sabato 20 luglio 2024

Ragionamenti a freddo sull'attentato a Trump

Sono trascorsi alcuni giorni dall'attentato a Donald Trump. Avrete visto tutti i video più volte e vi sarete fatti delle vostre idee. È un evento preoccupante che sarà nel libri di storia come l’11 settembre o il 6 gennaio. Per fortuna sta bene e ha riportato solo una ferita all’orecchio. Purtroppo una persona tra il pubblico ha perso la vita, oltre all'attentatore. Ecco qualche mia breve considerazione. Se vi va scrivete le vostre nei commenti.


SEMBRA UN FILM
Come tutti gli eventi di tale portata a tutti viene in mente la frase "Sembra un film" perché sembra che non sia possibile, è la realtà supera la fantasia. In termini di finzione narrativa a me sono venuti in mente Matrix quando il protagonista schiva le pallottole, Pulp Fiction quando uno dei protagonisti viene "miracolato" e ne esce illeso dopo raffica di proiettili contro di lui. E mi è venuto anche in mente, il romanzo "Ossessione" di Stephen King il cui protagonista è un ragazzo che compie una strage in una scuola (il libro quasi introvabile perché venne ritirato dopo la strage del Columbine High School). E mi è venuto in mente anche Taxi Driver - uno dei miei film preferiti - il cui protagonista ha l'obiettivo di assassinare il candidato alle presidenziali Palentine.


TEORIE COMPLOTTISTE
Probabilmente proprio per l'evento "da film", anche se non me lo aspettavo, ho letto e sentito anche tra i colleghi delle ipotesi che si sia trattato solo di una messinscena. Onestamente mi ha spiazzato perchè prima di oggi le teorie complottiste le avevo sentite in prevalenza da persone vicine a Trump e alla destra, sia in USA che in Italia. E invece ho capito che la mentalità complottista è più trasversale di quello che pensassi.
Se da una parte c’è chi crede alla Clinton vampira che beve il sangue dei bambini con Tom Hanks e decine di attori di Hollywood per ringiovanirsi, che l’assalto al Campidoglio sia stato una messa in scena con gente di Antifa travestita con magliette Pro Trump, dall’altra c'è chi crede a una messa in scena dell’attentato a Trump. C'è chi parla di sangue finto e attori. Chi dice che se fosse stato un vero attentato, il servizio di sicurezza non avrebbe consentito a Trump di esporsi e di alzare il braccio verso il cielo con il pugno chiuso. Peccato che è morto anche uno spettatore. Un attore anche lui? O parte del complotto che ha deciso di sacrificare la sua vita per cosa poi? E anche l'attentatore, è stato pagato da Trump per sfiorargli con una pallottola solo l'orecchio con la consapevolezza che poi sarebbe stato ucciso da un cecchino? A me sembrano teorie assurde.


ATTENTATORE
L'attentatore è il vero mistero. Un ragazzo di 20 anni bullizzato a scuola, che a quanto pare era registrato come repubblicano ma che aveva fatto una piccola donazione per una associazione vicina al partito democratico. La sua famiglia pare sia repubblicana. Quale è il suo movente? Non è ancora chiaro. Sembra che abbia fatto ricerca sui luoghi e le date dei comizi sia di Biden che di Trump e che abbia fatto ricerca anche su temi come la depressione cronica. Io credo che sia un "lupo solitario" che voleva commettere un atto eclatante e forse ha attentato alla vita di Trump solo perché era colui che ha fatto un comizio per prima dalle sue parti. Ma forse ne sapremo di più nelle prossime settimane.


ARMI
Un'altra considerazione e sulla diffusione delle armi. Per me è un problema anche se molti qui mi dicono che la colpa non è dell'arma ma di chi spara. O della famiglia. Insomma la responsabilità è individuale e non delle armi in sé perché molti hanno un'arma per difesa personale e non farebbero mai una strage. Certo, però mi chiedo se sia proprio necessario, per difesa personale, vendere armi d'assalto come gli AR-15. Io penso che la lobby delle armi sia potentissima e non può fare a meno di vendere armi d'assalto. I politici non si metteranno mai contro la NRA e quindi alla prossima strage o al prossimo attentato continueranno le preghiere per le vittime e i discorsi come "è la persona, non l'arma il colpevole".


sabato 6 luglio 2024

FRANK LENTINI "U Maravigghiusu"

Oggi vorrei raccontarvi la storia dell’uomo che nacque con tre gambe, noto come “’U Maravigghiusu” (il meraviglioso), “Frank tre gambe”, “The Three-Legged Man e The Three-Legged Wonder.
Francesco Lentini nacque a Rosolini, in Sicilia, nel 1889 da una famiglia di contadini. La leggenda narra che quando sua madre era incinta “si scantau”, si spaventò, alla vista di un artigiano che stava lavorando su un tavolo a tre gambe. Ma a parte la leggenda ci furono anche tante dicerie perché la ragione principale della nascita di un bambino deforme era a quei tempi sempre attribuita a una colpa della madre o a una maledizione sulla famiglia, colpevole di aver commesso qualcosa di male.
I genitori di Francesco lo portarono dai migliori medici e chirurghi ma nessuno volle amputargli la terza gamba perché sarebbe stato troppo rischioso. I bambini del paese iniziarono a deridere il piccolo Francesco e i genitori lo portarono in un orfanotrofio dove c’erano altri bambini con malformazioni.
Francesco non si fece buttare giù perché diverso, era un bambino allegro, si appassionò alla musica, e in breve tempo a soli sei anni iniziò a divertire e intrattenere gli altri bambini con piccoli spettacoli.
La famiglia di Francesco emigrò pochi anni dopo per gli Stati Uniti con uno zio di cui si sa poco, un certo Giuseppe Mangano, che lavorava negli Usa nel mondo dello spettacolo. Francesco aveva solo 9 anni e poco tempo dopo venne scritturato da P.T Barnum e divenne una delle attrazioni principali del suo Circo Barnum in cui si esibivano persone dalle caratteristiche straordinarie, spesso con malformazioni (erano altri tempi)…i cosiddetti “Freaks”.
Francesco, che venne chiamato Frank, divenne presto una star ma non venne mai considerato un fenomeno da baraccone, le sue tre gambe passarono quasi in secondo piano, affascinava anche per la sua personalità, raccontava molte storie e aveva un grande senso dell’umorismo. Diceva ad esempio di non aver mai bisogno di una sedia o che quando nuotava, la terza gamba gli faceva da timone.
Divenne cittadino americano a 30 anni, si sposò, ebbe 4 figli. Morì a 77 anni.
A Rosolini, gli diedero il soprannome di ‘U Maravigghiusu e si dice che quando Frank tornò a fare una breve visita al paese, i compaesani lo accolsero con dei pantaloni a tre gambe.
Sicuramente una vita particolare di un personaggio italiano ancora poco conosciuto.
P.S. Una curiosità per gli amanti del grunge-rock. Il terzo album degli Alice in Chains, noto anche come Three-Legged Dog o Tripod, ha in copertina la foto di un cane a tre zampe e sulla retrocopertina una foto di Frank Lentini.
(Fonti: Wikipedia e il Canale Youtube di Ture Magro)