lunedì 13 ottobre 2014

Da dove nasce questa gentilezza?

Stasera mentre prelevavo dei soldi all'ATM (bancomat) a pochi metri da me c'era un signore che stava camminando e un altro in macchina che, uscito dal parcheggio senza accendere i fari, stava per investire il signore a piedi che non lo aveva visto arrivare. 
Turn on your lights asshole! - gli ha urlato mentre la macchina e' sfrecciata via senza fermarsi, forse per paura.
Il signore furioso si e' subito rivolto a me scusandosi tantissimo: I am so sorry, I didn't want to harass you (Mi dispiace molto, non volevo molestarti/infastidirti).
E io, sorridendo: That's ok.
E poi, pensandoci, molestarmi di che? Non hai mica gridato contro di me. Io ero solo li' a pochi metri a ritirare i miei soldi.
Ma lui si e' sentito in dovere di scusarsi. Alzare la voce o lasciarsi scappare una parolaccia puo' dare fastidio a chi e' costretto ad ascoltare. Quindi bisogna scusarsi.
Ma questo e' solo uno di centinaia di episodi quotidiani di questa ormai proverbiale gentilezza americana.
Ad esempio ogni volta che entri o esci da un negozio c'e' sempre qualcuno che anche se e' qualche metro avanti di te, aspetta e ti tiene la porta aperta. E i sorry e i thank you abbondano in ogni situazione. Se sei in ascensore c'e' spesso chi si scusa se ti da' le spalle. E a quegli incroci ad X, senza semaforo, e' tutto un gesticolare per dire: passi prima lei. No si figuri passi prima lei. E chi passa per primo si sente quasi un egoista per aver approfittato della gentilezza degli altri.
Nei negozi ti chiedono sempre: did you find everything you were looking for?  (Hai trovato tutto cio' di cui avevi bisogno?).
Quando arrivi in palestra ti dicono: Enjoy your work out. (Fai un buon allenamento).
Potrei fare decine di altri esempi; sono proprio questi piccoli episodi di vita quotidiana che rendono la vita piu' serena ed e' soprattutto per la gentilezza e il senso civico delle persone che mi piace vivere in questo Paese.
A volte pero' mi chiedo: da dove nasce questo modo di comportarsi e perche' noi in Italia invece non siamo cosi'? Dove abbiamo sbagliato noi e dove hanno imparato loro? Deriva dall'educazione puritana di qualche secolo fa? Non riesco a darmi spiegazioni.
Voi cosa ne pensate?

18 commenti:

  1. Alle volte basta poco per vivere meglio tutti insieme

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  2. In parte è artefatta e con un secondo fine (es. il/la cameriere/a che passa tante volte al tuo tavolo al ristorante chiedendo se tutto è di tuo gradimento in realtà se poi alla fine dai meno del 20% di mancia vedi come gli/le rode il sedere )
    Oppure nei negozi (o le palestre per riallacciarmi a quanto da te detto) i commessi devono seguire ben precise regole dettate dal manager.
    In altri frangenti però sono gentilezze credo spontanee e credo siano residuo della cultura anglosassone .
    Infatti spesso i più cafoni /prepotenti sono i neri o i messicani.
    Ovviamente parlo in senso generale.
    Comunque meglio che in italia .

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    1. Hai ragione Claudio, in alcune situazioni come nei negozi e' ovvio che hanno precise istruzioni da parte dei manager a rivolgersi sempre in modo cordiale verso i clienti. Comunque fa sempre piu' piacere questa gentilezza artefatta che la scontrosita' di molte cassiere italiane alle quali se chiedi qualcosa sembra quasi che dai fastidio.
      In altre occasioni noto che qui la gentilezza e' genuina e senza secondi fini. Anche per strada noto delle differenze abissali. Hai mai notato che qui in Usa nessuno ti sfanala con la macchina se magari vai troppo piano? Prova in qualsiasi autostrada italiana, Ti sfanalano, suonano il clacson come pazzi e magari ti fanno qualche gestaccio. Qui in Usa il clacson delle macchine non lo ho quasi mai sentito. E quando ero a Londra era lo stesso. Perche' noi siamo diversi?

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    2. forse perche non guidi in macchina a NYC e specificatamente a Manhattan. Provaci, magari di sabato meta mattina o giovedi rush hour. Io che ci guido sempre invece ti posso dire che mi suonano come pazzi se vado piano, se mi scordo di partire quando il semaforo e' verde. I ciclisti non ti rispettano e ti sfrecciano da tutte le parti peggio degli scooter a Roma, no guarda che qui guidano veramente male e sono prepotentissimi almeno tra auto, per non parlare dei tassisti. scusa ma forse non segui le notizie di nyc, ma qui ogni giorno c'e' una persona investita se non di piu. e poi mi hanno detto anche parolacce. Tutto il mondo e' paese. la maleducazione sta dappertutto.

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    5. Si si hai ragione infatti ogni volta che vado a NYC preferisco lasciare la macchina alla stazione della mia citta' in CT e andare con il treno. Per me comunque NYC e' un mondo a parte. L'America alla quale mi riferisco e' quella dei paesi tranquilli del New England, del Connecticut in cui vivo, e della provincia americana in generale. Ma anche in tante citta' americane che ho visitato ho sempre trovato molta gentilezza. Ti hanno mai sfanalato in autostrada in Usa perche' magari andavi un po' piano? A me in 10 anni non e' mai successo. E vogliamo parlare delle strisce pedonali? Qui non rischi la vita se ti "azzardi" a passare quando scatta verde, quando e' un tuo diritto passare. E comunque credimi essendo abituato al traffico di Napoli e Roma anche NYC, che e' vero e' una citta' con persone piu' agitate, sembra una citta' con persone gentilissime. Comunque dopo scrivo un altro post in cui descrivo un altro lato della medaglia...

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    6. mi e' forse capitato il contrario, che la gente andasse troppo piano ma la cosa piu' strana che mi e' capitato nei piccoli centri e' questa: magari se andavo piano io (per esempio mi e' capitato di andare piano e stare sulla destra perche' stavo aspettando che il gps mi desse indicazione) ho avuto delle persone che mi si sono allineate dietro e non mi superavano! mi seguivano! ho dovuto io tirare fuori il braccio e dirle di passare altrimenti avrebbero continuato a seguirmi! haha tutto il contrario di tutto. questo pero' nei piccoli centri non a New York.

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  3. secondo me la grande maleducazione che c'è qui
    in italia è a causa del malcontento generale
    che regna sovrano nella nostra triste nazione
    io vivo in sardegna, qui la maggior parte dei commessi non
    saluta quando entri in un negozio, non ti chiede se hai bisogno di qualcosa e
    se vai via senza acquistare niente ti guardano anche male!
    in america mi sono sentita coccolata ogni volta che entravo
    in un locale, ristorante e non parliamo dei negozi
    sono stata in 4 stati e la gentilezza era sempre la stessa!
    peccato non poterci vivere!
    w l'america!

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  4. Evviva la gentilezza spontanea e anche no. Se esci da un negozio dove non hai comprato niente e comunque ti senti salutare e ringraziare, ci torni piu` volentieri e prima o poi farai acquisti! In Italia- io vengo da una citta` di medie dimensioni- in certi negozi non ci entro non perche` non avevo trovato niente, ma perche` mi ero sentita giudicata e osservata. Poi che ti fermino per farti i complimenti su come sei vestita o il taglio di capelli...quello a me in Italia non e` mai successo e qui molte volte. Quest'estate ero in Italia e ho fatto il complimento ad una ragazza che aveva una borsa bellissima e diversa. prima mi ha squadrato come se fossi un'aliena, poi pero` si e` sentita in dovere di raccontarmi tutta la storia della borsa etnica che aveva. Si capiva che non le era mai successo!!! Valentina Vale parla di malcontento, puo` essere, ma io sono andata via dall'Italia molto prima che il malcontento fosse giustificato...ma era cosi` anche prima!!!!

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    1. su questo concordo, qui non ti mettono l'anzia o l'obbligo di comprare e sono sempre cordialissimi , regola dettata dall'azienda ovvio. devi assolutamente essere gentile e' la prima regola

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  5. Ciao, seguo da tempo il tuo blog e ti ringrazio per la passione e la pazienza che hai nel raccontare tutte le tue esperienze.
    Attualmente sto terminando i miei studi in Computer Graphic Animation e lavoro come Videomaker freelance, ma il mio sogno da tanto tempo è quello di trasferirmi per un corso di un anno a L.A. in Animation e VFX e poi approfittare dell'anno di OPT che l'università mi fornisce per poter rimanere a lavorare lì. E' un mio grande desiderio soprattutto perché quello che studio è un mercato prettamente californiano e le più grosse aziende, che io finisca a lavorare nell'animazione cartoon, nei videogames o nei visual effects per il cinema, sono tutte lì. A proposito di questo volevo chiederti dei consigli, se non ti disturbo. E' possibile scriverti ad un'email?
    Grazie per l'attenzione.

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    1. Grazie Alessandro. Puoi scrivermi a tornoavivereinamerica@gmail.com

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    2. Ok, ti ringrazio. Ti ho scritto lì.

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    3. Sei sicuro Alessandro? Non ho ricevuto email. Riprova.

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  6. Che strano. Te l'ho rimandata ora. Dimmi se ti arriva.

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  7. per esperienza personale(studio in america) c'è molta falsità dietro quell'apparente gentilezza

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