Molti anni fa, quando ero ancora
ragazzino, alcuni parenti mi portarono a vedere la partita Napoli-Roma al San
Paolo. Trovammo i biglietti nel settore dei tifosi del Napoli ed essendo io un tifoso
romanista, mi raccomandarono di stare ben attento a non esultare troppo per non
tradire la mia fede giallorossa. Poiche’ la Roma vinse 3-1, fui costretto ad implodere
tre grandi momenti di gioia anche se in realta’ al terzo goal alzai di istinto un
braccio verso l’alto stringendo il pugno, senza urlare. Mi parve che un
energumeno davanti se ne accorse e mi diede una strana occhiata… Se ne e’ accorto, se ne e’ accorto –
pensavo- ora mi uccide! - ma per
fortuna non accadde niente. Tra un goal e l’altro osservavo i tifosi; i
napoletani facevano un caos infernale rivolgendo cori offensivi ai tifosi
romanisti i quali non si facevano intimorire e rispondevano con altrettanto
odio e volgarita’ dal loro settore che a me sembrava un’enorme gabbia. L’arbitro
prendeva cori da entrambe le tifoserie. Arbitro
cornuto! era il piu’ abusato ma ce n’erano altri piu’ offensivi che non
riuscirei neanche a ripetere.
Un’atmosfera bellicosa e un’esperienza
che definirei ansiogena.
Un paio di anni dopo mi trovavo
negli Stati Uniti per un vacanza e alcuni parenti americani mi portarono a
vedere una partita di baseball allo Yankee Stadium. Fuori dallo stadio dei
tifosi erano intenti nel Tailgating ovvero la tradizione sempre piu’ diffusa
tra gli Americani di mangiare e bere, in piedi, accanto alle proprie auto prima
dell’inizio della partita. Alcuni avevano addirittura attrezzato dei barbecue e
fraternizzavano con i tifosi avversari e piu’ avanti altre centinaia di tifosi
si incanalavano verso le stesse entrate senza problemi e poi all’interno dello
stadio non venivano divisi in settori ma erano seduti tranquillamente uno
accanto all’altro. C'erano molte famiglie con padre, madre e bambini al seguito
e l’atmosfera era molto serena anche se molti sembravano piu’ interessati ai
loro hot dog e Budweiser salvo poi entusiasmarsi per un bel lancio o uno
spettacolare home run.
Non c’erano Ultras perche’ il tifo
era “guidato dall’alto”, dall’organizzazione dello stadio. Le azioni salienti
erano sottolineate da alcune musiche emanate delle enormi casse acustiche e i momenti
di pausa erano riempiti dalle domande trasmesse degli enormi maxi schermi sulla
storia del baseball: Chi vinse le World Series nel 1988? Chi segno’ piu’ home
run nel 1992?
Molti spettatori scommettevano
qualche dollaro con il proprio vicino, poi la partita riprendeva e all’improvviso
si sentiva un boato anche se non era successo niente in campo. Lo schermo aveva
appena trasmesso la risposta corretta e il boato era di quelli che avevano
esultato per aver vinto la scommessa con il proprio vicino.
A volte volava qualche sfotto’ tra gruppi
di tifosi avversari ma se qualcuno alzava troppo i toni e diventava minimamente
volgare o offensivo, prontamente intervenivano gli steward dello stadio per accompagnare
fuori gli esagitati.
Per gli Americani, insomma, lo sport
e’ uno spettacolo, non una guerra. Una partita di baseball, hockey, football o
basket non e’ ne’ piu’ ne’ meno che andare al cinema, e’ una forma di
intrattenimento in cui tutti gli attori in campo contribuiscono a divertire lo
spettatore.
Prendiamo un film come Non ci resta che piangere con Benigni e
Troisi. Nessuno al cinema si sognerebbe di urlare Regista Cornuto! per una scena che poteva esser girata in modo
diverso.
E vi immaginate un gruppo di ragazzi
che lancia un fumogeno contro altri ragazzi perche’ hanno scoperto che hanno riso
di piu’ per una battuta di Troisi? Sono
fan di Troisi, lanciamogli un fumogeno! E una altro che tira fuori il
coltello per andare a dirne quattro a quell’altro che ha riso troppo per una battuta
di Benigni? Sono fan di Benigni, adesso
gli faccio vedere io!
Fuor di metafora, scene come queste
non si vedranno mai negli stadi americani anche se ancora non riesco a
spiegarmi il perche’.
Forse perche’ qui hanno un sentimento
di unita’ diverso dal nostro?
Forse perche’ le nostre regioni italiani
sono state unite con lo sputo e continuano a persistere antiche rivalita’ tra
regioni e citta’?
Forse perche’ i valori dello sport e
dell’educazione civica in America vengono insegnati nelle scuole fin da quando
si e’ ragazzini?
Non ho una risposta, ai lettori le
proprie considerazioni. So solo che per quanto riguarda lo sport sono due mondi
diversi.
E a noi italiani cosa resta di
questi valori nelle tante domeniche di violenza negli stadi? A noi, troppo spesso, di domenica…Non ci resta che piangere.
Adoro i tuoi post! Riesci sempre a strapparmi dei sorrisi, ricchi sorrisi :)
RispondiEliminaIo personalmente credo che sia un problema legato alla poca presenza dello stato nei ceti sociali più disagiati, quindi di conseguenza una partita di calcio diventa la loro "ragione di vita". Non vedo l'ora di andare a vedere una partita di basket degli Warriors :)