaria più grande al mondo, con i suoi 67 binari, il bandierone americano
issato dopo l’11 settembre, e l’immenso atrio centrale immortalato in
tantissimi film. Lo spettacolo è straordinario ed è un miracolo che si ripete
ogni giorno: migliaia di persone di razze, etnie, religioni differenti entrano
ed escono come formiche in un formicaio. E ogni volta mi chiedo come sia stato
possibile riuscire a riunire in modo pacifico persone da ogni parte del mondo
in questa unica, meravigliosa città di cui Grand Central è un simbolo
importante. Pensando al multiculturalismo vado a prendere la metro che in pochi
minuti mi porta alla 59th Street. Esco in strada e mi dirigo verso l’ufficio. È
sulla Madison Avenue, a pochi passi dalla 5th Avenue e dal famoso rettangolo
verde di Central Park. Durante il cammino c’è tutta New York che inizia a
svegliarsi. Gli odori provenienti dai carretti di muffin e bagel pervadono le
strade e si mescolano agli odori del caffè dei bar, di Starbucks e di Dunkin
Donuts. Donne eleganti chiamano il taxi al volo, uomini in giacca e cravatta affrettano
il passo e ascoltano musica con le cuffie colorate della Beats, turisti curiosi
guardano in alto e ammirano l’imponenza dei grattacieli. Arrivo in ufficio,
saluto i colleghi e inizio a lavorare. Fatture, documenti doganali, report
sulle vendite e sull’inventario. In pausa pranzo esco con un collega ed
esploriamo la zona. Dobbiamo comprare da mangiare e troviamo un food truck che
prepara hamburger a pochi dollari. Ne compriamo due che mangiamo in ufficio e inaspettatamente
sono davvero buoni. Generalmente porto il cibo da casa ma questi food trucks
sono una valida alternativa quando non c’è tempo di prepararsi qualcosa. Alle 5
si esce e il percorso è all’inverso: camminata dall’ufficio alla metro, treno da
Grand Central a Stamford, macchina per venti minuti dalla stazione a casa. Il
venerdì, però, mi concedo una variante: non prendo la metro e faccio una
piacevole passeggiata dalla lungo la 5th avenue, dall’ufficio a Grand Central. Passo
vicino Central Park, davanti all’hotel Plaza, e scendo giù tra i negozi più
rinomati al mondo come Cartier, Tiffany, Bulgari, Gucci, Armani, Valentino,
Versace. E passo anche accanto a Rockfeller Center, alla cattedrale di San
Patrick e alla ormai celebre Trump Tower, alla cui entrata molti poliziotti
armati fino ai denti non disdegnano selfie con i turisti curiosi. E quando sono
in treno c’è un’altra “tradizione”. Lavoratori in giacca e cravatta fanno capannello,
socializzano e bevono birre da 50 cl. Silenziosi e composti durante la
settimana, si lasciano andare il venerdì pomeriggi per sbronzarsi senza ritegno
ben prima di arrivare a casa. Ma va bene così, è finita un’altra settimana e
bisogna svagarsi. Chissà da quanti anni fanno la vita da pendolare. E magari si
conoscono tutti. Io, novello, sono solo alla mia seconda settimana ma potrei
già tirare le somme. Non è facile svegliarsi alle cinque ma va ogni giorno un
po’ meglio. Devo solo prendere il ritmo. E se qualche giorno la stanchezza fa
capolino, l’energia e la vitalità di New York mi aiuta a ricaricarmi. Tra poco arriveranno
le belle giornate e potrò godermi la big apple anche dopo il lavoro. Potrebbe
andar peggio, insomma, non è poi cosi male una vita da pendolare dal
Connecticut a New York.
Quindi se ti alzi alle 5.30, uscirai verso le 6.20-6.30 penso...
RispondiEliminapoi arrivi alle 8 in stazione vai a piedi e inizi alle 8.30 ?
Come sono gli orari in USA ? Rigidi o elastici ?
Forse ne hai parlato precedentemente, ma io non ricordo nemmeno cosa ho mangiato per cena 2 giorni fa...
quindi se esci alle 5 torni a casa per le 6.30-7 ? se vai a letto alle 11.30 sono 4.5-5 ore di vita...
Is correct ?
Si praticamente esco di casa alle 6:30 e arrivo in ufficio alle 8:30. Esco dall'ufficio verso le 4:30-5. Devo dire che in Usa sono abbastanza elastici con gli orari ma dipende da compagnia a compagnia. Nella mia comunque appena fai un'ora di straordinario te la pagano x 1.5. Non è frequente restare in ufficio fino a tardi come in Italia. Quando si esce si esce e basta. Se qualcosa non è stato fatto in giornata, ci si pensa domani. Hai ragione...torno a casa verso le 6:30, mangio, guardo un film e alle 9 già ho sonno e quindi dal lunedì al venerdì vivo in funzione lavoro. Prima impiegavo un'ora di macchina per andare al lavoro, ora 1 ora di treno piu' 20 minuti di macchina da casa alla stazione e 30 minuti per arrivare da grand central terminal al lavoro (metro+tratto a piedi che non fa mai male). Posso dormire e leggere in treno e la cosa mi piace però alla fine della fiera sono 4 ore che della mia giornata per andare a lavoro e tornare a casa. Anche per questo sto cercando di migliorare la mia vita con un nuovo lavoro e la ricerca appartamento da comprare ma ne parlerò in qualche nuovo post.
EliminaSto guardando una puntata di CSI New York ed il cadavere ha le otturazioni in acrilico "quindi non è certamente americano" (cit.).
RispondiEliminaHo fatto una ricerca in internet a tal proposito, e mi sono imbattuta nel tuo blog! Molto interessante, scrivi molto bene... Attendo nuovi post then!
Ps= che materiale usano i dentisti americani per le otturazioni?!??
Grazie, continua a seguirmi! Per le otturazioni? Dipende da dentista a dentista.
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