martedì 9 aprile 2013

Lo sport in America

Ieri era la giornata del derby Roma-Lazio e come troppo spesso accade, la citta' e' stata preda di violenti incidenti. Alcuni tifosi sono entrati in contatto, si sono insultati, hanno tirato fuori i coltelli e otto persone sono state accoltellatema per fortuna hanno riportato solo delle lievi ferite.
Mi chiedo sempre perche' in Italia ogni partita debba essere un pretesto per scatenare la violenza di tifosi in perenne odio tra di loro. Inoltre prima di partite a rischio, i commercianti della zona chiudono le loro attivita' e i cittadini preferiscono restare in casa sperando che i violenti non danneggino le loro auto parcheggiate in strada. E' assurdo ma per molti italiani tutto questo e' diventato normalita'.


Non per me che una tiepida sera d'estate di alcuni anni fa ho avuto la fortuna di assistere ad una partita degli Yankees. Ero un poco piu' che un ragazzino e avevo sempre sognato di vedere una partita di baseball dal vivo. Notando subito che i tifosi non erano divisi in settori ma sedevano tranquillamente uno accanto all'altro e ed erano li' con i propri figli, con le mogli, con le fidanzate chiesi a mio zio, americano: come mai i tifosi non sono divisi in settori? Ma lui non capi' bene il significato di quella strana domanda.
Il tifo a dire il vero non era organizzato come da noi. Forse gli Americani non hanno il tempo e la voglia di frequentare circoli sportivi per provare cori e creare striscioni artistici. Il tifo americano e' guidato dall'organizzazione dello stadio. Ad esempio alcune azioni salienti venivano sottolineate da musiche che aumentavano di volume e creavano tensione. E poi i momenti morti venivano riempiti dalle domande che comparivano sugli enormi maxi-schermi. Chi vinse il campionato nel 1976? E le tre opzioni a, b, o c. Quanti home run ha segnato Babe Ruth nel 1927? E le tre opzioni a, b o c. I tifosi scommettevano tra di loro, alcuni anche con il tifoso della squadra avversaria che gli sedeva accanto. La risposta sarebbe stata mostrata dopo qualche minuto. Nel frattempo la partita riprendeva e poco dopo...un boato. Strano perche' nessuna squadra aveva segnato. Ah ecco, sul maxi schermo era appena comprarsa la risposta alla domanda precedente e coloro che avevano vinto la scommessa avevano esultato. La partita sembra quasi un pretesto per mangiare e bere. Hot dog e birre a volonta'. Nessuno insulta l'arbitro, nessuno inveisce contro la squadra avversaria o contro i tifosi avversari. Tra un hot dog e l'altro si da' un'occhiata alla partita e ci si entusiasma quando c'e' un home run.  A volte vola anche qualche sfotto' tra tifosi ma appena il tono si fa' volgare o offensivo prontamente arrivano gli uomini della security che riescono a calmare gli animi e se necessario conducono i tifosi esagitati fuori dallo stadio per farli "raffreddare". 
Dopo aver riflettuto sulle differenze tra tifosi italiani e tifosi americani mi e' capitato sott'occhio la di un certo Jack Hoffman, un bambino di 7 anni affetto da cancro al cervello che a quanto pare sta commuovendo l'America. Jack e' stato gia' perato due volte e tra due settimane iniziera' la chemioterapia e ha da sempre un sogno, segnare un touchdown con la sua squadra del cuore, i Nebraska Cornhuskers. Ieri era a bordo campo ad assistere la partita dei suoi beneamini quando ad un certo punto lo hanno fatto entrare in campo. Incredulo ma felicissimo Jack...beh vedete il video.
Il messaggio che questa magica serata di sport americano ha voluto trasmettere al piccolo Jack e a tutti noi e' che non bisogna mai arrendersi perche' con la forza di volonta' si possono superare tutte le difficolta', anche le piu' estreme. I Nebraska Cornhuskers hanno regalato a Jack un momento indimenticabile che  gli dara' ancora piu' forza per affrontare la sua battaglia piu' difficile.
Lo sport negli Stati Uniti sa anche trasmettere messaggi educativi.






3 commenti:

  1. La risposta credo sia semplice: in Italia è sempre convenuto, al Potere, far sfogare le tensioni dentro gli stadi - modello antica Roma - piuttosto che la rabbia si sfoghi nelle strade, in un Paese immutabile, dove non cambia niente, dove fanno di tutto, da mezzo secolo, perché nulla cambi...

    d.

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  2. Ah perchè da noi non si sfogano nelle strade? :) La realtà è che il primo problema di questo paese è il suo sitema giudiziario, ma non come lo dice SB. Processi eterni, pene che non si scontano. Gente che imbratta un treno e viene multata 200 euro, gente che incendia gli stadi e gli si notifica il Daspo. Certo, tutto parte dalla legalità che si insegna a scuola, ma senza il "chi sbaglia paga" che non vale più, non si può nemmeno tentare di fare educazione.

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  3. Anni fa ho visto, con i miei occhi, un agente allontanare un tifoso "caldo" dai bleachers dello Yankee Stadium, perchè aveva pronunciato delle parolacce. A differenza delle curve, dove imperano cacchiate tipo "mentalità ultrà" "non ci tesseriamo", nei bleachers siedono anche famiglie con bambini, e non è pensabile nè far volare parolacce, nè bestemmie, nè tirare coca o fumare erba come in certi stadi di mia conoscenza. Chi sbaglia, paga, negli USA come in UK.

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