Anni fa ho frequentato per due anni il community college. È stata una scelta strategica, inizialmente non ero neanche convinto perché avevo già impiegato un bel po’ di anni per laurearmi in Italia e non avevo voglia di rimettermi sui libri, ma poiché volevo restare in USA per molti anni e non mi accontentavo più di venirci ogni tanto da turista, mi consigliarono una strategia a lungo termine: iscriviti a un community college, che è relativamente economico, impara qualcosa di utile, perfeziona la lingua e avrai piu opportunità e più tempo per guardarti attorno alla fine degli studi e trovare un lavoro.
Ma dal community college non imparato solo alcune materie utili. Quando seguivo i corsi mi capitava molto spesso di ritrovarmi, che so, un ragazzo di 18 anni alla mia destra e un signore di 60 anni alla mia sinistra, ognuno con un forte desiderio di impararare qualcosa di nuovo e di utile anche se le motivazioni erano diverse: i ragazzi studiavano perché speravano dopo due anni di trasferirsi a un’università più prestigiosa o per imparare qualcosa di utile per entrare nel mondo del lavoro nel miglior modo possibile, gli adulti di mezza età erano più intenzionati ad ottenere un certificato o un Associate Degree da poter presentare al proprio capo per chiedere un eventuale avanzamento di carriera (in alcuni casi erano state proprio le loro aziende ad avergli chiesto di perfezionarsi), i più anziani, che per me erano le persone più simpatiche e interessanti, studiavano per imparare qualcosa di nuovo, perché volevano stare al passo coi tempi, ad esempio l’uso di programmi Microsoft.
Ho notato insomma che qui prima di tutto non c’è alcuna vergogna nel rimettersi in gioco e studiare a qualsiasi età. E poi ognuno ha la consapevolezza che migliorandosi, con un po’ di impegno e sacrificio, si può cambiare strada, carriera, lavoro, vita.
Ed è questo che mi è sempre piaciuto degli USA, nonostante i tempi stiano cambiando e ci siano tanti problemi, la mentalità resta la stessa.
È una società dinamica in cui tutti si mettono in gioco senza problemi e senza paranoie, quasi con entusiasmo, anche perché sanno che se aspettano aiuti dall’alto dovranno aspettare dei secoli. Meglio rimboccarsi le maniche e darsi da fare. E l’età non conta.
Ciao, non sapevo che il tuo blog fosse ancora attivo! Non lo avevo più letto da quando era iniziato il Covid. Molti blog (specialmente su Blogspot) nel frattempo sono morti, mentre mi fa piacere vedere che tu ancora scrivi. Evidentemente ci tieni molto, anche perché mi pare che non ci hai mai guadagnato nulla economicamente, al contrario di altri blogger che invece lo fanno per provare a guadagnarci qualcosa.
RispondiEliminaVorrei intervenire sulla questione dei college. È vero, in fin dei conti il community college è una soluzione abbastanza economica a cui possono iscriversi tutti, che dà pure diritto al visto per motivi di studio. Tuttavia, carissimo, permettimi di dire che certi community college non hanno chissà quale reputazione. Se una persona vuole scrivere nel proprio curriculum di avere studiato in America, è meglio trovarsi un'università "di prestigio". Con questo non voglio assolutamente criticare i community college, di cui peraltro apprezzo la loro funzione sociale che dà l'opportunità di studiare a una vasta platea di persone che altrimenti resterebbe tagliata fuori.
Se il problema di fondo è economico, nel senso che non ci si può permettere di spendere $100,000 all'anno per un MBA di alto livello, bisogna ingegnarsi per limitare i costi. Ci sono varie soluzioni; ora non mi metto a scriverle qui perché non ho abbastanza spazio. Comunque, per esempio sono riuscito a seguire un master al MIT in Massachusetts spendendo relativamente poco. Nessuno mi ha dissanguato, e mi ritrovo pure con un titolo riconosciuto dal Consolato.
Come hai giustamente scritto, bisogna "rimboccarsi le maniche", "darsi da fare", "mettersi in gioco senza problemi e paranoie". Ecco, bisogna usare proprio questa mentalità anche quando ci si destreggia tra i vari college. Ovviamente ci stiamo riferendo alle persone che "fanno tutto da sole"… categoria a cui, in fin dei conti, appartieni anche tu. Perché in realtà negli USA se ne trovano un bel po' che stanno lì non per iniziativa personale, ma semplicemente perché sono figli di papà (e quindi possono permettersi un college da $100K) oppure perché sono stati spediti nelle università USA da qualche barone universitario italiano, tipicamente con la motivazione di "fare ricerca". Molti di questi "ricercatori", che ho conosciuto personalmente, sono effettivamente persone impegnate e intelligenti, ma sono entrati lì perché ce li ha messi qualcuno, e non perché ci sono arrivati da soli.
D'altro canto, per chi deve fare tutto da solo, la strada è molto più tosta, ed è qui che entra in gioco l'inventiva personale.
Ho esaurito lo spazio a mia disposizione.
Ciao, il blog è ancora vivo anche se non ho molto tempo per scrivere come in passato. E inoltre ho notato che i blog stanno un po' morendo e qualche volta ho pensato di chiuderlo. Hai ragione per il community college. Frequentandolo (e ne ho scritto in passato) ho notato che sono molto più facili delle università italiane. Io quando sono venuto in Usa ero fresco di laurea in Lingue e Letterature straniere in Italia ma ho scelto di studiare altri due anni al Community College qui solo per avere modo di restare altri due anni e usare quel tempo per muovermi e trovare lavoro. In 30 giorni da turista è difficile trovare lavoro e quindi decidi di iscrivermi al community college. In realtà sto scrivendo un romanzo a riguardo in cui spiego la mia strategia e i miei, ad oggi, 20 anni in Usa. Comunque ho imparato anche molte cose ma ripeto è stato strategico perché mi è costato "solo" $8K l'anno (per un totale di 16K, anzi un po' meno grazie a due borse di studio per la media alta). Mi puoi dare la tua email nel caso un giorno chiuda il blog ma ti volessi informare su altri miei progetti come la pubblicazione di un libro? Se vuoi, eh.
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