sabato 13 giugno 2020

American Factory, Tiger King e Wild Wild Country

In questo periodo di quarantena  ho letto molti libri e ho visto molte serie tv, film e documentari.

Vorrei consigliarvi tre documentari legati agli Stati Uniti e agli aspetti meno conosciuti che amo definire della "vera America", quella che si vede meno in tv o su internet ma che sono per me più interessanti perché raccontano dell'America più vera e genuina, di provincia. Magari li avete visti tutti e tre comunque ve li consiglio.

Sono tutti su Netflix, beh Netflix Usa, credo che Netflix Italia non abbia sempre gli stessi titoli.

1) American Factory (2019)
Ha vinto l'Oscar come miglior documentario quest'anno. E' la storia, vera, di una fabbrica della americanissima General Motors, in Ohio, che qualche anno fa chiuse i battenti a causa della crisi e lasciò senza lavoro centinaia di famiglie. Pochi anni dopo, la fabbrica venne inaspettatamente rilevata da investitori cinesi che la rimisero in piedi e riassunsero molti operai che erano stati licenziati. I nuovi proprietari fecero arrivare dalla Cina decine di managers, supervisors e operai e così operai americani e cinesi si trovano fianco a fianco a lavorare nella stessa fabbrica in uno strano connubio di mentalità e concezioni del lavoro. Ovviamente molto diverse.
Gli Americani si mostrarono riconoscenti verso i nuovi proprietari cinesi che gli avevano ridato un lavoro ma fu subito evidente che qualcosa non era più lo stesso. Le retribuzioni e i diritti non erano quelli del periodo della gestione americana e con il passare dei mesi le due culture andarono in collisione. Non voglio fare spoiler ma è interessante perché mostra quella parte di America che fa fatica ad andare avanti,  e anche la rabbia di chi vede ormai quasi tramontato il sogno americano di qualche decennio fa. Forse sono proprio milioni di persone deluse dal sogno infranto che votarono per il "Make America Great Again" del 2016. La domanda è: sono rimasti delusi anche da questi 4 anni di presidenza Trump? Non è facile capirlo e molti eventi imprevedibili stanno accadendo in queste settimane. Ma capiremo di più a novembre.

2) Tiger King (2020)
E' un documentario ha appassionato moltissimi in Usa soprattutto all'inizio della quarantena. E' una serie in 8 episodi e racconta la storia (vera) di Joe Exotic, un operatore di zoo do grossi felini, accusato di sfruttamento di animali selvatici. Joe Exotic è un personaggio eccentrico, eclettico, e rissoso, che si è attorniato di personaggi altrettanto eccentrici e che ha anche una acerrima nemica, che come lui è abbastanza losca, e con la quale ingaggia una vera e propria lotta per anni.
Interessante, uno di quei documentari che ti fa pensare: che personaggi vivono in America!


3) Wild Wild Country (2018)
E' stato per me il documentario più interessante tra quelli visti negli ultimi anni. Forse perché da sempre mi interessano religioni, culti, sette e predicatori ma è una storia che mi ha davvero tenuto incollato alla sedia per i vari colpi di scena.
E' la storia di una setta di Osho che dall'India decise di andare a impiantare una nuova comunità in una remota area dell'Oregon. Qui dopo aver acquistato una proprietà immensa, costruiscono dal nulla una vera e propria cittadina. Ma il piccolo comune vicino non vede i nuovi arrivati di buon occhio. La  convivenza non è pacifica. Riuscirà una comunità a mandare via l'altra? Anche in questo caso per gli eventi accaduti superano ogni immaginazione. Only in America.

venerdì 5 giugno 2020

Le altre tappe nel Maine: Portland e Bangor

L'esperienza nei boschi del Maine è stata la parte centrale del viaggio, preceduta da un giorno a Portland e seguita da un giorno a Bangor.
Portland è una cittadina di mare che non mi ha entusiasmato. E' vero che l'ho visitata in un pomeriggio uggioso e c'era poca gente in giro ma a parte una stradina con i sanpietrini immortalata in tante cartoline non c'era molto altro da vedere. E per un italiano una stradina con i sanpietrini è cosa normale ma posso capire che per loro possa dare una sensazione di storico contrapposto al moderno. Poco fuori Portland però c'è un luogo che volevo visitare da tempo, un simbolo del Maine ma anche di tutto il New England e che probabilmente avrete visto spesso in foto o in qualche film.
E' il il faro più famoso di tutti: il Portland Head Light di Cape Elizabeth.


Dopo aver visitato il faro sono andato nei boschi del Maine, come raccontato nei tre post precedenti.
Dopo i boschi di The Forks sono andato a Bangor, a 4 ore di macchina. Bangor è una piccola cittadina come tante in cui normalmente si capiterebbe solo di passaggio e non per turismo. Ma ha una caratteristica particolare: è il paese in cui vive Stephen King ed è proprio lì che ci sono molti luoghi dei suoi romanzi e dei film tratti dai suoi romanzi, come ad esempio quelli di IT.

La mia adolescenza è stata accompagnata da scrittori come Poe, Lovecraft e soprattutto King.
Misery, IT, Stand by Me, Ossessione, Carrie mi hanno portato nella provincia americana che ho sempre amato, forse più delle metropoli come Los Angeles, San Francisco e New York. Va beh, diciamo a pari merito con New York.
Quindi girare per i luoghi che avevo solo immaginato è stato speciale.

La prima tappa è stata la statua del boscaiolo simbolo del folklore americano: Paul Bunyan. Chi ha visto IT 2 sa che questa statua prende vita...



Nel pomeriggio ho fatto lo Stephen King Tour. Un piccolo autobus ha portato me e una decina di fan di King in giro per i luoghi del re dell'horror. La guida ci ha mostrato luoghi "kinghiani" e ci ha raccontato aneddoti interessanti.

Il cimitero in cui hanno girato una scena di Pet Semetery e in cui King era solito passeggiare anche per prendere spunto per i nomi dei suoi personaggi. Queste lapidi gli diedero lo spunto per i nomi di George di IT e Carrie del romanzo omonimo.






Il luogo che ha dato ispirazione alla scena del lancio nel lago dei ragazzini di IT e la Rock Station fondata da Stephen King:


Il retro e l'interno del piccolo bus dello Stephen King Tour.
Il tombino a pochi passi dalla casa di King che ha dato ispirazione alla scena iniziale di Georgie con il clown Pennywise.





L'acquedotto di molti racconti e film e la panchina a pochi passi da esso in cui King da giovane era solito trascorrere molte ore con un block notes per buttare giù appunti per qualche nuovo racconto o romanzo.


Purtroppo la guida ha fatto passare solo una foto perché quel giorno non era possibile visitalo: il prefabbricato in cui King da giovane visse in estrema povertà con sua moglie. Qui abbozzò la storia di Carrie ma non soddisfatto gettò il manoscritto nel cestino. La moglie lo recuperò e gli disse di lavoraci su perché era molto buono. King lo fece, il romanzo venne pubblicato (con un compenso stratosferico per un primo romanzo, 400mila dollari) e diede inizio alla sua carriera. Poco dopo lasciò il prefabbricato per trasferirsi in un appartamento più comodo.


E infine davanti casa del  re dell'Horror con tanto di cancello dark ma anche ironico, con ragni e pipistrelli:





Il giorno seguente sono tornato in Connecticut contento di questa mia prima vacanza da solo. "Solo traveling" lo chiamano, e se a molti può sembrare strano, devo dire che è un modo interessante di viaggiare e che forse ripeterò.