domenica 19 luglio 2020

Da Costa a Costa

Chi legge il mio blog ama o è interessato agli Usa, alla sua cultura, curiosità e manie. Sul blog provo a descrivere gli Usa tramite la vita quotidiana ma raramente parlo di politica o eventi sociali importanti. Da circa un mese, da quando ho cancellato i miei account Facebook e Instagram, sto usando il mio tempo in modo più produttivo e ho scoperto, tra i tanti, un podcast interessante dallo stile molto narrativo sugli di Stati Uniti e la politica americana: Da Costa a Costa.
E' il podcast del giornalista Francesco Costa che ha pubblicato anche il libro Questa è l'America, che ho intenzione di ordinare, che pare stia riscuotendo un ottimo successo. Le prime puntate del podcasts sono del 2016 prima delle elezioni che videro Trump inaspettatamente vincente contro la Clinton e da lì continua a raccontarci la politica e la società americana.
Lo stile è molto narrativo e spesso crea delle biografie dei vari protagonisti della politica americana. 
Alcune puntate che ho ascoltato:

La puntata su Joe Biden, intitolata La battaglia della vita di Joe Biden, mi ha fatto riflettere sul detto Don't judge a book by its cover, non giudicare un libro dalla copertina, le apparenze ingannano. Premetto che Biden non mi entusiasma molto e se potessi votare quest'anno non saprei a chi dare il mio voto, probabilmente resterei a casa (se prenderò la cittadinanza l'anno prossimo, potrò votare nel 2024). Lasciamo da parte Trump. Biden mi dà l'impressione di una persona vuota, robotica, un politico vecchio stile che quando fa un discorso non ci crede davvero, ma sa che deve dire quelle cose per conquistare gli elettori. E poi quando è sotto stress o in difficoltà balbetta.
Per i miei conoscenti e colleghi che amano Trump, Biden è un vecchio rincoglionito che dimentica le cose ma ho notato che anche i miei conoscenti e colleghi che odiano Trump hanno qualche dubbio su Biden. Insomma molti lo voteranno non perché Biden scalda i loro cuori ma perché Trump li infiamma di rabbia.
Mi piace l'atteggiamento di una mia collega, che molti possono trovare sbagliato: pur odiando Trump dice che probabilmente non andrà a votare perché non le piace nessuno dei due. In poche parole ogni volta che a delle elezioni si sfidano il candidato A e il candidato B a lei non piace votare B perché non le piace A. Lei vuole votare B perché le piace B. Detto questo la puntata di Costa a Costa mi ha fatto conoscere eventi della vita di Biden che non conoscevo.
Quando era giovane, sua moglie era in macchina con i loro tre figli piccoli. Vennero investiti da un tir.  la moglie e la figlia persero la vita. Due figli si salvarono. Fu un colpo gravissimo sul giovane Biden che trascorse un grave periodo di depressione in cui ebbe più volte l'intenzione di abbandonare la politica. Decise poi di non farlo, convinto da molti. Dopo molti anni perse anche uno dei due figli sopravvissuti all'intendente, per un tumore al cervello. Per quanto riguarda la sua balbuzie è un problema che lo accompagna si da piccolo ma che riuscì a superare. Ora quando incontra qualche elettore con questo problema gli dà il proprio numero di cellulare personale e invita a fargli un colpo di telefono perché può dare dei consigli. Biden balbetta ancora un pochino ma solo quando è in difficoltà o sotto stress, ma non vuol dire che stia dimenticando le cose.
Dopo aver ascoltato il podcast non dico che voterei per Biden ma il solo fatto di aver conosciuto qualcosa in più della sua vita me lo ha reso, se non più simpatico, sicuramente più umano. E ho pensato che in questi tempi in cui non abbiamo tempo e voglia di approfondire niente ci basiamo troppo sulle prime impressioni, su semplici simpatie e antipatie a prima vista. Sappiamo ben poco delle vite dei politici, figuriamoci le loro idee politiche. Mettiamo due etichette ai candidati e andiamo a votare.

La puntata su Bill Gatesintitolata E' stato Bill Gates, è stata ancora più interessante. In questi tempi Gates è diventato il bersaglio numero 1 dei cospirazionisti, ancora più del famigerato George Soros. Francesco Costa cerca di capire quali siano e queste teorie e perché siano nate. Hanno un fondo di verità? Ma soprattutto ci racconta più approfonditamente cosa sta cercando di fare Bella Gates con sua moglie con la fondazione Bill and Melissa Gates Foundation. E ne risulta un quadro totalmente diverso dal malvagio bilionario assetato di potere, che vorrebbe accumulare ancora più soldi con i vaccini e decimare la popolazione mondiale per dominare il mondo. In poche parole un nuovo Satana. Certo avrà fatto qualcosa che non è piaciuto ma come si dice chi non va al mulino non si infarina e comunque le attività benefiche sono degne di ammirazione. Sbaglierò ma conoscendo meglio la storia della fondazione di Gates a me sembra che sia sinceramente interessato a fare qualcosa di buono per alcune aree del pianeta e mi dispiace e mi sembra assurdo quando viene descritto, da cospirazionisti molto paranoici e poco informati, come il nuovo Satana.

La puntata su Usa e Cina, intitolata Chi guiderà il nuovo mondo, è stata illuminante. Si parla di "soft power" ovvero quell'influenza culturale che viene esercitata non con la forza militare o con l'economia ma con la cultura. Volenti o nolenti, dopo la seconda guerra mondiale e dopo il crollo dell'Unione Sovietica guardiamo sempre più agli Usa come modello sociale e culturale. Riescono ad attrarre, affascinare, convincere plasmare l'immaginario di altri Paesi con cultura, valori, comunicazione. Anche i film di Hollywood o della Disney involontariamente suscitano questa attrazione. In modo più esplicito...chi ricorda il finale del film Rocky IV? Il Piano Marshall fu l'esempio più evidente del soft power. Dopo la seconda guerra mondiale gli Usa inviarono ingenti aiuti economici ai Paesi dell'Europa occidentali, e a fondo perduto. Aiutare per legarli a loro. Un investimento a lungo termine. Ma oggi c'è una nuova potenzia mondiale che ha capito l'importanza di del soft power e mentre gli Usa di Trump cercano di isolarsi e sono sempre meno interessati al ruolo di egemonia culturale la Cina sta iniziando a capire che può provare a prenderne il posto. E' stato interessante notare cosa è accaduto durante il periodo della massima diffusione del virus in Italia. La Cina si è prodigata con molti aiuti all'Italia (e altri stati europei). In realtà molti aiuti non erano gratis o a fondo perduto ma hanno fatto ugualmente una efficace opera di propaganda. La Cina non ha mai criticato le altre nazioni per come hanno gestito la pandemia...tranne uno, gli Usa. Articoli, post sui social, notizie hanno descritto i cinesi come popolo generoso che aiuta in momento di difficoltà e probabilmente è stato anche così ma ovviamente con un secondo fine. Chi ricorda gli aiuti nei vicoli di Napoli? Delle ragazze cinesi con le bandierine italiane donavano guanti e mascherine dicendo "Forza Italia". In poche mosse i cinesi sono riusciti a instillare in molti italiani l'idea che Ok si probabilmente il virus è colpa della Cina però ora ci stanno aiutando e sono gli unici a farlo. In poche parole...Soft Power. Prima erano gli Usa, ora la Cina. Chi conquisterà il nuovo mondo?


2 commenti:

  1. La tua amica ha perfettamente ragione, trovo normalissimo il suo giudizio
    Purtroppo i politici ladroni ci sono perchè hanno la schiera di tifosi che li votano, manco fosse la squadra di calcio del cuore e gli interessa solo danneggiare il rivale politico anche se chi votano è pure peggio
    In Italia (ma anche in USA) sta tornando il comunismo che ti dice cosa pensare, vedi il ddl Zan
    Sono "dittature soft" ormai, preferirei gli USA alla Cina, ma poi tutta questa differenza non c'è, visto che se sei antipatico a qualcuno perchè difendi il tuo punto di vista contrario al pensiero unico di certa gente, basta accusarti di una molestia inesistente e sei fregato perchè colpevole a priori

    RispondiElimina
    Risposte
    1. TornoavivereinAmerica24 luglio 2020 alle ore 07:39

      Si purtroppo il tifo da stadio esiste ovunque, anche qui.

      Elimina