martedì 14 dicembre 2021

Voci di Italiani in America - Valentina Corino

Vivo a:  Tyler, Tx

In Usa dal: 2013

Professione: Teesting services specialist al community college della città

 

Canali: 

-       Blog: psparse.com

-       Pagina Fb: Parole Sparse – Un’ italiana in Texas

-       Instagram: @parole_sparse

-       Scrivo anche per: www.usacoasttocoast.com

 

Racconta la storia che ti ha portato dall’Italia agli Usa:

Ho seguito il lavoro del marito. Prima è venuto lui da solo non sapendo se sarebbe diventato un trasferimento definitivo. Avendo un lavoro a tempo determinato in ambito assicurativo in Italia non volevo perdere questa posizione fino a che la situazione americana si fosse definita. Poi quando tutto si è definito 6 mesi di aspettiva e sono arrivata qui.

 

Di cosa ti occupi qui negli Stati Uniti?

Lavoro presso il Testing Center del community college della città dove viviamo. Ci occupiamo dei test di ammissione, di quelli accademici e offriamo anche svariate certificazioni professionali anche per professionisti che ormai non sono più al college da un po’.

 

Quale è stato il tuo percorso per rimanere qui in termini di visti e green card?

Prima il visto da studente (con cui ho studiato Storia Americana) e poi la green card.

 

Farai domanda per la cittadinanza (se non sei già cittadina)?

Ho raggiunto i requisiti per fare domanda l’estate passata, ma ho aspettato perché con la pandemia si erano allungate di parecchio le tempistiche di tutta la procedura. Penso che farò domanda nel 2022.

 

Le prime impressioni da Italiano in Usa e le prime differenze che hai notato rispetto alla vita in Italia?

I primi tempi sono stati molto emozionanti ogni giorno era la scoperta di qualcosa di nuovo. Tra le cose che apprezzato di più fin da subito il poco caos, l’organizzazione. Nelle persone ho apprezzato da subito quanto sia più diffusa la gentilezza e il rispetto verso gli altri.

 

Cosa hanno detto parenti e amici quando hai detto che saresti andata a vivere negli Usa? E cosa ti dicono oggi?

Noi siamo stati fortunati perché abbiamo sempre avuto il supporto delle nostre famiglie. Certo la lontanza è tanta e non permette di potersi vedere quanto si vorrebbe, ma non ci hanno mai fatto mancare il loro supporto. 

Anche dagli amici non abbiamo avuto reazioni negative, qualcuno con gli anni si è perso per strada nonostante gli sforzi per mantenere vivi i rapporti. Però il trasferimento ha dato anche l’occasione invece per riallacciare rapporti che si erano smorzati. 

 

Cosa ami e cosa non ami degli Usa? Come ti sembrano gli Americani, amici, conoscenti, colleghi?

Gli americani sono molto diretti ed amichevoli. Sono carettarielmente molto diversi da noi italiani, questo non sempre rende facile creare veri rappoorti di amicizia intesi a come siamo stati abituati in passato. Se in più ci si mette la difficolta nelle relazioni quando ci si trasferisce da adulti non è sempre facile capire come realazionarsi. Anche perché spesso tendono a creare compartimenti molto più definiti rispetto a come facciamo noi. 

 

Uno o più episodi che ti hanno fatto esclamare: “Siamo proprio in America!”

Una sera a cena al momento di pagare la cameriera ci ha detto che il nostro conto era già stato pagato. Per abitudine un loro cliente abituale ogni sabato sera offre la cena a caso a qualche altro cliente nel ristorante. Conosco tantissime persone a cui sia capitato di vedersi pagare la spesa o magari arrivare alla cassa del drive thru per scoprire che la macchina precedente aveva pagato già anche il loro conto.  

 

Cosa ti mancava i primi tempi in Usa e cosa ancora ti manca dell’Italia?

Gli affetti e il cibo. Gli affetti penso sia ovvio per tutti. 

Per il cibo si trovano tante cose e a casa si può facilmente cucinare italiano, così come si possono trovare anche ottimi ristoranti, ma alcuni sapori non si riescono proprio a riprodurre e alcuni alimenti non arrivano neanche nei negozi più specializzati.   

 

Quando torni in Italia provi il reverse culture shock ovvero noti qualche aspetto che ti colpisce che non avevi mai notato quando vivevi in Italia perché ti sembrava normale?

Da che sono arrivata qui sono rientrata solo due volte. La prima era solo qualche mese che ero qui, quindi credo fosse troppo presto per avere un reverse shock. La seconda invece è stato fortissimo. Tante piccole cose che oggettivamente sono sempre state normali mi hanno colpito profondamente. La negatività (e aggressività) una fra le prime. Gli americani sono sempre super positivi e propositivi, in Italia ogni cosa è vista nei suoi aspetti negativi o viene criticata. La moda; parliamo di quella da tutti i giorni non l’eleganza delle grandi firme. Una cosa che mi ha colpito tantissimo è come tutti fossero vestiti allo stesso modo con la stessa giacca e  borsa che andava di moda. Come i colori fossero pochissimi. E’ vero che qui in Usa ogni tanto si vedono abbiamenti che ai nostri occhi sembrano azzardati ma si vedono tanti stili diversi, colori diversi da il “colore pantone dell’anno”.

 

Pensi che rimarrai a vita negli Usa o un giorno tornerai in Italia?

Per ora siamo qui, non sappiamo ancora cosa faremo quando arriverà il momento della pensione, mancano ancora troppi anni e chissà come saranno gli USA e l’Italia allora. Sicuramente spero a quel tempo di avere l’opportunità di poter passare tempo in entrambi i paesi e avere la fortuna di prendere il meglio di entrambi.

 

Quali consigli vuoi dare agli Italiani che sognano di trasferirsi in America?

Venire in America è un progetto a lungo termine. Se si vuole venire per fare un’esperienza solo di qualche anno può non essere troppo difficile trovare una via ed un visto per venire. Se invece si vuole pensare a un trasferimento in via più definitiva l’unica via (fortuna con la lotteria per la green card a parte) è la strada dell’investimento secondo me. O l’investimento nel senso più letterale del termine e quindi quello economico nel creare o rilevare un’attività. Ma ancora di più un investimento in se’ stessi nel crearsi un percorso di studi e una carriera che rendano i primis la propria figura professionale appetibile per un sponsor, ma soprattuto realistico pensare a che un visa sia rilasciato. Quindi non necessariamente un investimento economico, ma di tempo, risorse e impegno per creare le condizioni per un possibile trasferimento. Certo non è l’unica strada, ma le possibilità che dall’oggi al domani si crei la situazione per un trasferimento senza averne creato le basi non sono molte.


FOTO 1: Sunset - downtown Tyler



FOTO 2: Lake Tyler - spesso tanti rimangono sorpresi dalla quantità di laghi e foreste che abbiamo qui in east Texas


FOTO 3: Febbraio 2021 - il Texas sommerso di neve a temperature arrivate fino a -30 percepiti.



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