lunedì 28 maggio 2012

Numerini


Oggi voglio raccontarvi una mattinata come tante in una citta' del sud, per fare una normale visita medica. Una di quelle per cui si prende il famoso numerino. Ed e' una di quelle esperienze che mi fanno esclamare spesso: ma perche' sono tornato in Italia?
Ma cosa vogliamo fare, biogna prenderla con ironia, non credete? Tanto prima o poi riparto per gli States...
Arrivo al poliambulatorio, prendo il mio numerino (58) e vado a sedermi nella sala in cui si paga il ticket ad uno dei due sportelli. Guardo il tabellone: 56.
Il 56 sta gia' pagando a uno sportello. L’altro sportello si libera e sta per chiamare il 57 ma svelta come una mangusta sguscia fuori una signora molto distinta e impellicciata e da’ le sue carte all’impiegato.
-Ho il 59, dice.
-Signora non e’ ancora il suo turno.
-Eh si ma non c’e’ nessuno dopo di me.
-Io ho il 57- le dice un signore.
-E io il 58- aggiungo.
-Per favore- ci risponde con falso dispiacere- ormai sono qui, ci metto un minuto.
All’impiegato interessa poco,  probabilmente pensa che queste sono faccende tra noi e la signora e non sembra intenzionato a farle rispettare il turno, e poi la signora e’ cosi’ ben distinta e impellicciata.
Va bene la facciamo passare anche perche’ si e’ liberato l’altro sportello che chiama il 57 e poi me, il 58.
La mangusta allo sportello di fianco paga e va via. Ci penso un po' e poi capisco che la signora in fondo e’ una brava donna e probabilmente in questa Italia di Supernealotti e Gratta e Vinci, avra’ capito che il numerino e’ un gioco: bisogna prenderlo e poi portarlo allo sportello il piu’ velocemente possibile…sicuramente si vince un premio!
Mentre sto pagando al mio sportello, all’altro arriva una simpatica signora distinta ma senza numerino.
-Signora deve prendere il numerino. - Le dice l'impiegato.
-Scusate ma io non lo sapevo, non sono di qua.
-Signora non importa se non e’ di qua, deve prendere il numerino altrimenti qui si crea il caos.
-E ma io non sono di qui, non conosco bene le leggi. La prossima volta mi ricordero’ di prenderlo.
Dietro di lei non ci sono altre persone e quindi l’impiegato che mi sembrava battagliero, sbuffa lievemente e si occupa di lei.
Mi dirigo verso il primo piano per la visita mentre arriva al mio orecchio l'eco delle giustificazioni della signora che non e’ di qua: noi siamo gente onesta, ci mancherebbe altro…
Per la visita al primo piano ci sono altri numerini. Io ho il numero 8.
E’ appena uscito il numero 5 ed e’ il turno del numero 6.
La dottoressa esce dal suo studio e chiama: numero 6, chi ha il numero 6?
Nessuno risponde. Chiama nuovamente: nessuno ha il 6? E va bene, non c'e' ancora.
All’improvviso una signora che era seduta li' con noi, assicuratasi che il 6 non e' in sala, dice: io ho il numero 9 - e poi timidamente quasi a bassa voce aggiunge- il 9 o il 6.
Ci ripensa un attimo, da' uno sguardo veloce a noi altri seduti in sala d’aspetto, capisce che e’ troppo fregarci cosi’ e dice: no nove, nove. Ho il nove.
La dottoressa che sembra di conoscere la signora le dice: e va bene se non c’e’ il 6 puo’ venire lo stesso, anche se ha il 9.
Al che il 7 dice: si ma c’e’ il 7.
E io: e l’8!
La dottoressa si scusa: va bene scusatemi, ho sbagliato io. Pensavo che non c'erano altre persone dopo il 6, allora prima il 7, poi l’8 e poi la signora.
Insomma come si fa a non divertirsi in Italia dove anche i numeri sono un’opinione, si gioca e ci si diverte anche dal dottore?
Bukowski diceva che la gente e’ lo spettacolo piu’ bello del mondo e non si paga neanche il biglietto.
Io ho il 6 o il 9. Beata lei, ha pescato il numero Jolly....anzi, ha fatto ambo.
Devo troppo ritornare in America...

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