domenica 21 aprile 2024

Commenti anonimi

 Amici, breve comunicazione di servizio. I commenti devo sempre approvarli per evitare commenti di spam e quindi non vi preoccupate perché se non li vedete pubblicati subito dopo averli scritti è solo perché non li ho ancora letti ma generalmente li leggo tutti e se non sono spam li approvo entro poche ore.

Ho deciso di accettare i commenti da tutti, non solo da chi ha un account google. Però vi chiedo di firmarvi, cioè potete scegliere un nome di fantasia ma usare sempre quello, anche perché se sono tutti commenti di Anonimo io non riesco a capire se sto parlando con la stessa persona o con 10 persone diverse e se con uno dei tanti Anonimo ho già interagito in passato e gli ho già dato determinati consigli e informazioni.

Sarebbe più comodo per tutti se non ci fossero "Anonimo" tra i commenti. Grazie.

Consigli a chi sogna di trasferirsi negli USA

Ogni tanto mi piace dare qualche consiglio (non richiesto) a chi sogna di trasferirsi in USA. Lo sappiamo tutti, chi non viene qui per matrimonio o perché vince la green card, ha sostanzialmente solo un modo per trasferirsi negli Stati Uniti: il lavoro. 

Ho letto in passato sui social che molti Italiani mettono in guardia chi vorrebbe trasferirsi in Usa dicendo che è sempre più difficile o quasi impossibile ottenere un visto di lavoro e il matrimonio con un americano/a sembra l'unica strada. Ed hanno abbastanza ragione, ma vorrei fare un discorso più ottimista.

Secondo me l'elemento fondamentale per riuscire a trasferirsi permanentemente in Usa, anche se sembra ovvio, è ESSERE QUI. Il mio consiglio è usare una strategia a lungo termine e investire su sé stessi. Risparmiare il più possibile in Italia ma poi poi a un certo punto basta aspettare, bisogna prendere il coraggio e partire.

E quindi cosa fare? Un buon metodo è iscriversi a un corso di Inglese o a un corso di specializzazione universitario. Ce ne sono di tanti tipi, magari della durata di un anno o due, e alcuni non costano neanche tanto. Quando si ottiene il visto studente si avrà un piede in America e ci si può guardare attorno con più calma, conoscere gente, fare colloqui che potrebbero portare a un'offerta di lavoro. Il mio primo lavoro lo ho ottenuto così: alla fine del secondo e ultimo anno di community college ho sostenuto dei colloqui e mi hanno fatto un'offerta di lavoro e mi hanno sponsorizzato per un visto di lavoro H1B.

Ho notato che ai colloqui, anche quelli che ho visto fare dai miei manager, sono interessati ovviamente ai vostri studi e alla vostra esperienza ma anche a come vi ponete. Siete umili, simpatici, sembrate affidabili? Sono elementi tenuti in alta considerazione. Ma, ripeto, è importante essere QUI perché anche se oggi i colloqui si fanno spesso in remoto, i colloqui faccia a faccia, potrebbero darvi un vantaggio rispetto a chi li fa in remoto.
Molti potrebbero dire: ok ma se io non ho i soldi per pagarmi un corso di Inglese o un biennio al community college che comunque costa qualche migliaia di dollari. Non ho speranze? 
Beh c'è un altra strada un po' più difficile perché si tratta di trovare lavoro in 90 giorni.

Quando suggerisco questa opzione ovvero cercare lavoro durante i 90 giorni concessi per turismo, alcuni Italiani che vivono in USA dicono che non dovrei dare questo suggerimento.
- Si ma da turista non puoi cercare lavoro! - dice qualcuno
- Stai suggerendo di fare una cosa illegale! - dice qualcun altro
Le ho lette spesso queste frasi.

Ma è proprio così? È vero che teoricamente se venite in Usa con permesso turistico (ESTA) dovreste fare i turisti e in quel periodo NON è concesso lavorare. Ma io non sto suggerendo di lavorare.
Se siete qui per turismo niente impedisce di conoscere gente, partecipare a feste o eventi, farvi presentare manager o CEO da parenti o amici, magari un manager o un CEO (amministratore delegato). Non penso che la CIA abbia messo microspie in ogni angolo degli Stati Uniti e controlli se a una festa vi mettete a chiacchierare con un capo d'azienda sorseggiando una birra. Non penso che arrivi un un uomo in giacca e cravatta a sussurrarvi di smettere di chiacchierare di lavoro e di cambiare argomento.

Ma anche se avete conosciuto qualche manager o CEO in remoto a seguito dell'invio del resume (CV) dall'Italia, e poi questa persona vi invita a fare una chiacchierata qualora veniate in USA per vacanza, state facendo qualcosa di sbagliato? Credo di no.
La cosa fondamentale però qualora si riuscisse ad ottenere un'offerta di lavoro è di seguire SEMPRE tutte le regole. 

Se stringere amicizie, fare conoscenze e anche qualche colloquio durante il periodo del permesso turistico DI SICURO in quel periodo NON è CONSENTITO LAVORARE. Se non si ha green card o cittadinanza si può lavorare SOLO CON IL VISTO DI LAVORO.

Quindi bisogna tornare in Italia prima dei 90 giorni concessi per turismo e seguire l'iter legale del visto di lavoro. L'azienda saprà guidarvi e mettervi in contatto con un immigration attorney, ovvero un esperto in pratiche di immigrazione. E bisogna attendere pazientemente, per mesi, l'eventuale approvazione del visto. Se viene approvato sosterrete un colloquio in uno dei consolati americani in Italia o anche all'ambasciata americana e solo quando avrete il visto stampato il visto sul passaporto potrete finalmente partire per gli USA e iniziare a lavorare legalmente.

Buona fortuna a chi sogna l'America. Spero riusciate a realizzare il vostro sogno.

martedì 16 aprile 2024

Folklore americano - Rip Van Winkle


Oggi vorrei inaugurare una nuova rubrica: Folklore americano.

Nei prossimi mesi dedicherò alcuni post a dei personaggi abbastanza noti agli Americani ma poco noti in Italia. Non sono personaggi del folklore dei nativi americani - potrei dedicare dei post a loro in futuro - ma personaggi legati proprio agli Stati Uniti e agli statunitensi.

Ecco a voi il primo: Rip Van Winkle
Nel 1819 lo scrittore Washington Irving pubblicò la storia che diede vita a uno di personaggio ii noti del folklore americano: Rip Van Winkle.
Rip Van Winkle vive in un villaggio delle Catskill Mountains, nello stato di New York, nel periodo precedente alla Rivoluzione Americana che portarono all’indipendenza delle prime 13 colonie americane dai britannici.
Rip Van Winkle vive una vita serena, ama molto dormire ed evita il lavoro ma è un brav’uomo che trascorrere del tempo anche a giocare con i bambini. Dopo l’ennesima ramanzina da parte di sua moglie, che continua a ripetergli di andare a trovarsi un lavoro, Rip Van Winkle si allontana da casa e va in montagna a caccia di scoiattoli con il suo fedele cane Wolf.
Poco dopo sente chiamare il suo nome. Uno strano ometto, in abiti olandesi, gli chiede aiuto per portare una botte piena di liquore giù dalla montagna. Rip è un po’ esitante, vuole quasi dire di no, ma poi decide di aiutarlo. Quando i due arrivano ai piedi della montagna trovano altri amici dell’olandese, vestiti in modo buffo come lui, e iniziano tutti a bere il liquore dalla botte. Anche Rip Van Winkle fa qualche sorsata e poco dopo si addormenta.

Al suo risveglio gli sono cresciuti capelli e barba divenuti inspiegabilmente bianchi. Rip Van Winkle torna al villaggio ma è tutto cambiato, è più grande, le case sono diverse, ci sono molte più persone nelle strade e lui non riconosce nessuno.
Va in piazza e chiede di due uomini noti in paese, ma gli dicono che uno andò in guerra molti anni prima, e l’altro è morto da ormai 18 anni.
“Qualcuno conosce Rip Van Winkle?” chiede.
Una ragazza risponde: “Era mio padre, 20 anni fa andò sulla montagna e da quel giorno nessuno sa più dove sia. Solo Wolf tornò a casa”.
Rip, incredulo e commosso le rivelò di essere suo padre e l’abbracciò.
Rip Van Winkle aveva dormito per 20 anni e non aveva assistito alla rivoluzione americana.

lunedì 15 aprile 2024

RIVALUTAZIONE DEL CONCETTO DI MANCIA NEGLI STATI UNITI

Avete mai cambiato idea su qualcosa?

Io di recente sto cambiando idea su un tema controverso tra noi Italiani: le mance negli Stati Uniti che qui per tradizione vengono date ai camerieri di pub, pizzerie o ristoranti. Più che tradizione dovrei dire che la mancia è considerata quasi un "obbligo morale" anche se so che obbligo morale sembra un ossimoro.


Spesso leggo storie di ragazzi italiani che lavorano nella ristorazione e percepiscono paghe mensili si 600-800 euro al mese. Sono casi limite, certo, ma ci sono e i ristoratori potrebbero pagare di più ma obiettano che hanno tantissime spese e davvero non possono pagare di più i camerieri.

A me sembra una scusa ma diamo il beneficio del dubbio e diciamo che proprietari di piccoli ristoranti, pizzerie, trattorie davvero non possono.


A questo punto però ci sarebbero due strade per il ristoratore: 

- Fare un esame di coscienza e ammettere un fallimento imprenditoriale. Forse meglio chiudere il locale.

- Aumentare il costo dei propri prodotti


Ma come fanno qui in Usa? Il ristoratore paga pochi dollari l'ora i propri camerieri che arrotondano però con le mance elargite dai clienti che vanno dal 15% al 25% del conto (tasse escluse).

I camerieri - molti non se lo direbbero - riescono a portare a casa anche molte migliaia di dollari al mese (certo dipende molto anche dalla città e dal tipo di locale e clientela).


Questo sistema va incontro ai ristoratori che tengono basse le spese fisse dei camerieri ma va incontro anche ai camerieri quando il locale è pieno di clienti e tutti lasciano mance su mance.

Al ristoratore va bene se i suoi camerieri portano a casa centinaia di dollari a sera. Non lo considerano "immorale" e non ci "mette una mano". I soldi delle mance sono dei camerieri

Insomma è un sistema che aiuta il ristoratore ma di cui spesso si avvantaggiano di più i camerieri. 

Uno strano gioco delle parti tra ristoratori, camerieri e clienti che però va bene a tutti. Forse un po' meno ai turisti stranieri.

venerdì 12 aprile 2024

Rieccomi. E voi ci siete ancora?

 Ciao amici, lo so, sono quasi scomparso da questo blog e ho pubblicato poco negli ultimi anni. Io sono sempre qui negli Usa e sto bene. Lavoro a NY e faccio il pendolare ogni giorno dal Connecticut. Sono quasi due ore ad andare e due ore a tornare. La vita è diventata un po' stressante a volte ma sono periodi, vado avanti, e va tutto bene. Io non so se i blog siano morti. Qualcuno di voi appena ho pubblicato qualcosa mi ha scritto che gli ha fatto molto piacere "risentirmi" e fa piacere anche a me scrivere qualcosa che vi possa interessare. La mia domanda è: c'è ancora qualcuno qui che legge i miei post? O che li leggerebbe se tornassi a scrivere più assiduamente? Comunque se qualcuno volesse scrivermi per domande o suggerimenti o semplicemente per un "ciao" la mia email è tornoavivereinamerica@gmail.com. Se siete ancora qui...fatemi sentire la vostra voce.