Sapiens: da Animali a Dei
La specie umana secondo
Yuval Noah Harari
Negli ultimi anni negli Stati Uniti stanno suscitando molto interesse le
idee di Yuval Noah Harari, storico-saggista di origine israeliana. Il suo libro
Da animali a dei: breve storia dell’umanità
ha venduto milioni di copie in tutto il mondo ed è stato consigliato, tra i
tanti, anche dall’ex Presidente Obama, Bill Gates e Mark Zuckerberg. Le idee di
Harari sono suggestive e provocatorie. Secondo il saggista, gli esseri umani si
sono differenziati da tutte le altre specie animali quando hanno iniziato a
cooperare in modo flessibile e in grandi numeri. Anche gli animali cooperano tra
loro ma in numeri ristretti e seguendo sempre gli stessi rigidi schemi. “Un alveare non può giustiziare la regina e
instaurare una repubblica di api o una dittatura comunista di api operaie”. Il
segreto della nostra specie è l’immaginazione che consente, tramite il
linguaggio, una comunicazione a due livelli: uno per esprimere la realtà
oggettiva (pericolo, cibo, acqua, alberi) e l’altro per esprimere una realtà immaginaria
con la creazione di storie in cui tutti crediamo e che, nel bene e nel male, hanno
guidato la nostra evoluzione perché “finché crediamo nelle stesse storie, tutti
obbediamo e seguiamo le stesse regole, norme e valori.” Miti, religioni, ma anche stati, nazioni,
ideologie sono tutte “storie” che uniscono i membri della nostra specie e rendono
possibile la cooperazione tra milioni di sconosciuti. Tra queste, la storia di maggior
successo è senza dubbio il denaro. Una banconota da un dollaro è un semplice
pezzo di carta colorata che non si puo’ bere, mangiare, indossare. Ma se tutti crediamo
in questa storia e attribuiamo alla banconota un valore simbolico, la storia
funziona e la banconota può essere scambiata per degli oggetti concreti. “Provate
a dare una banconota di un dollaro ad uno scimpanzé chiedendogli in cambio una
banana. Se potesse, risponderebbe: mi dai un inutile pezzo di carta e ti
aspetti che ti dia una banana in cambio? Ma per chi mi hai preso, per un umano?
E’ per questa capacita di cooperare flessibilmente e in grandi numeri che siamo
diventati i padroni del pianeta mentre gli scimpanzé restano confinati negli
zoo e nei laboratori di ricerca.” Le
idee più interessanti di Harari riguardano il futuro della nostra specie e la probabile,
ma inquietante, nascita di nuove classi sociali. Oggi è in atto una rivoluzione
silenziosa in cui anno dopo anno l’intelligenza artificiale sostituisce i lavoratori
con macchine e robot. E’ già ampiamente avvenuto in campo militare dove le
guerre vengono combattute da aerei, missili e droni comandati a distanza e presto
accadrà anche ad altre categorie come gli autisti che verranno sostituiti da
macchine auto-guidanti e i medici che verranno sostituiti da app elaborate, veloci
ed efficienti nel diagnosticare qualsiasi malattia. Milioni di disoccupati
andranno a formare quella che cinicamente ma realisticamente Harari definisce “La
classe degli inutili”. In un mondo sempre più dominato dall’intelligenza
artificiale ci sarà sempre meno bisogno di esseri umani e non sarà facile una
riconversione in altri settori come avvenne durante la rivoluzione industriale
quando milioni di lavoratori si spostarono dalle campagne per ricrearsi una
nuova vita nelle città industrializzate. Questa nuova classe, priva di valore
militare, perderà anche valore produttivo e gli stati (ma anche le dittature) potrebbero
quindi decidere di non investire nel loro benessere. Ma non è tutto. I
progressi nel campo dell’ingegneria biologica e dell’ingegneria genetica consentiranno
ad alcuni esseri umani, probabilmente i più ricchi, di sottoporsi a costosi
interventi per migliorare parti del corpo e della mente. Nascerà quindi una
nuova classe di superuomini modificata in laboratorio, uomini potenziati che possono
permettersi gli “upgrade”. Pessimismo, fantascienza, distopia? Può darsi,
intanto il professor Canavero, soprannominato Dr. Frankenstein, ha annunciato
che tra qualche mese tenterà il primo trapianto di testa umana. Se ci riuscirà
la specie umana non sarà più la stessa. E le visioni di Harari saranno sempre
più reali. Il dibattito etico, politico e scientifico è più che mai aperto.