Un anno fa sono stato tre giorni nei boschi del Maine in una zona remota chiamata The Forks (questo è il racconto).
Qualche giorno fa vagavo su internet e gli algoritmi, che mi conoscono bene, mi hanno consigliato l'articolo di un eremita che visse molti anni a North Pond, nei pressi di un piccolo lago. Googlo la zona e scopro che non era lontano da dove sono stato! Così ho acquistato il libro The Stranger in The Woods di Michael Finkel e lo ho letto in due giorni.
Chris Knight era un ragazzo come tanti, di appena 20 anni, forse un pò schivo e solitario, quando decise di non andare a lavoro ma di dirigersi nei boschi dove avrebbe vissuto per 27 anni. Senza contatti umani.
E' una storia in apparenza simile a quella di un altro Chris, Chris McCandless, raccontata da Jon Krakauer in Into the Wild e immortalata nell'omonimo film di Sean Penn (con la bellissima colonna sonora di Eddie Vedder). Ma Chris McCandles si fermò in Alaska, in un autobus abbandonato, lontano da qualsiasi centro abitato. E si nutrì grazie alla caccia e a piante e radici commestibili che trovò in zona...fino a quando ingerì una pianta velenosa che lo portò alla morte). Chris Knight si accampò in un bosco, che seppur fitto e difficilmente raggiungibile, era a poche miglia di distanza da alcune casette abitate nel periodo estivo. E si sostentò rubando. Era un ladro abilissimo che riusciva ad entrare in casa senza lasciare traccia e aveva le sue routine: usciva di notte ma mai nel weekend, non usciva quando aveva nevicato per non lasciare tracce. Rubava solo in case quando era sicuro che non ci fosse nessuno. Abile nell'uso di attrezzi da scassinatore, entrava in modo "gentile", senza rovinare porte o finestre. Non lasciava mai niente in disordine. Dopo un suo furto sembrava quasi che non ci fosse stato nessuno. Rubava poco per volta: cibi, bevande, piccole bombole del gas, torce, batterie. E spesso anche libri, tanti libri.
I primi anni le persone del luogo notarono che mancava qualcosa dal frigo o dalla credenza ma pensarono a qualche ragazzino entrato in casa per una bravata. Qualcuno diede la colpa a qualche ladruncolo probabilmente venuto da fuori. Altri iniziarono a parlare di un eremita dei boschi, l'eremita di North Pond. Ma era più che altro una leggenda, di prove concrete non ce ne era nessuna. Alcuni bambini, terrorizzati, lo battezzarono l'Uomo Affamato, The Hungry Man.
Ma nessuno riuscì a vederlo. I furti continuarono e molti abitanti installarono videocamere interne ma l'eremita era troppo abile e spesso era in grado di disinstallarle o togliere la memoria interna. Una volta le videocamere riuscirono a riprenderlo. Era al buio e non si vedeva molto bene ma sembrava un ometto gentile, quasi un professorino con gli occhiali.
Finché un giorno fece un errore...
Ma non voglio togliervi la sorpresa, semmai vi venisse voglia di leggere il libro. Dico solo che Chris Knight è sicuramente un uomo fuori dal comune. E la sua storia interessante come poche.
Ironicamente era un uomo che voleva essere dimenticato da tutti che è diventato l'uomo più famoso del Maine.
L'eremita di North Pond.... anche questa è l'America.
martedì 28 luglio 2020
domenica 19 luglio 2020
Da Costa a Costa
Chi legge il mio blog ama o è interessato agli Usa, alla sua cultura, curiosità e manie. Sul blog provo a descrivere gli Usa tramite la vita quotidiana ma raramente parlo di politica o eventi sociali importanti. Da circa un mese, da quando ho cancellato i miei account Facebook e Instagram, sto usando il mio tempo in modo più produttivo e ho scoperto, tra i tanti, un podcast interessante dallo stile molto narrativo sugli di Stati Uniti e la politica americana: Da Costa a Costa.
E' il podcast del giornalista Francesco Costa che ha pubblicato anche il libro Questa è l'America, che ho intenzione di ordinare, che pare stia riscuotendo un ottimo successo. Le prime puntate del podcasts sono del 2016 prima delle elezioni che videro Trump inaspettatamente vincente contro la Clinton e da lì continua a raccontarci la politica e la società americana.
Lo stile è molto narrativo e spesso crea delle biografie dei vari protagonisti della politica americana.
Alcune puntate che ho ascoltato:
La puntata su Joe Biden, intitolata La battaglia della vita di Joe Biden, mi ha fatto riflettere sul detto Don't judge a book by its cover, non giudicare un libro dalla copertina, le apparenze ingannano. Premetto che Biden non mi entusiasma molto e se potessi votare quest'anno non saprei a chi dare il mio voto, probabilmente resterei a casa (se prenderò la cittadinanza l'anno prossimo, potrò votare nel 2024). Lasciamo da parte Trump. Biden mi dà l'impressione di una persona vuota, robotica, un politico vecchio stile che quando fa un discorso non ci crede davvero, ma sa che deve dire quelle cose per conquistare gli elettori. E poi quando è sotto stress o in difficoltà balbetta.
Per i miei conoscenti e colleghi che amano Trump, Biden è un vecchio rincoglionito che dimentica le cose ma ho notato che anche i miei conoscenti e colleghi che odiano Trump hanno qualche dubbio su Biden. Insomma molti lo voteranno non perché Biden scalda i loro cuori ma perché Trump li infiamma di rabbia.
Mi piace l'atteggiamento di una mia collega, che molti possono trovare sbagliato: pur odiando Trump dice che probabilmente non andrà a votare perché non le piace nessuno dei due. In poche parole ogni volta che a delle elezioni si sfidano il candidato A e il candidato B a lei non piace votare B perché non le piace A. Lei vuole votare B perché le piace B. Detto questo la puntata di Costa a Costa mi ha fatto conoscere eventi della vita di Biden che non conoscevo.
Quando era giovane, sua moglie era in macchina con i loro tre figli piccoli. Vennero investiti da un tir. la moglie e la figlia persero la vita. Due figli si salvarono. Fu un colpo gravissimo sul giovane Biden che trascorse un grave periodo di depressione in cui ebbe più volte l'intenzione di abbandonare la politica. Decise poi di non farlo, convinto da molti. Dopo molti anni perse anche uno dei due figli sopravvissuti all'intendente, per un tumore al cervello. Per quanto riguarda la sua balbuzie è un problema che lo accompagna si da piccolo ma che riuscì a superare. Ora quando incontra qualche elettore con questo problema gli dà il proprio numero di cellulare personale e invita a fargli un colpo di telefono perché può dare dei consigli. Biden balbetta ancora un pochino ma solo quando è in difficoltà o sotto stress, ma non vuol dire che stia dimenticando le cose.
Dopo aver ascoltato il podcast non dico che voterei per Biden ma il solo fatto di aver conosciuto qualcosa in più della sua vita me lo ha reso, se non più simpatico, sicuramente più umano. E ho pensato che in questi tempi in cui non abbiamo tempo e voglia di approfondire niente ci basiamo troppo sulle prime impressioni, su semplici simpatie e antipatie a prima vista. Sappiamo ben poco delle vite dei politici, figuriamoci le loro idee politiche. Mettiamo due etichette ai candidati e andiamo a votare.
La puntata su Bill Gates, intitolata E' stato Bill Gates, è stata ancora più interessante. In questi tempi Gates è diventato il bersaglio numero 1 dei cospirazionisti, ancora più del famigerato George Soros. Francesco Costa cerca di capire quali siano e queste teorie e perché siano nate. Hanno un fondo di verità? Ma soprattutto ci racconta più approfonditamente cosa sta cercando di fare Bella Gates con sua moglie con la fondazione Bill and Melissa Gates Foundation. E ne risulta un quadro totalmente diverso dal malvagio bilionario assetato di potere, che vorrebbe accumulare ancora più soldi con i vaccini e decimare la popolazione mondiale per dominare il mondo. In poche parole un nuovo Satana. Certo avrà fatto qualcosa che non è piaciuto ma come si dice chi non va al mulino non si infarina e comunque le attività benefiche sono degne di ammirazione. Sbaglierò ma conoscendo meglio la storia della fondazione di Gates a me sembra che sia sinceramente interessato a fare qualcosa di buono per alcune aree del pianeta e mi dispiace e mi sembra assurdo quando viene descritto, da cospirazionisti molto paranoici e poco informati, come il nuovo Satana.
La puntata su Usa e Cina, intitolata Chi guiderà il nuovo mondo, è stata illuminante. Si parla di "soft power" ovvero quell'influenza culturale che viene esercitata non con la forza militare o con l'economia ma con la cultura. Volenti o nolenti, dopo la seconda guerra mondiale e dopo il crollo dell'Unione Sovietica guardiamo sempre più agli Usa come modello sociale e culturale. Riescono ad attrarre, affascinare, convincere plasmare l'immaginario di altri Paesi con cultura, valori, comunicazione. Anche i film di Hollywood o della Disney involontariamente suscitano questa attrazione. In modo più esplicito...chi ricorda il finale del film Rocky IV? Il Piano Marshall fu l'esempio più evidente del soft power. Dopo la seconda guerra mondiale gli Usa inviarono ingenti aiuti economici ai Paesi dell'Europa occidentali, e a fondo perduto. Aiutare per legarli a loro. Un investimento a lungo termine. Ma oggi c'è una nuova potenzia mondiale che ha capito l'importanza di del soft power e mentre gli Usa di Trump cercano di isolarsi e sono sempre meno interessati al ruolo di egemonia culturale la Cina sta iniziando a capire che può provare a prenderne il posto. E' stato interessante notare cosa è accaduto durante il periodo della massima diffusione del virus in Italia. La Cina si è prodigata con molti aiuti all'Italia (e altri stati europei). In realtà molti aiuti non erano gratis o a fondo perduto ma hanno fatto ugualmente una efficace opera di propaganda. La Cina non ha mai criticato le altre nazioni per come hanno gestito la pandemia...tranne uno, gli Usa. Articoli, post sui social, notizie hanno descritto i cinesi come popolo generoso che aiuta in momento di difficoltà e probabilmente è stato anche così ma ovviamente con un secondo fine. Chi ricorda gli aiuti nei vicoli di Napoli? Delle ragazze cinesi con le bandierine italiane donavano guanti e mascherine dicendo "Forza Italia". In poche mosse i cinesi sono riusciti a instillare in molti italiani l'idea che Ok si probabilmente il virus è colpa della Cina però ora ci stanno aiutando e sono gli unici a farlo. In poche parole...Soft Power. Prima erano gli Usa, ora la Cina. Chi conquisterà il nuovo mondo?
E' il podcast del giornalista Francesco Costa che ha pubblicato anche il libro Questa è l'America, che ho intenzione di ordinare, che pare stia riscuotendo un ottimo successo. Le prime puntate del podcasts sono del 2016 prima delle elezioni che videro Trump inaspettatamente vincente contro la Clinton e da lì continua a raccontarci la politica e la società americana.
Lo stile è molto narrativo e spesso crea delle biografie dei vari protagonisti della politica americana.
Alcune puntate che ho ascoltato:
La puntata su Joe Biden, intitolata La battaglia della vita di Joe Biden, mi ha fatto riflettere sul detto Don't judge a book by its cover, non giudicare un libro dalla copertina, le apparenze ingannano. Premetto che Biden non mi entusiasma molto e se potessi votare quest'anno non saprei a chi dare il mio voto, probabilmente resterei a casa (se prenderò la cittadinanza l'anno prossimo, potrò votare nel 2024). Lasciamo da parte Trump. Biden mi dà l'impressione di una persona vuota, robotica, un politico vecchio stile che quando fa un discorso non ci crede davvero, ma sa che deve dire quelle cose per conquistare gli elettori. E poi quando è sotto stress o in difficoltà balbetta.
Per i miei conoscenti e colleghi che amano Trump, Biden è un vecchio rincoglionito che dimentica le cose ma ho notato che anche i miei conoscenti e colleghi che odiano Trump hanno qualche dubbio su Biden. Insomma molti lo voteranno non perché Biden scalda i loro cuori ma perché Trump li infiamma di rabbia.
Mi piace l'atteggiamento di una mia collega, che molti possono trovare sbagliato: pur odiando Trump dice che probabilmente non andrà a votare perché non le piace nessuno dei due. In poche parole ogni volta che a delle elezioni si sfidano il candidato A e il candidato B a lei non piace votare B perché non le piace A. Lei vuole votare B perché le piace B. Detto questo la puntata di Costa a Costa mi ha fatto conoscere eventi della vita di Biden che non conoscevo.
Quando era giovane, sua moglie era in macchina con i loro tre figli piccoli. Vennero investiti da un tir. la moglie e la figlia persero la vita. Due figli si salvarono. Fu un colpo gravissimo sul giovane Biden che trascorse un grave periodo di depressione in cui ebbe più volte l'intenzione di abbandonare la politica. Decise poi di non farlo, convinto da molti. Dopo molti anni perse anche uno dei due figli sopravvissuti all'intendente, per un tumore al cervello. Per quanto riguarda la sua balbuzie è un problema che lo accompagna si da piccolo ma che riuscì a superare. Ora quando incontra qualche elettore con questo problema gli dà il proprio numero di cellulare personale e invita a fargli un colpo di telefono perché può dare dei consigli. Biden balbetta ancora un pochino ma solo quando è in difficoltà o sotto stress, ma non vuol dire che stia dimenticando le cose.
Dopo aver ascoltato il podcast non dico che voterei per Biden ma il solo fatto di aver conosciuto qualcosa in più della sua vita me lo ha reso, se non più simpatico, sicuramente più umano. E ho pensato che in questi tempi in cui non abbiamo tempo e voglia di approfondire niente ci basiamo troppo sulle prime impressioni, su semplici simpatie e antipatie a prima vista. Sappiamo ben poco delle vite dei politici, figuriamoci le loro idee politiche. Mettiamo due etichette ai candidati e andiamo a votare.
La puntata su Bill Gates, intitolata E' stato Bill Gates, è stata ancora più interessante. In questi tempi Gates è diventato il bersaglio numero 1 dei cospirazionisti, ancora più del famigerato George Soros. Francesco Costa cerca di capire quali siano e queste teorie e perché siano nate. Hanno un fondo di verità? Ma soprattutto ci racconta più approfonditamente cosa sta cercando di fare Bella Gates con sua moglie con la fondazione Bill and Melissa Gates Foundation. E ne risulta un quadro totalmente diverso dal malvagio bilionario assetato di potere, che vorrebbe accumulare ancora più soldi con i vaccini e decimare la popolazione mondiale per dominare il mondo. In poche parole un nuovo Satana. Certo avrà fatto qualcosa che non è piaciuto ma come si dice chi non va al mulino non si infarina e comunque le attività benefiche sono degne di ammirazione. Sbaglierò ma conoscendo meglio la storia della fondazione di Gates a me sembra che sia sinceramente interessato a fare qualcosa di buono per alcune aree del pianeta e mi dispiace e mi sembra assurdo quando viene descritto, da cospirazionisti molto paranoici e poco informati, come il nuovo Satana.
La puntata su Usa e Cina, intitolata Chi guiderà il nuovo mondo, è stata illuminante. Si parla di "soft power" ovvero quell'influenza culturale che viene esercitata non con la forza militare o con l'economia ma con la cultura. Volenti o nolenti, dopo la seconda guerra mondiale e dopo il crollo dell'Unione Sovietica guardiamo sempre più agli Usa come modello sociale e culturale. Riescono ad attrarre, affascinare, convincere plasmare l'immaginario di altri Paesi con cultura, valori, comunicazione. Anche i film di Hollywood o della Disney involontariamente suscitano questa attrazione. In modo più esplicito...chi ricorda il finale del film Rocky IV? Il Piano Marshall fu l'esempio più evidente del soft power. Dopo la seconda guerra mondiale gli Usa inviarono ingenti aiuti economici ai Paesi dell'Europa occidentali, e a fondo perduto. Aiutare per legarli a loro. Un investimento a lungo termine. Ma oggi c'è una nuova potenzia mondiale che ha capito l'importanza di del soft power e mentre gli Usa di Trump cercano di isolarsi e sono sempre meno interessati al ruolo di egemonia culturale la Cina sta iniziando a capire che può provare a prenderne il posto. E' stato interessante notare cosa è accaduto durante il periodo della massima diffusione del virus in Italia. La Cina si è prodigata con molti aiuti all'Italia (e altri stati europei). In realtà molti aiuti non erano gratis o a fondo perduto ma hanno fatto ugualmente una efficace opera di propaganda. La Cina non ha mai criticato le altre nazioni per come hanno gestito la pandemia...tranne uno, gli Usa. Articoli, post sui social, notizie hanno descritto i cinesi come popolo generoso che aiuta in momento di difficoltà e probabilmente è stato anche così ma ovviamente con un secondo fine. Chi ricorda gli aiuti nei vicoli di Napoli? Delle ragazze cinesi con le bandierine italiane donavano guanti e mascherine dicendo "Forza Italia". In poche mosse i cinesi sono riusciti a instillare in molti italiani l'idea che Ok si probabilmente il virus è colpa della Cina però ora ci stanno aiutando e sono gli unici a farlo. In poche parole...Soft Power. Prima erano gli Usa, ora la Cina. Chi conquisterà il nuovo mondo?
sabato 4 luglio 2020
Il coronavirus negli Stati Uniti
Se in Italia la diffusione del virus ha rallentato e le persone sono quasi tornate alla normalità, qui in Usa la situazione è ancora incerta. In Connecticut siamo in una graduale fase di uscita, più avanzata rispetto a New York, e molti locali, ristoranti, negozi e uffici hanno riaperto seppur con tutte le dovute precauzioni, come l'obbligo di indossare la mascherina e mantenere il social distancing. In altri stati i contagi stanno di nuovo aumentando.
Io sono tornato in ufficio ma credo che ci vorranno mesi per tornare alla normalità. Per me non è facile indossare la mascherina per circa 10 ore al giorno tra treno, metro, e ufficio, ma seguo le regole dello stato e della mia compagnia.
A mente fredda faccio delle considerazioni sui primi mesi con questo ospite sgradito e sulle differenze in cui abbiamo vissuto la pandemia in Usa e in Italia con il disclaimer che è sempre lo stesso: Non voglio fare polemiche. Mi piace solo rilevare differenze culturali e curiosità. Ok sulle notizie dei quotidiani italiani sugli Usa ho una lieve vena polemica...
Ma iniziamo dalla quarantena.
In Italia, con mia grande sorpresa, le autorità sono state severe e rigorose, sicuramente più di quelle americane. La quarantena è stata obbligata e chi voleva uscire doveva munirsi di autocertificazione. Dopo un bel periodo di solidarietà tra le persone in cui tutti cantavano sui balconi e facevano gli applausi simbolico a medici e infermieri, si è creato un clima diverso, più sospettoso, tra controlli e multe per chi non rispettava le regole e cittadini che sputavano odio contro chi non rispettava le regole. Mi hanno fatto sorridere i video de video amatori indignati che scendevano in strada a riprendere i corridori nei parchi non rendendosi conto che anche loro in quel momento facevano parte dell'assembramento contro cui si indignavano. Ma direi che è normale: alla lunga una quarantena porta sempre impazienza e malumori tra le persone.
In Usa ogni stato ha deciso in piena autonomia e la sensazione complessiva è stata una quarantena non obbligata ma fortemente consigliata. E' vero che hanno chiuso tutto e hanno vietato gli assembramenti ma non ci sono state autocertificazioni, multe o poliziotti che sgridavano i cittadini se stavano in giro o peggio ancora senza mascherina. Credo che sia impossibile obbligare a stare in casa per legge e quindi non ci hanno provato nemmeno. Ora che stanno riaprendo, nei locali pubblici c'è l'obbligo di indossare la mascherina e di rispettare il social distancing. I ristoranti hanno aperto solo all'aperto e con distanze tra i tavoli. Molti negozi hanno riaperto mentre altri ricevono i clienti solo per appuntamento oppure per consegnare velocemente gli ordini fatti online. Specialisti o dentisti ti misurano la febbre in macchina e ti fanno entrare nello studio medico solo dopo che hai compilato un modulo in cui confermi che non hai sintomi riconducibili al virus.
Ma veniamo a ciò che mi ha più colpito negli ultimi mesi: il modo in cui i media italiani hanno raccontato la pandemia in Usa. Ho notato che molte notizie sono state modificate ad arte vuoi per sensazionalismo, vuoi per superficialità o poca conoscenza degli Usa o per puro e semplice antiamericanismo.
Ecco alcuni esempi:
1)
HANNO VOLUTO FAR CREDERE
che ad Hart Island fossero state create fosse comuni perché i morti per il coronavirus stavano aumentando inesorabilmente, come se gli ospedali newyorkesi fossero pieni di cadaveri a causa del loro sistema sanitario discutibile e quindi l'unica soluzione era seppellirli in fosse comuni.
IN REALTA'
gli ospedali di New York hanno retto benissimo (anche io avevo dei dubbi ma mi sono ricreduto). Hart Island è una piccola isola in cui da decenni vengono seppelliti i corpi di chi muore in solitudine senza che il corpo venga reclamato dalla famiglia e possa organizzare il funerale. Quindi non si tratta di fosse comuni legate al virus e ad essere precisi non si tratta neanche di "fosse comuni" perché i corpi non vengono ammassati in delle fosse ma vengono seppelliti in delle bare di legno. Verto non sono belle immagini ma fosse comuni vuol dire qualcosa di diverso. Purtroppo come sempre in questi casi la notizia "Fosse comuni a New York" ha fatto il giro del mondo e pochi si sono documentati su cosa sia davvero Hart Island.
2)
HANNO VOLUTO FAR CREDERE
che in Usa tutti stessero comprando armi e si è rischiata una pericolosa guerra tra bande. Ci ha messo del suo l'influencer Clio Makeup che si trovava a NYC ed era prossima al parto. Dopo aver letto qualche quotidiano italiano (supposizione mia) è andata in panico dicendo che a NYC tutti stavano acquistando armi e non si sentiva sicura. E' quindi scappata in Virginia, dove ha partorito. So di molti genitori di italiani che vivono a NY che hanno telefonato i figli per sapere se davvero NY fosse così pericolosa in quel periodo.
IN REALTA'
E' vero che molti americani hanno acquistato armi e munizioni, come spesso accade in questi periodi di incertezza, ma solo in alcuni Stati. Ovvio fa notizia la foto di una fila di americani fuori a un negozio di armi in un paesino del Texas. Ma si tratta del paesino del Texas... a NYC neanche esistono i negozi di armi.
3)
HANNO VOLUTO FAR CREDERE
(questa è la più bella!) che in Usa fosse scoppiata la mania dei covid party, feste alle quali si partecipa prendere il virus in modo da superarlo e sentirsi più tranquilli dopo la guarigione.
IN REALTA'
nessun boom o mania. Si è trattato di due feste nel paesino sperduto di Walla Walla nello stato di Washington. Le autorità hanno inizialmente sospettato che avessero organizzato queste feste con l'intenzione di contrarre il virus, o almeno provarci, ma dopo qualche giorno hanno ritrattato dicendo di non avere le prove di questa loro supposizione. Ma come sempre pochi avranno letto bene la seconda notizia. Nell'immaginario collettivo il boom c'è stato in ogni stato e in ogni città e gli Americani sono i soliti deficienti irresponsabili.
4)
LE NOTIZIE COMPLOTTISTE hanno messo il carico da 90 in questo clima contraddistinto da migliaia di notizie false e tendenziose. Anche persone che reputavo intelligenti hanno diffuso notizie in cui si sostiene che il virus è legato al 5G, che il virus è stato diffuso di proposito per vendere i vaccini, che il virus è stato creato di proposito per vaccinarci e iniettarci di nascosto un microchip per controllarci, che il virus è stato diffuso dal cattivissimo Bill Gates, il nuovo Satana.
Anche per queste ragioni qualche settimana fa ho deciso di cancellare il mio account Fb, un social ormai pieno di notizie false e teorie cospirazioniste, in cui la gente litiga e si offende. Fondamentalmente un social che sempre mi deprimeva e mi rubava tempo.
Ma sono tempi interessanti anche se molto incerti. What will be next?
Io sono tornato in ufficio ma credo che ci vorranno mesi per tornare alla normalità. Per me non è facile indossare la mascherina per circa 10 ore al giorno tra treno, metro, e ufficio, ma seguo le regole dello stato e della mia compagnia.
A mente fredda faccio delle considerazioni sui primi mesi con questo ospite sgradito e sulle differenze in cui abbiamo vissuto la pandemia in Usa e in Italia con il disclaimer che è sempre lo stesso: Non voglio fare polemiche. Mi piace solo rilevare differenze culturali e curiosità. Ok sulle notizie dei quotidiani italiani sugli Usa ho una lieve vena polemica...
Ma iniziamo dalla quarantena.
In Italia, con mia grande sorpresa, le autorità sono state severe e rigorose, sicuramente più di quelle americane. La quarantena è stata obbligata e chi voleva uscire doveva munirsi di autocertificazione. Dopo un bel periodo di solidarietà tra le persone in cui tutti cantavano sui balconi e facevano gli applausi simbolico a medici e infermieri, si è creato un clima diverso, più sospettoso, tra controlli e multe per chi non rispettava le regole e cittadini che sputavano odio contro chi non rispettava le regole. Mi hanno fatto sorridere i video de video amatori indignati che scendevano in strada a riprendere i corridori nei parchi non rendendosi conto che anche loro in quel momento facevano parte dell'assembramento contro cui si indignavano. Ma direi che è normale: alla lunga una quarantena porta sempre impazienza e malumori tra le persone.
In Usa ogni stato ha deciso in piena autonomia e la sensazione complessiva è stata una quarantena non obbligata ma fortemente consigliata. E' vero che hanno chiuso tutto e hanno vietato gli assembramenti ma non ci sono state autocertificazioni, multe o poliziotti che sgridavano i cittadini se stavano in giro o peggio ancora senza mascherina. Credo che sia impossibile obbligare a stare in casa per legge e quindi non ci hanno provato nemmeno. Ora che stanno riaprendo, nei locali pubblici c'è l'obbligo di indossare la mascherina e di rispettare il social distancing. I ristoranti hanno aperto solo all'aperto e con distanze tra i tavoli. Molti negozi hanno riaperto mentre altri ricevono i clienti solo per appuntamento oppure per consegnare velocemente gli ordini fatti online. Specialisti o dentisti ti misurano la febbre in macchina e ti fanno entrare nello studio medico solo dopo che hai compilato un modulo in cui confermi che non hai sintomi riconducibili al virus.
Ma veniamo a ciò che mi ha più colpito negli ultimi mesi: il modo in cui i media italiani hanno raccontato la pandemia in Usa. Ho notato che molte notizie sono state modificate ad arte vuoi per sensazionalismo, vuoi per superficialità o poca conoscenza degli Usa o per puro e semplice antiamericanismo.
Ecco alcuni esempi:
1)
HANNO VOLUTO FAR CREDERE
che ad Hart Island fossero state create fosse comuni perché i morti per il coronavirus stavano aumentando inesorabilmente, come se gli ospedali newyorkesi fossero pieni di cadaveri a causa del loro sistema sanitario discutibile e quindi l'unica soluzione era seppellirli in fosse comuni.
IN REALTA'
gli ospedali di New York hanno retto benissimo (anche io avevo dei dubbi ma mi sono ricreduto). Hart Island è una piccola isola in cui da decenni vengono seppelliti i corpi di chi muore in solitudine senza che il corpo venga reclamato dalla famiglia e possa organizzare il funerale. Quindi non si tratta di fosse comuni legate al virus e ad essere precisi non si tratta neanche di "fosse comuni" perché i corpi non vengono ammassati in delle fosse ma vengono seppelliti in delle bare di legno. Verto non sono belle immagini ma fosse comuni vuol dire qualcosa di diverso. Purtroppo come sempre in questi casi la notizia "Fosse comuni a New York" ha fatto il giro del mondo e pochi si sono documentati su cosa sia davvero Hart Island.
2)
HANNO VOLUTO FAR CREDERE
che in Usa tutti stessero comprando armi e si è rischiata una pericolosa guerra tra bande. Ci ha messo del suo l'influencer Clio Makeup che si trovava a NYC ed era prossima al parto. Dopo aver letto qualche quotidiano italiano (supposizione mia) è andata in panico dicendo che a NYC tutti stavano acquistando armi e non si sentiva sicura. E' quindi scappata in Virginia, dove ha partorito. So di molti genitori di italiani che vivono a NY che hanno telefonato i figli per sapere se davvero NY fosse così pericolosa in quel periodo.
IN REALTA'
E' vero che molti americani hanno acquistato armi e munizioni, come spesso accade in questi periodi di incertezza, ma solo in alcuni Stati. Ovvio fa notizia la foto di una fila di americani fuori a un negozio di armi in un paesino del Texas. Ma si tratta del paesino del Texas... a NYC neanche esistono i negozi di armi.
3)
HANNO VOLUTO FAR CREDERE
(questa è la più bella!) che in Usa fosse scoppiata la mania dei covid party, feste alle quali si partecipa prendere il virus in modo da superarlo e sentirsi più tranquilli dopo la guarigione.
IN REALTA'
nessun boom o mania. Si è trattato di due feste nel paesino sperduto di Walla Walla nello stato di Washington. Le autorità hanno inizialmente sospettato che avessero organizzato queste feste con l'intenzione di contrarre il virus, o almeno provarci, ma dopo qualche giorno hanno ritrattato dicendo di non avere le prove di questa loro supposizione. Ma come sempre pochi avranno letto bene la seconda notizia. Nell'immaginario collettivo il boom c'è stato in ogni stato e in ogni città e gli Americani sono i soliti deficienti irresponsabili.
4)
LE NOTIZIE COMPLOTTISTE hanno messo il carico da 90 in questo clima contraddistinto da migliaia di notizie false e tendenziose. Anche persone che reputavo intelligenti hanno diffuso notizie in cui si sostiene che il virus è legato al 5G, che il virus è stato diffuso di proposito per vendere i vaccini, che il virus è stato creato di proposito per vaccinarci e iniettarci di nascosto un microchip per controllarci, che il virus è stato diffuso dal cattivissimo Bill Gates, il nuovo Satana.
Anche per queste ragioni qualche settimana fa ho deciso di cancellare il mio account Fb, un social ormai pieno di notizie false e teorie cospirazioniste, in cui la gente litiga e si offende. Fondamentalmente un social che sempre mi deprimeva e mi rubava tempo.
Ma sono tempi interessanti anche se molto incerti. What will be next?
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