venerdì 7 agosto 2020

Lauree, funerali e matrimoni

Qualche giorno fa il figlio di un mio collega ha conseguito il Phd e il mio collega si è collegato online alla sua università per vedere la cerimonia di laurea. E ho visto qualcosa anche io.
In realtà mi aspettavo subito la tipica scena del preside che sale sul palco e fa un discorso epico e incoraggiante a centinaia di studenti ma invece forse a causa, forse a causa della pandemia, forse perché per il Phd le celebrazioni sono diverse sullo schermo scorrevano una carrellata di video pre-registrati molto brevi, della durata di 2-3 minuti. Ogni professore parlava dei propri studenti che aveva seguito durante gli studi:
 - John Smith ha un carattere solare, adora la scienza, ha apportato un incredibile contributo al nostro team ed ha fatto una ricerca mirabile i cui risultati saranno sicuramente fondamentali nel settore dell'immunologia...
 - Mary McKee è un pò introversa ma ha un'intelligenza fuori dal comune. Ha condotto una ricerca eccezionale che nei prossimi anni fornirà sicuramente un contributo alla ricerca sulla cura del cancro...

Wow, che menti questi ragazzetti di appena 26-27 anni! La creme de la creme. Poiché la ricerca scientifica è importantissima negli atenei americani, penso, i ragazzi vengono subito messi a lavoro, e grazie alla loro intelligenza riescono quasi sempre a fare scoperte incredibili. Certo che però qui sembra che ogni studente sia un genio. Saranno tutti degli Einstein in erba?
Comunque dopo ogni presentazione del Prof. seguiva il video, anch'esso pre-registrato, del neolaureato che ringraziava con affetto il Prof., grande uomo di scienza, mentore dall'intelligenza straordinaria, esempio di vita. E vabbè se sono geni i ragazzi, saranno geni anche i professori. 

Ma lasciamo l'università.
Funerali di mia zia, alcuni anni fa. Lo ricordo bene ancora oggi. In chiesa le mie due cugine fecero entrambe un discorso per onorare la madre. Il tono non fu affatto triste ma sereno, quasi allegro, perché le cugine ricordarono non solo i valori insegnati dalla madre ma anche moltissimi episodi divertenti della sua vita. E fecero ridere tutti, quasi come delle comiche su un palco che raccontano i fatti più curiosi e divertenti della madre. E quindi anche mia zia è diventata protagonista, tramite le narrazioni delle figlie, di una vita da romanzo. 

Ma lasciamo i funerali.
Matrimonio di una mia amica americana. Anche qui mi aspettavo qualcosa di diverso. E anche qui discorsi celebrativi. Tanti i public speaker, non ricordo bene in quale ordine:
Il padre della sposa,
Lo sposo
Il best man dello sposo
La sposa
La maid of honor della sposa
Nei discorsi tanti episodi che fanno risaltare i due sposi come persone di sani valori, ma anche amici leali, figli esemplari. Dalle vite interessanti, da raccontare. Come un romanzo.  

La domanda che mi pongo è: ma gli Americani sono tutti portati con questa naturalezza a fare discorsi in pubblico?
Non c'è mai un man of honor un pò timido, uno studente introverso, una figlia che non vuole parlare della madre al suo funerale? No evidentemente hanno qualcosa nel DNA, sono portati al palcoscenico e al public speaking più celebrativo.

Ma gli aspetti interessanti di ciò che avviene in questi eventi sono la spettacolarizzazione e la valorizzazione di ogni singola persona. Ognuno è una persona interessante. A scavare bene ogni persona è un libro da raccontare. Non esistono persone comuni, noiose, banali. 

La mia parte di me acidina e anticapitalistica direbbe che qui siamo in America dove ognuno promuove se stesso come un prodotto di marketing. I famosi 15 minuti di celebrità. Avviene su Facebook e avviene Instagram ma a pensarci bene dovrei zittire la voce perché in questi episodi sono gli altri a promuoverti. 

E quindi la voce più equilibrata, o meglio la parte di me più serena che ama gli USA con tutte le loro manie e pazzie mi fa pensare che non sia così male. In Usa si sentono meno le gerarchie. Le persone si danno del tu. Hai sempre l'impressione che il valore di ogni persona sia alla fine lo stesso, indipendentemente dalla posizione sociale o conto bancario. Ci sono le differenze ma hanno tutti pari dignità. E' un concetto difficile da spiegare ma io in Italia ad esempio sento più il peso delle gerarchie. Sono i politici, i luminari, i grandi imprenditori o avvocati ad avere vite interessanti da raccontare. Tutti gli altri non sono nessuno, soprattutto i giovani. Cosa mai avranno fatto di buono se hanno solo frequentato l'università come tutti? Cosa avranno mai da raccontare delle loro vite fino a quel momento? Sono appena iniziate. Invece negli Usa è tutto diverso. Ognuno ha ciò scritto capitoli del proprio romanzo ed è bello per gli altri leggerne qualche paragrafo.

L'unico aspetto negativo è che un'esaltazione "narrativa" esagerata può portare i giovani americani a ritenersi onnipotenti sin da bambini e poi quando cresceranno, alla prima difficoltà della vita reale, rischieranno di andare in crisi. E allora vai di pillole, alcool, droghe, psichiatri e terapisti. 
Ma a pensarci bene non fa parte anche questo di una vita romanzata?

Nessun commento:

Posta un commento