Qualche settimana fa torno a casa e trovo nella cassetta della posta un invito ad iscrivermi a un sito di cui non avevo mai sentito parlare prima: Nextdoor.com. Bisogna inserire la password dell'invito, che scade nel giro di pochi giorni, e creare un account.
Chissa' cosa e' sta roba, penso, e sto quasi per gettarla nel cestino ma poi, incuriosito, vado al pc, digito Nextdoor.com, inserisco la password, creo l'account e mi si apre un piccolo mondo.
Nextdoor.com è un social network costituito da persone che vivono nello stesso quartiere, o comunque in quartieri limitrofi. L'invito cartaceo viene lasciato nella cassetta della posta da un vicino di casa, che non indica il proprio nome ma che vuole che tu faccia parte del network perché abiti nel suo stesso quartiere.
La vita in una quartiere residenziale americano come quello in cui vivo è molto particolare. Tutti lavorano e tornano a casa tardi. Ognuno fa vita a se stante chiuso all'interno della propria casa con la propria famiglia. I bambini vanno a scuola e in estate non si vedono in giro perché vengono mandati dai genitori a fare le attività più disparate. Raramente qualcuno festeggia un compleanno in giardino con gli amici. Hanno ampi giardini nel retro delle loro case ma non li usano come faremmo noi in Italia, al massimo un barbecue al 4 luglio e in qualche altra occasione. Nel mio quartiere hanno anche deciso di non far mettere lampioni perché le case, che non hanno cancelli, mura o staccionate hanno le camere da letto che danno praticamente sulla strada e le luci dei lampioni non farebbero dormire bene. Insomma si respira una pace quasi irreale sia di giorno che di notte, sia d'estate che di inverno.
Certo gli Americani sono molto gentili e se di domenica sei fuori casa a fare jogging o un giro in bici, tutti ti salutano cordialmente anche se ti conoscono solo di vista e non sanno neanche il tuo nome. E' difficile stringere amicizia con i vicini anche perché qui per lavoro molti cambiano città da un giorno all'altro e quando riesci a stringere una rara amicizia con qualcuno, il mese seguente magari si trasferisce con la famiglia in Florida o in California. Sono tutti "zingari" e non sono molto attaccati alla casa o alla città natia.
Ecco perche' Nextdoor, il network dei vicini della porta accanto, mi ha piacevolmente stupito.
Ho riscontrato molta solidarietà e voglia di aiutarsi. Gli annunci sono di vari tipi, ad esempio:
- C'è chi mette in vendita a prezzo di favore una poltrona perché ne vuole comprare una nuova.
- C'è chi dice di stare attenti perché la sua telecamera esterna ha ripreso un tipo sospetto attorno casa. E posta il video.
- C'è chi chiede agli altri se la notte passata hanno sentito un ululare che pare di coyote.
- C'è chi chiede consigli per un buon dentista perché si è appena trasferito in città.
- C'è chi chiede consigli su una buona pizzeria italiana.
- C'è chi chiede se qualche ragazza è disposta a fare da baby sitter ai figli per il weekend a $100 al giorno.
Pochi giorni fa ho messo un annuncio dicendo che ero interessato ad acquistare una fisarmonica e altri strumenti che magari i vicini non suonavano più. Ho aggiunto che il mio budget non era molto alto e in pochi minuti mi sono arrivate decine di messaggi ed email private. Mi volevano vendere violini, bassi, chitarre, fisarmoniche e tutti a prezzi molto bassi. Alla fine ho ringraziato tutti e ho comprato una fisarmonica a solo $100 e addirittura un ragazzo mi ha regalato un basso elettrico perché ormai non lo suona da anni e ha bisogno di fare spazio.
Insomma su Nextdoor si crea una bella solidarietà tra vicini di casa che si conoscono solo di vista o che non si sono mai visti prima perché abitano in quartieri distanti. In questo modo, comodamente seduti al pc di casa, gli Americani riescono a sopperire un po' a quella mancanza di calore umano che la frenetica gli impedisce di sviluppare.
Non credo esista qualcosa di simile in Italia perché almeno in molti paesi del Sud ci si conosce tutti e non c'è bisogno di questo social network.
Per quello c'è la piazza, i bar, la strada. Ma forse chissà, un giorno arriverà anche in Italia.