domenica 15 settembre 2019

Terzo dibattito tra i candidati democratici

Pochi giorni fa ho visto il terzo dibattito tra i 10 candidati democratici. Uno di loro sarà il candidato che sfiderà Donald Trump alle elezioni del 2020. 
Durante il dibattito si è parlato molto dell'healthcare system, che come sapete dai miei post precedenti è un tema a me molto caro. Si è parlato anche del problema della diffusione delle armi come AR 15 e AK 47, di razzismo, immigrazione, guerra commerciale contro la Cina, cambiamenti climatici, terrorismo, guerre, truppe militari in Afghanistan da richiamare in patria. 
Ma non mi hanno tanto interessato i temi politici e le soluzioni proposte anche perché si sa che i politici fanno tante promesse ma poi tra il dire e il fare...
E' stato invece interessante notare che i dieci candidati non si sono concentrati contro il nemico da battere. Certo hanno parlato di Trump ma non ne hanno fatto l'oggetto principale del loro dibattito. 
A me pare che in Italia sia un pò diverso e i politici si concentrano quasi totalmente sul nemico. Noi non siamo come Berlusconi, Renzi, Salvini... Si non siete come il vostro nemico del momento, ma cosa siete? Non definitevi sempre in opposizione al nemico. Definitevi in base alle idee che vi distinguono, dai temi e dalle soluzioni politiche che vorreste attuare.
E, sempre in modo diverso da ciò che avviene in Italia, mi ha colpito molto il fatto che siano riusciti a dare vita a un dibattito civile in cui nessuno alzava la voce e interrompeva o copriva gli altri, nessuno offendeva o usava toni violenti e aggressivi. C'è stato solo un momento in cui Biden si è contraddetto e poiché molti dicono che sia ormai vecchio e tende a dimenticare le cose, Julian Castro ha colto la palla al balzo e gli ha detto "Are you forgetting what you said 2 minutes ago?" facendolo passare per un vecchio con problemi di memoria.
In quel momento ho subito pensato che quell'attacco fosse stato un colpo da maestro e invece, non me l'aspettavo, subito dopo molti dei dieci candidati hanno praticamente rimproverato Castro per quella sua mancanza di rispetto e quei toni offensivi. Da noi in Italia credo che attacchi molto più offensivi non avrebbero suscitato la minima indignazione. 

mercoledì 11 settembre 2019

We will not live our lives in fear!

Sono passati 18 anni da quel tragico giorno.
Ho raccontato già in alcuni post quello che stavo facendo in quelle ore e come quella giornata fu determinante per la mia decisione di venire a vivere negli Stati Uniti.
Solo pochi mesi fa mi chiedevo: chissà dopo quante settimane gli Americani sono tornati alla normalità, anche per quanto riguarda gli spettacoli di intrattenimento.
All'epoca vivevo ancora in Italia e quindi non potevo saperlo. Sicuramente ci saranno voluti mesi, ho pensato, non è facile tornare a vivere le proprie vite con serenità.
E invece ho scoperto che solo dopo due giorni dopo gli attacchi Vince McMahon, Presidente della WWE e uomo di spettacolo, volle mandare un messaggio ai terroristi, anche a rischio di venire criticato, e prese la decisione di non cancellare l'evento programmato a Houston, Texas. Fu il primo grande evento pubblico dopo gli attacchi e un discorso toccante che riassume bene lo spirito americano: "We will not live our lives in fear!"

Ecco il suo discorso.

domenica 8 settembre 2019

USA Coast to Coast

Ciao a tutti, dai prossimi mesi collaborerò con un nuovo sito dedicato agli Stati Uniti: Usa Coast to Coast.
E' un sito che raggruppa molti blogger che seguo da tempo, soprattutto ragazze, che raccontano la loro vita americana in stati differenti.
E' un progetto interessante anche per capire che in Usa lo stile di vita ma anche le tradizioni cambiano leggermente, o a volte in maniera drastica, da stato a stato.
Dategli un'occhiata quando avete un attimo. E se vi va leggete anche i blog personali dei vari autori.

Ecco il sito: USA Coast to Coast: vita e viaggi in USA. 

College decisions reactions: rejected, waitlisted, accepted

Ogni anno i ragazzi americani all'ultimo anno di high school aspettano con ansia le risposte delle università alle quali hanno mandato la domanda di accettazione.
Rejected, Waitlisted, Accepted: queste sono le 3 parole sempre nei loro discorsi, nei loro sogni e dei loro incubi, in quel periodo.

Solitamente ogni ragazzo fa domanda a più università, che qui chiamano comunemente college, anche 15-20, e poi vanno a controllare le varie decisioni sui vari siti, facendo il login con il loro account personale.

Come sapete in Usa quasi tutti i college sono a numero chiuso e per venire accettati bisogna conquistarli mandando documenti, relazioni, superando test, elencando tutte le attività extra curriculari e, se non erro, anche sostenendo brevi colloqui o mandando dei video presentazione di alcuni minuti.

Solitamente i ragazzi fanno domanda alle università più prestigiose in cui è molto difficile essere accettati, ma anche a università più "reachable" ossia con percentuali di accettazione più alte e altre considerate "safety college" in cui dovrebbe essere più facile venire accettati, ma ovviamente sono anche le meno prestigiose.

Si  può quindi capire il periodo di suspence che vivono i ragazzi americani quando arriva il periodo dell risposte soprattutto l'Ivy Day ovvero il giorno, a fine Marzo, in cui vengono pubblicate le decisioni degli 8 college più prestigiosi, della Ivy League:
Brown
Columbia
Cornell
Darthmouth
Harvard
Penn
Princeton
Yale

Ecco alcuni video sulle reazioni alle decisioni dei college:

College Decision Reaction 1
College Decision Reaction 2 

I college americani sono molto costosi, anche 50-60 mila dollari l'anno, e infatti molti genitori iniziano a risparmiare per il college dei figli...il giorno dopo la loro nascita. Se sono ricchi ovviamente potranno pagare tutti gli anni del college altrimenti un bel gruzzoletto aiuta comunque e per il resto si spera in una delle tantissime borse di studio.
Oppure, come la maggior parte dei comuni mortali, i ragazzi devono ricorrere ai prestiti bancari i cosiddetti student loans.

Prestiti bancari per pagarsi l'università? A noi può sembrare strano ma qui è considerato normale.
E ovviamente ci sono pro e contro.
Se ti laurei ad un college rinomato probabilmente a 23-24 anni avrai già un ottimo lavoro con uno stipendio abbastanza alto ma devi essere consapevole che per una decina d'anni una parte del tuo guadagno deve essere usato per ripagare il prestito bancario.

Le banche prestano soldi con una certa facilità perchè, a parte i genitori degli studenti che spesso fanno da garante, le banche sanno che un laureato di un college rinomato probabilmente troverà un ottimo lavoro e potrà ripagare il prestito con gli interessi.

In definitiva però se vieni accettato in questi college sai già che avrai una vita economica più serena e poi è anche questione di prestigio tra gli amici e di riconoscimento delle tue capacità.
Sono stato accettato a Yale, Harvard e Princeton! Sono un tipo in gamba! E nel Paese delle competitività estrema essere accettato da un college importante vuol dire partire con un passo in più rispetto a chi non viene accettato.

Un aspetto curioso dal mio punto di vista italiano è che il giorno in cui di benvenuto alle matricole nel college ci sono ovunque striscioni con  Welcome class of... e la data di quattro anni più avanti. Se siamo nel 2019 sugli striscioni ci sarà scritto Welcome class of 2023: Benvenuti laureati del 2023. Il college dura 4 anni, non esiste il fenomeno del fuori corso e quindi ti laurei in 4 anni esatti dal giorno di benvenuto.  E a 22 anni potrai già cercare lavoro. Forse le cose ora sono cambiate anche in Italia ma ai miei tempi l'età media dei laureati era 25-27 anni, e molti andavano anche oltre i 30 a causa di vari anni fuori corso, complici spesso anche dei prof che ti facevano perdere anni per un esame.

L'altro aspetto interessante è la certezza dei ragazzi americani sul loro futuro.
Mi viene in mente una scena del film My Name is Tanino in cui Tanino scappa dall'Italia per evitare il servizio militare (aveva sostenuto pochi esami e non poteva fare più il rinvio) e va negli Stati Uniti dove fa una visita a sorpresa a Sally, la studentessa americana di cui si era innamorato durante una breve vacanza italiana di Sally. Quando il padre di Sally chiede a Tanino: Cosa studi? lui risponde: Regia. E quando gli chiede cosa vuoi fare dopo? Tanino è dubbioso, come se non ci avesse ancora pensato e farfuglia: Di preciso preciso non lo so, who will live will see, chi vivrà vedrà.
Sa già che i sogni in Italia non sono facili da realizzare, quindi meglio non sognare troppo. Prima pensiamo a laurearci e poi chi vivrà vedrà.