Pochi giorni fa sono tornato in Usa dopo una vacanza di due settimane in Italia, al mio paesino del Sud. Sono atterrato a New York di domenica sera e ho fatto il grave errore di andare a lavorare il mattino seguente, dopo un viaggio lunghissimo e dopo non aver dormito in aereo. Mi sono trascinato jet lag e stanchezza per tutta la settimana seguente tra le solite corse a prendere i treni e arrivare puntuale in ufficio, il caldo infernale, la mascherina sudorifera e la grande mole di lavoro da smaltire. Per fortuna ho recuperato dopo qualche giorno durante il weekend ma la prossima che torno dall'Europa prendo un giorno extra cuscinetto per riposarmi e ricaricarmi prima di rituffarmi nella vita frenetica di Newyorkese, perché non c'ho più il fisico di una volta.
Come si viaggia tra Stati Uniti e l'Italia nel periodo di pandemia? Benino anche se devo dire che al momento non c'è "reciprocità". Per andare in Italia mi è bastato mostrare il certificato di vaccinazione all'aeroporto di NY ma per tornare in Usa ho dovuto mostrare la prova di un tampone negativo. Agli Stati Uniti non interessa se sei vaccinato. Per rientrare devi anche essere negativo. L'Italia ha praticamente riaperto la porta agli Americani (forse hanno bisogno di loro per il turismo) ma gli Stati Uniti hanno ancora la porta chiusa per i turisti europei e anzi hanno la porta chiusa anche per chi vive negli Usa con un visto lavorativo. Gli Usa infatti concedono di viaggiare fuori dal proprio territorio solo ai cittadini americani e ai permanent residents (sia benedetto il giorno in cui mi hanno dato la Green Card). A chi è in possesso di un visto lavorativo in realtà non è negata l'uscita ma chi esce poi resta fuori e non può più rientrare, almeno per il momento. Quindi chi ha un visto è bloccato negli Usa o se prova ad uscire avrà difficoltà a rientrare anche se pare ci sia un escamotage: sostare due settimane in un Paese che non fa parte dell'area Schengen e poi da lì partire per gli Usa. Io però lo sconsiglio.
Vi ho accennato al tampone e vi racconto come è andata in Italia, la cara Italia che non ha voluto deludermi con la sua leggendaria organizzazione. Ho prenotato il test in una farmacia che mi ha fatto pagare in anticipo e mi ha fissato l'appuntamento dopo qualche giorno. Il giorno del test, mi telefonano dalla farmacia per dirmi che per il test devo recarmi in un'altra farmacia. Bene, trovo la nuova farmacia, mi sottopongo al test e per fortuna è negativo! Ma la farmacia chiede il pagamento. Ma io ho già pagato la farmacia A che mi ha detto di venire alla farmacia B, qui da voi, dico. Si beh, ci dispiace ma dovrebbe pagare noi e poi andare alla prima farmacia per farsi rimborsare. E non avrebbero potuto fare questi passaggi tra loro invece di farmi fare la trottola tra una farmacia e l'altra che tra parentesi stava quasi in chiusura? No non si può. Per curiosità, chiedo, come mai c'è stato questo cambio dell'ultima ora. Eh, sa questo è un periodo di comunioni e matrimoni e l'altra farmacia era piena di richieste e quindi per non cancellare appuntamenti ci ha chiesto il favore di fare qui alcuni test prenotati da loro. Probabilmente per accontentare qualche gruppo-cresima o gruppo-matrimonio e fare loro il test nella stessa sede hanno deciso di chiedere il favore alla farmacia B e di prendersi qualche paziente singolo, a mò di pacchi postali. Ma non ho fatto troppe domande perché ero contento per l'esito del tampone negativo che significava una partenza per gli Usa senza problemi. Se fosse stato positivo sarebbe stato un problema.
Come ho trovato l'Italia? Ovviamente si parlava quasi esclusivamente del virus, delle restrizioni, dei no vax e dei green pass. Ho avuto la sensazione che in Italia il livello di paura sia superiore rispetto agli Usa. Tra amici ci si salutava col gomito, si evitava il contatto e anche in macchina o quando si andava a fare una visita in casa tutti indossavano le mascherine. Si parlava dei contagi nei paesi vicini e di tanti episodi legati al rischio contagio come quelli di gente che al bar, nei negozi o in autogrill non indossavano la mascherina e facevano indignare tutti. Devo dire che avevo lasciato gli Usa più rilassati e avevano da poco deciso che chi era vaccinato poteva non indossare la mascherina in palestra, nei negozi e negli uffici ma poi quando sono tornato dopo solo due settimane la decisione è stata cambiata: in palestra, negozi, uffici bisogna di nuovo indossare la mascherina.
Ma mettiamo da parte il Covid. La vacanza è stata piacevole. Ho trascorso del tempo con la mia famiglia al completo, e con tanti vecchi amici, quelli veri, la cui amicizia dura nel tempo nonostante le distanze.
E ora per alleggerire il tono del post vi racconto in ordine sparso, qualche curiosità che ho notato durante queste vacanze:
- Ho perso il dialetto o meglio non è che prima parlassi il dialetto stretto del paese ma dopo tanti anni all'estero, in cui se parli con altri Italiani ognuno cerca di incontrarsi un un italiano comune spoglio da regionalismi, gradualmente perdi quelle inflessioni o quella cadenza del tuo paese d'origine anche se poi basta davvero poco per riprendere.
- I costi per andare al ristorante o in pizzeria sono bassissimi! Ok tutto è proporzionato agli stipendi e sto paragonando delle zone del sud Italia con New York o il Connecticut ma poter offrire una pizza (inclusi, antipasti, bevande, dolce e digestivo) a tutta la famiglia di 8 persone e spendere più o meno la stessa cifra che avrei speso per una sola persona ad un normale ristorante americano un certo effetto lo fa.
- Non mi è chiaro se la crisi di cui si parla da tempo esista davvero. Tutte le persone che conosco magari non navigano nell'oro ma non se la passano neanche male e conducono una vita tutto sommato serena. Hanno un lavoro, crescono i figli, hanno acquistato una casa e stanno pagando il mutuo. E, tra parentesi, non devono sborsare migliaia di dollari per un'assicurazione sanitaria o per le tasse sulla casa. Certo magari la vita non è proprio entusiasmante e piena di eventi come a New York, però tutto sta a trovare un proprio equilibrio.
- Mi rendo conto sempre più spesso di come anche in piccoli paesi ci siano tantissime persone in gamba, esperte nel proprio campo o nei loro hobby. Si parla tanto di fuga di cervelli, ma i cervelli li trovi ovunque e non è detto che siano sempre all'estero.
- A proposito di estero, anche se credevo fosse difficile...l'esterofilia continua a dilagare. Sarà perché molti di noi italiani provano un complesso di inferiorità o alla meglio una dipendenza psicologica o una venerazione acritica verso la cultura Americana, fatto sta che i termini americani li ho sentiti ovunque, anche nelle occasioni più improbabili come l'episodio del volo Napoli-Roma: Prendo posto sul sedile accanto al portellone di emergenza di destra. All'altro lato, sulla sinistra, è seduto un signore accanto al portellone d'emergenza di sinistra. Prima del decollo l'hostess si avvicina a me e al signore:
Siete italiani? chiede.
Si, rispondiamo.
Bene, allora vi faccio un piccolo BRIEFING.
Sorrido. Ma non aveva detto italiani? "...un piccolo BRIEFING...", voce del verbo briefingare.
Ma non c'è il volo ny-napoli? A me un'abruzzese mi disse che addirittura c'è il ny-pescara.
RispondiEliminaIl volo NY-Napoli c'era qualche tempo fa e se ricordo bene era solo in alcuni periodi dell'anno, forse in estate e sotto Natale. Ora, credo causa covid, se non erro ci sono solo voli diretti per Roma o Milano. Tra l'altro ho notato che la qualità dei voli Alitalia è anche calata rispetto a qualche anno fa. Voli diretti NY-Pescara? Mi pare strano. Forse in passato, forse.
EliminaL'hai mangiati i "maccarun filat"? Cit. Papaleo 😄
RispondiEliminaNo ma ho mangiato i cavatelli con la mollica e i peperoni cruschi.
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